Prologo

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"Mamma, mamma svegliati" urla Noah saltando continuamente sul mio letto, apro gli occhi e lo vedo sorridere "Buongiorno piccolo mio" lo stringo a me e lo bacio ovunque "Buongiorno mamma, facciamo colazione insieme oggi?" mi fa gli occhi dolci a cui sa che non posso resistere e lo accontento.

Mentre andiamo in cucina per preparargli la colazione, ripenso a quanto io sia stata fortunata ad avere Noah: è un bambino solare, sempre pieno di vita e intelligente, nonostante abbia solo 3 anni.

Il giorno in cui è nato pensavo di non farcela, essendo tutta sola, suo padre scomparse appena scoprì che ero incinta, ma nonostante tutta la rabbia e la tristezza che mi circondava ce l'ho fatta e riesco a rendere sempre felice il mio bambino, questa è l'unica cosa importante per me.

"Ecco qua i pancake con la nutella" appoggio i piatti sul tavolo e subito Noah si inizia ad abbuffare sporcandosi tutto e inizio a ridere per le sue facce buffe. Appena finiamo di mangiare lavo tutta la faccia di Noah sporca mentre lui gioca con l'acqua e poi ci vestiamo per iniziare la nostra giornata.

Mi metto una maglia bianca attillata con uno scollo a V e dei jeans chiari a vita bassa e le scarpe bianche.

"Sei pronto per andare?" gli chiedo abbassandomi alla sua altezza
"Si, mi mancherai mamma" mi abbraccia fortissimo e vorrei abbracciarlo fortissimo come se fosse un peluche, ma mi trattengo e lo abbraccio portandomelo in braccio.

Lascio Noah all'asilo e mi dirigo verso il bar in cui lavoro al mattino, faccio due lavori per poter permettermi tutto quello che serve a un bimbo e non è semplice. Non riesco più a tenere il ritmo dopo 3 anni, se non ci fosse Noah potrei anche non svegliarmi dal sonno profondo.

Non sono lavori bellissimi quelli che faccio, il primo è in un bar in cui la gente che entra è ubriaca alle 9 del mattino e non capisco come facciano, però almeno c'è una ragazza con cui lavoro insieme e non mi sento mai sola.

Invece il secondo è in un club, in cui faccio la ballerina di lap dance, un lavoro disgustoso dato gli uomini che entrano ogni volta nel bar, ma mi permette di avere abbastanza soldi per l'affitto, il cibo e Noah. Inoltre al club, puoi decidere se andare o meno in una stanza privata con clienti, ma io ho deciso di non farlo, certo pagherebbe molto di più ma non farò mai queste cose.

Fuori dal bar c'è Nicole che mi aspetta,
"Hey Ellis, spero che tu stia bene, perché qua sono già arrivati ubriaconi e il capo ha detto di aiutarli e poi mandarli via." mi dice alzando gli occhi e la imito.
È la cosa più odiosa da fare visto che nessuno vuole mai lasciare il bar.

Vado nello stanzino dei dipendenti per mettermi il grembiule e il cappellino del negozio, mi guardo allo specchio e noto che sono dimagrita ancora, dovrei riiniziare a pranzare invece che saltare i pranzi o mangiare una carota e basta.

La mattinata passa veloce e tranquilla, questa volta ci sono stati molti meno uomini che ci provavano, mentre a Nicole è andata male perché si è dovuta occupare per la maggior parte del tempo di un 50enne che non voleva andarsene per nessuna ragione e nel frattempo ci provava con lei, cosa che mi fa rabbrividire infatti la controllavo sempre.

Alle 4 esco di lavoro e corro a prendere Noah a scuola, non vedo l'ora di riaverlo tra le mie braccia. Arrivo in tempo al suono della campanella e vedo la sua classe uscire in fila indiana, lui sorride e mi cerca con gli occhi.

Mi faccio spazio fra tutti i genitori e mi avvicino per farmi vedere, appena mi trova corre velocissimo verso di me e lo prendo in tempo prima che cade
"Ciao mamma" il suo sorriso è contagioso e bellissimo
"Hey piccolo, com'è andata la giornata?" gli dico mettendolo giù e gli prendo la mano mentre andiamo verso casa e lui mi racconta tutta la sua giornata a scuola.

"Ho fatto un disegno per te mamma, guarda guarda" prende dalla cartella un foglio e lo apre per farmi vedere il disegno, ci siamo io e lui su un prato a giocare "Questo sarà il nostro giardino in questa casa grandissima e verrà a vivere con noi anche la zia Giuliette e magari avrò una sorellina pure, si chiamerà Jenny" vorrei tanto dargli questo futuro e lotterò per far si che lo abbia.

"Din don" urla Noah quando qualcuno suona al campanello, vado ad aprire e vedo la mia amica Giuliette
"Hey amica, come stai?" gli dico sorridendo
"Ehi, tutto bene voi?" dice mentre entra
"Benissimo zietta" urla Noah mentre gli corre incontro per essere sollevato come ogni volta.
"Oggi devi lavorare al club giusto?" lei ogni sera passa da qua per stare con Noah e ogni volta per me è un peso perché lei non può andare a divertirsi come fanno tutti i 23enni come noi, però lei insiste per starci,
"Si, credo che arriverò tardi, oggi ho il turno doppio. Sei sicura di voler stare qui?" gli dico sentendomi in colpa
"Si sono sicurissima, questo è l'unico posto tranquillo dove io possa studiare per i miei esami universitari e sono importantissimi, quindi più tempo ho meglio è" mi dice e mi fa vedere quanti libri ha,
"Sii, studiamo insieme io e la zia" dice Noah saltellando e ridiamo entrambe.

Mangiamo tutti e tre insieme, per fortuna prima che mia nonna mi lasciò mi ha insegnato a prendermi cura dei bambini e a cucinare benissimo, infatti non ho mai avuto problemi per queste cose.

"Hey tesero, io vado a lavoro" do un bacio sulla fronte al mio bimbo
"La mamma ti vuole tanto bene, fai il bravo" lo abbraccio
"Anch'io mamma ti voglio tanto bene" mi dice sorridendo, il suo sorriso è la forza con cui vado avanti ogni giorno, saluto anche Giuliette ed esco di casa.

Mi metto le cuffiette e mi inizio ad ascoltare canzoni che mi fanno rilassare, il club non è molto lontano ma il problema è che in una brutta zona e devo fare attenzione ad essere sempre in luogo un po' affollato.

"Ehi, ma ti ho già vista da qualche parte per caso?" mi chiede uno sconosciuto con un sorriso da brividi
"Sto parlando con te, bellezza" aumento il passo ignorandolo ma mi continua a seguire
"Non ti liberi cosi facilmente di me" aumento ancora di più il passo e vedo la sua ombra avvicinarsi sempre di più a me, ma ne vedo un'altra che prima non c'era.

Qualcuno appoggia sulle mie spalle il braccio "Tranquilla non voglio far niente, ti sto solo salvando da quel pezzo di merda" sussurra lo sconosciuto affianco a me, ma in qualche modo la sua voce mi ha tranquillizzato
"Ehi tu, la ragazza è con me levati da qua" urla al tipo strano.

Appena vedo che se n'è andato ringrazio il ragazzo e lo saluto per andarmene.
"Sicura di andare da sola? Se vuoi ti accompagno, sono James piacere" si mette davanti e mi porge la mano sorridendomi delicatamente
"Caro James, mi hai salvato da quel tipo losco ma come faccio a sapere che tu non hai le stesse intenzioni" abbassa la mano e mi guarda intensamente, sento un brivido lungo la schiena

"Fidati di me, ti accompagnerò ovunque tu debba andare e ti parlerò di me, l'unica cosa che voglio è sapere il tuo nome, ci stai?" non mi sembra una persona con brutte intenzioni, anche se il mondo ne è pieno
"Mi fiderò, ma il mio nome lo saprai una volta che arriveremo dove dovrò andare."

Inizio a camminare e lui mi segue sorridendomi.



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