20 CAPITOLO

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" Ok, non possiamo più aspettare" .
Cris si chinò a fianco al letto di Ginny e provò a tirarle qualche pizzicotto.
Si sentiva stupida che cosa si aspettava che lei si voltasse e le dicesse: " Ahi" ?
Eppure dentro di sé sapeva che lei era l' unica che poteva reagire.
Lei era stata rapita da meno tempo di James Sirius e lei, sicuramente, non era ferita quanto il figlio.
La sua era solo una situazione mentale.
Solo. Come se dire quella parola lo rendesse più semplice.
" Merlino, Ginny Weasley, devi svegliarti, ora, subito, devi farlo..." chinò la testa sulle mani giunte e prese un respiro.
" Friggeranno il tuo cervello" sussurrò " non ricorderai più nessuno, devi svegliarti, devi aiutarmi a portarvi fuori..."
" Cris!"
La ragazza schizzò in piedi ad una velocità incredibile ed i suoi occhi si spalancarono notando che davanti a lei c' era Leary.
Quanto poteva aver sentito?
" Io stavo..." che stava facendo?
Ma fortunatamente a Leary non sembrava importare.
Sul suo volto c' era un sorriso ed i suoi occhi brillavano di trionfo mentre la guardava.
" Che succede?" chiese Cris.
Non sapeva se essere preoccupata o se tirare un sospiro di sollievo per il fatto che avesse altri pensieri che non gli facessero notare quello che lei stava facendo.
Lui si avvicinò e la prese per un braccio cominciando a trascinarla fuori.
Lei guardò le sue dita chiuse nella sua pelle nuda e aggrottò ancora di più le sopracciglia.
Riportò lo sguardo su di lui e si fermò di botto piantando bene i piedi per terra.
" Dimmi cosa sta succedendo o io non mi muovo da qua" disse risoluta.
Leary la guardò attentamente e per un attimo un lampo di collera parve oscurare i suoi occhi.
Cris si impose di restare ferma e continuare a guardarlo negli occhi e con sua sorpresa Leary sorrise.
" Abbiamo la possibilità di prendere Harry Potter" le comunicò, i suoi occhi sembravano sprizzare letteralmente gioia.
Cris lo guardò confusa " ma...avevamo detto...t..."
" Che cosa c' è non vuoi più farlo?" le domandò innervosito poi prese un respiro " tu mi piaci, ma devo fidarmi di te".
Non aveva abbassato minimamente gli occhi da lei, non l' aveva neanche spostati, sembrava che volesse leggerle nel pensiero.
La parola Occlumanzia le si materializzò nel cervello e Cris abbassò gli occhi e cercò di innalzare le barriere come le era stato insegnato.
" Io mi sono esposto con te...vorrei presentarti alla madre, vorrei portarti al quartiere generale..."
La madre?
La madre di chi? Sua forse? O era semplicemente un nomignolo come Tu sai chi o Signore Oscuro?
Rialzò gli occhi quando sentì le sue dita accarezzarle una guancia.
" Devi solo dimostrarmi che sei davvero dalla nostra parte e poi potrai essere una di noi...ma ti prego non rimandare più".
Cris spalancò gli occhi quando le labbra di lui si posarono sulle sue.
Strinse i pugni e inspirò bruscamente.
Che cosa doveva fare adesso? Staccarsi di colpo o schiaffeggiarlo non le sembrava la mossa più giusta, ma fino a dove poteva spingersi per fare quello che si era prefissata?
Alzò le mani e le puntò sul suo petto.
Lo fece dolcemente anche se avrebbe voluto spingerlo con tutta la forza che aveva e sbatterlo contro il muro.
" Io non posso" affermò senza smettere di guardarlo negli occhi e lui sorrise prendendole la mano " per ora" replicò con voce divertita, ma si staccò da lei e si avviò alla porta.
" Preparati...cinque minuti, poi ti aspetto al portone principale" le disse e si voltò uscendo dalla porta.
Cris si lasciò scivolare lungo il muro e appoggiò la testa su una mano.
Fino a dove poteva arrivare senza perdere se stessa?
Emise un gemito di rabbia e si voltò verso Ginny e James.
Quasi trasalì quando vide gli occhi di lui aperti.
Corse verso James e gli circondò le braccia con le mani " James, mi senti?" gli chiese, ma lui non rispose.
Frustrata si alzò e cominciò a girare in tondo.
Non era servito a niente. Tutto, aveva provato di tutto e l' unica cosa che era riuscita ad ottenere era che anche James aprisse gli occhi.
Adesso erano entrambi svegli o meglio, apparivano svegli; perché potevano anche essere vigili, ma non erano coscienti.
Nessuno dei due reagiva alle sue parole e nessuno dei due muoveva neanche un muscolo.
Si alzò e si diresse verso la porta.
Doveva andare o sarebbe stata davvero nei guai e non poteva permetterselo.
Non per ora almeno.
***
" Ok, non possiamo più aspettare" .
La voce di Zoe era spazientita e i suoi occhi erano rivolti verso la tenda dove da più di tre ore erano rinchiusi tutti.
" Che cosa vorresti fare?" domandò J.J.
" Uscire da questa situazione...posso benissimo usare il mio potere e liberarmi e poi libererò te" gli spiegò.
J.J. sospirò " e dove andiamo senza bacchetta e senza poter tornare nel passato? Come credi di poter aiutare tua sorella?"
Zoe non rispose e il suo labbro tremò leggermente, J.J. avrebbe voluto consolarla e stringerla tra le sue braccia, ma si limitò a distogliere lo sguardo per lasciarle lo spazio necessario.
Sapeva che era orgogliosa, sapeva che stava provando con tutta se stessa a non piangere, a non umiliarsi davanti a lui.
" Non sei sola" mormorò senza neanche guardarla.
Sentì un leggero singhiozzo, sicuramente le era sfuggito suo malgrado e J.J. sospirò.
" In questa merda ci siamo insieme come sempre e ne usciremo insieme come sempre".
Mosse un piede spostando un po' di terra e puntò di nuovo lo sguardo verso la tenda.
Aveva fatto un gran casino e se adesso Zoe stava così era tutta colpa sua.
Il pensiero di Cris e Pegasus rimasti indietro nel passato lo soffocava e saper di aver causato tutta questa preoccupazione in Zoe lo faceva impazzire.
Lui...lui l' amava e riusciva solo a farla soffrire.
" Loro sono il bene, ci daranno una possibilità, ci faranno spiegare o ci faranno l' incantesimo dell' identità...hanno solo bisogno di tempo" riprese, senza sapere se stesse incoraggiando più lei o più se stesso.
J.J. sentì tirare su con il naso ed un lieve rumore di ghiaia smossa, poi un peso leggero sulla sua spalla.
Capì che Zoe aveva appoggiato la sua testa su di lui, senza riflettere sfiorò i suoi capelli con le sue labbra.
Rimasero così, fermi, immobili nei loro gesti e nelle loro parole, aspettando e sperando che qualcuno arrivasse presto.
Quando dei passi si fermarono davanti a loro, alzarono entrambi lo sguardo e J.J. quasi urlò di gioia vedendo suo nonno davanti a lui.
Cercò d' ignorare lo sguardo ostile che vedeva nei suoi occhi e guardò le altre persone davanti a lui.
Accanto a suo nonno c' erano Lily e James Potter e dall' altro lato Scorpius Malfoy e un' altra persona che J.J. non conosceva, ma vedendo il colore dei suoi occhi immaginò che fosse la madre di Nath, la compagna di James.
" Spiegatevi"
La voce di Harry era così ostile che J.J. avrebbe voluto piangere.
Sapeva che suo nonno non lo conosceva, sapeva che per lui era un estraneo, ma non era abituato a sentire quel tono da lui.
Vedendo la sua incertezza Zoe decise di iniziare a parlare e decise che la cosa migliore fosse dire tutta la verità.
Pensavano già che fossero degli Apocalittici o dei pazzi e quindi, cosa avevano da perdere?
J.J. si limitava a guardarli attentamente, ad uno ad uno, cercando un qualcosa che potesse fargli capire se gli stavano credendo, se li avrebbero aiutati.
Vide il corpo di Lily irrigidirsi quando Zoe nominò Pegasus e Scorpius invece contrasse la mascella.
Poteva vedere chiaramente quanto tutto quello fosse doloroso per loro, ma li lasciarono finire, senza interromperli neanche una volta.
Sembrava che ogni rumore nel bosco si fosse placato, sembrava che tutti, anche gli animali selvaggi, stessero ascoltando il racconto di Zoe.
" E questo è tutto" concluse con un sospiro.
I suoi occhi si fermarono sicuri in quelli verdi di Harry Potter, si concesse solo un secondo per ammirare quanto gli occhi di Harry fossero identici a quelli di J.J., in tutto: nella forma, nel colore e nel calore che trasmettevano.
Come potevano essere così ciechi da non riconoscere che J.J. assomigliava troppo ad Harry per essere un impostore?
" Vorremmo solo che ci aiutaste a tornare nel passato" .
" Solo?" chiese James ironico e J.J. lo guardò, la sua voce era così simile a suo padre.
" Andiamo, James, non crederai a quello che dicono?" si oppose la sconosciuta.
" Certo che no" affermò James, guardò J.J. e si passò nervosamente una mano tra i capelli " è solo che lui..."
Lasciò la frase in sospeso, ma non c'era bisogno che la finisse per sapere quello che stava pensando.
Lui era uguale a suo padre.
J.J. notò che Lily e Scorpius non avevano ancora detto niente, limitandosi a guardarli con sospetto.
" E' vero" bisbigliò J.J. guardando entrambi negli occhi " è tutto vero" ripeté alzando leggermente la voce.
" Pegasus è nel passato e dobbiamo salvarlo, è insieme a Cris, la sorella di Zoe..."
" Adesso basta" la voce di Scorpius era fredda " Queste persone non possono parlare di Pegasus come se fosse...come se potesse agire di sua volontà" disse voltandosi verso Harry e parlando con difficoltà.
Ogni cosa, ogni atteggiamento sembrava mostrare quanto l' argomento Pegasus lo facesse soffrire non che avrebbe mai potuto essere diversamente: era un padre che aveva perso un figlio, o chissà, forse in questa realtà non lo aveva neanche mai conosciuto.
" Lui non...lui è ancora..."
" Nel castello" lo interruppe J.J. " lo so ce l' hanno detto".
" Chi?"
J.J. ebbe difficoltà a guardare negli occhi Lily Potter, per quanto continuasse a ripetersi che non era più la cattiva per eccellenza, che in questo futuro era una brava donna preoccupata per il figlio, continuava a sentirsi come se potesse lanciargli una maledizione da un momento all' altro.
" Ce lo hanno detto i vostri figli" rispose, inutile continuare a mentire.
Videro tutti e quattro i genitori voltarsi indietro e quasi sorrisero al pensiero della ramanzina che si sarebbero beccati i due.
" Non crediamo ad una sola parola di quello che raccontate" sentenziò James e Zoe scosse la testa.
" Per favore...perché non ci fate il test dell' identità" propose.
" Perché ? stai chiedendo perché?" chiese Lily, i suoi occhi castani sembravano emettere lampi di rabbia " vieni qua e dici di essere figlio di mio fratello...mio fratello che è morto a ventun' anni, mio fratello che è morto senza avere neanche un figlio, mio fratello che..."
James le strinse la mano " sai potevi dire di essere chiunque, forse anche mio figlio, ma non dovevi giocare sui nostri sentimenti nominando Albus".
J.J. scosse la testa " io non gioco con i vostri sentimenti...io...le cose sono complicate, noi veniamo da un altro futuro..."
Scorpius lo interruppe con una risata " questo è davvero troppo" disse " è ridicolo" ribadì " dicono di conoscere Pegasus che è rinchiuso da quando aveva due mesi e dice di essere figlio di Albus...questo ragazzo avrà meno di vent' anni...quando ti ha fatto da morto?" chiese alzando la voce di un tono sull' ultima parte.
J.J. abbassò la testa sconfitto e Zoe lo guardò con grande compassione e si sentì invadere dalla rabbia.
Passò uno sguardo di fuoco su tutti quanti e sentì il calore riempirle le vene e farle scottare la faccia " Sentite" sibillò " vi chiediamo solo di darci una possibilità, il nostro futuro è diverso e J.J. ha ragione...suo padre è vivo, tu sei morto" disse indicando James con la testa " e tu..."
" Zoe" J.J. la fermò, non poteva dire davvero a Lily Potter chi era nel loro futuro " e noi siamo cresciuti con Pegasus...volete una descrizione? Come faremo a sapere che è biondo ed ha gli occhi grigi di suo padre, che è testone come la madre, ma ha un cuore d' oro, che sta facendo di tutto per mandare all' altro mondo tutti gli Apocalittici..."
Lily si portò una mano alle labbra e guardò Scorpius.
Forse non era vero, anche perché la loro storia sul futuro alternativo faceva acqua da tutte le parti eppure nel suo cuore di madre, le sembrava davvero di vedere Pegasus dalle loro descrizioni.
Harry sorrise tristemente " vi faremo il test dell' idendità, ma dopo quello che hanno fatto a James, saremo noi a togliervi il sangue, noi a dire l' incantesimo, noi a controllare il risultato".
J.J. annuì, potevano fare quello che volevano, tanto lui sapeva di essere un Potter e glielo avrebbe dimostrato.
Lily si avvicinò a lui e J.J. si scansò automaticamente.
" Mi sembravi desideroso di farlo, o sbaglio?" domandò ironica.
J.J. prese un respiro. Non lo avrebbe maledetto. Non lo avrebbe maledetto.
Con un incantesimo fece evanescere le corde che li circondavano " non fate un solo movimento" li avvertì Scorpius che non sembrava per niente felice di vedere Lily occuparsi di loro.
J.J. le tese le mani e Lily fece un piccolo taglietto con la bacchetta prima di raccogliere il suo sangue nella provetta, poi passò a Zoe e lei gli pose la mano aperta " attenta, mi sono appena fatta le unghie" commentò innervosita.
Lily piegò la testa e la guardò con un mezzo sorriso. Le sue labbra ed il suo naso sembrava quello degli Weasley, ma non poteva essere...o poteva?
Passò anche questa fiala a suo padre e attese.
Harry pronunciò l' incantesimo, ma entrambe le fiale si sbriciolarono tra le sue mani.
Zoe e J.J. spalancarono gli occhi e si guardarono scuotendo la testa con un senso di negazione.
Non fecero in tempo a dire niente che quattro bacchette si alzarono su di loro.
***
Cindy mescolò ai due cervelli della sua vasca l' ultimo ingrediente che le serviva e li guardò.
Ogni giorno diceva a Cris che piano piano ci avrebbe fatto l' abitudine, ma non era propriamente vero.
Lei non era sicura di essere riuscita a fare l' abitudine a tutto questo e men che mai ai cervelli.
Inizialmente amava le idee degli Apocalittici, amava la loro esuberanza, il loro essere pieni di ideali, ma poi la cosa si era trasformata in una guerra ad Harry Potter e tutto il resto era rimasto in secondo piano.
Cindy continuava a chiedersi il motivo, ma sapeva che non lo avrebbe mai saputo.
Lei non era nella cerchia interna e, nonostante la curiosità a volte la rodesse, in realtà ne era felice.
Non voleva essere partecipe di quella follia.
" Credi davvero di starne fuori solo perché non sei all' esterno a combattere?"
Come poteva pensarlo, soprattutto mentre preparava i cervelli per Ginny e James Potter.
" Ora ci manca solo che mi metta a parlare da sola" si rimproverò scuotendo la testa con un sorriso.
Appena sentì un rumore però, il sorriso le si congelò sulle labbra.
Si guardò intorno, ma non c'era nessuno.
Ricominciò a respirare, sicuramente era un' impressione, visto che era rimasta sola; quasi tutti erano andati alla battaglia e l' avevano lasciata a curare tutti i cervelli, non che fosse difficile, visto che gli unici pronti erano quelli che stava mescolando in quel momento.
Il rumore sordo si ripeté e Cindy sentì il cuore cominciarle ad accelerare.
" Chi c' è ?" chiese, ma non udì risposta.
S' impose di riportare il suo cuore a battere normalmente e prese la sua bacchetta dalla tasca del camice.
BUM.
Di nuovo, più forte.
Cindy era sicura stavolta, non c' era alcun dubbio, era un rumore che proveniva dall' interno del magazzino.
" Che cos' hai paura che un cervello esca e ti si arrampichi addosso?" si disse, ma non si sentì tranquillizzata, forse perché sapeva che se si fosse avvicinata troppo sarebbe potuto succedere davvero.
Con la bacchetta stretta tra le mani tremanti si mosse verso dove aveva sentito il rumore.
Passo dopo passo, leggera e silenziosa.
Quando il rumore replicò di nuovo, si voltò, era sicura che venisse da lì, proprio accanto a lei.
Ma di fianco a lei c' era solo la porta rossa che conduceva alla stanza dei prigionieri.
Sentì il cuore balzarle in gola, ma decise di aprire, maledicendo la sua curiosità Corvonero.
La porta non era ancora del tutto aperta, quando si fermò aprendo le labbra sorpreso.
Disteso prono sul pavimento c' era James Sirius Potter.
Sembrava privo di conoscenza.
Quindi come era arrivato fino a là?
Si chiese se Cris non avesse combinato qualcosa e si chinò su di lui per sentire il battito ed il respiro e dopo lo avrebbe levitato di nuovo sulla sua brandina.
Come si avvicinò però lui spalancò gli occhi e mentre lei indietreggiava per la sorpresa le afferrò la bacchetta.
" Grazie" disse con un sorriso.
La sua voce era poco più forte di un sussurro, ma i suoi occhi erano svegli e sembravano pieni di una strana energia e di un sentimento che colpirono Cindy.
" Tu...tu...tu"
" Sì, io" rispose James e cercò di mettersi seduto contro il muro.
Cindy vide che non riusciva a muovere le gambe e non se ne stupì data la lunga inattività.
Lo guardò mentre si scuoteva le cosce intorpidite e si tirava dei pugni piuttosto forti.
" Non funzionerà" disse, suo malgrado si sentì in dovere di condividere la sua conoscenza.
Non si poteva certo dire che non fosse una Corvonero.
Lui la guardò con malcelata rabbia " se stai pensando di assalirmi, visto che non posso reggermi in piedi, ti avverto che non ti renderò la vita semplice" l' ammonì puntandogli la bacchetta contro.
Cindy si sentì invadere da una paura fredda.
" Probabilmente mi faresti più paura se non me lo dicessi in un sussurro" lo schernì riferendosi al fatto che era praticamente afono.
In realtà però non si sentiva affatto tranquilla.
Nonostante sapesse che si doveva essere appena svegliato da un anno e mezzo d' incoscienza, nonostante sapesse che doveva essere davvero debole, la rabbia e la forza che leggeva nei suoi occhi la spaventavano.
E in fondo lui che cos' aveva da perdere?
Che cosa gli impediva di farle del male?
Poteva anche lanciarle un Imperdonabile e uscire con calma - strisciando- ma con calma, visto che tutti erano andati via.
Lo vide abbassare la bacchetta, probabilmente per la sua mancanza di reazioni e la guardò più dolcemente, quasi come se la capisse.
" Non voglio farti del male" le comunicò e Cindy respirò nuovamente.
" Dove siamo?" chiese lui " non siamo in una base degli Apocalittici o a quest' ora sarebbero accorsi tutti" ipotizzò e Cindy scosse la testa " invece sì" disse con un filo di voce " ma adesso non c' è nessuno".
James contrasse le sopracciglia.
Non sapeva se fidarsi, magari appena avesse svoltato l' angolo sarebbero arrivati tutti in massa e lo avrebbero steso immediatamente, ma alla fine non aveva scelta.
" Devi darmi qualcosa per rimettermi in piedi...conosco un paio d' incantesimi, ma non funzioneranno a lungo...mi serve una pozione energizzante...una di quelle mediche".
Cindy scosse la testa " perché dovrei collaborare?" domandò.
Avrebbe passato troppi guai per la scomparsa di un prigioniero.
Due prigionieri, visto che dubitava che James avrebbe mai lasciato sua madre.
" Perché dovrei lasciarti in vita?" domandò lui di rimando.
" Non andresti da nessuna parte senza di me" gli disse lei sprezzante.
" Non mettermi alla prova" la provocò James e Cindy si ritrovò ad osservare quel ragazzo.
Si era appena svegliato, dopo un anno e mezzo di sedazione, eppure non aveva neanche chiesto che gli fosse successo o quanto tempo fosse stato in quelle condizioni, l' unica cosa che gli importava era venirne fuori.
Cindy sentì il rumore di una porta che si apriva e quasi tirò un sospiro di sollievo.
Erano arrivati, adesso l' avrebbero aiutata.
Adesso avrebbero ripristinato le cose come dovevano essere e lei sarebbe stata libera.
Fece per alzarsi, ma si ritrovò bloccata nei movimenti.
Il suo viso era irrigidito e non riusciva a muoverlo, ma riuscì a spostare gli occhi verso di lui " Ti avevo detto che sapevo usare la bacchetta molto bene" mormorò James soddisfatto.
Si spinse fino a riuscire a mettere la testa appena fuori dalla porta ed osservò chi era entrato.
" Ma che..." 

E se domani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora