Dopo essersi baciati per un po', ormai avendo acquisito familiarità con la bocca dell'altro, Mickey strisciò fuori dal letto, prendendo il pacchetto di sigarette, sistemandosi accanto a Ian.
Entrambi erano sdraiati di schiena, fissando il soffitto mentre di continuo si passavano pigramente la sigaretta.
Mickey aveva la sensazione che Ian aveva desiderato portare oltre la sessione di pomiciamento e, a dire la verità, per Mickey era stato lo stesso, ma era stato serio nel dire che voleva andarci piano. Per quanto volesse toccare ed esplorare e sperimentare insieme al rossino, tutto era ancora così fottutamente nuovo per lui e voleva abituarsi al baciarsi prima che fossero coinvolti i piselli. Non era ancora pronto per essere così gay.
Ian voltò la testa e osservò Mickey sbuffare dalla sigaretta, le guance che si sgonfiavano mentre soffiava fuori una serie di anelli di fumo perfetti. Decise di giocare sul sicuro, sapendo che Mickey al momento non voleva decifrare o etichettare alcunché. Gli andava bene, si disse, baciare e fare a Mickey quell'occasionale pompino era abbastanza per ora.
"Allora, come facciamo per il resto dei soldi?" chiese Ian.
Mickey fece un altro tiro prima di passarla a Ian. Esalando, disse, "Cazzo ne so. Quello che so è che non tornerai di nuovo là fuori"
Ian sorrise dolcemente, gli piaceva come Micket sembrasse protettivo nei suoi confronti. Si voltò sul lato sorreggendosi sul gomito. Allungò la mano su quella di Mickey allargata sul suo stomaco e allacciò le dita con le sue. Era una mossa coraggiosa, e in parte si aspettava che Mickey togliesse la mano, ma non lo fece.
"Ci servono duemila dollari prima di poter tornare a casa" continuò Ian. "Dobbiamo pensare a qualcosa"
"IO penserò a qualcosa" disse Mickey, guardandolo di sbieco. "Lascia che me ne preoccupi io"
"Dimenticavo. Sei tu quello che ha sempre un piano" lo stuzzicò Ian.
Mickey sorrise mentre tirava un'altra boccata. "Credi di essere carino, vero?"
"So che sono carino" disse Ian. "Penso che lo sappia anche tu"
Mickey non rispose, soffiò fuori altri anelli verso il soffitto.
Ian continuò a studiare il moro, amando tutto del viso di Mickey Milkovich; ogni pendio, linea, curva, imperfezione. Era perfettamente imperfetto.
"Hai mai l'impressione che è come se ci conoscessimo da tutta la vita?"
Mickey lo guardò totalmente. Non era abituato a scambiare conversazioni profonde e significative e preferiva cavarsi gli occhi con un fottuto cucchiaio piuttosto che condividere i propri pensieri e sentimenti con la gente, ma in qualche modo, con Ian, non gli dispiaceva così tanto.Ian strinse la mano di Mickey prima di continuare.
"So che siamo sbucati l'uno nella vita dell'altro da circa due settimane, ma è come se ti conoscessi da sempre, capisci cosa intendo?"
"Stai facendo lo smielato con me, Gallagher?" chiese Mickey, silenziosamente ammirando l'ingenuità del rossino. Una parte di Mickey era gelosa, non avendo mai avuto l'opportunità né la chance per avere quel tipo di atteggiamento verso la vita, crescendo in casa Milkovich. Si chiedeva, se dopo che tutta questa incasinata situazione con suo padre fosse finita, se Ian sarebbe stato ancora così positivo. Lo rendeva triste pensare di no. Strinse a sua volta la mano di Ian.
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Ransom. || Gallavich
FanfictionFrank Gallagher deve a Terry Milkovich un mucchio di soldi. Terry assolda i propri figli a rapire il figlio di Frank per il riscatto. Mickey incontra Ian e niente va secondo i piani. LA STORIA NON E' MIA. LA TRADUZIONE E' DI UNA RAGAZZA DI EFP (M...