Alla ricerca di Frank

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Dopo aver controllato da Sheila la svitata e all'Alibi inutilmente, Mickey si ritrovava a mani vuote. Sapeva di dover tornare da Ian, non perché non si fidasse del ragazzo, ma perché non voleva che i suoi fratelli, o peggio...suo padre, si manifestassero e scoprissero che aveva lasciato il rossino da solo.

Spinse le mani nelle tasche e si strinse per il freddo spietato. Attraversò la strada, evitando a malapena di essere investito, e ripartì in direzione del magazzino abbandonato dove stava Ian. Aveva un'ultima fermata e stava davvero, fottutamente sperando di non dover andare a casa dei Gallagher per cercare Frank. Non sapeva come avrebbe potuto cavarsela con tutte le domande del cazzo.


Non sapeva cosa diamine fare. Per la prima volta da davvero molto tempo, si sentiva completamente inerme e preoccupato. Sapeva che suo padre era serio...se Frank non si fosse presentato al mattino, Ian Gallagher sarebbe stato un uomo morto...e sarebbe stato lui a dover premere il grilletto.

Guardò in su e improvvisamente si fermò quando colse la vista di una massa su una panchina lì vicino. Si avvicinò per dare un'occhiata più precisa e quasi rise ironicamente. Ian aveva fottutamente ragione. Suo padre era svenuto su una dannata panchina qualunque, una bottiglia di scotch premuta con fare protettivo al suo petto.


"Mi stai prendendo per il culo" borbottò Mickey mentre sollevava una gamba e tirava un forte calcio a Frank. "Alzati, cazzo!"

Frank si sedette, grugnendo e lamentandosi e poi imprecando quando il suo prezioso liquore si schiantò al suolo, frantumandosi. "Guarda cosa mi hai fatto fare!" esclamò, guardando Mickey con gli occhi socchiusi. "Qual è il tuo problema? Non ho soldi!"

Mickey afferrò Frank e premette la faccia sulla sua. Quasi ebbe un conato per la puzza che veniva dall'uomo, sapeva di alcool e piscio. "Non voglio i tuoi cazzo di soldi, faccia di culo" disse a denti stretti. "Quello che voglio è che alzi il tuo culo da ubriaco e vai a salvare il tuo fottuto figlio!"


Il volto di Frank franò nella confusione solo per un momento prima di piegarsi in basso, cercando. "Dov'è andato il mio scotch?"

"Mi hai sentito, cazzo?" gridò Mickey, strattonando la faccia di Frank verso la sua. "Ian è nei guai! Mio padre vuole i suoi soldi o gli succederà qualcosa di brutto. Non ci arrivi, cazzo?"

"Ian?" chiese Frank, chiaramente deluso.

"Sì. Ian. Il tuo fottuto figlio. Ricordi?" scattò Mickey, perdendo la pazienza.

Frank scosse il capo. "No. No, non è mio figlio. È di Clayton. Non mio"

"Mi stai prendendo per il culo" mormorò Mickey incredulo.

"Levati dal cazzo" sputò Frank, divincolandosi dalla presa di Mickey. "Lasciami solo" si distese di nuovo sulla panchina, già sul punto di svenire di nuovo.


Mickey lo fissò, sapendo che Frank era una causa persa. "Vaffanculo" disse, e poi sputò su Frank, dritto sulla sua faccia, ma il più anziano brontolò e tornò a dormire. Mickey si passò una mano tra i capelli e guardò su e giù per la strada, non sapendo cosa cazzo fare.

Quando Mickey tornò da Ian, fu sollevato nello scoprire che il rossino non si era mosso. Sapeva di potersi fidare di lui. Lo raggiunse e gli liberò le mani.

"Hai trovato Frank?" chiese Ian debolmente.

"Sì. Sì, l'ho trovato" disse Mickey con tono piatto. Si mise di fronte a Ian e si passò una mano fra i capelli. "Avevi ragione, cazzo. Il fottuto miserabile era svenuto su una cazzo di panchina, completamente ubriaco"

Ian annuì con consapevolezza e rimase seduto. "E adesso?"

Mickey prese la sedia vuota e si sedette al rovescio della stessa di fronte a lui. "E' sempre così?"

"Sì" disse Ian sfregandosi un occhio. "Non gliene fotte di nessuno a parte se stesso"


Mickey ragionò per la mossa successiva solo per una grazione di secondo prima di allungarsi e stringere la spalla di Ian.

Ian sollevò i suoi occhi scuri in quelli di Mickey e si fissarono, nessuno dei due parlò a lungo.

Mickey fu il primo a guardare altrove e tolse la mano. Si alzò e iniziò a camminare. "Dobbiamo fare qualcosa. Frank ovviamente non porterà i soldi. E tua sorella? Lei può?"

"No" disse Ian. "Non metterò mia sorella in mezzo"

"Beh, se non abbiamo i soldi, mio padre potrebbe uccidere e te e poi uno di loro"


Il viso di Ian si riempì di delusione. "Credi davvero che andrebbe a cercarli?"

"Cazzo se lo so" disse Mickey. "Forse potresti chiamarli. Dì loro cosa sta succedendo e di andare da qualche parte. Dì loro di non dare nell'occhio per un po' mentre mi invento qualcosa" tirò fuori il telefono dalla tasca e lo lanciò a Ian.

Ian afferrò il cellulare goffamente e chiamò casa. Sospirò per l'emozione quando Lip rispose al telefono.

"Lip"

"Ian, dove cazzo sei?"

"Lip, ascoltami. Sono nei guai, okay? Frank, lui...deve dei soldi a Terry Milkovich e Terry mi ha rapito e Frank ha fino a domani mattina o sono finito"

"Ian, cosa cazzo...dove cazzo sei?" esclamò Lip scosso dal panico.

"Ascoltami e basta, Lip. Devi prendere Fiona e i ragazzi e andare in un posto sicuro, okay? Non andare dalla polizia o altro. Noi proveremo a cavarcela."

"Noi...noi chi?" domandò Lip. "Ian, Cristo. Dimmi solo dove sei"

"Ascoltami e basta Lip, cazzo!" gridò Ian. "Vai in un posto sicuro. Cristo, anche da V e Kev. Chiudetevi dentro e nascondetevi...niente scuola, lavoro, niente. Assicuratevi di essere protetti. Non andate dalla polizia, peggiorereste le cose. Mi hai sentito?"

"Cazzo, Ian! In cosa cazzo ti sei cacciato?"

"Promettimelo!"

"Okay, okay! Lo prometto!"

"Ti chiamerò non appena saprò altro" disse Ian prima di attaccare e restituire il telefono a un Mickey dall'espressione preoccupata.

"Credi che ti ascolterà?"

Ian annuì. "Sì. Sì, ascolterà. Non andrà dalla polizia"

Mickey annuì. "Sì. Se vanno dalla polizia, mio padre si occuperà di loro. Devo gestirla da solo. Penserò a qualcosa"


Ian osservò Mickey mentre questi continuava a camminare in giro. "Sei sicuro che vuoi farlo?"

"Non sono più sicuro di niente adesso, cazzo, ma sono decisamente e fottutamente sicuro che non ti pianterò un proiettile in testa" esclamò Mickey. Smise poi di passeggiare e guardò Ian. "Dobbiamo andarcene da qui" disse. "Ho un po' di soldi con me. Dobbiamo lasciare la città, superarne alcune, trovare un motel o una roba del genere e dobbiamo pensare. Dobbiamo ottenere quei soldi in qualche modo e mettere fine a tutto questo"

"Vuoi davvero andare contro tuo padre e lasciare la città?" chiese Ian, alzandosi.

"Ammesso che ce ne andiamo e con un po' di fortuna troviamo i soldi, che succede se lui non lo accetta?"

"Non lo so, cazzo" disse Mickey, l'espressione spaventata. "Immagino che sia un fottuto ostacolo che dobbiamo superare una volta arrivati lì" stava per passare oltre a Ian ma si fermò quando sentì una mano afferrarlo. Ian lo fissò negli occhi e si leccò le secche, ammaccate labbra. "Grazie" disse, la voce calma e ferma.


Mickey inghiottì il grumo che aveva in gola e alla fine tolse la mano. "Non ringraziarmi ancora" disse per poi oltrepassarlo.

Ransom. || GallavichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora