Ammaccato, malmenato e in tiro.

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Una volta che il sole tramontò e gettò lo spazio nell'oscurità, Mickey accese le tre torce che avevano e le mise in piedi così che l'area attorno a loro fosse fasciata di luce, lasciando gli angoli della stanza in ombra.


"Inquietante, cazzo" disse Ian mentre guardava intorno.

Dopo la recente discussione, Mickey era tornato al suo posto alla finestra per quasi due ore, fumando sigaretta dopo sigaretta, non degnandosi di prestare al più giovane alcuna attenzione.


Ian si era appisolato qua e là finché non dichiarò di avere fame.

Mickey aveva replicato con un grugnito monosillabico e afferrato dei panini dal frigo, acceso le torce e ora sedevano all'indiana faccia a faccia, i rispettivi panini con prosciutto e formaggio di fronte a loro.


Ian mangiò il suo panino in pace, rivolgendo ogni tanto uno sguardo furtivo a Mickey.

"Ti dispiace non masticare come un fottuto cavallo?" chiese Mickey mentre mangiava il proprio panino.

Ian ingoiò con forza, guadagnando uno sguardo di disapprovazione da Mickey per il rumore sgradevole. "Scusa"

"Ti ha mai detto nessuno che sei fottutamente irritante?" scattò Mickey.

"Beh, potresti sempre lasciarmi andare e non avresti a che fare con me" disse Ian con un sopracciglio alzato.

"Col cazzo"


Ian diede un altro morso al panino e lo masticò pensosamente. "Ehi, hai sentito di quel ragazzo che ha subìto mutilazioni per tutto il lato sinistro del suo corpo?"

Mickey lo guardò non divertito.

"Sì, è all right adesso" disse Ian prima che un lento sorriso si espandesse sul suo volto. "Uh. Capita?"

Contro ogni buonsenso, Mickey sorrise di rimando e scrollò la testa.

"Sei un tipo fottutamente bizzarro, ragazzino"

"Sto solo cercando di alleggerire l'atmosfera" disse Ian alzando le spalle.

Mickey continuò a scuotere il capo mentre guardava in basso. Quando riguardò in alto, osservò Ian mangiare il suo panino, gli occhi tristi. Per la prima volta, pensò realmente di lasciare andare il ragazzino. Sapeva che la testa rossa non meritava nulla di tutto ciò, ma, nel profondo, sapeva che non era un'opzione...non finché suo padre era coinvolto.


"Beh, ora non è davvero il momento per giochetti del cazzo" disse, intenzionato a mantenere il tuo atteggiamento duro e non abbassare la guardia.

"Sì" disse piano Ian finendo l'ultimo boccone del panino. Si scrollò di dosso le briciole e si alzò.

"Dove cazzo vai?"

"A pisciare" disse Ian. "Ho il tuo permesso"

"Cazzo, vai a fare le tue dannate cose" Mickey finì il proprio panino e si rilassò contro il muro. Si rifiutava di permettere a Ian di vedere che i suoi denti battevano. Cazzo, perché faceva così fottutamente freddo?

Ian finì di pisciare e andò a sedersi vicino a Mickey. Si tirò su la coperta e guardò il moretto. "Vuoi...vuoi un po' di coperta?" chiese, le guance rosee e il respiro che veniva fuori in nuvolette.

"No, sto bene" disse Mickey insipidamente. L'ultima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata condividere una fottuta coperta col ragazzino. Era già abbastanza negativo che il ragazzino facesse giochetti e fumasse le sue sigarette e mangiasse il suo cibo.

Ransom. || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora