capitolo 9- sigarette

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"mi piace guardarti in silenzio e parlarti con lo sguardo."

POV CHIARA
<e quindi ci vuoi raccontare o no?>
<che vi devo di.>
<di cosa avete parlato tu e Micciarella, per esempio.> ignoro Kubra mettendomi a letto, ma con un sorriso a trentadue denti.
<e dai Chiara non farti pregare.>
<dai ragazze sono stancaaaa.> provo a coprirmi con le coperte, ma loro me lo impediscono.
<e su Chiaretta dici qualcosa.> continua Silvia.
<abbiamo parlato normalmente, cosa vi devo dire.> spiego io continuando a sorridere.
<e questo sorriso come lo giustifichi? Con una  semplice chiacchierata tra amici?>
<che poi immagino i discorsi di Micciarella. Oh fra fatti toccare.> dopo questa battuta di Silvia e la sua imitazione si mettono tutte a ridere, ma sinceramente mi da un po' fastidio l'idea che hanno di lui. Cioè anche io fino a qualche ora fa la pensavo come loro ed ora non ho un'idea totalmente diversa, però penso che vada conosciuto, solo questo.
<e fattela na risata Chiattilla.> continua Silvia.
<ha continuato a chiamarti così mentre stavate soli, vero?> mi stuzzica sempre lei, mantenendo un tono scherzoso.
<come avrai fatto a resistere tutto quel tempo alle sue battutine del cazzo lo sai solo te.> aggiunge poi Kubra. Io non rispondo, non so cosa dire. Da un lato probabilmente hanno ragione loro e Micciarella è solo un bambino che cerca attenzioni di un certo tipo, però io penso di volerlo conoscere bene prima di capire cosa fare.
<vabbè ragazze ora basta, la mettiamo in imbarazzo così.> dice sedendosi vicino a me sul mio letto.
<ti va di raccontarci di cosa avete parlato?> chiede gentilmente.
<ci siamo conosciuti meglio e basta.>
<in che senso?> Silvia e Kubra si siedono difronte a noi sulle sedie.
<wewe belle ragazze, di cosa state parlando?> in stanza entra anche Rosa Ricci e ci saluta a tutte.
<Chiaretta ci sta raccontando del suo incontro serale.>
<ti ha fatto qualcosa Micciarella?> chiede subito lei.
<nono, ansi mi ha raccontato un po' di lui ed io di me. Voleva sapere del colloquio, ma non ho detto niente allora abbiamo iniziato a parlare in generale.>
<strano che t'abbia chiesto cheste cose, cioè non pe te, ma in generale.>
<anche io l'ho pensato Rosa, ma magari non è un bambino come pensiamo tutti.> stiamo un attimo tutte zitte, fino a quando Kubra non prende parola.
<e tu lo farai cambiare con la forza del vero amore.> scherza lei per alleggerire la situazione e stavolta funziona.
<o con il potere della fessa.> aggiunge poi Silvia.
Restiamo in cella a scherzare, fino a quando non portano Rosa nella sua e spengono le luci.
***
Inizia una nuova giornata qui all'IPM, ma oggi sento qualcosa di diverso nell'aria.
Mi alzo appena Maddalena ci viene a chiamare e mi chiudo in bagno, nonostante le urla delle mie compagne.
una volta pronta mi guardo allo specchio e sono più che soddisfatta del l'outfit di oggi. Mi sembra di essere tornata alla mia vecchia vita che ad oggi pare così lontana...
<e quest'eleganza?> chiede Silvia avvicinandosi a me, mentre si mette un po' di mascara.
<me l'ha portato mia mamma ieri.>
<Chiara, ma non è scomoda la gonna di pelle per stare qua?> arriva anche Gemma che si deve pettinare i capelli.
<eee ma oggi la Chiattilla deve farsi notare.>
<hai ragione Silvia, non ci avevo pensato. Oggi Micciarella cadrà ai tuoi piedi.>
<tranquilla che già c'è cascato.> ecco che arriva anche Kubra.
<mi solo vestita così perché voglio sentirmi a mio agio.>
<a tuo agio?>
annuisco alle ultime parole di Kubra, mentre mi sistemo con le mani i capelli.
<preparati ai fischi chiattì, qua non stai ai quartieri ricchi.>
<sono le persone, non i quartieri.> specifica Gemma e non posso che essere d'accordo con lei.

Dopo aver fatto colazione questa mattina abbiamo avuto due ore di lezione. Qui sono diverse le lezioni, non si fa molto. Per lo più parlano, si raccontano i problemi e fanno esercizi di scrittura. Niente a che vedere con le scuole. Almeno abbiamo passato delle ore in modo diverso e finalmente possiamo andare a giocare all'aria aperta. 
<Chiattì, guarda chi ce sta.> Rosa che sta accanto a me mi indica con la testa il gruppetto di Edoardo con gli amici suoi, tra cui Micciarella.
<andiamo.> mi prende la mano, trascinandomi praticamente con se, mentre io mi ribello e le altre ragazze ci guardano ridendo.
<Eduà!> lo richiama lei.
L'amico apre le braccia, circondandola, e poi mi saluta con un cenno del capo. Io ricambio, guardando anche gli altri. Fino a quando il mio sguardo non si ferma su Micciarella, che già mi stava guardando.
<ja però se dovete sta accussì andate da soli.> la voce di Edoardo ci distrae.
<cu sta gonnellina impossibile nun stalla a guarda Edoà!> risponde Micciarella facendo ridere tutti, ma io abbasso lo sguardo accennando un sorrisino.
Poteva anche non dire di stare a guardarmi solo per la mia gonna. Mi fa piacere aver attirato la sua attenzione, ma non così.
<Guarda se continui così te la chiavi sicuro.>
<tieni ragione Edoa. Ah Chiattì, magari ci aiuti a non sentirlo più parlare delle sue fantasie sessuali.> dice poi Cucciolo.
Io non rispondo, sorrido solo.
Accanto a me Rosa deve aver capito che qualcosa non va e prende parola.
<come siete cretini, smettetela.>
Edoardo le da ragione, così iniziano a parlare di altro.
<Micciare, vai a prende le sigarette, stanno nel capanno di prima.> lui sta andando, quando si ferma a guardarmi.
<Chiattì, vuoi veni cu me?>
<ok.> accetto solo per parlargli, vorrei rivedere il ragazzo carino di ieri, non il cazzone di poco fa.

Micciarella sta cercando le sigarette, ma non le trova da nessuna parte.
<e mo aro stanno ste cazzo de cose?> inizia ad alzare la voce e un po' mi spavento.
<Sono solo delle sigarette, calmati.> dico con voce scocciata. mi appoggio sul tavolo, stanca di stare qui da venti minuti a cercare delle sigarette.
<me vuo aiuta? Accussì finimmo prima.> si vede che sta facendo fatica a mantenere la calma.
Io annuisco ed inizio a cercare, ma niente.
<avrà sbagliato, Micciare andiamocene, qua non ci sono.>
ma a quanto pare lui ha idee diverse.
<Edoardo nun sbaglia mai. Devono sta acca.>
io sbuffo rumorosamente e mi risiedo sul tavolo.
<statte comoda è.> mi guarda male lui.
<ma che vuoi, già è tanto che so venuti qui.> alzo la voce.
<e allora vattenn.> urla di rimando.
Non mi aspettavo questa risposta.
Così resto zitta, prendendo seriamente in mente l'idea di andarmene.
Lui continua a cercare ste sigarette per circa cinque minuti, poi si arrende e si siede accanto a me.
<poss?>
Indica il tavolo, ma non capisco.
Il mio stare zitto lui lo prende come un acconsentire.
Lo vedo alzarsi e poi sdraiarsi sul tavolo, poggiando la testa sulle mie gambe.
<tengo sonno.> dice solo.
Poco a poco il mio respiro torna regolare.
<statte tranquilla, si tropp rigida.> seguo le sue parole e mi tranquillizzo.
Tocco i suoi capelli, così ricci e morbidi. 
A lui sembra piacere e rimaniamo così per un po' di tempo. Chiusi, solo noi due, nella stanza.
Senza aver più trovato le sigarette.

eii, spero vi piaccia questo capitolo con un po' di salti temporali.
❤️🌊

non cambierò || MicciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora