capitolo 24- paura

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"E quanto coraggio ci vuole a lasciare andare qualcosa che vorresti a tutti i costi restasse?
Non è forte chi trattiene, chi stringe la morsa.
È davvero forte chi capisce quando è il momento di mollare la presa"

POV CHIARA
Arrivo in bagno che devo appoggiarmi al muro.
Ho le gambe che cedono, il cuore che batte all'impazzata, la voglia di piangere ed urlare.
Il dolore che mi brucia dentro, senza un apparente motivo.
La paura, quel sentimento che non vorrei mai provare nella vita.
Mi accascio, lasciandomi scivolare, mantenendo la schiena poggiata al muro.
Le gambe piegate e le braccia poggiate su di esse, che tengono la testa.
Bassa e così pesante.
Non sento i passi, non sento il profumo, non sento la sua presenza, ma sento la sua voce.
<Chiattì!> Si precipita verso di me, sedendosi a terra.
Mi prende la faccia ed io mi lascio girare verso di lui.
Non lascio andare le lacrime, non riesco più a piangere, sento solo la paura dentro.
Mi posso fidare di lui? Di un camorrista?
Si, in questo momento si.
Mi lascio cullare dalle sue braccia, mi tranquillizzo ascoltando la sua voce e sentendo le sue carezze sulla mia schiena.
<ho paura Micciarella.> riesco a dirglielo.
<ce stong io, nun te preoccupa.> Ma cosa ne sto facendo della mia vita? Avranno ragione i miei genitori?

POV MICCIARELLA
Non so perché l'ho seguita. Pensavo di istigarla, parlarle come sempre... Però l'ho trovata poggiata al muro.
Attacco di panico.
Ecco cosa le stava succedendo.
Lo so perché ci sono passato io stesso.
Le sto accanto, la accarezzo, l'aiuto... Perché mi sto comportando così con lei?
<ho paura Micciarella.> la paura... Per lei non è positiva la paura?
<ce stong io, nun te preoccupa.> ha bisogno di qualcuno che l'aiuti veramente, che la protegga qui dentro... Io posso provare a proteggerla, ma con me starà mai al sicuro?
No, ed io ora devo riuscire a guadagnarmi la fiducia di Edoardo, non posso stare appresso a lei.

POV CHIARA
<grazie.> tiro su col naso e ringrazio Micciarella che sta ancora seduto accanto a me.

<nun te devi fa prende dall'ansia. Imparare a gestirla qui dentro potrebbe aiutarti a restare viva.>
<ok...> rimango un attimo spiazzata dalle sue parole.
<senti Chiattì. Io cu te sto buon, però mo tengo altre cose a fa, nun te voglio mette in pericolo stando cu me acca dentro. Se qualcuno ci scopre->
<scopre cosa? Che mi aiuti? Che mi stai accanto, che mi coccoli e non mi scopi soltanto? Per caso ti vergogni di me?> Non lo dico con tono arrabbiato, ne accusatorio, solo deluso.
<non mi vergogno. È per il tuo bene, fidate e me. Acca nisciuno è onesto, manco io. Però te si, nun voglio ca te cambi.>
<non cambierò Micciarella.>
<stammi lontano, così nun cambierai.>
<per favore...> Ma che sto facendo... Io che prego un ragazzo, lui poi.
<Tornamo cume prima Chiattì. Battutine e ba, io nun posso ave niente de serio cu te.>
Lui voleva qualcosa di serio con me! Sclero male, ma devo trattenermi.
Con la sua mano mi accarezza la guancia, ed io porto la mia mano sulla sua, ancora ferma sul mio viso.
<Ti piaccio Micciare?>
<nun me puoi piace.>
<ma ti piaccio?>
<si.> a me basta questo per far unire le nostre labbra.
Iniziamo a baciarci, a sentire le nostre lingue che si cercano e le nostre labbra che non vogliono separarsi.
Mi metto a cavalcioni su di lui, mentre Micciarella mantiene la schiena poggiata al muro.
<me fai eccita tantissimo Chiattì.> Dice dopo essersi staccato dalle mie labbra, per poi riunirle appena finita la frase.
Sento la sua presenza sotto di me, ma non importa.
Per ora non voglio fare niente, perciò sarebbe meglio smetterla qua.
Lui penso capisca le mie intenzioni, dato che non insiste.
<scusami Piccrè, è che nun lo sacce controlla in chest situazioni.>

Io sorrido imbarazzata, alzandomi da terra e sistemandomi i capelli dietro l'orecchio.
Anche lui si alza, si sistema davanti a me ed inizia ad accarezzarmi il fianco. La sua mano fa su e giù sulla mia pelle, un brivido mi percorre la schiena e vorrei che non finisse più.
Poi avvicina il suo viso al mio, penso mi voglia dare un bacio, invece si avvicina al mio orecchio.
<famo gli amici Chiatti, che nun potemo fa altro.> Detto questo mi lascia un bacio a stampo e si stacca subito, senza darmi il tempo ne l'opportunità di continuare e trasformare quello stampo in qualcosa di più.
<Già sto in difficoltà acca.> ride lui vedendo la mia espressione confusa ed insoddisfatta.
Abbassa lo sguardo e mi indica il cavallo dei pantaloni.
Io penso di essere diventata rossa peggio di non so cosa.
<tengo ca anda.>
<e dove vai?>
<a sistema o casino tuo. O lo vuoi sistema te?> mi guarda con sguardo si sfida, facendomi quel sorriso da beffardo, proprio da prendere a schiaffi.
<vai va.> quasi lo caccio dal bagno ridendo.
<a, cusi prima fai e cose e poi te ne lavi le mani, nun se fa accussì chiattì.>
<piccrè.> dico io correggendolo.
<che?> lui non capisce.
<mi piace di più come mi hai chiamato prima. Più bello Piccrè di Chiattilla.> spiego io guardandolo seria.
<ma tu si a chiattilla mia.> Oddio ho le farfalle nello stomaco.
<ce verimm Chiattì. Pensa a chello ca t'ho detto.> così esce dal bagno delle ragazze e va in quello maschile.
Io e lui solo amici, conoscenti... Ma come si fa a fingere che tutto questo non sia mai successo?
Come posso fingere di non provare quello che provo realmente quando sto con lui?
E poi perché stare qui dentro rende tutto così dannatamente difficile?

eii raga, capitolo un po' corto, lo so. Però già ho idee per il prossimo che sarà più lungo. Cosa ne pensate delle parole di Micciarella e la sua chiattilla?
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e se vi è piaciuto.
❤️🌊

non cambierò || MicciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora