capitolo 32- chiattì

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"è quando inizi a riderci insieme che la situazione si fa seria."

POV CHIARA
Neanche questa notte sono riuscita a dormire. Finisco sempre per rigirarmi nel letto, ma il sonno non prende mai possesso del mio corpo.
Infatti Liz mi trova nuovamente sveglia quando viene a chiamarci.
<ma stai buon Chiattì? Dormi bene?>
<sisi, come sempre.> provo ad usare un tono convincente, ma non la guardo negli occhi, non riesco a mentire mantenendo il contatto visivo.
<so un po' di giorni che ti alzi presto, poi scusa ma tieni due occhiaie e gli occhi rossi.>
<sto bene Liz, te l'ho già detto. Sarà lo stress, che ne so.> mi inizio ad irritare con l'educatrice che si stava solo preoccupando per me.
<okok, ma calmati.>
Mentre sveglia le altre due ragazze io vado in bagno.
Mi guardo allo specchio e Liz aveva ragione. Ispeziono il mio viso, due grosse occhiaie sono evidenti sulla mia pelle chiara, gli occhi sono rossi e l'espressione in generale non è affatto riposata. Faccio quasi paura.
<Chiara sbrigati ca tengo che fare i bisogni miei!> Silvia inizia a bussare alla porta.
Io apro, facendola entrare, e lei si fionda sul water senza neanche aspettare che io esca.
<ma tu si già pronta?> mi chiede vedendomi già vestita.
<si, mi sono alzata prima.> continuo a. guardarmi allo specchio, provando a dare un senso almeno ai capelli.
<se vuoi prendi il mio correttore, sta nascosto sotto il mobile. Così ti copri quelle occhiaie che tieni.> mi dice senza che io le chieda niente.
Le faccio un sorriso di ringraziamento e prendo il correttore. Inizio a stenderlo sulla mia pelle, aggiungendo poi il mascara sulle ciglia.
Meglio appari difronte agli altri, meglio ti sentirai. È così che mi hanno sempre insegnato ed io voglio continuare a crederci, anche se spesso non è veramente così...
***
Questa mattina è andata molto bene.
Abbiamo avuto il corso di pizzeria, era da un po' che non lo facevamo e mi era mancato.
Ovviamente sono stata insieme a Micciarella e abbiamo quasi rischiato di essere mandati via per il casino che stavamo facendo.
Mentre stavo impastando lui si avvicina a me e con la scusa che l'impatto sembrava troppo duro aggiunge l'acqua, ma la fa finire metà a terra e metà addosso a me.
Perciò poi, senza permesso di andarmi a cambiare, sono rimasta lì mezza fradicia. Ma non potevo certo fargliela passare franca. Approfittando di un suo momento di distrazione gli soffiai un po' di farina addosso ai capelli e lui se ne rese conto soltanto a fine corso. Beppe sembrava stanco delle nostre sceneggiate, ma per fortuna il pizzaiolo ne sembrava divertito e ci ha salvato da una possibile sgridata o punizione.

Ora sto aiutando Micciarella a ripulirsi i capelli, con un tubo che sta vicino all'entrata dell'IPM.
<è fredda Chiattì!> si sta lamentando delle temperatura dell'acqua da mezz'ora e non si decide a mettere la testa sotto il getto d'acqua.
<Micciare o ti sbrighi a mettere la testa qua sotto o ti giuro che te la faccio infilare a forza.>
<che termini Chiattì!> dice lui mordendo si il labbro. 
<ma vedi che sei cretino allora.> rispondo ridendo e avvicinandoli il tubo aperto.
<uo, stai attenta cu sto coso.> proprio ora che si era finalmente deciso a lavarsi, vediamo la porta aprirsi ed entrare qualcuno a me sconosciuto, con il comandante.

<chiattì!> Distolgo lo sguardo dalla figura del riccio quando sento la voce di Carmine.
Distinto mi giro, ma poi capisco che quel chiattì questa volta non era riferito a me.
Carmine corre ad abbracciare il ragazzo e subito ricollego, deve essere quel ragazzo di cui mi parlò Silvia i primi giorni.
<ce stai?> chiede Micciarella, facendomi girare verso di lui.
<sisi, vieni sotto dai.> riapri il tubo iniziandogli a bagnare i capelli.
<che state facendo voi due?> il comandante posa il casco e si avvicina a noi due.
<ci siamo sporcati a fa la pizza e ci hanno mandato a lavarci. Aia Chiattì, fai piano!> dice poi Micciarella mentre io per sbaglio gli faccio entrare l'acqua nelle orecchie.
<scusa, ma se ti muovi!> il comandante ride guardandoci e poi sposta lo sguardo verso l'altro chiattillo.
<finite dopo, Chiara vieni cu me, ti presento una persona.> io spengo il tubo e prendo la mano di Micciarella, come a chiedergli se volesse venire pure lui.
<vengo cu te.> risponde alla mia domanda non espressa.

Così seguiamo il comandante che ci porta davanti a Carmine e l'altro ragazzo.
<Filì, te voglio presenta na persona.> poi si sposta, facendomi vedere.
<ciao.> saluto il ragazzo, non sapendo cos'altro dire, con Micciarella che continua a tenermi la mano, ma si è messo un po' più dietro di me.
<ciao.> l'altro ragazzo mi saluta per essere gentile.
<io credo che le vostre storie siano simili per molti aspetti, e so anche che i tuoi genitori Chiara vorrebbero chiedere un trasferimento, ma te sei un dubbio, quindi io avevo pensato che se volete potete parlare nu poco, magari Filippo te può aiuta. Che ne dite?> Guarda prima me e poi il ragazzo.
<cioè se lui vuole...>
<si, certo. Va bene.>
<perfetto. Allora, poi fatemi sapere. Ora potete tornare a pulire sto coso che tieni nella testa.> dice a me e Micciarella, così salutiamo un'altra volta i due ragazzi e ce ne torniamo verso il tubo.

<nun me piace ca devi passa del tempo co chello.> abbiamo finalmente finito di sciacquare i ricci di Micciarella ed ora siamo seduti su una panchina al sole.
<mi darà solo dei consigli Micciare, tranquillo.>
<consigli su cosa?>
<non lo so, poi si vedrà.>
<te li posso da io dei consigli.> è nervoso, si vede dalla mano che si passa continuamente sui capelli.
<non fare lo gelosoooo.> poggio la mia testa sulle sue gambe e perciò mi avvicino di più a lui.
<non voglio che stai con lui.> ricomincia.
<daii, lo sai che non voglio stare con lui. E poi i milanesi non mi piacciono.> mi alzo dalle sue gambe e mi rimetto seduta, per guardarlo meglio in faccia.
<come 'o sai che è milanese?>
<me l'aveva detto Silvia.>
<avete parlato di lui?>
<si, i primi giorni.> Lui sembra ancora più nervoso ed io non so cosa fare.
<Micciarella guardami.> Con le mani prendo il suo viso, costringendolo a guardarmi.
<io sto passando una situazione difficile e se questo ragazzo può aiutarmi, io devo provare. Mi capisci?> con le mie mani accarezzo le sue guance e poi parla.
<te voglio aiuta io, song io l innamurato tuo.>
<te mi aiuti quasi sempre. Ma per questa cosa non puoi, devi fidarti di me.>
<mi fido di te, ma non di lui.> avvicino le nostre fronti e continuo ad accarezzare le sue guance.
<basta che ti fidi di me.> detto questo gli do un bacio a stampo, che lui approfondisce ed ogni paura o dubbio sembra sparire.

eii raga, questo capitolo non mi convince molto, però volevo introdurre anche il nostro chiattillo nella storia. Cosa ne pensate della gelosia di Micciarella? Fatemi sapere le vostre idee generali sul capitolo e se vi è piaciuto.
❤️🌊

non cambierò || MicciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora