Capitolo 35

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«Io so perché me ne stai parlando. Tu speri di trovare una soluzione diversa con me, ma purtroppo non vedo alternative... Farò questa stramaledetta live e mi prenderò delle colpe che non ho»

Momo e Dahyun erano sedute nel salone di casa di quest'ultima, l'una davanti all'altra. La giapponese si trovava sulla poltrona in pelle e si era esposta leggermente in avanti.

«Io non posso scegliere di vivere una vita con te al difuori di tutto questo, sapendo di avere almeno una trentina di persone che potrebbero perdere il lavoro a causa mia...» Parlò tristemente Dahyun, iniziando finalmente a sfogarsi, crollando in un pianto. «Fosse accaduto tempo fa, non avrei avuto problemi, ma ora per colpa tua ho una cazzo di coscienza che mi impedisce di farlo»

Momo si era alzata per andare a consolare la sua ragazza. «Shh.. Non dire altro...»

«Come faccio a non dire altro? Mi hanno messa in una posizione scomoda. Per quanto io voglia proteggerti, non riesco a capire come fare senza farti soffrire»

«Ma non spetta a te farlo. Sai benissimo che neanche io vorrei separarmi da te, ma siamo costrette a comportarci così per il bene di altre persone» La giapponese l'aveva avvolta con le sue braccia, costringendola a posare la testa sulla sua spalla. «Cosa vuoi che siano due anni senza di te? Ho passato un'intera vita e posso aspettare questo lasso di tempo, sapendo che poi tornerai da me»

«Si, ma io non posso. Sai cosa significa per me? Sono riuscita finalmente ad assaggiare un minimo di libertà. Mi sono innamorata ed ho anche ricominciato a tenere alla gente. Sai cosa vuol dire vedersi strappare via tutto in meno di dieci secondi? Fa male Momo, molto male»

«È brutto, è vero, ma non sei l'unica persona che ha da perderci. In base a quello che mi hai detto, Jinyoung vorrebbe che me ne assumessi tutta la colpa e, così facendo, rischierei di non avere più possibilità di aprire una scuola di danza tutta mia...» Le aveva accarezzato i capelli, spingendola poi delicatamente via per poterle guardare il viso. «Ma sono disposta a tornare alla mia vita precedente. A ballare nelle strade e nelle metropolitane, a non potermi permettere più di un pasto caldo al giorno e a farmi la doccia nelle palestre altrui per risparmiare sulle bollette. Sono disposta a tutto, se il premio finale sei tu»

«Ma non dovrai farlo... Posso mandarti dei soldi, posso aiutarti a farti assumere da chiunque tu voglia nel frattempo. Non devi per forza fare tutte queste cose... Io-»

«Non puoi farlo Hunny... Io e te non dovremo più avere contatti dopo questo. Ancora non ho avuto modo di parlare con Jinyoung, ma non sarà necessario, perché già so che sarà così»

«E... Un messaggio, una chiamata ogni tanto? Ho bisogno di sentirti, non voglio perderti per sempre...»

«E non succederà» La rassicurò Momo, afferrandole le mani. «Si tratta solo di resistere fino allo scadere del tuo contratto. Avremo sempre Jihyo e Sana e potremo parlare tramite loro. So che non è la stessa cosa, ma dobbiamo arrangiarci in qualche modo, non credi?»

Dahyun ricominciò a piangere. Anche se sapeva che Momo l'avrebbe sempre aspettata, sapeva che avrebbe resistito senza problemi, era consapevole del fatto che lei non ci sarebbe riuscita. Era debole senza la presenza della giapponese e, se aveva resistito fino ad ora dentro a quell'ambiente ostile, era solo grazie a quella maschera che si era creata nel tempo. Forse per riuscire a resistere quei due anni, avrebbe dovuto ricominciare a trattare tutti con superficialità, tuttavia, non sapeva se, dopo aver conosciuto Momo, sarebbe stata ancora in grado di farlo.

«Prima di fare un discorso a tutti, prima dell'uscita del mio film, prima di finire tutto questo... Mi concederesti un'ultima giornata con te?» Dahyun si era staccata da Momo, la quale iniziò ad asciugarle il viso con i polpastrelli, sorridendole amorevolmente come lei sola sapeva fare. «Non dobbiamo fare l'amore per forza, mi basta rimanere sdraiata con te sul letto a guardare il soffitto. Mi basterebbe sentire le tue braccia e il tuo odore che mi avvolgono calorosamente prima di andare a dormire. Non chiedo altro»

«Perché, pensi forse che io non voglia lo stesso? Il tuo amore non è a senso unico Dahyun, solo perché mi vedi così, non significa che non stia soffrendo come te...»

«Lo so, ma non devi essere forte per me. Se devi piangere, piangi, se vuoi urlare, sentiti libera di farlo... D'altronde, si tratta comunque di un paio d'anni, no?»

Momo sorrise, poi spalancò la bocca e lasciò che un grido forte e potente uscisse da lei. Non era da lei piangere per sfogarsi, tuttavia quell'urlo, fu molto più che liberatorio.

«Ora possiamo andare» Allegra come sempre, Momo si alzò dal divano, ponendo la mano alla sua ragazza per aiutarla ad alzarsi.

«Mi mancheranno questi tuoi modi alternativi di affrontare la vita» Dahyun si fece prendere dall'entusiasmo dell'altra e tornò a sorridere come se fino a pochi secondi prima non avesse pianto per niente.

«Vieni da me e amami» Momo la sollevò da terra, facendola volteggiare in aria per pochi secondi, prima di fermarsi per baciarla sulle labbra. «Vedrai, questi due anni passeranno come niente»

«Si, proprio uno schiocco di dita» Ironizzò Dahyun, tornando a posare le gambe a terra. «Ma non importa, sopporterò quei quattro coglioni fino alla fine...»

«Così ti voglio! Pensa positivo!»

Le due si incamminarono velocemente verso la camera da letto. Dahyun aveva molti impegni prima dell'uscita del film, ma in quel momento non le importava per niente. Voleva passare il resto della giornata con la sua ragazza e nessuno poteva impedirglielo, d'altronde, glielo dovevano.

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La mattina dell'uscita del suo film, Dahyun si risvegliò in un letto completamente vuoto. Quando aprì gli occhi, si accorse che le ante del suo armadio erano leggermente aperte, segno che Momo avesse portato via quei pochi indumenti che aveva lasciato da lei.

Si rigirò nel letto più volte, alla ricerca disperata dell'odore della giapponese che ritrovò quasi subito sul cuscino su cui era solita dormire. L'abbracciò con tutta la sua forza ed iniziò a piangere. Si era ripromessa di essere forte e di affrontare quei due anni nel miglior modo, tuttavia si era concessa l'ultimo sfogo, prima di ricominciare a vivere una vita finta e frivola come quella che aveva prima dell'arrivo della donna che amava.




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ANGOLETTO

Odio con tutta me stessa la primavera, forse anche più dell'estate... Gli insetti e l'allergia sono qualcosa di insopportabile! (Scusate lo sfogo, ma era necessario). Aspetto l'arrivo di ottobre con ansia!

La perla del giorno di Tzuyu: Segui la retta via, fino in frigo o in birreria

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