Sistemarti

6.1K 408 129
                                    

Mickey percorse quasi interamente il solito bar in fondo all'isolato dove Ian aveva pescato i loro John Doe. Esaminò il parcheggio vuoto adiacente, vedendo che c'erano solo tre automobili. Lanciò la sigaretta nel buio della notte, aprì la porta ed entrò. 

Controllò la fioca area bar piena di fumo, non trovando Ian da nessuna parte, solo un paio di sfigati da soli.Tornò nel bar e aspettò con impazienza il barista per fare domande. 

"Ehi, c'è qualcuno di servizio qui, cazzo?" gridò dopo soli dieci secondo.Il barista finalmente lo raggiunse, con un sorriso contrariato sulla faccia. 

"Cosa posso offrirle?"

"Sto cercando qualcuno; un ragazzino. Sedici anni, alto circa così, capelli rossi. L'hai visto?"

"Un rossino di sedici anni? Non stasera, signore. Mi dispiace" disse il barista prima di andarsene."Cazzo" mormorò Mickey, iniziando a precipitare nel panico.Si diresse verso il bagno degli uomini, controllando le cabine già che c'era, solo per scoprire che Ian non era lì. 

"Cazzo!" gridò Mickey, tirando un pugno al muro prima di realizzare cosa stava facendo. Ritirò la mano dolorante contro il petto, una dozzina di possibilità gli sfrecciarono in testa.Forse Ian si era infine stancato di lui e delle sue stronzate ed era tornato a casa, ma come? Il ragazzo non aveva soldi con sé. Poi Mickey realizzò con orrore che Ian poteva aver fatto l'autostop per casa. Il pensiero di Ian nella macchina di qualche estraneo gli fece ritorcere lo stomaco.Iniziò a camminare prima di fermarsi di botto. Il peggior scenario fra tutti gli sbottò in testa; forse Ian aveva incontrato un altro tizio ed era nei guai.Senza pensarci ulteriormente, lasciò di nuovo la stanza, intenzionato a controllare ogni fottuto bar nel giro di cinque miglia.Dopo aver verificato un locale senza risultato, Mickey individuò l'insegna di una taverna in lontananza e filò a tutta velocità. Non sapeva ricordare un momento in cui era stato tanto preoccupato per qualcuno, e c'era un pensiero che lo terrorizzava dannatamente. Non si era reso conto di quanto gli importasse quel cavolo di ragazzino.Attraversò il parcheggio fino al bar e si bloccò quando notò un corpo sdraiato all'estremità dell'area, in ombra. 

Riconobbe istantaneamente il verde scuro e l'arancione brillante del cappotto di Ian. La paura gli si formò alla bocca dello stomaco e si mise in azione, scattando oltre il parcheggio più veloce che poterono le sue gambe."No, no, no, no, no!" mormorò Mickey in panico mentre crollava sulle ginocchia accanto a Ian. "No, no, Ian!" gridò, afferrando il suo corpo inerte contro il petto. 

"Ian, cazzo! Ian" fissò il volto di Ian, un largo taglio attraversava la sua fronte, il volto e i capelli imbrattati di sangue.Prima che Mickey potesse comprendere cosa stesse accadendo, sentì calde lacrime cadergli lungo le guance. 

"Ian!"Ian finalmente emise un suono dalla gola e fece una smorfia di dolore senza aprire gli occhi."Ian" sussurrò Mickey, sopraffatto da un travolgente sollievo. Lo strinse a sé ancora più forte e premette le labbra tra i suoi capelli.

"Che cazzo è successo?" borbottò Ian, ancora sformato per il dolore e allungandosi per toccarsi la fronte.Mickey lo fissò, immediatamente pensando che la voce di Ian fosse la cosa più bella mai sentita. Fece un voto, lì e subito, di non lamentarsi mai più sulla loquacità del ragazzo. 

"Non lo so, cazzo" rispose, la voce suonò estranea alle sue stesse orecchie mentre continuava a guardare Ian.Ian finalmente socchiuse gli occhi e guardò Mickey. Il suo volto poi si lasciò andare. "Cazzo" sussurrò. 

"Il tizio. C'era un tizio"Il cuore di Mickey si strinse immediatamente nel suo petto."Vo-voleva scopare in macchina e io no. L'ultima cosa che so, è che tutto...tutto è diventato nero" disse Ian, scrollandosi e mettendosi a sedere.

Ransom. || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora