Quasi

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Dopo diversi minuti, il respiro di Ian smise di essere irregolare, i suoi singhiozzi finalmente si placarono, e il suo corpo si ammorbidì tra le braccia di Mickey.


"Non lo farò, okay?" bisbigliò Mickey di nuovo, anche se lo aveva già ripetuto all'incirca una dozzina di volte. Ian si districò dall'abbraccio, gli occhi arrossati e gonfi. 

"Promettimelo, Mickey. Non farai niente di stupido"

A Mickey non piaceva fare promesse, perlopiù perché una volta data la sua parola a qualcuno, non c'era alcun modo di infrangerla. La sua parola era oro, una delle minime cose su cui era irremovibile."Lo prometto"


Ian annuì e abbassò lo sguardo, tirando su col naso. "Probabilmente pensi che sono davvero un dannato ragazzino in questo momento, vero?"


"Sai che cosa penso, cazzo?" chiese Mickey, le parole scivolarono fuori dalla sua bocca prima che potesse esaminarle. "Penso che sei fottutamente coraggioso, ecco cosa cazzo penso"


Ian tirò su col naso di nuovo e guardò Mickey negli occhi. Rise un po', anche se non c'era nulla di divertente. "Non sono coraggioso. Sto piangendo come una puttanella"


Mickey lo fissò, sentendo la travolgente urgenza di baciarlo in quell'istante, ma non lo fece. Ian si tolse completamente dalle braccia di Mickey e di nuovo si asciugò il volto prima di fare un passo intorno all'altro. Si abbassò a prendere una maglietta stropicciata dal pavimento e la indossò. Mickey si passò una mano fra i capelli e fissò il muro, attraversato da un mix di emozioni, emozioni che decisamente non era abituato a gestire. Si girò e osservò Ian mentre si metteva un paio di jeans.

"Perché non usciamo da qui?" Mickey si ritrovò a chiedere. "Per oggi, usciamo e basta. Dimentichiamo tutto questo casino, questa roba e prendiamoci un giorno per ricomporci o una cosa del genere"

Ian si sedette sul letto e si mise i calzini, apparentemente disinteressato.


"Usciamo a vedere un cazzo di film o qualcos'altro, mangiamo qualcosa...prendiamo un po' di fottuta aria fresca. Siamo rintanati in questo buco di merda da troppo tempo" continuò Mickey, sapendo che un giorno senza preoccupazioni riguardo a qualsiasi cosa era qualcosa che a Ian serviva. 

Dopotutto, per quanto il rossino tentasse di sembrare forte, era solo un ragazzo di sedici anni alla fine dei conti...un sedicenne che stava attraversando una situazione piuttosto disastrata...e a Mickey non andava troppo bene.

Non più.


Ian lo fissò a lungo, senza dire nulla, quasi portando Mickey al limite, prima che un sorriso finalmente comparisse all'angolo delle sue labbra. "Intendi, come un appuntamento?"


Mickey sorrise e sollevò il capo, inarcando le sopracciglia. 

"No, non come un fottuto appuntamento"

"Beh, tu hai detti di vedere un film e di mangiare qualcosa...a me sembra una sorta di appuntamento""Vaffanculo" disse Mickey, dirigendosi verso la cassettiera per prendere una sigaretta.


"Lo sai, cerchi sempre le tue sigarette quando sei nervoso" provocò Ian. "E' una delle tue tante strane abitudini che ho colto"


"Pensi di rendermi nervoso?" chiese Mickey ma senza osare guardarlo negli occhi.


Ransom. || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora