un bel giorno

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Mickey fermò la macchina dei Milkovich ad uno stop di fronte a casa Gallagher e spense il motore. Lanciò un'occhiata di sbieco verso Ian, che era crollato e dormiva contro la portiera del passeggero. Il rossino non gli aveva detto una parola nel tragitto verso casa dal FairyTale, e aveva perso i sensi a un certo punto.

Sospirò, passandosi una mano sul volto e sfregandosi il mento prima di allungarsi per scuotere lievemente la spalla di Ian. "Ehi, Gallagher" disse burbero. "E' ora di alzarsi"

Ian borbottò qualcosa di incoerente, ma non sollevò la testa dal finestrino freddo.

"Ian" disse Mickey, più dolcemente questa volta, alzando la mano e strofinando piano con la nocca contro la guancia liscia di Ian. "Coraggio, devo portarti in casa. Fa freddo qui fuori ed è tardi"

"Non riesco a camminare" grugnì infine Ian in modo quasi impercettibile.

"Sì, certamente puoi camminare, cazzo. Si chiama 'usare le tue gambe' ", disse Mickey, le sopracciglia si sollevarono.

"No, non riesco"

Mickey lasciò andare il capo all'indietro contro il poggiatesta del suo sedile e ruotò gli occhi al cielo. "Gallagher, devo trasportare il tuo gracile culo drogato dentro quella dannata casa?"

"Suppongo di sì" giunse la tenue, soffocata replica.

"Gesù Cristo" grugnì Mickey mentre slacciava la cintura di sicurezza e usciva dalla macchina. Scivolò istantaneamente e quasi cadde sul sedere, visto che aveva nevicato in precedenza e ora c'era melma ovunque; il che avrebbe reso il suo compito anche più incasinato e impossibile. Tuttavia, si ritrovò dall'altro lato dell'auto, aprendo la portiera di Ian.

Dal momento che Ian vi era pesantemente appoggiato, quasi rotolò fuori sul marciapiede quando si aprì, ma Mickey lo afferrò velocemente e lo tenne fermo.

"Stai cercando di uccidermi, Ian?" sbuffò Mickey mentre lottava e in qualche modo riusciva a tirare fuori il rossino dalla macchina in una volta sola. Quando si rese conto che Ian gli avrebbe solo procurato problemi e non avrebbe nemmeno provato a camminare da solo, avvolse un braccio di Ian attorno al proprio collo, si curvò e sollevò l'alto ragazzo sulla propria spalla.

Sapeva che presentarsi a casa Gallagher così, con Ian drogato di chi-cazzo-sa-cosa e arrampicato sulla sua spalla come una dannata bambola di pezza, avrebbe solo aizzato domande; ma doveva fare quello che doveva fare, visto che Ian stava facendo il testardo pezzo di merda come sempre.

Dopo qualche manovra cauta, Mickey raggiunse i gradini del portico e bussò alla porta, grugnendo oscenità tra sè per tutto il tempo.

"Dove siamo?" mugugnò Ian da qualche parte dietro la schiena di Mickey.

"Beh, IO sono all'inferno al momento, ma TU sei a casa" disse Mickey brontolando.

"Mi piace il tuo sedere" mormorò Ian nel suo stato di ebbrezza, dando un colpetto al fondoschiena che era davanti alla sua faccia.

Mickey non sapeva davvero cosa dire per quello, si limitò a sollevare Ian più in alto sulla spalla.

La porta finalmente si aprì e improvvisamente Mickey era faccia a faccia con qualcuno che poteva solo supporre fosse la sorella maggiore di Ian.

"Uh" iniziò Mickey, sentendosi imbarazzato sotto lo scrutinio perplesso di lei mentre guardava ora la faccia di Mickey e ora il sedere di suo fratello con occhi sbarrati e interrogativi. "Penso che questo alto e idiota rossino appartenga a te?"

"Ian, che cazzo?" borbottò Fiona in un sussurro. "Che cazzo è successo? Dov'era?"

"Stava ballando in un club di Boystown" spiegò Mickey mentre Fiona lo portava via dal freddo. "Sono andato stasera per parlargli, trovandolo che ballava sul pene di un qualche porco, muovendosi come una troietta"

Ransom. || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora