capitolo 26- routine

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"Se le nostre ombre non possono sfiorarsi,
allora nemmeno le nostre anime."

POV CHIARA
Aver mangiato senza Gemma è stato strano.
Alla fine Kubra si è scusata delle sue parole ed io sono stata felice di averla avuta affianco a me visto che ora dovrò incontrare i miei genitori.
In realtà non so chi aspettarmi stavolta. L'altro giorno mi hanno fatto praticamente un imboscata presentandosi entrambi ed oggi non saprei proprio.

Respiro profondo prima di entrare ed ecco che li vedo di nuovo, entrambi.
Mamma si alza per salutarmi, come sempre. Papà invece rimane seduto. Ma a differenza dell'altra volta sorride.
Ricambio l'abbraccio di mamma come se ormai fosse un abitudine.
Poi saluto mio padre che sorprendentemente mi sorride.
<come va?>
<bene.>
<e con i tuoi amici?>
<oggi Gemma è uscita.>
<era la tua compagna di stanza?>
<di cella.>
<si, scusa. Compagna di cella.>
<si, una delle tre.>
Mamma si sta impegnando per tenere una conversazione civile, mentre papà non parla.
Meglio così, devono aver parlato ed essersi accordati bene su cosa dire stavolta.
<e come si chiamano le altre?> aspettate, cosa? Papà si è appena intromesso nella conversazione.
<Silvia e Kubra, poi c'è Rosa che è un'altra amica però sta in un'altra cella.>
<basta che ti trattano bene e sono contento.>
<si papà, mi trattano tutti bene qua dentro.> vedo mia mamma avvicinarsi più a me e abbassare la voce.
<e invece di ragazzi cosa mi racconti?> mia mamma e la sua fissa per il gossip.
Mi scappa una risatina a vedere la sua espressione curiosa.
<Mariana! Avevamo detto di saltare questa domanda.> mio padre la sgrida scherzosamente.
<oh no, tu l'avevi detto. Ora fammi ascoltare.> le risponde mamma e si rimette come prima per ascoltarmi.
<è mà, qua c'hanno il fascino del sud.> decido di lasciarmi andare e scherzare un po' con loro, come ai vecchi tempi.
<o dei camorristi.> mio papà dice a bassa voce, ma lo sento comunque.
<ma te sei sempre informato su tutto, famme capì.> alzo la voce, stufa delle sue affermazioni.
<parla bene!> mi riprende invece di rispondermi.
<Luigi.> la mamma gli mette una mano sul braccio, facendogli segno di calmarsi.
<mi preoccupo per te Chiara, ho paura di quest'ambiente. Oggi mentre stavamo entrando abbiamo visto un uomo tatuato entrare, sembrava un boss mafioso Chiara!>
<ok, ma non tutti sono degli assassini senza cuore! Fidatevi di me, per favore.> abbasso la voce verso l'ultima parte, ma sembrano avermi capito comunque.
<comunque, avevamo una proposta...> papà prende la mano della mamma e la guarda prima di continuare.
Si schiarisce la voce ed aspetta qualcosa da mamma, infatti lei prende parola al posto suo.
<con l'avvocato abbiamo pensato di chiedere il trasferimento nel carcere di Roma.> lo dice sorridendo e così anche io.
Ciò significherebbe tornare a Roma, andarmene finalmente da qui.
Lasciare un posto che non è mio, ricominciare poco a poco a vivere.
Però significherebbe anche lasciare tutti quanti, ricominciare.
<non sei felice?> chiede papà frenando l'euforia di mamma.
<si, sisi, sono felice. È solo che, devo pensarci.>
<devi pensarci? È già stato deciso Chiara, è un opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire!> spiega lui ed io abbasso la testa.
<starò comunque in carcere è, non tornerà tutto alla normalità.> spiego io.
<però sarebbe più facile vederci, stare nella stessa città, potranno venire anche i tuoi amici e Giulia...>
Ormai quel nome non lo riesco più a sopportare.
<non si sono fatti vivi in queste settimane, perché dovrebbero venirmi a trovare dopo tutto questo tempo?>
<Chiara stai a Napoli e loro a Roma. Avete 15 anni, cosa ti aspetti, che prendano un treno da soli per venire in carcere?>
<si, o almeno venire con voi.> io e papà ci stiamo guardando dritto negli occhi, questa volta è mamma a stare zitta e fuori dalla conversazione.
<i genitori non li lascerebbero lo sai.> spiega lui ed io non posso ribattere niente.
Forse ha ragione, i miei amici non potrebbero venire, ma Giulia? Dov è lei?
<e Giulia?> chiedo allora io, per togliermi ogni dubbio.
Papà non risponde e prende parola mamma, che cerca un contatto con la mia mano.
<è ancora molto scossa, tesoro.>
ah lei è scossa, non io.
<ok.> non ritraggo la mano. Ho bisogno di un po' di supporto.
<allora ci penserò, ok?>
Ormai i miei non insistono più ed iniziano a raccontarmi della loro vita perfetta a Roma.
Della mamma che continua ad andare a fare colazione al solito bar con le amiche con cui va in palestra ed i gossip della parrucchiera.
Papà che continua ad andare a cena nel ristorante dell'amico.
<quando torni a Roma e ti daranno un permesso ci ha invitato a mangiare da lui.>
<ah si, anche Lorenzo e Camilla ti hanno invitato a casa loro a dormire il prima possibile.>
<e andremo nel locale di Piero, tranquilla te vai in pista, noi grandi andremo nel prive.> sorrido ai piani dei miei genitori, ma è davvero così la vita che voglio?
Certo che sì, avanti Chiara convinciti, quella che sto vivendo ora non può essere la mia routine quotidiana per sempre.

Questo è stato il primo colloquio civile con i miei genitori da quando sono qua.
Sono convinta che il comportamento tranquillo di papà dipenda molto dal mio possibile trasferimento a Roma, ancora non so cosa fare.
Ora sto giocando a biliardino con Rosa, Cardio e Silvia.
Kubra sta con Pino e Carmine parla con Mimmo.
A noi si avvicina Viola, insieme a Crazy J.
<che belle squadre.> dice guardando me e Cardio. Noi la ignoriamo, continuando a giocare.
<Che 're chiattilla, la tua amica se ne è andata oggi e già ci provi con il uso innamorato?> Silvia ci fa gol.
<vedo che non funzionate bene insieme.> ora basta, mi giro per guardarla, ma Silvia mi richiama.
<Chia, lasciale sta.> Torno a giocare, ma la voce dell'altra ragazza mi distrae nuovamente.
<di sicuro funziona meglio con Cardiotrap che con Micciarella.>
<ora mi hai rotto il cazzo.> mi avvento su Giulia, tirandole uno schiaffo e lei mi risponde con uno spintone.
Cardio ci prova a separare, ma nel mentre si è unita Rosa che per allontanarmi viene instigata da Viola e finiscono per prendersi per i capelli. Anche Silvia si schiera insieme a me contro Giulia che continua ad instigare dicendo cose su Micciarella.

Cardio non riesce a fermarci ed intorno a noi attiriamo un folla.
Tra i ragazzi esce Micciarella che si fa spazio e scansa Cardio, provando a bloccarmi.
<chiattì, statte buon.> mi mette le mani sui fianchi, tirandomi indietro.
<lasciami!>
<senza questa scenata non potresti attirare la sua attenzione!>
<puttana, ridillo se hai il coraggio.>
<non l'ascoltare Chiara. Ascolta me!> mi provo a calmare, ma continuo a guardarla male.
<vieni acca, ca te aspetto!> stanno arrivando le guardie e Beppe la blocca.
<te aspetto Chiattì!> la portano via, e poi gli altri educatori vengono da noi altre.
<che state a fa voi due? Staccatevi, forza!> Sofia separa me e Micciarella.
<prego è.> dice lui andandosene con gli altri ragazzi.
***
Dopo un cazziatone dagli educatori ci portano in cella, facendoci rimanere qua dentro anche la mattina successiva.

eii, cosa ne pensate del possibile trasferimento di Chiara? E del comportamento dei suoi genitori? Staranno finalmente provando a capire la situazione delicata in cui si trova la figlia (soprattutto il padre)? Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi piace il capitolo.
❤️🌊

non cambierò || MicciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora