tutto quello che resta

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Ian entrò nella toilette piccola e sudicia della stazione di servizio e stava per chiudere la porta per poter tenere il broncio qualche minuto in privato, quando fu spinto completamente all'interno da dietro. Si girò stando sulla difensiva, temendo il peggio, pensando che sarebbe finito in una qualche storia gay lacrimosa su Dateline NBC un giorno, e si rilassò quando vide che era solo Mickey.

Era Mickey; appoggiato contro la porta chiusa, gli occhi scuri e intensi di desiderio.

"Merda, Mickey, che ci fai qui?" chiese Ian, le parole a malapena uscirono dalla sua bocca prima che Mickey afferrasse coi pugni il suo cappotto e lo spinse facendolo inciampare contro il lavandino sporco.

"Quello che volevo fare da tutto il fottuto giorno" raschiò Mickey prima di chinarsi e schiacciare le labbra duramente contro quelle di Ian.

Ian rimase fermo nel bacio, tentando mentalmente di comprendere la situazione, prima di far scorrere finalmente le mani lungo il cappotto di Mickey e avvolgere le braccia intorno al suo collo, pressandosi il più possibile contro di lui. Lasciò il peso all'indietro contro il lavandino e aprì le gambe abbastanza perché Mickey gli si premesse addosso. Mickey aprì la cerniera del cappotto di Ian e spinse l'indumento già per le sue spalle, ma non lo tolse del tutto. Abbassò le mani e le fece scorrere sotto la maglietta di Ian e pose le dita leggere sul suo ventre teso, volendo sentire la sua pelle morbida e calda.

"Non è una buona idea, Mickey" grugnì Ian senza convinzione quando Mickey alla fine interruppe il bacio e iniziò a provocare la sua gola mordicchiandola, sapendo che quello lo faceva impazzire.

"A me sembra un'idea fottutamente buona" mormorò Mickey contro il suo pomo d'adamo prima di spostarsi di nuovo per premere le labbra sulle sue. La mano tatuata afferrò la sua testa, tenendolo fermo mentre gli divorava la bocca. Ian ricambiò il bacio con altrettanta foga prima di mettere le mani sul petto di Mickey e spingerlo. "No, Mickey, non possiamo farlo"

Mickey guardò Ian; i capelli scompigliati, le labbra rosse e gonfie, le guance accese. "Mi prendi per il culo, Gallagher?" esclamò, osservando la solida erezione contro il cavallo dei jeans.

"Non possiamo farlo qui" riformulò Ian. Sarebbe stato maledetto se avesse rifiutato Mickey Milkovich mentre lo guardava in quel modo. "C'è un motel proprio in fondo alla strada. Possiamo andare lì"

Mickey si inclinò e appoggiò la fronte su quella di Ian, il suo respiro carezzava il viso pieno di lentiggini dell'altro. "Sei sicuro di averne voglia?" mormorò.

Ian si limitò ad annuire e a leccarsi le labbra, l'erezione premuta contro la coscia di Mickey era una risposta sufficiente.

"Beh, cazzo, andiamo allora" fece Mickey scostandosi e trascinando Ian con sé.

Questo motel era anche peggiore del precedente, ma a nessuno dei due fregò un beato cazzo, onestamente. Lanciarono i soldi al tizio dietro il bancone, afferrarono la loro chiave e volarono fino alla stanza. A malapena avevano oltrepassato la porta prima di strapparsi di dosso i cappotti e praticamente gettarsi l'uno fra le braccia dell'altro.

Mickey pressò Ian contro il muro, togliendogli il respiro. Afferrò i suoi polsi e li bloccò sulla parete sopra la sua testa. "Sei così sexy, cazzo" mugolò contro il suo collo, respirandolo.

Ian si inarcò verso di lui. "Dobbiamo sbarazzarci di questi vestiti"

Mickey non se lo fece ripetere due volte. Baciò Ian con foga, strattonando bruscamente il suo labbro inferiore con i denti per poi separarsi da lui. Con gli occhi incatenati a quelli di Ian, si tolse la maglia e immediatamente iniziò a slacciare la propria cintura. Gli occhi di Ian scorrevano con ammirazione sul corpo di Mickey mentre a sua volta si spogliava. Una volta nudi, Ian afferrò rozzamente Mickey per il polso e lo fece voltare in modo che fosse col viso contro il muro.

Ransom. || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora