Avevo e vorrei ancora

185 14 1
                                    

STEFANO
Quando mi sveglio la mattina, inizialmente non capisco dove sono e dopo pochi secondi realizzo che sono da Marci, metto a fuoco quello che è successo ieri sera.
Guardo in basso e automaticamente sorrido.
È appoggiata col viso al mio petto e una mano sul mio costato. Mi sistemo comodo all'altezza del suo viso e rimango fermo a guardarla. Dorme in pace, non mi va di svegliarla. Sfioro il mio naso col suo impercettibilmente e chiudo gli occhi sospirando. Siamo così, ma non è più mia. Non posso baciarla, non posso trattarla come se fosse la mia ragazza, non sarebbe giusto nei suoi confronti. Solo che non è una mia amica, non lo sarà mai.

Marci:"oh, guarda sti due"

Lo sento sussurrare e mi rendo conto del minuscolo fascio di luce che passa dalla porta. Mi volto e scopro Marci ed Eli fermi a guardarci. Ridacchiano quando capiscono che sono sveglio e scuoto la testa.

Ste:"andate via"

Sussurro.

Marci:"andiamo a fare colazione giù al bar. Se volete raggiungeteci, altrimenti non fate porcate che il letto è della camera degli ospiti, non il tuo"

Ride e se ne vanno.
Mi volto di nuovo verso di lei e sorrido. Ma quali porcate dovrei fare? Magari potessi. Non per il gusto di farlo, ma per averla di nuovo, rimango maschio, ho i miei impulsi, ho le mie voglie. Mi sono solo reso conto che non riesco a soddisfarle con le altre, nemmeno ci riesco a pensare adesso ad andare con un'altra. Non ora che siamo così, stretti in un letto che non è nemmeno il nostro.

Si smuove dopo mezz'ora e le sorrido non appena apre gli occhi ancora completamente rincoglionita.
Mete a fuoco la stanza e poi me.

Ste:"ciao"

Sussurro. Si stropiccia gli occhi e si mette seduta sul letto senza dirmi una parola.

Ste:"come stai?"

Sta in silenzio qualche attimo e poi si alza.

E:"vado in bagno"

Sparisce dietro la porta del bagno e sospiro. Mi alzo dal letto e mi metto una maglietta, per poi andare in cucina. Sul tavolo della cucina trovo un bigliettino, la scrittura è quella di Marci.

Preparale la colazione. Apri tutti gli sportelli se necessario, ma fallo. :)

Sorrido. Inizio a preparare tutto il necessario per farla contenta e farle una sorpresa, ma quando la sento arrivare io non ho ancora finito la mia opera.

Ste:"ciao di nuovo"

Mi guarda.

Ste:"hai voglia di mangiare qualcosa? Sto preparando la colazione"

Le sorrido, guarda il bancone della cucina per qualche istante e poi scuote la testa andando a sedersi sul divano, con il mento appoggiato sulle ginocchia tirate al petto e strette tra le braccia.

Storco la bocca e mi siedo accanto a lei che nemmeno si volta dalla mia parte.

Ste:"hai dormito bene?"
E:"ho dormito un'ora"

Stringo i denti. È colpa mia se ha dormito un'ora.

Ste:"mi dispiace..."
E:"non è colpa tua"

La guardo e cerco di decifrare la sua espressione per provare a capire cosa pensa.

Ste:"mi dispiace per tutto, Em"

Scuote la testa.

E:"lascia stare"
Ste:"no. No, non lascio stare. Non stiamo soli da un mese, non abbiamo mai parlato di quello che è successo tra noi"
E:"c'era bisogno di parlare?"
Ste:"c'è sempre bisogno di parlare"
E:"ma figurati...a te basta che una apra le gambe e sei apposto così"

Prendi fiato e scegli me 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora