Colazione&Brainstorming

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Ian grugnì e si svegliò di scatto, mettendoci un minuto a orientarsi mentre guardava per la stanza con gli occhi socchiusi. Il suo sguardo cadde su Mickey che dormiva a casaccio sulla sedia apparentemente scomoda e si rilassò, lasciando un sospiro intanto che ogni cosa iniziava a mettersi insieme nella sua mente.

Mickey Milkovich era lì con lui, a mettere la sua stessa vita in gioco per salvarlo. Ancora non riusciva a raccapezzarsi. Non aveva senso.

Osservò Mickey per qualche attimo, pensando a come fosse tranquillo e pacifico mentre dormiva, prima di costringersi a mettersi seduto, i muscoli dolevano durante i movimenti. Si sfregò gli occhi e sbadigliò così forte che si scrocchiò la mascella. "Cazzo" mormorò tra sé, strofinandosi la mandibola.

Mickey iniziò a stirarsi e finalmente aprì gli occhi, senza dubbio nello stesso stato di incapacità in cui Ian si era ritrovato giusto qualche momento prima, cercando di capire dov'era. Si sedette in avanti e si sfregò il volto con la mano. "Giorno" disse, la voce rauca dal sonno.

"Giorno" fece Ian. "Scusa se non ti ho dato retta ieri sera. Ero esausto, cazzo"

"Va bene. Non devi darmi spiegazioni per questa roba" disse Mickey alzandosi, stiracchiandosi, e andando verso la cassettiera dove c'era il suo cellulare. Come previsto, c'erano undici chiamate perse e ancora più messaggi non letti. Chiuse il telefono con violenza e lo riscagliò sulla cassettiera, il cuore gli martellava in gola. Ian era seduto sul bordo del letto, ancora senza maglietta e lo osservava. "Allora, visto che hanno capito, cosa succederà?"

Mickey si limitò a grugnire e si rifiutò di guardare in direzione di Ian mentre questi ancora non si era messo una maglietta. "Mi occuperò di loro più tardi. Non preoccuparti" brontolò. "Adesso, voglio mangiare qualcosa, cazzo. Sto morendo di fame"

"Anch'io" disse Ian, alzandosi e allungando le braccia sopra la testa, esponendo il ventre teso.

Mickey si ritrovò a guardare lo stomaco di Ian nonostante il suo buon senso. "Che cazzo, puoi metterti una dannata maglietta? Nessuno vuole vedere quella roba, cazzo"

Ian si bloccò per un momento prima di sorridere con consapevolezza. "Certo, Mickey" disse afferrando la sua maglietta verde sul pavimento vicino al maglio e infilandosela. Sapeva di sudore e sporco e non vedeva l'ora di mettere le mani su qualche vestito nuovo.

"Andiamo a mangiare qualcosa, prendiamo qualche vestito nuovo e altra roba, poi torniamo qui e mettiamo insieme un piano" spiegò Mickey, sfregandosi stancamente l'occhio.

"Va bene per me" disse Ian.

Mickey si limitò a lanciargli una veloce occhiata prima di dirigersi verso la porta.

Fortunatamente, trovarono un piccolo ristorante pochi isolati più in basso che serviva il buffet della colazione per 5,99 dollari a persona ed entrambi furono in paradiso. Il cibo non era mai sembrato così buono.

Mickey osservava Ian mentre divorava il suo cibo; un'intera pila di uova, french toast, salsiccia, frittelle di patate, bacon e toast. "Cazzo, come puoi mangiare così tanto e rimanere fottutamente scheletrico"

"Non sono scheletrico. È tutto muscolo"

Mickey sorrise sul suo caffé. "Muscolo, sto cazzo" mormorò.

Ian si limitò a sorridergli con la bocca piena e ritornò a mangiare.

"Sei disgustoso cazzo, lo sai?"

"Mhm" replicò Ian contento prima di prendere un altro boccone dal mucchio.

Mickey rise sul proprio caffé, dimenticando, solo per un secondo, la loro situazione disastrata. Dopo aver mangiato, trovarono un negozio Wal-mart in fondo all'isolato e si rifornirono di t-shirt, pantaloni da tuta, calzini, boxer, e tutto il necessario.

Ransom. || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora