EMMA
Spengo la sigaretta nel posacenere e mi alzo dalla sdraio, mentre Alessandra mi viene dietro.
Ale:"quindi stasera cosa facciamo?"
Scrollo le spalle e la guardo.
E:"quello che ti pare"
Ale:"dai non lo so, aiutami"Si lamenta.
Fosse per me potremmo pure starcene a casa, uscire a pranzo con gli amici di Andrea mi ha fatto venire l'orticaria.Ale:"Bar Attolo"
E:"no."Le rispondo secca e si fa scappare una risata.
Il suo telefono si illumina e il sorriso le sparisce, ma non ha un'espressione arrabbiata, triste.. è indecifrabileE:"chi è?"
Alza lo sguardo e scuote la testa.
Ale:"nessuno. Gruppo di famiglia"
Si rimette il cellulare in tasca e si alza dalla sedia sulla quale si era seduta trenta secondi fa.
Ale:"io devo andare a casa. Ci vediamo tra un paio d'ore.. fammi sapere dove decidi di andare stasera"
Annuisco e la accompagno alla porta.
E:"è tutto ok?"
Si volta e annuisce sorridendo.
Ale:"sì. A dopo"
Mi lascia sull'uscio di casa e parte con la Vespa.
ALESSANDRA
Parcheggio e scendo dalla vespa guardandomi intorno svariate volte per poi correre verso il portone e attaccarmi al campanello
SMS
Ale:"apri, sono qua"
Fine SMS
Dopo un paio di minuti si palesa davanti a me e scuoto la testa.
Ale:"più lentamente la prossima volta"
Ride e mi tira dentro l'ingresso.
Ci infiliamo in ascensore e non appena si chiudono le porte le sue labbra diventano calamite per le mie e viceversa.
Allunga le mani dappertutto, mi fa capire che se questo ascensore non raggiunge il piano in meno di pochi secondi non ci arriviamo in casa.
Non ci guardiamo nemmeno negli occhi. Finiamo in camera sua per il gusto di farlo, perché ci va così e va bene così. Non c'è niente di sbagliato in quello che facciamo eppure ci nascondiamo dal resto del mondo, come se fosse illegale.
È bello, perché non ci sono vincoli. Possiamo fare come ci pare. Una volta finito non dobbiamo per forza abbracciarci, stare appiccicati e prometterci qualcosa di falso. Possiamo tornare a essere amici. Amici e basta.
Ci possiamo rivestire senza dire una parola, come stiamo facendo. Scendiamo in cucina senza parlare un secondo di più di quello che abbiamo appena fatto, mi offre il caffè, mentre lui fuma a torso nudo, con addosso solo i pantaloncini.
Lego la mia felpa in vita e mi siedo sul divano. Sono passate due ore. Abbiamo scopato, abbiamo preso il caffè, mi ha chiesto cosa facessi stasera? No, perché siamo insieme tutte le sere, non serve chiedere. Non ci interessa chiedercelo.
Va avanti così da un po'. Dall'ultima volta che abbiamo messo piede all'Attolo. Un mese forse? Due? Non lo so, non lo sa nemmeno lui.
Cerchiamo di non farci scoprire, con successo, da quasi un mese. E nessuno deve saperlo, non mi va.Ale:"devo andare"
Metto il cellulare in tasca e prendo il casco dal tavolo di cucina. Lui semplicemente annuisce e lascia la mia tazzina nel lavabo in cucina.
Gli faccio un cenno con la mano ed esco da casa sua.
Inizia e finisce sempre dentro quattro mura.MARCELLO
Sospiro sdraiato sul letto con la mia ragazza a fianco.
Alza la testa dal mio petto e mi guarda.
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Prendi fiato e scegli me 2
Fanfiction"Ed ero ubriaco è vero, ho gridato di odiarti per le strade della città, sono arrivato fin sotto casa tua e ho suonato il campanello ripetutamente. Volevo dirtelo in faccia che ti odiavo. Poi hai aperto e cazzo. Io ero ubriaco, ma tu eri ugualmen...