5CAPITOLO

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  " Tua sorella mi sta facendo letteralmente andare fuori di testa" .
Scorpius si sedette attorno al tavolo e quasi sbatté, il vassoio con il mangiare, sopra di esso.
Albus lo guardò da sopra gli occhiali. In effetti sembrava davvero innervosito.
" Dov' è ora?" gli chiese con tono di noncuranza e Scorpius lo guardò con nervosismo " ti importa?" gli chiese sarcastico.
Questo recitare la parte del fratello a cui non importava niente di quello che faceva sua sorella, non riusciva molto bene ad Albus, o almeno non riusciva ai suoi occhi che lo conosceva bene e che lo vedeva esternamente, ma Lily sembrava crederci.
Albus fece cenno di diniego " no, semplicemente ti ho visto e sembri molto preso da lei" lo guardò dritto negli occhi " non devi" gli ordinò e Scorpius sollevò il labbro superiore in segno di scherno, appoggiandosi comodamente contro la spalliera della sedia " e me lo dici in qualità di..."
Forse si aspettava che gli dicesse che era ancora un fratello geloso, ma dimenticava che anche Albus era furbo e sapeva svicolare bene " in qualità di migliore amico" gli disse, tornando a mangiare.
Ma Scorpius non aveva intenzione di arrendersi, quella storia era durata fin troppo " ah, certo, ma non devi preoccuparti per me, vedi, io non ho intenzioni serie con lei"
Vide la mano di Albus stringere più forte la forchetta, ma, ancora, il ragazzo non disse niente.
" Mi piace e non lo nego, ammetto che per una buona notte di sesso mi sta facendo dannare, ma credo che riuscirò a portarmela a letto e dopodichè..."
" Smettila" .
Albus lasciò di colpo la forchetta che tintinnò nel piatto e guardò il suo amico con gli occhi che sembravano due tizzoni verdi e ardenti.
" Non m' importa" gli disse " puoi portartela a letto, lasciarla, sposarla o averci cinque figli, ma non mi dire niente di lei" gli disse alzando di un tono la voce.
" Non m' importa niente di lei. E' morta il giorno in cui è morto mio fratello e hanno torturato nostra madre".
Scorpius era sconvolto.
Non sapeva se a disturbarlo di più fosse stato il fatto che Albus stesse parlando davanti a tutti di quello che era successo quel giorno, cosa che non avveniva mai; o se fosse stato il fatto che avesse alzato la voce; o ancora, il fatto che le sue parole trasudavano così tanto odio che lo costrinse a chiedersi se si fosse sbagliato, se davvero ormai il rapporto tra Albus e Lily fosse definitivamente rotto.
Il silenzio era calato nella stanza. Scorpius vide che tutti li stavano guardando e vide lo sguardo attento di Alexander e quello triste e comprensivo di Alice.
Albus si alzò così velocemente che grattò la sedia contro il pavimento e se ne andò senza guardare in faccia nessuno.
" Sono davvero bravo ad allontanare da me tutti i Potter, oggi" disse ironico Scorpius, appena Alice si sedette accanto a lui.
" Ma che è successo?" chiese lei, mentre anche Pegasus li raggiungeva.
Scorpius guardò il ragazzo negli occhi come per comunicargli che era di troppo in questioni tanto private, ma quando vide che lui sosteneva il suo sguardo senza accennare ad alzarsi, scosse le spalle e continuò a parlare, tanto se fosse rimasto nel programma si sarebbe accorto da solo dei rapporti tra i due fratelli.
" Stavo cercando di far capire ad Albus che tiene a Lily, credevo di scatenare il suo lato geloso di fratello maggiore..."
" Vorresti dire che voi..."
Ma Scorpius interruppe Alice con un' occhiata, non si sentiva a suo agio a parlarne davanti ad Alexander, il sorriso sfrontato che gli vedeva in volto, pur ricordandogli vagamente quello di Lily, non gli piaceva come il suo.
" Comunque" riprese " ho solo ottenuto di sentirmi dire che non gli importa niente di lei" guardò Alice negli occhi " non capisco" disse sospirando " devi aver notato anche te come si comporta nelle situazioni di pericolo o durante le prove fisiche di Lily".
Alice annuì " non le toglie gli occhi di dosso" convenne.
" Non solo, il suo corpo s' irrigidisce e, a volte, mi sembra di sentirlo anche trattenere il respiro" incrociò le braccia lasciandosi, di nuovo, andare verso la spalliera " dev' esserci qualcosa che non ci dicono..."
" Certo che c' è" intervenne Pegasus, parlando per la prima volta e Scorpius spostò lo sguardo su di lui, guardandolo con sospetto.
" E tu che ne sai, Alexander?" gli chiese, senza preoccuparsi che potesse sentire il sospetto e la rabbia verso di lui " non sapevi solo quello che scrivevano i giornali?" chiese ancora.
Pegasus sorrise e portò l' indice e il medio della sua mano ad allargare piano il suo elastico, come se stesse riflettendo " non c' è bisogno di sapere di più per capire che nascondono qualcosa che non vogliono che voi sappiate"
" In che senso?" gli chiese Alice, in tono gentile.
Pegasus prese un respiro e guardò un secondo sua zia prima di riportare lo sguardo su suo padre " tu sei un uomo duro, giusto? " gli chiese e Scorpius assottigliò gli occhi senza rispondere " o perlomeno così vuoi sembrare, ma se dei ladri entrassero in casa tua e tu ti ritrovassi a piangere come un bambino, vorresti che si sapesse?"
" Certo che no" disse Alice in un sussurro, come se per la prima volta, avesse capito cosa nascondevano Albus e Lily.
" Quindi credi che sia andata così?"
" Gli dai anche relazione?" si oppose Scorpius e Alice annuì.
" Certo che sì, rifletti. E' principalmente Albus che disprezza Lily, lei cerca sempre di allontanarsi da lui perché non riesce a sopportare tutto il rancore che legge negli occhi di suo fratello, quindi..." fece una pausa nella quale spostò il suo sguardo da Scorpius a Pegasus " Lily ha fatto qualcosa durante l' attacco. Qualcosa per la quale Albus la odia" concluse e Pegasus annuì " proprio così" concordò con un sorriso.
" Ora sono entrambi in palestra" osservò Scorpius, guardando Alice.
Non era sicuro di quello che voleva fare. Certo non era la prima volta che si ritrovavano faccia a faccia da quando era successo il fatto, ma in quel momento erano entrambi sconvolti.
Alice si alzò come se la sedia avesse cominciato a scottare " vado a cercarli" disse " vengo con te" affermò Scorpius e Pegasus si rilassò contro lo schienale continuando a mordicchiare un gambo di sedano.
Non aveva motivo di andare. Non era per quello che era venuto nel passato.
Non gli importava se suo zio e sua madre non si parlavano- anche se non riusciva a capire come mai lui non gliene avesse mai parlato- sarebbe stato solo una complicazione in più.
Non gli importava, ma non riusciva a togliersi dalla mente i suoi occhi.
Quegli occhi che sembravano credere in lui e se qualcosa del suo rapporto con Albus avesse contribuito a renderla così?
Era tornato indietro con un' idea fissa in mente. L' idea di ucciderla.
L' idea di guardarla negli occhi mentre lui le avrebbe fatto male quanto lei ne aveva fatto a lui, ma adesso le cose erano cambiate. In un solo giorno, con poche occhiate e poche parole, si rendeva sempre più conto che lui avrebbe voluto poterla salvare e cambiare il loro futuro in un altro modo.
Posò il gambo di sedano sul piatto e si strusciò le mani sulla divisa dei pantaloni, quasi come se dovesse raccogliere il coraggio per andare, o al contrario per restare.
Guardò tutti gli altri ragazzi che ridevano e che erano tornati a mangiare tranquilli e spensierati e poi si alzò.
***
" Gli Apocalittici, per ora, si sono rivelati soltanto una volta..."
" Per l' attacco alla famiglia di Harry"
Cristel era seduta sul divano e stava parlando delle sue teorie con Zoe e J.J., era davvero convinta di essere sulla strada giusta.
" E con questo?" chiese Zoe, guardando la sorella nei suoi occhi azzurri.
Cristel mosse la testa da un lato all' altro, pensierosa.
Erano giorni che ci pensava, da quando nel loro presente avevano iniziato le ricerche sugli Apocalittici.
Avevano sempre pensato che gli Apocalittici volessero semplicemente metter fine al mondo magico e forse, in parte, ne era ancora convinta, ma era sicura che non volessero eliminare tutti i maghi, ma mettere fine al mondo magico per come lo conoscevano loro e piano piano ci stavano riuscendo.
" Apocalisse non nel senso di fine del mondo" disse a voce bassa e Zoe aggrottò le sopracciglia " posso sentire anche da qua le tue meningi lavorare, dimmi a cosa stai pensando" le disse.
Cristel sollevò lo sguardo e guardò prima sua sorella e poi J.J. notando, per un solo secondo, che Zoe, in quel momento, aveva lo stesso colore degli occhi del giovane Potter.
" Sto pensando al termine Apocalisse" spiegò loro Cristel, ma Zoe e J.J. si guardarono ancora più confusi " una traduzione aiuterebbe" commentò J.J. ironico.
" Apocalisse significa scoprire, portare alla luce ciò che è nascosto..."
" Ancora non ti seguo" la interruppe sua sorella e Cristel sospirò " che gemella sei, se non riesci a seguire le mie teorie" la prese in giro, mettendosi più comoda e portando una gamba sotto la coscia.
" Nessuno riuscirebbe a seguire le tue teorie" la prese in giro J.J. e Cristel lo guardò in tralice " mi sarei aspettata questa risposta da Pegasus e non da te" lo rimproverò.
J.J. rise " bè, in fondo siamo cugini, no?"
Cristel annuì tornando al suo pensiero principale " già, siete cugini " affermò " due Potter..."
" Malfoy. Almeno che tu non abbia intenzione di incorrere nella sua ira" la riprese Zoe con una voce quasi solenne, come se volesse mettere l' accento su quanto, per lei, fosse assurda la rabbia che Pegasus provava verso il cognome di sua madre.
" Sì, ma in questo tempo hanno attaccato i Potter"
" Cris, hai finito? Mi sembri pazza" si lamentò Zoe, quando Cristel s' immobilizzò di nuovo, persa nei suoi pensieri.
" Cosa?" chiese lei voltandosi di nuovo a guardare sua sorella.
Zoe sbuffò " è ridicolo" commentò arrabbiata " vuoi farci un discorso come si deve e spiegarci a cosa stai pensando?" le chiese e la guardò negli occhi, come se non ammettesse un diniego per risposta.
" Perché hanno attaccato la famiglia di Harry Potter e poi si sono fermati?" chiese Cristel, voltando completamente la testa per avere di fronte gli occhi di sua sorella.
Zoe e J.J. non dissero nulla, ancora non erano sicuri di dove lei volesse arrivare.
" Sappiamo che sono stati gli Apocalittici a causa dei libri di Storia della Magia ed a causa della testimonianza di tuo padre o di quello di Pegasus, ma se non fossero stati loro? "
J.J. scosse la testa " stai insinuando che mio padre avrebbe mentito per anni?" chiese J.J. quasi offeso.
Cristel sospirò " sto insinuando che magari tuo padre ha visto ciò che gli volevano mostrare" lo corresse e J.J. si alzò in piedi ancora pieno di rabbia.
" Forse è quello che piacerebbe a te. Forse Pegasus ha ragione, tu dimentichi che cosa la nostra famiglia ha passato, ma mio padre non ha passato giorno della sua vita senza ricordare la tunica verde degli Apocalittici. Era l' ultima cosa che vedeva prima di addormentarsi e la prima appena sveglio..."
" Ma non capisci che potrebbe essere stato il trauma o..." ipotizzò Cristel, ma J.J. fece un gesto spazientito con la mano per farle capire che non voleva sentire più niente.
" Trauma? Trauma? Certo che aveva un trauma, hanno ucciso suo fratello e rovinato la sua vita per sempre" J.J. era inorridito " sono felice che Pegasus non sia ancora tornato, non sai cosa stai dicendo...ti stai arrampicando sugli specchi" le disse con rabbia e poi si girò e se ne andò.
" Cris" la rimproverò Zoe, alzandosi per raggiungerlo, ma sua sorella la fermò per un polso.
" Ascoltami" le disse, guardandola negli occhi con quella sorta di tacito accordo che avevano sempre avuto di ascoltarsi e credersi l' un con l' altra.
" Lui è offuscato dai sentimenti e sicuramente lo sarebbe anche Pegasus, ma io credo di aver ragione, credo che l' attacco ai Potter e la nascita degli Apocalittici sia una cosa diversa..."
" Fammi capire, davvero stai ipotizzando che le persone che hanno causato la guerra nella quale siamo dentro da vent' anni siano buone?" le chiese Zoe, guardandola come se non credesse alle sue parole e Cristel scosse la testa " certo che non sono buone, sto solo dicendo che forse questa guerra è stata provocata...magari è nell' interesse di qualcuno che avvenga e quale modo migliore che non attaccare la famiglia del salvatore magico, colui che tutti amano" spiegò Cristel.
Zoe sospirò ancora non del tutto convinta " e come intendi indagare?" le chiese.
Cristel si morse la guancia e guardò la sorella come se fosse indecisa se dirlo " dobbiamo parlare con Aaron Corner"
Zoe emise una risata ironica " sai che, anche se passassimo i controlli al Ministero, non ci farebbero mai entrare a parlare con un prigioniero, vero?" le chiese " senza contare che noi non esistiamo in questo tempo" aggiunse, ma Cristel con sua sorpresa annuì.
" Ma tu puoi diventare chiunque"
" E come pensi di passare la pesa delle bacchette?"
" Con quella di Pegasus" affermò Cristel sicura e in quel momento Zoe scoppiò a ridere.
" Stai scherzando, vero?" le chiese tra le risate, Cristel le lasciò il braccio ed incrociò le sue quasi offesa " no, che non scherzo" borbottò.
" Dovrei fingere di essere Harry Potter?" le chiese, quando le risate iniziarono a scemare e lasciarono il posto all' incredulità " hai idea di quanto possa essere pericoloso?" le chiese " se mi scoprono cosa gli dico: dolcetto o scherzetto?" la prese in giro.
Cristel sbuffò " non fare l' antipatica..."
" Sono serissima" si oppose Zoe " verrò con te" e Zoe inarcò le sopracciglia bionde " è un suicidio" commentò e Cristel sorrise. Aveva ceduto.
***
Lily uscì dallo spogliatoio. Si sentiva stupida ad essersi rifugiata nel bagno come le ragazzine e oltretutto cominciava anche ad avere piuttosto fame.
Il problema era Scorpius. Riusciva a controllarsi sempre meno in sua presenza.
Sembrava che tutto il suo corpo vibrasse quando era vicino a lui, sembrava che volesse implorarla di lasciarsi andare, di amare ed essere amata.
Ancora, nonostante fosse passata più di mezz' ora, Lily sentiva le sue membra tremare e il suo cuore battere.
Proprio per quello doveva allontanarlo, proprio per quello cercava di allontanarlo, ma la realtà era che non ci riusciva perché le piaceva quello che sentiva: amava sentire il suo cuore riscaldarle le vene e accelerare nel suo petto; amava anche sentire il suo respiro divenire più affannoso e i suoi muscoli vibrare di eccitazione.
Forse perché era l' esatto opposto di quello che aveva sentito quel giorno, quando il respiro si era affievolito, i suoi muscoli si erano irrigiditi e il suo cuore si era fermato insieme a quello di suo fratello.
" Devi lasciarlo stare"
Lily alzò gli occhi e vide Albus davanti a sé, teatralmente appoggiato al muro accanto alla porta come se stesse aspettando proprio lei.
Capì subito di chi stava parlando e fece per superarlo per andarsene. Non valeva neanche la pena di provare a parlare, a chiarire, lei aveva perso due fratelli quel giorno.
Lei era rimasta sola.
Sola, perché non poteva dire a nessuno quello che era successo: non poteva dirlo a suo padre, o ad Alice, né tantomeno ad Albus e questo la rendeva sola.
Non riuscì a superarlo perché Albus la fermò per un polso " devi lasciarlo stare" le impose e Lily alzò i suoi occhi castani " lasciami, Al " gli ordinò, guardandolo dura.
Da quando era successo tutto non si erano mai riavvicinati, Lily sapeva che era perché lui la incolpava, ma non capiva come mai, il suo fratellone, colui che per lei era stato un punto di riferimento, un confessionale e un amico tutto insieme, le avesse potuto voltare le spalle per quello e non capire che lei era stata torturata e ferita tanto quanto lui.
" Ho detto lasciami" ripeté, ma non mosse il braccio per liberarsi, per assurdo quello era il primo contatto che avevano avuto da quando era successo il fatto.
" Non puoi rovinare anche lui è il mio migliore amico" le disse e Lily inarcò le sopracciglia rosse fino a farle scomparire sotto i suoi capelli " ma ti senti?" gli chiese " sembri un bambino. Lui è mio amico e quindi tu non ti devi avvicinare a lui" prese un respiro " lui è un adulto e può decidere da solo, anche se non capisco perché debba scegliere, non può scegliere entrambi ?"
Albus rise, ma Lily notò che i suoi occhi erano pieni di rabbia repressa " credi che sia questo il problema?" le chiese e Lily fece segno di diniego " no, credo che siamo noi il problema. Il tuo odio per me" gli disse prima di scuotere il braccio e liberarsi.
Non poteva più sopportare il suo contatto. Era troppa la rabbia che leggeva dentro di lui, troppo l' odio, si sentiva morire.
Alice e Scorpius arrivarono in quel momento e li videro guardarsi negli occhi, sordi e ciechi a quello che succedeva intorno a loro.
" E te ne stupisci? Sei così falsa o così stupida da non capire perché ti odio?"
Quelle parole colpirono Lily come uno schiaffo e indietreggiò di un passo vacillando leggermente.
Un conto era essere sicura che la odiava, un conto era sentirglielo dire.
Alice fece un passo in avanti, ma Scorpius la fermò e scosse la testa da un lato all' altro per farle capire che dovevano attendere.
Pegasus arrivò a sua volta, ma si tenne indietro di un passo, per essere sicuro di passare inosservato.
Alzò la sua mano e le linee energetiche si disposero secondo il suo volere, pochi secondi dopo s' illuminarono, facendogli capire che l' incantesimo stava funzionando.
Le aprì entrambe e le direzionò verso sua madre e suo zio. Se uno dei due avesse mentito, un piccolo cono di luce avrebbe illuminato il suo polso, facendogli capire chi lo avesse fatto.
Voleva davvero vedere se aveva ragione, e quindi, se per ora sua madre era ancora buona.
" Certo che lo so" disse Lily " tu mi dai la colpa di tutto quello che è successo, perché io facevo parte degli Apocalittici, perché stavo con uno di loro"
Lily stava quasi urlando, ma Albus scosse la testa " sei davvero sciocca, sai?" le chiese, ma era quasi più un' affermazione.
" Io so cosa significavano gli Apocalittici per te, so che erano un modo per passare il tempo, so che condividevi le loro idee di non nasconderci più ai Babbani e so che non pensavi che fossero cattivi" le spiegò " e so tutte queste cose perché me le hai spiegate tu" aggiunse " ore ad ascoltarti mentre parlavi di questo gruppo rivoluzionario che in tempo di pace avrebbe voluto mostrarsi ai Babbani, un gruppo di ragazzi pieni di ideali..." lasciò cadere la frase amareggiato.
Lily fece per parlare, ma Albus riprese prima che potesse farlo " quello che non so è con quale coraggio hai attaccato la tua famiglia" lo disse come se le avesse appena detto che non era d' accordo con lei su qualcosa e non che aveva ucciso suo fratello.
Tutti sgranarono gli occhi e Lily s' immobilizzò " che stai dicendo?" chiese e dalla sua voce traspariva orrore.
Paura e orrore.
Pegasus guardò le sue mani, ma nessuno dei due polsi si era illuminato.
Come era possibile che entrambi dicessero la verità. Se uno negava quello che diceva l' altro?
" Sto dicendo che hai torturato e ucciso James e che hai torturato mamma e che io ho avuto fortuna solo perché è arrivata la squadra di papà" la voce di Albus era così piena di rabbia che la sua voce sembrava quasi un sibilo che usciva dai denti stretti.
Lily scosse la testa " menti" disse con decisione, avanzando di un passo. Voleva prenderlo per la maglia, scuoterlo, imporgli di non mentire.
Lei non era un' assassina. Lei aveva visto morire suo fratello e non l' aveva ucciso lei.
Pegasus si guardò di nuovo le braccia, ma nessuna delle due si era illuminata. Era assurdo, sua madre tremava e, almeno che non fosse un attrice provetta, sembrava davvero scioccata e suo zio aveva una luce negli occhi, quella luce che viene soltanto quando stai finalmente dicendo la verità, quando ti togli un peso troppo a lungo nascosto.
Albus guardò Lily e, per assurdo, emise un ghigno a metà tra il sadico ed il folle: finalmente le aveva detto tutto quello che aveva nel cuore.
" Non sai quanto vorrei" affermò " non sai quanto vorrei che mia sorella non fosse un' assassina"
La mano di Lily si mosse più velocemente della sua mente e sentì il suono del suo palmo contro la guancia di suo fratello, prima ancora di aver registrato di voler davvero farlo.
Il tono di disprezzo, era stato quello a farla reagire. Non aveva mai sentito tutto quell' odio da parte di suo fratello, eppure adesso le sembrava di sentirlo, mentre le invadeva la mente, il cuore e tutti i suoi muscoli.
" Io...io non so se ti hanno condizionato la mente, o se ti hanno fatto vedere quello che volevano, ma solo il fatto che tu ci abbia creduto..." la voce le si spezzò " non so come hai potuto...ora capisco tutto" disse deglutendo per cercare di non piangere.
Lo guardò ancora un secondo: i suoi occhi verdi sembravano così sinceri e per niente pentiti, Lily sentì le prime lacrime scenderle nel volto.
Le asciugò bruscamente e lo superò per andarsene e lui stavolta non la fermò. Quando vide il pubblico formato da Scorpius, Alice e Pegasus quasi sussultò.
Avevano sentito e adesso ?
Avrebbero creduto ad Albus? L' avrebbero ritenuta un' assassina?
Non riuscì a guardare nessuno dei due negli occhi. Guardò Pegasus e si stupì che, nonostante non sorridesse e non riuscisse a leggere niente nei suoi occhi, per la prima volta stava reggendo il suo sguardo senza volerne fuggire.
Non sapeva davvero cosa pensare di quel ragazzo.
" Per favore, Alice, dì a mio padre che mi sono sentita male" le disse lentamente per cercare di non far capire quanto si sentisse rotta dentro, poi passò accanto a loro che si scostarono, scioccati, per farla passare.
Appena Lily fu in strada si sentì come sgretolare.
Tutta la rabbia che l' aveva tenuta su, quando era davanti a suo fratello, si stava trasformando in disperazione.
Lei non aveva idea di quello che gli avevano fatto per portarlo a pensare una cosa del genere, ma non riusciva neanche a capire come lui avesse potuto crederci.
Lui l' aveva vista ferita, erano rimasti a lungo ricoverati al S. Mungo, in due letti gemelli, con loro padre che si divideva tra loro e la madre.
Il suo volto era ormai bagnato da lacrime e le persone per strada cominciarono a voltarsi verso di lei, sicuramente incuriosite, dal perché la figlia di Harry Potter fosse in quelle condizioni.
Li guardò con rabbia e poi si voltò su se stessa e si smaterializzò.
Appena arrivò in casa corse verso le scale.
Voleva vedere sua madre, voleva parlare con sua madre, era l' unica cosa che riusciva sempre a calmarla.
Sapeva che per tutti era un' assurdità, ma non lo era per lei.
Anche se sua madre non era cosciente, anche se l' avevano torturata fino quasi alla follia, anche se i Guaritori avevano detto che, forse, non si sarebbe mai ripresa, per Lily era la stessa mamma di sempre.
La sua mamma forte e coraggiosa, il suo esempio, il suo scoglio in mezzo al mare.
Arrivò davanti alla porta della camera di sua madre e la spalancò con forza " ciao, Luna" disse, ma il saluto venne fuori poco meno di un urlo, visto che scivolò e per non cadere si dovette reggere alla porta, anche se questo non le impedì di picchiare dolorosamente le ginocchia.
Si alzò maledicendo la sua vista ancora offuscata per il pianto e sorrise credendo di trovare Luna davanti a sé pronta a scherzare sul quanto fosse goffa, invece gli occhi le si spalancarono e il colore defluì in un solo secondo dal suo viso e prima di rendersene conto cominciò ad urlare.  

E se domani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora