"vivo ogni secondo come l'ultimo secondo."
POV CHIARA
<su chiattì, sei la prossima!>
<e nu minut Maddale, je stamo facendo un'acconciatura!> Rosa sta insistendo da giorni per farmi le trecce alla francese, si è fissata che secondo lei è la mia acconciatura, quella che più mi valorizza... E pensare che non mi ci ha neanche mai vista!
<e su Rosa, non mi far perdere tempo!>
<ecco, ecco, aggia fatto.>
<wow, te l'avevo detto io chiattì. Mo vai che acca oggi song tutti straniti.> ringraziandola delle trecce, me ne vado verso Maddalena.
<e mo che sua maestà ha l'acconciatura, possiamo dirigerci dagli ispettori.> scherza l'educatrice.
Quando entro, noto un grande tavolo, posto nella sala svago. Da un lato ci sono Sofia e un altro uomo, che deduco essere un ispettore o qualcosa del genere.
<Salve.> saluta cordialmente Maddalena.
<ciao, prego siediti qui.> si riferisce a me Sofia.
Mi siedo sulla sedia da lei indicatomi e Maddalena si mette in piedi dietro di me.<che devo dire?> Dopo alcuni minuti di silenzio, mentre i due qui davanti a me continuano a sfogliare e guardare dei fogli, io mi inizio a scocciare di questa situazione.
È una tipica situazione da interrogatorio e questo mette molta ansia.
<si calmi signorina Busci.> Sofia alza finalmente lo sguardo verso di me.
<vieni da Roma, giusto?> mi guarda dritto negli occhi ed io voglio mantenere il contatto visivo.
<siamo passati al "tu"?>
<rispondi alle domande Chiara, sarà più facile per tutti.> dice lei scocciata.
<si, vengo da Roma.> sposto il busto all'indietro e mi metto più comoda sulla sedia.
<perché non vuoi accettare il trasferimento? Sarebbe più comodo per te, per la tua famiglia.>
<perché stiamo parlando di questo?>
<perché le domande le formulo come meglio credo, se permetti.> anche lei sposta il busto all'indietro, togliendo i gomiti poggiati sul tavolo.
<la direttrice non ti ha detto niente sul tuo trasferimento?>
<no...>
<ma come, non vuole il bene dei suoi ragazzi? Il meglio per loro? Dimmi Chiara, perché vuoi restare qua e perché pensi che lei non ti abbia ancora detto niente?> non mi viene in mente nessuna risposta che potrebbe far azzittire la sua irritante voce.
<penso che lei sappia gestire più situazioni insieme, solamente che nella vita bisogna saper scegliere a cosa dare la precedenza ed in questo momento il mio trasferimento non è il problema principale di questo IPM.> Sofia annota qualcosa sul suo figlio, poi alza lo sguardo e mi guarda.
Poggia nuovamente i gomiti sul tavolo, sorreggendo la testa con le mani e riportando i suoi occhi fissi nei miei.
Mi mette in soggezione questa situazione, e penso proprio che questo sia il suo intento finale.
<cosa ne pensi della direttrice?>
<che è una donna straordinaria. Non la conosco da tanto, ma so che è una donna buona e onesta. Ci tiene veramente a questo IPM e a tutti noi. Non merita quello che le state facendo.> l'uomo accanto a lei continua a scrivere qualcosa sul foglio. Sofia invece si passa una mano sul viso e poi si riferisce a me.
<ok, puoi andare.> mi alzo, senza aggiungere altro e sono pronta per uscire, quando poi mi richiama.
<Chiara.> Mi giro verso di lei.
<non buttare tutto per un ragazzo.> le sue parole mi destabilizzano.
<non c'è nessun ragazzo di mezzo.> non ci credo neanche io.Quando finalmente torno in cortile, ricomincio a respirare. Prendo un bel respiro e mi tranquillizzo, sentendo il vento tra i capelli.
Sono iniziate ad uscire un po' di nuvole, il vento si è fatto un po' più freddo, ma si sta bene.
<ti stanno bene le trecce.> dietro di me arriva Micciarella.
Mi poggia una mano sul fianco e mi stampa velocemente un bacio sulla guancia.
<grazie.> sorrido, guardandolo.
<che 're, ancora ti imbarazzi?>
<ma no, ti pare.> lo sa benissimo che dicendo così il mio imbarazzo crescerà sempre di più.
<io dico di sì.> si posiziona davanti a me, portando anche l'altra mano sul mio fianco e avvicinando le sue labbra alle mie.
Avendolo così vicino, con così tanta bellezza, come posso resistere alle sue labbra?
Non posso.
<ogni volta me piace sempre ecchiù vasarte.> accarezzo la sua guancia.
Sono incantata nel guardarlo.Ci siamo andati a sedere nelle scale vicino ai campetti.
<appena ce rann i permessi ti porto nel quartiere mio.> Sono seduta con le gambe poggiate su quelle di Micciarella.
Lui con la mano disegna cerchi immaginari sulle mie cosce ed io non posso fare a meno di guardarlo.
Così bello,così perfetto.
<magari ad averceli i permessi.>
<ce li devono dare prima o poi.>
<penso che questo fatto di Sofia ce li farà penare.>
<e ja chiattì, pensa in positivo.>
<io ci provo, però io me ne andrò tra un po' Micciare, siamo sicuri di questo?> ci indico.
<io song sicuro.> risponde lui senza esitazione.
<tu ca pensi?>
<penso che c'ho paura.> Tolgo le mie gambe dalle sue.
<vieni acca.> mi fa cenno con la mano e poi mi circonda con le sue braccia.
<ora stiamo nsieme a Napoli, il resto si vedrà.>
Le parole di Micciarella non mi confortano neanche un po'. Ma non voglio rovinare questo momento con le mie paranoie, avendo sempre di più la consapevolezza che potrebbe essere uno degli ultimi insieme a lui.eii raga, sono pessima con i tempi nell'aggiornamento della storia, lo so. Spero mi perdoniate, ma questi ultimi giorni sono piena di verifiche. Però sono riuscita a scrivere questo, ci potrebbero essere degli errori di scrittura, ma non l'ho riletto, scusate in anticipo. Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto e cosa ne pensate.
❤️🌊
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non cambierò || Micciarella
Fiksi PenggemarChiara Busci, una ragazza romana di 15 anni andrà in vacanza a Napoli con i suoi genitori e sua cugina. La classica Pariolina, si ritroverá a vivere in un mondo che non le appartiene, almeno all'inizio... All'IPM di Napoli la situazione è difficile...