(真実が 曲げられても)

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(Anche se la verità è distorta)
(真実が 曲げられても)

- Quindi avevate previsto che mio figlio sarebbe stato rapito?!-.

Yuki osservò l'espressione sconvolta del signor Yaotome: non era messo così male neanche quando gli avevano detto che rischiava la prigione...

- Diciamo che la possibilità non era esclusa, quindi ci siamo preparati- dichiaró.

- Quindi mi stai chiedendo di non cercare lui e i Trigger? Sono passate quasi ventiquattro ore!- esclamò l'uomo.

- Lo so, ma non si preoccupi: è tutto sotto controllo, alcune persone fidate se ne stanno occupando. Intanto, mi servono le sue forze armate per una piccola questione- dichiaró Yuki.

- Quanto piccola?-.

- Diciamo che, al momento giusto, dovremo irrompere in un deposito illegale di armi-.

Per un attimo, ci fu silenzio.

- Questo servirà a mettere a fine a tutto quanto?- chiese l'uomo.

- Esatto-.

Nuovamente silenzio.

- E va bene, tanto ormai ho appoggiato fin troppe follie... Spiegami cosa fare- si arrese Sosuke.

Yuki sorrise

- Io purtroppo ho un altro compiti- affermò, voltandosi ed andando verso la porta; la aprì e fece entrare Okazaki nella stanza - ci penserà lui a spiegarle tutto. Buona fortuna- concluse, prima di uscire dalla stanza.

Doveva fare in fretta: voleva assolutamente essere con Momo quando tutto quello sarebbe finito.

Per il resto, si sarebbe affidato agli altri.

- Siete tutti in posizione?- chiese Iori, osservando dalle telecamere i suoi amici.

- Si, ma continuo a non essere d'accordo- affermò Yamato.

- Yamato, non fare il bambino- lo riprese Mitsuki, sempre all'auricolare.

- Ragazzi, discutere dopo: adesso dovete andare- affermò Iori.

- Buona fortuna a tutti!- esclamò Nagi, prima di concentrarsi sull'edificio di fronte a lui.

C'erano solo due entrate: la porta, che sicuramente era tenuta sotto controllo, e una finestrella talmente stretta da cui solo un ragazzo molto magro che si allenava da quando era bambino per quelle missioni poteva riuscire a entrare.

- Fa quasi strano essere da solo; ma vorrà dire che potrò sfogarmi senza problemi- commentó, mentre camminava verso l'edificio.

Rimase in all'erta, ma non sentì rumori da dentro; probabilmente, stavano aspettando anche loro.

Aggirò l'edificio e raggiunse la finestrella; era davvero stretta, fortuna che era abituato.

Non impiegò molto a riuscire ad aprirla e infilarvisi dentro, ritrovandosi in una stanza molto piccola e buia.

Rimase immobile per un attimo, prima di alzarsi: in quella stanza, non c'era nessuno.

Con una mano sulla pistola, si diresse verso la porta della stanza; la aprì delicatamente e si sporse: anche il corridoio era vuoto.

Ma in fondo, c'era una porta aperta, con una luce accesa.

Si assicurò che non ci fosse nessuno, poi, tenendosi bene contro il muro, uscì dalla stanza e si diresse verso la parte illuminata.

Si sporse: all'interno, c'erano cinque uomini armati, più altri due davanti alla porta; al centro c'era Ryu, legato a una sedia, ma sembrava stare bene.

YUKIMOMO-NO DOUBTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora