Ragazzo tosto

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Dopo aver finito i loro panini stantii, entrambi i ragazzi avevano cessato la conversazione, non avendo nulla di cui parlare davvero. Mickey si era spostato sul pavimento e si era disteso contro il muro, le gambe tese di fronte a sé, le caviglie incrociate mentre dormiva.


Ian guardò Mickey con aria stanca, sapendo che non sarebbe stato in grado di dormire, a prescindere da quanto fosse esausto. Non solo tutto il fottuto corpo gli doleva, ma Mickey stava russando più forte di un dannato treno merci.


Sospirò e tentò di nuovo di divincolarsi dalle corde, sapendo che era una causa persa. Sembravano solo trincerarsi attorno ai suoi polsi ancora di più.

"Cazzo", imprecò nell'oscurità. L'unica luce nella stanza era una torcia disposta al fianco di Mickey e la luce della luna che filtrava attraverso le finestre opache.

"Cazzo" mormorò ancora, lasciando cadere la testa all'indietro e gemendo.

"Cosa cazzo stai rigurgitando là? Vai a dormire".

Ian sobbalzò leggermente al tono cupo di Mickey che perforò il silenzio.

"Non riesco a dormire" disse. "Come cazzo posso dormire quando la mia schiena è rigida come una tavola e i miei polsi stanno pulsando per il dolore?"

"Non è un mio cazzo di problema" disse Mickey. "Tieni solo la bocca chiusa"

"Puoi almeno allentare le corde? Non fare lo stronzo"


Mickey sollevò la testa dal muro e lo fissò, gli occhi brillavano lievemente per la luce della torcia.

"Per chi cazzo mi hai preso? Credi davvero che allenterei le corde? Sei fuori di testa, cazzo"

"Avanti, amico" Ian avrebbe fatto tutto tranne supplicare. "Solo un po'. La mia fottuta circolazione si sta fermando"

"Neanche per il cazzo"

"Senti, hai tu la cazzo di pistola. Non vado da nessuna parte, fidati"

"Non mi fido per un cazzo" scattò Mickey, "Vai a dormire"

"Dice il ragazzo che mi tiene sotto tiro" mormorò Ian.

"Chiudi. La cazzo. Di bocca"


Ian rilasciò un sospiro esasperato e girò il collo avanti e indietro, cercando di trovare una solazione per il dolore muscolare che iniziava ad avere forma.

"D'accordo, bene. Allora se vuoi fare lo stronzo, io farò lo stronzo. Posso parlare tutta la notte"

Mickey alzò la pistola, puntandola a Ian, e la caricò.

Ian aprì la bocca per dire di più, ma decise che non era una buona idea.

"Adesso vai. A dormire. Cazzo"

Ian sospirò ancora e rimase zitto per qualche minuto prima di decidere di rischiare. "Senti, non mi metterò a correre, okay? Non lo farei. So quanto è incasinata la tua famiglia, e non farei qualcosa di così stupido e mettere la mia stessa famiglia in pericolo. Solo...allenta le corde, giusto un po'. È tutto quello che sto chiedendo"


Mickey emise un brontolio e si alzò. "Sei uno stronzo impegnativo, lo sai?" disse con irritazione mentre camminava dietro il più giovane e allentò le corde, non tanto ma abbastanza da alleviare la pressione.

"Grazie" mormorò Ian muovendo le dita intorpidite.

"Ora posso andare a dormire, cazzo?" chiese Mickey, facendo un cenno con la pistola di lato, le sopracciglie arcuate per il fastidio.

Ransom. || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora