La città

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(Fate partire il brano in concomitanza con la parte di racconto che lo dice)

EMMA

Il campanello non smette di suonare da almeno quaranta secondi. Ma che cazzo, almeno il tempo di vestirmi.
Scendo ad aprire e davanti a me compare Marci, incazzato nero.

E:"sì? Dimmi"

Entra come una furia e chiudo la porta. Già immagino cosa è venuto a dirmi.

Marci:"se sono qui è solo perché me l'ha chiesto Stefano"
E:"allora potevi startene a casa"
Marci:"non farmi incazzare ancora di più. Adesso mi ascolti e fai silenzio. Va benissimo, non l'hai voluto salutare, c'hai scopato e gli hai fatto credere di non volerlo più, di averlo fatto solo perché ti andava, che è stato un errore, ti sei messa con un altro e ancora nessuno sa perché, va benissimo tutto. Ma adesso fai quello che ti dico, perché, sebbene non sappia cosa sia, è una cosa a cui Ste teneva. Mi ha detto di lasciarti le chiavi di casa prima di darle al proprietario e di portarti lì, che ha lasciato non so che cazzo per te. Quindi ora alzi il culo dal letto, vieni con me e vai a vedere cosa ti ha lasciato"

Lo guardo.
La curiosità mi uccide, ma non ho minimamente intenzione di farglielo capire.

E:"e se non volessi?"
Marci:"ci vieni comunque, perché ti ci porto di peso"

Non è vero che non voglio.
È vero che adesso lo odio più di prima per essersene andato così, senza dire una parola.
È stato Marci ad accennare la cosa nel gruppo e così l'ho scoperto. L'aveva detto a tutti tranne a me.
Quello che mi ama. Quello che dice tanto di essere innamorato.

E:"va bene, ma facciamo in fretta, perché non ne ho voglia"

Salgo in macchina con Marci e in venti minuti siamo sotto casa di Stefano. O almeno sotto quella che era la sua casa.
Marci mi lascia le chiavi senza scendere di macchina e lo guardo.

Marci:"vuole che entri da sola"

Annuisco e davanti mi compare quella che è stato il nostro rifugio. Il nostro fortino. Non era casa mia, ma la sentivo tale.

Inserisco le chiavi nella serratura, smanetto ed entro. È tutto vuoto, la luce che c'è è dovuta solo alle finestre che la fanno passare. Mi chiudo il portone alle spalle e mi guardo attorno. Non è cambiato niente eppure sento che è cambiato tutto. C'è un punto preciso della cucina, accanto al bancone, sul pavimento che cattura la mia intenzione.

E:"Stefano non fare puttanate!!"

Il registratore che aveva usato quella sera è messo nella stessa identica posizione. È lì per terra. C'è un foglio di carta sopra... in realtà sono quattro e un bigliettino.
"Ascolta".
Le quattro pagine sono una lettera.
Sento gli occhi riempirsi di lacrime e ancora devo inizare a leggere.
La T-shirt, quella che mi lasciava sempre, è appoggiata sul registratore. La sfioro e alla testa mi balza il momento esatto in cui gliel'ho tirata dietro. La prendo e la indosso, sa di lui  Sa di tutto quello che è lui. Sarà che è partito e lo sento ancora di più, ma un odore così forte non l'aveva mai avuto.
Mi siedo per terra, proprio dov'era seduto lui quella sera è chiudo gli occhi per un attimo.

Ste:"vattene
Sussurro
E:"cosa?"
Ste:"vattene!! Vattene via!"
Mi alzo di scatto e mi volto scoprendo pure Mike dietro a lei
Ste:"devi levarti dai coglioni o sparo prima a te!"

E:"posala...mettila a terra"
La tengo stretta e stringo i denti
Ste:"vai via. Non ti voglio vedere mai più. Le volte che ti vedo e che ci sei io sto male. Sai solo farmi del male! E ci trovi pure del divertimento!"

Prendi fiato e scegli me 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora