chi è il tuo paparino

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Mickey e Ian erano avvolti l'uno tra le braccia dell'altro, crogiolandosi nel sudato, delizioso post round numero tre, passandosi pigramente una sigaretta.

"Amico, è stato grandioso" disse Mickey con un sospiro soddisfatto. Ian esalò il fumo della sigaretta, facendogli l'occhiolino.

"Adesso non fare lo spavaldo, stronzo" scherzò Mickey, stringendo con enfasi la sua spalla piena di lentiggini.

Ian rise porgendogli la sigaretta. "Visto il modo in cui mi graffiavi la schiena e i suoni che emettevi, credo mi sia concesso di essere un po' spavaldo"

"Sì, sì" grugnì Mickey, portandosi la sigaretta alle labbra.

Caddero nel silenzio, entrambi ascoltando il regolare suono del respiro dell'altro, entrambi segretamente traendone conforto.

"Forse non dobbiamo affatto tornare" disse Ian pensosamente, finalmente interrompendo il sereno silenzio. La sua guancia era calda premuta contro il petto di Mickey e oziosamente tracciava figure sul suo stomaco con la punta delle dita. "Forse possiamo semplicemente andare a New York e iniziare una nuova vita. Possiamo fare dei lavori occasionali, tirare su un po' di denaro, prendere un appartamento"

Mickey sapeva che Ian non era del tutto serio, eppure, l'intera idea di lasciarsi la vecchia vita alle spalle e iniziarne una nuova, lontano dal suo padre omofobico, i suoi fratelli stronzi e quella città di merda, era in qualche modo allettante.

"Sì, perché è realistico" disse Mickey infine con un grugnito prima di inalare dalla sigaretta.

"Non ridere di me, stronzo"

"Sto solo dicendo, cazzo" continuò il moro mentre si allungava e metteva la sigaretta nel posacenere. "Non dovremmo sprecare il nostro tempo a parlare di favolette del cazzo. C'è una stronzata seria con cui abbiamo a che fare, e soluzioni reali da trovare"

Ian sollevò la testa e appoggiò il mento sul suo petto, guardando l'altro con cipiglio. "Cosa c'è di tanto irrealistico, eh? Ci siamo trovati bene in una nuova città finora, solo io e te nelle ultime due settimane"

"Stai scherzando, cazzo, vero?" chiese Mickey burbero. "Pensi davvero che potremmo semplicemente prendere e andare a Fanculandia, in America e iniziare una nuova vita insieme? Cristo, amico, ci conosciamo da tre settimane. Cosa, pensi che ci allontaneremo verso il tramonto? Che ci lasceremo tutti i problemi alle spalle? Non è un cazzo di film di Julia Roberts"

"Non è del tutto impossibile. Sto solo dicendo questo"

"Andiamo, bello. E la tua famiglia, eh? Voi siete come la cazzo di famiglia Brady del ghetto" ribatté Mickey. Dopo un'ulteriore riflessione, aggiunse, "e ho una famiglia anche io, sai"

"Che famiglia" replicò Ian sarcastico, le guance arrossate per la frustrazione.

"Ehi, sono ancora la mia cazzo di famiglia"

Ian si limitò a fare un sorrisetto prima di continuare. "Tutto quello che sto dicendo è-"

"Piantala e basta Gallagher, cazzo. Non succederà" disse Mickey inflessibile. Voleva far cadere l'argomento prima che anche solo consentisse a se stesso di sperare, desiderare, o sognare. Non condivideva l'ottimismo di Ian circa la situazione.

Ian annuì e si sollevò, lasciando che le lenzuola cadessero dal suo corpo nudo. "Capito"

Mickey lo guardò rotolare fuori dal letto in tutta la sua spoglia gloria, sapendo che si sentiva ferito. "Cazzo" disse in un leggero soffio.

Ian afferrò i jeans. Mickey lo osservò per alcuni momenti d'angoscia prima di dire, "Senti, non sto dicendo che l'idea non è allettante, okay? Sto solo cercando di essere ragionevole"

Ransom. || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora