Le tende sono leggermente spostate da far entrare un filo di luce che illumina il mio viso, mi giro dall'altro lato del letto ma non trovo Noah.
Mi alzo a sedere e solo dopo pochi istanti, sento la sua risata insieme a quella di Giuliette. La sensazione di panico lascia il mio corpo e io lascio me stessa sprofondare di nuovo nel letto.
Mi rannicchio sotto le coperte e torno a guardare il piccolo spiraglio di luce.
All'esterno la luce è immensa, ma qui in confronto all'oscurità del buio sembra così piccola, come se si stesse facendo strada per arrivare al suo obiettivo. Penso che ognuno di noi abbia all'interno uno spiraglio di luce che cerca di farsi strada in mezzo ai demoni, ma alla fine chi decide di farla entrare siamo noi, come per questo spiraglio. Il suo unico modo per entrare e illuminare è solo grazie a me, ma per oggi preferisco stare qui nella mia oscurità.
Non ho mai avuto in tutto questo tempo un momento per poter riflettere su quello che stessi facendo e su quello che mi stesse accadendo.
Dall'ultimo anno sono dimagrita molto, non ho dato molto peso al cibo. Quando Carl mi picchiava il mio stomaco si contorceva chiudendosi e certe volte rigettavo pure quel poco che avevo mangiato prima che lui arrivasse a tormentarmi.
Stringo d'impulso il mio corpo fragile per le sensazioni dei ricordi. Vorrei poter dimenticare tutto.
Vorrei poter dimenticare le notti insonne per la paura che lui venisse nella mia stanza.
Vorrei poter dimenticare le sue botte e i suoi pugni, che a volte mi facevano svenire.
Vorrei poter dimenticare le sue urla contro di me per banali errori che commettevo.
Vorrei poter dimenticare i brividi che avevo ogni volta che si avvicinava.
Vorrei poter dimenticare le sue mani sul mio corpo che ha toccato senza permesso con le sue innumerevoli molestie.Vorrei solo poter dimenticare.
Mi alzo a sedere sul letto e avvicino il mio borsone a me, prendo un flacone di medicine e ne estraggo due dal barattolo.
Mi faranno rilassare ancora un po', almeno per due ore potrei dimenticare la mia vita.
Le prendo e mi rimetto sotto le coperte, aspettando che l'effetto faccia effetto.
Queste pastiglie, mi ricordo che me le avevano prescritte in ospedale per un trauma cranico.
Carl aveva esagerato come al suo solito, tanto da dovermi portare in ospedale e io pensavo che li qualcuno mi avrebbe aiutato. Ma a quanto pare sbagliavo, lui era stato troppo persuasivo e nessuno ha pensato che fosse un uomo violento.Un mostro.
La pillola sta iniziando l'effetto.
Sento girare la testa e poco dopo i miei occhi si iniziano a chiudere. Potrò dormire ancora, finalmente.***
Faccio fatica a svegliarmi, ho la vista appannata e inoltre sono ancora rinchiusa nella mia penombra.
Prendo la sveglia sul comodino e noto che ormai è pomeriggio, esattamente le due del pomeriggio.
Provo ad alzarmi ma sento un peso al petto che mi fa tornare sdraiata.L'effeto della pillola è stato meraviglioso, sono riuscita a dormire senza problemi, solo che ora ci sono tutti gli effetti collaterali. I pensieri non mi lasciano stare e la mia testa vortica, sento le lacrime pizzicarmi gli occhi e non riescono più a trattenerle.
Scoppio in un pianto silenzioso, rannicchiandomi ancora di più sotto le coperte. Il vuoto nel petto continua ad ingrandirsi e non riesco più a liberarmene. I miei pensieri iniziano a prendere voce saltando da una parte all'altra senza darmi un momento di tregua.
"Sarai per sempre mia"
"Ovunque tu vada io sarò con te, non ti farò dimenticare di me facilmente "
"Non ti meriti la felicità"Le parole di Carl non mi lasciano stare, mi perseguitano ovunque.
Vorrei urlare, ma non voglio che qualcuno mi senti, l'unica cosa che posso fare è piangere.
Perchè alla fine piangere fa uscire i demoni dalle lacrime.Sento bussare alla porta e cerco di cacciare tutte le lacrime.
"Ehi, Ellis dormi ancora?" chiede sperando di ricevere risposta
"Si" le parole mi si strozzano in gola e potrei scoppiare di nuovo a piangere
"Vuoi mangiare qualcosa? Tra poco arrivano anche gli altri, quindi se vuoi puoi venire di là con noi e ti cuciniamo tutto quello che deisderi"
"Per ora no grazie, magari dopo si. Potresti non far entrare nessuno quando arrivano? Vorrei stare ancora un po' sola."
"Va bene, farò del mio meglio"
"Noah sta bene?"
"Benissimo, non preoccuparti ci penso io. Tu riposa." sento la sua mano sulla mia spalla come se mi stesse consolando, io in tutto questo non mi ero neanche girata per guardarla in faccia. Vorrei ringraziarla di tutto, ma le lacrime hanno ripreso a scorrere interrotamente.La sento allontanarsi e subito dopo il suono della porta chiudersi mi riporta ai miei pensieri.
***
Sarà passata un'ora, ma mi sembra come se fosse passata un'eternità. Mi sono persa nei ricordi di quest'ultimo anno e riesco a sentire ancora la sua voce, non mi lascerà mai sola.Dei rumori dal salone mi riportano alla realtà.
"Ciao ragazzi" saluta Giuliette felice nel rivederli
"Ciao amore" questo è Erik, mi fa strano sentirli chiamarsi così, prima o poi dovrò abituarmi.
"Ciao Giu, ciao Noah" sento anche la voce di James e poi il mio bimbo lo saluta di rimando
"Ellis?" chiede dopo pochi secondi
"Sta riposando, tra poco verrà anche lei" risponde GiulietteNon sento la risposta di James, ma la porta della mia stanza si apre e posso intravedere nella penombra la sua figura alta e muscolosa.
Non dice nemmeno una parola, va verso la finestra e spalanca le tende permettendo alla luce di infrangere tutto il buio. D'istinto mi copro gli occhi con la coperta, ma lui le tira via con un colpo secco e mi fissa.
"Scusa Ellis, non sono riuscita a fermarlo" Giuliette è appena corsa nella stanza con a seguito il suo ragazzo
"Potevi lasciarla riposare, invece di fare di testa tua" Erik non riceve risposta, ma non ne sembra sorpreso dal carattere del fratello.James non riesce a staccare il suo sguardo su di me e solo dopo ricordo che i miei lividi sono visibili a chiunque.
Il panico inizia a prendere il sopravvento, il respiro mi si fa più affannosso e la sensazione di nausea torna a tormentarmi.
"Chi è stato a ridurti così?" sussurra e il palmo della sua mano si posa delicatamente al mio viso
"Avrei dovuto proteggerti"Si sta rimproverando per cose che non ha fatto e vedo delle lacrime solcargli le guancie, d'impulso lo abbraccio e lui sprofonda tra le mie braccia continuando a scusarsi.
Non riesco a parlagli potrei scoppiare anch'io in lacrime, ma in questo momento voglio cercare di essere forte per me e per lui.

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insomnia of love
RomanceEllis Jones. Ventitre anni. Un bambino da accudire e un passato orribile. Ma lei sa che dal passato non si potrà mai scappare. Non si farà mettere i piedi in testa da nessuno. James Hills. Venticinque anni. La sua vita è sempre stata fatta da droghe...