Capitolo 32

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Non ho chiuso occhio stanotte e ora sono le 9, dopo essermi sistemata con il trucco per non far vedere il livido, vado in cucina per preparare la colazione.

"Buongiorno" mi saluta Giuliette appena entra in cucina con la faccia ancora assonnata, trasmette tenerezza e tranquilittà. Un posto sicuro in cui stare.
"Buongiono, ti ho preparato i miei pancake" le si forma un sorriso enorme e ridacchio per la sua faccia buffa
"Mi erano macanti tantissimo. Ho provato a farli anch'io, ma ogni volta si bruciava qualcosa" mi metto a ridere pensando alla sua imbranatezza.

"Buongiorno mamma, buongiorno zia" Noah ci abbraccia entrambe e poi si siede al tavolo aspettando la sua colazione.
Porto tutto a tavola e ci sediamo anche io e Giuliette.

Dopo la colazione, Noah si sdraia a terra assieme ai fogli e le matite da colorare, mentre Giuliette ed io ci sediamo sul divano a parlare come facevamo una volta.

"Allora amica mia, raccontami cos'è successo mentre non c'ero" le dico spronandola
"Beh per iniziare, sono fidanzata con Erik" dice tutto d'un fiato che quasi non riuscivo a comprendere le sue parole
"Cosa?! Da quando? Come? Raccontami ogni cosa" mi avvicino a lei incuriosita.

"Abbiamo iniziato a passare molto tempo insieme, ti cercavamo di continuo. Io pensavo che fosse tutto troppo strano e infatti non mi sbagliavo. Lui c'è stato sempre quando avevo bisoogno di lui e anch'io quando aveva bisogno per i crolli di James"

Sentirlo nominare mi ha fatto provare una sensazione strana, per tutto questo tempo odiavo pensare a lui e non volevo tornare in questa città per colpa sua.

"Scusa, non volevo nominarlo"
"Tranquilla, non importa" cerco di sorriderle
"In tutto questo tempo non hai avuto nessuno con cui poter parlare, ora ci sono io. Se vuoi parlare di James o di quello che ti ha fatto Carl, io sarò qui ad ascoltarti" mi sorride
"Grazie Giuliette"

Non ho mai parlato dei miei problemi, sono sempre stata molto riservata e poi non saprei neanche da dove cominciare.
Chissà poi se le persone mi avrebbero ascoltato veramente o solo perchè gli faccio pena.
Preferisco tenermi i problemi per me e far spazio a momenti belli che ormai ho scoperto essere pochi.

"Din don" dice Noah copiando il campanello che è appena suonato
"Per favore, non dire che siamo qui chiunque sia alla porta" la imploro e lei va ad aprire timorosa ma  annuisce.

"Ehi tesoro" sento la voce di Erik arrivare dall'esterno
"Ciao Erik" lo saluta lei con un bacio
"Posso entrare? Avrei veramente bisogno di parlare con te di James. Non so più che fare, da quando non c'è si sta autodistruggendo" dal tono della sua voce capisco che è stanco, come se anche lui oggi non avesse dormito.

"Mi dispiace, ma non possiamo stare qui da me" gli dice la mia amica, nel mentre io cerco di distarre Noah per non farci notare.

"In realtà ci sarebbe anche James qui sulle scale e nelle condizioni in cui si trova è già tanto se sia venuto fino a qua, per favore non mi importa se c'è disordine in casa " cerca di convincerla e gli occhi di Giuliette si puntano nei miei e io scuoto la testa il più possibile.

"Giuliette? Chi c'è in casa?" sembra che Erik sia diventato curioso ma anche geloso e Giuliette se,mbra andare in panico, come se non sapesse più cosa fare
"La tua ragazza ti nasconde qualcosa magari fratello" sento la voce di James e mi paralizzo all'istante, non faccio in tempo a fermare Noah che è ormai troppo tardi.

"Jams, sei di nuovo qui " Noah corre fuori dalla porta da dove proviene la sua voce e le cose non potrebbero andare peggio
"Noah? Cosa ci fa qui?" Erik è allarmato, mentre di James non ho ancora sentito alcun commento.

Giuliette non riesce più a tenere fuori dalla porta il suo ragazzo e appena entra mi vede lì inerme in mezzo al salotto.

"Ellis, sei tornata finalmente" corre verso di me e mi abbraccia forte, ma appena si stacca i miei occhi finiscono in quelli di James. Mi mancava perdermi nei suoi occhi verdi, sono grandi e ombrosi come un enorme foresta. Mi mancava vederlo, guardo tutti i suoi linemanti e noto che è dimagrito dall'ultima volta che l'ho visto, da quando mi ha lasciato.

Senza dare alcuna spiegazone vado nella mia stanza e rimetto dentro le valigie le poche cose che avevo tirato fuori il giorno prima, torno dagli altri per prendere Noah e andarcene un'altra volta da questo posto. Mi dispiace per il mio piccolino, non vorrei dargli una vita dalla quale deve continuare a scappare, ma non so cos'altro fare.

"No Ellis per favore non andartene, ti ho ritrovata dopo un anno. Non lasciarmi acnora" le parole di Giuliette mi fanno sentire ua morsa profonda al petto, ma continuo a mettere il giubbotto a Noah per andare via.

"Ti giuro che nessuno ti farà più del male" prova ancora a convincermi, ma ormai è troppo tardi niente mi potrà far cambiare idea, o almeno così credo.

"Ellis, non ho intenzione di abbandonarti di nuovo" le parole di James sono proiettili, i suoi occhi mi stanno bruciando la pelle e non posso far altro che alzare lo sguardo per rispondergli.

Ma il problema è che non so neanch'io cosa fare, scappare da Carl e dalla mia famiglia o rimanere qui con le persone a cui tengo e provare a combatterlo. Devo pensare a Noah e alla sua incolumità.

"Ellis, per favore. Ho sbagliato già una volta a lasciarti andare e so che magari tu mi odierai ma giuro che stavolta non me ne vado e resterò al tuo fianco" si avvicina a me e sento la sua mano afferrare la mia, una sensazione piacevole mi riscalda il corpo.

"Rimani con me principessa" 

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