Capitolo 13

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Nicole per 5 ore mi ha fatto domande e stavo scoppiando, ho omesso il suo vero lavoro, non voglio che sappia tutto. Vado nello spogliatoio e mi cambio per andarmene.

Sento bussare la porta ed entra Simon, il mio capo,
"Ti devo parlare, ti aspetto nel mio ufficio" esce e io cerco di non farmi prendere dall'ansia, guardo il telefono ma non si accende e lo lancio nella borsa imprecando.

Entro nell'ufficio e lo trovo seduto davanti al computer "Accomodati, non ti poterò via molto tempo, so che devi andare via" mi dice e io mi siedo dall'altra parte della scrivania, controllando l'orologio appeso al muro.

Sono in ritardo per prendere Noah.
"Ultimamente fai sempre tardi e in più il bar sta fallendo, mi dispiace ma devo licenziarti. Ti do subito i soldi." dice Simon con voce decisa.

Mi cade il mondo addosso non posso permettermi di perdere il lavoro, non riuscirò ad andare avanti. Mi porge una busta bianca con all'interno lo stipendio e aggiuntivi soldi.
"Mi dispiace" dice di nuovo, prendo le mie cose e vado via verso Noah.

Voglio solo abbracciare il mio bimbo, entro nella scuola e trovo la maestra senza di lui.

"Dov'è Noah?" domando preoccupata
"È venuto a prenderlo un signore, Noah ha detto che lo conosceva" sospiro, sarà venuto James a prenderlo "Posso fare una chiamata?" chiedo e mi indica il telefono della scuola. 

Per fortuna ho una buona memoria e chiamo James "Pronto? Chi parla?" risponde subito
"Sono Ellis, grazie per aver preso Noah al mio posto, ero in ritardo. Dove siete?" c'è un attimo di silenzio e non capisco
"Ellis, non sono andato a prendere Noah, io sono a casa arrivo subito da te" attacca e scoppio a piangere, non so dove sia mio figlio e con chi.

Ho paura di non trovarlo.

Mi ricompongo ed esco dalla scuola dove trovo James in macchina e salgo di fretta
"Lo troveremo okay?" mi cerca di consolare, ma riesco a pensare solo al peggio.
"Ha detto che era un signore che Noah conosce e oltre a te non conosce nessuno. Di solito andiamo al parco e avrà parlato con qualcuno senza che me ne accorgessi" dico con la voce tremante
"Andiamo subito li" guida velocissimo fino al parco che gli ho detto.

Appena arriviamo scendiamo dalla macchia e ci dividiamo per cercarlo. Trovo una ragazza con cui parlo a volte e gli chiedo se ha visto Noah o se ha notato qualcosa di strano, ma non ricevo nessuna informazione. 

Torno indietro e trovo James senza Noah e scoppio a piangere, mi abbraccia forte
"Non so chi possa conoscere, va all'asilo, al parco e poi sta a casa con Giuliette" ho la voce strozzata da quanto sto piangendo
"Magari la tua amica ha portato a casa un suo amico, prova a chiamarla" mi passa il suo telefono e digito il numero.

"Pronto?" risponde
"Giuliette, sono Ellis. Noah è con te?" chiedo
"No, che succede?" ritorna l'ansia ogni volta che una speranza muore
"Hai mai invitato qualcuno a casa mia?" chiedo
"Si, un mio amico. Studiavamo assieme, ti mando il suo indirizzo" metto giù la chiamata dopo averla ringraziata e ricevo il messaggio con l'indirizzo. 

"È l'ultima speranza" dico salendo in macchina e James mi segue. Tutto il tempo è rimasto in silenzio e non capisco cosa possa pensare.

"Che succede?" chiedo e lui sospira
"Ho paura che possa essere legato alle minacce ma non volevo farti preoccupare ancora di più" mi dice e in effetti non ci avevo pensato, il battito cardiaco mi aumenta e sento girare la testa.

"Siamo arrivati, aspetta ti aiuto a scendere" vede che sto tremando e mi aiuta ad uscire dalla macchina. 

Suoniamo alla porta della villetta e aspetto con ansia, dall'interno sento provenire la voce di un bimbo e sembra Noah.

La porta si apre e rimango paralizzata "Da quanto tempo Ellis"

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