confronti e conferme

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Ian era stato più che disposto nel concedere a Mickey qualche giorno per calmarsi, sistemare le sue cose, vederle in prospettiva; qualsiasi cosa sentisse di dover fare per andare avanti. Ian sapeva che probabilmente era una buona idea per se stesso fare qualche passo indietro per alcuni giorni, allontanarsi dall'intensità di tutta la faccenda.

Si tenne impegnato con la scuola, il ROTC, aiutando Fiona con i fratelli il più possibile; fece tutto e il contrario di tutto almeno per cercare di tenere la mente in qualche modo lontana da Mickey (nonostante avesse fallito per la maggior parte del tempo).

Quando trascorse un intera settimana e due giorni e ancora non c'era segno da parte di Mickey, Ian non poté fare a meno di cominciare a preoccuparsi.

A scuola, ogni volta che notava Mandy tra una lezione e l'altra, faceva ricorso a tutta la sua forza di volontà per non andare da lei, sapendo che chiederle di Mickey avrebbe reso le cose solamente un milione di volte peggiori, attirando più sospetti che non erano necessari. Sapeva che non poteva davvero andare a casa Milkovich, quello era anche più pericoloso, aveva imparato la lezione dall'ultima volta.

Quindi, davvero, non aveva alcuna idea di come poter ottenere un colpo da parte di Mickey e doveva aspettare che fosse lui a cercarlo, il che lo rendeva pazzo e cominciava a farlo disperare.

Camminava avanti e indietro in camera sua, sentendo gli occhi di Lip su di sé per tutto il tempo.

"Amico, quale cazzo è il tuo problema?" chiese finalmente Lip dal letto, il libro che stava leggendo ora era steso sul proprio petto.

"Non ho un problema" disse Ian con poca efficacia e continuando a camminare.

"Stai andando avanti e indietro da dieci minuti. Datti una cazzo di calmata"

Ian si fermò improvvisamente e si girò a guardare il fratello, sapendo che quello che stava per fare era potenzialmente la cosa più stupida che avesse mai fatto in vita sua e, in verità, questo diceva tanto perché ne aveva fatte di cavolate in vita sua.

Ma doveva dirlo a qualcuno. Non riusciva più a tenerselo per sé. E quale persona migliore del suo affidabile fratellone?

"Ho scopato con Mickey Milkovich"

Lip si mise a sedere, il libro crollò per terra. "Hai scop-Ian, ma che cazzo! Ti prego dirmi che queste parole non sono appena uscite dalla tua bocca"

Ian si sedette lentamente sull'orlo del proprio letto e si afferrò le ginocchia, sentendosi impallidire sulle guance sotto lo scrutinio stupefatto del fratello. Lip si passò una mano sul volto e poi dietro il collo, ovviamente tentanto di cogliere la bizzarra informazione. "Puoi per favore spiegarmi come sei finito a scopare con il tizio che ti ha rapito? Seriamente, Ian, come fai a metterti in certe situazioni?"

"Non mi ha rapito, non realmente...stava solo facendo quello che suo padre gli aveva detto"

"Ian, puntarti una pistola addosso, spingerti in una macchina contro la tua volontà, legarti a una sedia in un edificio abbandonato...questo è un cazzo di rapimento"

Ian scosse la testa brutalmente. "No. No, tu non lo conosci, Lip"

"Neanche tu!" esclamò Lip.

"Col cazzo!" gridò Ian, cogliendo l'altro di sospresa. "Io lo conosco, okay? Posso averlo conosciuto per poco meno di due mesi, ma lo conosco. E lui conosce me. Tu...tu non capiresti"

"Hai ragione, non capisco, cazzo" concordò lip. "Quindi spiegamelo. Prima il tuo capo sposato, e ora scopi il tuo rapitore? Cazzo, Ian"

Ian si colpì le ginocchia e tentò di trovare le parole giuste. "Lui mi ha salvato, okay? Suo padre mi avrebbe ucciso, e lui avrebbe potuto rimanersene seduto a non fare nulla, ma mi ha salvato. È scappato con me, mettendo la sua stessa vita in pericolo. Abbiamo passato tre settimane in una stanza di motel...e abbiamo parlato, intendo realmente, cazzo, Lip. E abbiamo scopato un sacco"

Ransom. || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora