28 CAPITOLO

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Scorpius era seduto su una delle poche poltroncine rimaste indenni all' attacco di poche ore prima.
Albus era accanto a lui, la testa china e le mani tra i capelli corvini.
Pensare a Lily di nuovo in balìa di quel maledetto, era una cosa che lo stava uccidendo, si sentiva come se una spina gli fosse stata conficcata nel cuore.
Aveva ancora davanti a sé gli occhi di Lily mentre lui la teneva a sé. Quegli occhi così combattivi e così pieni di dignità e coraggio.
La rabbia gli fece contrarre i pugni, per tutto il tempo in cui lo aveva avuto davanti, avrebbe voluto cavare gli occhi a quel maledetto, proprio come facevano loro agli innocenti che attaccavano, solo era troppo ferito, troppo indebolito e non era riuscito a fare niente.
Non era riuscito a salvarla.
Sentì le lacrime salirgli ad offuscargli la vista e strinse i pugni ancora più forte conficcandosi le unghie nella pelle fino a farsi male.
" Sono rimasto solo" mormorò Albus, probabilmente sentendo lo sguardo di Scorpius addosso.
" No, non lo sei" replicò Scorpius, sapeva che Albus stava crollando, sapeva che aver perso Alice, Lily ed Harry, tutti in un colpo solo, era stato, giustamente, troppo per lui, ma aveva bisogno del suo migliore amico, aveva bisogno che rimanesse abbastanza razionale per aiutarlo a ritrovare Lily e Alice.
" La mia famiglia è distrutta, non è rimasto più nessuno a parte me".
Scorpius sospirò avrebbe voluto dirgli di non parlare così. Urlargli di smetterla di dire che potevano essere morti.
Di non dirlo più, di non fargli sanguinare il cuore al pensiero di Lily, ma sapeva che non poteva farlo.
Albus era davvero rimasto solo e aveva perso davvero troppe persone perché lui potesse impedirgli di piangere e disperarsi.
" Tu dovevi badare a lei".
" Albus" lo riprese Scorpius. Sapeva quello che stava facendo, conosceva Albus da una vita, era così che sfogava il suo nervosismo. Aveva bisogno di distribuire colpe.
" Tu dovevi stare attento a lei" lo incolpò di nuovo Albus.
Scorpius pensò alle sue parole, le ultime parole che aveva detto a Lily " non ti allontanare da me", ma poi la battaglia li aveva divisi.
" Albus, smettila" lo avvertì, lo conosceva e cercava di non prendersela, di lasciarlo sfogare, di cercare di assorbire tutto quello che diceva, ma era difficile.
Lui stava già combattendo con il senso di colpa di non essere riuscito a salvarla.
" Tu dovevi starle dietro, tu dovevi proteggerla, se lo avessi fatto lei e Alice non sarebbero scomparse adesso" urlò Albus.
Scorpius guardò davanti a sé e vide che avevano attirato l' attenzione di tutti e che Ron si stava dirigendo verso di loro.
Si alzò dando le spalle al suo migliore amico.
Aveva bisogno di sbollire per non prendersela con lui, per non prenderlo a pugni per quello che gli aveva appena detto, per cercare di razionalizzare che non diceva sul serio, ma che era solo la disperazione per la perdita di tutta la sua famiglia a farlo parlare e a fargli ignorare quello che anche lui provava.
S' incrociò con Ron che gli diede un leggero sguardo di comprensione prima di dirigersi verso il nipote e Scorpius strinse i pugni.
E per lui chi c' era?
Dov' era suo padre? Perché era con Alexander quando sarebbe dovuto essere con lui?
Aveva dimostrato di aver ragione con quel ragazzo, aveva dimostrato che era un bugiardo, che era talmente potente da essere pericoloso e probabilmente, anche che era un Apocalittico, visto come era impazzito per proteggere quella ragazza.
I suoi occhi vagarono un attimo prima di trovarla.
Era appoggiata ad un muro e aveva lo sguardo fisso nel vuoto. Karl la stava tenendo sotto tiro, ma avrebbe potuto tenere sotto tiro anche una statua date le attenzioni che stava ricevendo.
" Vai, Karl, ci penso io" disse Scorpius e Karl lo guardò per un attimo prima di lasciarli per raggiungere Kathrine, Emily e Joey che stavano prendendo alcune testimonianze, comprese quelle dei due ragazzi che aveva visto combattere al loro fianco.
Il ragazzo dai capelli corvini continuava a dargli le spalle, eppure Scorpius non riusciva a smettere di osservarlo, era convinto che ci fosse qualcosa che non andava, ma non poteva pensarci ora.
Per cui riportò lo sguardo sulla ragazza bionda davanti a lui e la osservò da vicino, sembrava totalmente scioccata.
" Chi sei?" gli chiese diretto e lei alzò i suoi occhi azzurri su di lui, Scorpius quasi trasalì leggendo nel suo sguardo la stessa disperazione, la stessa rabbia e la stessa preoccupazione che era convinto ci fossero nei propri occhi.
Cris riabbassò subito lo sguardo. Non era che non riuscisse a guardarlo per paura o per chissà cos' altro, ma semplicemente non poteva guardare occhi così simili a quelli di Pegasus, era davvero troppo doloroso.
" Guardami!" le impose invece Scorpius e suo malgrado Cris alzò gli occhi su di lui, sentendo come se mille aghi le si fossero piantati dentro la cassa toracica.
" Chi sei?" ripeté, ma ancora Cris non disse niente, non era sicura di riuscire a parlare, non era sicura di riuscire a farcela senza mettersi a piangere come una bambina piccola.
Scorpius ripeté per la terza volta la domanda e quando ancora non ebbe risposta si avvicinò rabbioso a lei e le puntò la bacchetta contro restando a pochi centimetri dal suo volto.
" Sai cosa vuol dire non aver niente da perdere?" le chiese, la rabbia che trapelava da ogni sua parola " ecco, io non ho niente da perdere, perché non c' è più niente che m' importi se non ritrovo Lily Potter ed ho la netta sensazione, quasi sicurezza potrei dire, che tu possa aiutarmi, per cui..." prese fiato " dimmi immediatamente chi sei " sillabò le parole una per una e nonostante- o forse proprio per quello- il tono di voce fosse stato sorprendentemente basso, a Cris vennero i brividi.
***
J.J. osservò Cris tenuta sotto tiro dal padre di Pegasus e la vide immobile senza neanche rispondere, mentre lui stava alzando la voce e perdendo sempre più la pazienza.
" Dobbiamo fare qualcosa" sussurrò Zoe e lui per tutta risposta le diede le spalle.
" Dove vai?" lo fermò Zoe e J.J. la guardò dritta negli occhi " non permetterò che arrestino anche lei" sentenziò.
Zoe innalzò un sopracciglio " e come vorresti fare? Un' altra genialata come il nostro ritorno al futuro?" domandò acida.
J.J. strinse i suoi occhi verdi, ma non lasciò cadere lo sguardo " sai cosa penso?" le chiese " che io almeno cerco di fare qualcosa, ho sempre cercato di fare qualcosa, quando siamo andati nel futuro, mentre eravamo nel futuro, quando siamo tornati qua e anche adesso..." s' interruppe portandosi la mano al fianco, alzare la voce gli aveva dato delle fitte dolorose.
" Anche adesso, non resto a guardare Cris e Pegasus passare dei guai quando potrei fare qualcosa" la rimproverò e Zoe lo guardò quasi colpevole.
In fondo aveva ragione, c'era anche un detto che Harry diceva sempre: chi non fa non falla e J.J. poteva anche aver sbagliato in alcune decisioni, ma almeno aveva sempre avuto il sangue freddo di prenderle quelle decisioni, mentre lei non lo aveva fatto.
" Quindi puoi dirmi quello che vuoi e offendermi, se pensi che ti faccia stare meglio, ma non..."
Zoe si lanciò verso di lui e prima ancora che J.J. potesse capire che cosa stava succedendo, lo prese per le guance e lo portò letteralmente sulle sue labbra, dandogli un bacio fugace che fece zittire J.J.
" Non mi andava di vederti arrabbiato" scherzò Zoe scrollando le spalle e rispondendo allo sguardo sorpreso di J.J.
Lui le prese la mano " andiamo " disse fingendo che non fosse successo niente, ma il suo sorriso mentre la guidava dall' altra parte della stanza, testimoniava che il gesto non era, esattamente, passato inosservato.
" Sei impazzito?" Chiese Zoe fermandosi sul posto appena ebbe capito dove si stava dirigendo" Ok, idee folli, ma questa..."
J.J. prese un respiro " mio padre mi ha già visto privo dell' incantesimo di Pegasus e credo che in questo momento sia solo troppo scioccato per quello che è successo a mia madre e mia zia per rendersene conto, ma appena realizzerà di aver aiutato un ragazzo uguale a lui saremo comunque nei guai, tanto vale dire a qualcuno di cui ci fidiamo una parziale verità" le spiegò e lei scosse la testa " e questa persona sarebbe mio padre?" chiese indicando la testa blu che spuntava dal gruppo.
Era davvero molto alto, ecco come mai lei e Cris, pur essendo piuttosto alte, arrivavano solo al petto di Remus.
" Non vorrai dirgli anche di Pegasus, vero?" domandò mentre cercava di scendere a patti con il fatto che tra poco sarebbe stata ad una ventina di centimetri dal padre che non aveva praticamente mai conosciuto.
J.J. scosse la testa. Non voleva che Pegasus, al momento del suo risveglio, dovesse affrontare altri problemi. Sempre se si fosse svegliato.
Aveva visto l' espressione di Draco, e lui, grazie a suo cugino, riusciva a leggere piuttosto bene le espressioni dei Malfoy e quella di Draco era piena di preoccupazione.
" Si sveglierà" disse Zoe intuendo i suoi pensieri " tornerà a rompere le scatole e comandarci a bacchetta prima di quanto ti aspetti" aggiunse e J.J. sorrise, grato che lei riuscisse a capirlo senza che lui dovesse neanche spiegare.
Sorrise e la guardò " lo so" disse soltanto, quando teneva la sua mano, quando la guardava negli occhi si sentiva come pieno di speranza " E so che anche tu ce la farai. Sei più forte di quel che credi" Zoe annuì a sua volta, cercando di spingere il suo cuore a rallentare e le sue labbra a non tremare.
***
Cris stava per rispondere.
Che andasse tutto a farsi friggere, la missione, il bene superiore e la fine della guerra, non sarebbe servito a niente se Pegasus fosse morto.
Le era sempre stato raccontato di come i suoi nonni fossero morti per la libertà, di come si fossero battuti per donare loro un futuro migliore, ma nel loro caso a cosa sarebbe servito se non avevano un futuro nel quale tornare?
Prima che potesse rispondere però sentì una voce chiamare Scorpius e guardò oltre lui per vedere chi stava arrivando.
Quando vide che era suo padre cominciò ad andare in iperventilazione.
Accanto a lui c' erano Zoe e J.J. e lei cercò di puntare lo sguardo sulla sua gemella, di modo da calmarsi, ma, nonostante Zoe cercasse con lo sguardo di trasmetterle calma, lei continuava a riportare lo sguardo su di lui.
Era proprio come quando lo avevano al Ministero, perché lei non riusciva a restare calma come Zoe?
Perché riusciva ad avere la freddezza di infiltrarsi in un gruppo di pazzi, di salvare James, di raccontare tutto ad Harry Potter con il rischio di essere arrestata ed infine a combattere per ore, ma non riusciva a vedere suo padre senza sentirsi male?
" Che stai facendo? Stai terrorizzando questa ragazza!" disse indicandola con la testa.
" Cosa importa è un Apocalittica, voglio che mi conduca da Lily, Alice ed Harry" spiegò Scorpius e Teddy prese un respiro.
" Questi due ragazzi hanno detto di avere informazioni che potrebbero aiutarci, ma voglio prima sapere chi sono".
Scorpius spostò lo sguardo su di loro e finalmente vide il volto del ragazzo. Era la copia sputata di Albus.
" Scherzi, vero?" chiese riportando lo sguardo su Teddy, ma lui scosse la testa intuendo a cosa si riferisse.
" Ho annullato tutti gli incantesimi su di lui e ho controllato se avesse, nel sangue, tracce di Polisucco, ma niente" lo informò.
Scorpius guardò con rabbia il ragazzo " chi sei?" gli chiese " come mai sei identico ad Albus Potter?" chiese ancora, ma Teddy lo precedette " non credi che glielo abbia già chiesto io?" replicò quasi offeso e Zoe sorrise suo malgrado, aveva deciso: amava suo padre.
" Non vogliono dirmelo e non essendo accusati di niente, ma anzi, secondo le testimonianze, avendoci aiutato nel combattimento, non possiamo usare il Veritaserum su di loro, ma possiamo trattenerli come persone informate sui fatti e nel frattempo tuo padre potrebbe effettuare un esame dell' identità su di loro".
Zoe e J.J. si guardarono " non credo proprio" si difese J.J. " non potete obbligarci" protestò allo stesso tempo Zoe, continuando a guardare Cris che ormai si era piegata sulle ginocchia per cercare di respirare a fondo.
Era un attacco di panico in piena regola e lei riusciva anche a capirla, anche lei sentiva il suo cuore battere all' impazzata e cercava di non focalizzarsi sul fatto che quello era il padre che non aveva mai conosciuto, che quello era l' uomo del quale aveva solo pochi sporadici racconti dei suoi fratelli, o meglio di Remus, quello che lo aveva conosciuto di più.
Perché se si metteva a pensare a lui, a sua madre, a quello che voleva dire poterli conoscere e soprattutto, a quello che avrebbero dovuto sopportare tornando in un futuro dove loro non c'erano, sicuramente si sarebbe fatta prendere dal panico a sua volta
Invece stava cercando di tenere, tutto quello che provava, a bada e alzò gli occhi al cielo, aveva sempre detto a Cris di cercare di domare la sua emotività. La sua impulsività, i suoi sentimenti.
Teddy guardò quella ragazzina davanti a lui negli occhi e un sorriso gli nacque spontaneo sul viso.
Era una metarmorfmaga e i suoi capelli in quel momento grigi e, per niente adatti alla sua età, lo dimostravano, inoltre quel cipiglio arrabbiato gli ricordava quasi il cipiglio di sua moglie quando era infuriata con lui.
" Non abbiamo fatto niente, per cui non potete accusarci né costringerci a fare nulla" protestò J.J. guardando anche lui Cris che aveva appoggiato una mano al muro.
Era già preoccupato per Pegasus, non voleva preoccuparsi anche per lei.
" Che le hai fatto? Che le hai detto?" chiese Teddy, dopo aver seguito lo sguardo dei due ragazzi ed aver visto a sua volta le condizioni dell' Apocalittica.
" Io...niente" rispose Scorpius guardandola interdetto. Non potevano essere state quelle due frasi buttate lì a spaventarla così tanto.
Sentì che gli mancava qualche pezzo, capì che quei due ragazzi erano collegati e che nascondevano qualcosa di grosso.
Teddy lo superò e la prese per le spalle. Era cerea e sembrava sul punto di collassare da un momento all' altro.
Se fosse successo avrebbero passato un' infinità di guai. Non si tortura un prigioniero, neppure se un Apocalittico. E poi, era solo una ragazzina.
" Ehy, ragazza" la chiamò scuotendola leggermente " torna da noi" la pregò e lei portò lo sguardo su di lui.
Vide quegli occhi blu elettrico della stessa tonalità dei suoi capelli, quegli occhi che aveva sempre sentito raccontare dai suoi fratelli, quegli occhi che l' avevano osservata solo per i primi sei mesi della sua vita prima di spegnersi definitivamente.
Vide quegli occhi e tutto il resto intorno a lei si fece scuro. Senti un ronzio nelle orecchie che si confondeva con voci preoccupate e poi si afflosciò tra le sue braccia.
" Per Silente!" urlò J.J. facendo voltare Scorpius verso di lui, aveva già sentito questa espressione.
" Cris!" urlò invece Zoe chinandosi su di lei nell' esatto momento in cui loro padre la adagiava a terra.
" Quindi la conosci?" le chiese Teddy, osservandola, i suoi capelli prima grigi si erano totalmente spenti per la preoccupazione e adesso erano totalmente bianchi.
" Cris! Cris!" urlò Zoe preoccupata e scansando le mani di Teddy che la volevano sollevare.
Due Guaritori arrivarono e la portarono via e Zoe fece per seguirla, ma Teddy la bloccò per le spalle " lasciami" gli urlò rabbiosa.
In quel momento non gli importava se lui era il padre che non aveva mai conosciuto, in quel momento voleva vedere Cris.
" E' mia sorella, va bene? Volevi sentire questo?" domandò e svicolò via correndo dietro di lei.
J.J. fece per seguirla, ma stavolta Teddy e Scorpius non si fecero sorprendere e gli puntarono la bacchetta contro " bè, adesso, posso dichiararvi in arresto" disse compiaciuto " chiama tuo padre per il test dell' identità" disse rivolto a Scorpius.
Scorpius sospirò " è dietro a quell' Apocalittico infiltrato" lo informò e Teddy inspirò " maledizione!" imprecò " voglio qualcuno di cui possa fidarmi, voglio ritrovare Harry e Lily immediatamente e non so perché..." guardò il volto di J.J. " ma questi tre ragazzi credo che siano la chiave di tutto...anzi l' imitazione di Albus qua, credo ci possa aiutare parecchio".
J.J. roteò gli occhi " io non sono l' imitazione di nessuno" si oppose in un misto di orgoglio e rabbia e Scorpius ghignò " ah no? E chi saresti?" chiese.
J.J. lo guardò negli occhi.
Lo aveva detto a Zoe, glielo aveva detto che non sarebbero passati inosservati, che lui con la sua somiglianza con suo padre non sarebbe passato inosservato.
Perché doveva essere così dannatamente uguale a lui? Non poteva aver preso gli occhi blu di sua madre invece di quelli verdi di suo padre?
Prese un respiro " io sono James Jack Potter" disse e proprio come era successo nel futuro alternativo si ritrovò le bacchette di Scorpius e di Teddy puntate nel suo viso e sospirò rassegnato.
***
Lily si rese conto immediatamente di essere di nuovo dentro uno di quei maledetti ricordi di Pegasus.
La casa dentro la quale si trovò come per magia l' aveva già vista ed aveva anche sperato con tutta se stessa di non doverla rivedere.
Quel muro pieno di muffa, quel colore ormai grigiastro che si staccava assieme all' intonaco e quei mobili pieni di polvere e sporco e soprattutto, quel buio opprimente.
Pensandoci, era esattamente il contrario di una casa a prova di bambino.
" Devi fare come dico io!"
Lily avrebbe voluto tapparsi le orecchie, non riusciva a credere come la voce di quella impostora potesse essere così simile alla sua.
Si avvicinò alla donna, doveva cercare di carpirne le differenze, doveva essere cosciente di chi si spacciava per lei e perché lo faceva.
Oltretutto, non riusciva a capire come doveva interpretare la cosa. Se Pegasus era davvero quel ragazzo con cui da sei mesi a questa parte aveva condiviso gli allenamenti in Accademia, i ricordi di lui bambino non potevano avere lei come protagonista. Non era possibile, lei era più piccola di lui o forse coetanea, al contempo però questo poteva giustificare il nervosismo e l' insofferenza che spesso mostrava nei suoi confronti.
Tornava ad essere il bambino impaurito che era nei ricordi.
Il bambino scattò in piedi e la donna lo afferrò per un braccio stringendo al punto che la carne del bambino si modellò come fosse argilla sotto le sue dita.
" Sei cattivo" gli disse strattonandolo, poi alzò la bacchetta e gliela puntò al viso " la vedi questa?" gli chiese e il bambino annuì.
Poteva vedere dai suoi occhi quanto fosse spaventato, ma notò, allo stesso tempo che aveva una determinazione non comune in un bambino della sua età.
" Visto che ho finito la pazienza, ogni volta che sbaglierai una magia sarà questa bacchetta a punirti" lo minacciò.
Lily portò le mani alle labbra, avrebbe tanto voluto strapparglielo dalle mani, vedere quella bacchetta puntata sul viso del bambino era doloroso per lei, quasi come vedere questa estranea con il suo volto far subire queste angherie.
Per dimostrargli la veridicità delle sue parole, la donna chiamò un nome a voce alta e una ragazza apparve con una gabbietta tra le mani che Lily notò contenere un gatto.
Un micio completamente bianco e con una macchia nera sulla fronte.
Si chinò e lo tirò fuori dalla gabbia posizionandolo a pochi passi dal bambino, appena questo però cercò di muoversi lo immobilizzò con un colpo di bacchetta e poi alzò il viso su Pegasus.
" Tendi la mano e fai come avevamo detto" gli ordinò, nessuna dolcezza nella sua voce, solo un puro ordine, come se quel bambino fosse un soldato ai suoi ordini.
Il bambino la tese e Lily si chiese cosa stesse per succedere, poteva vedere il volto contrariato del bambino, poteva notare ogni briciola di determinazione nei suoi occhi, il suo mento che tremava per non piangere e Lily si ritrovò ad ammirarlo, ma allo stesso tempo ad esserne spaventata.
La sua mano tremò e il bambino corrugò la fronte sollevando appena lo sguardo sulla donna che aveva appena portato la gabbia.
Lily la vide annuire dolcemente e il bambino cercare di concentrarsi sempre di più, per quanto un bambino di cinque o sei anni riuscisse a concentrarsi.
" Fallo subito, Pegasus" gli ordinò e il bambino cominciò a scuotere la testa " non ce la faccio, mamma" si oppose e finalmente Lily vide due lacrime scendere dagli occhi di Pegasus mentre alzava gli occhi su quella donna che pretendeva di essere lei " non voglio fare male al gatto" disse deciso nella sua voce infantile.
Lily non fece neanche in tempo a reagire che il bambino si ritrovò sbattuto contro il muro dalla potenza dell' incantesimo della donna.
" Sai cosa ti farebbe il gatto se potesse?" chiese mentre lui cercava di rialzarsi.
Lily vide la cameriera commossa cercare di muoversi verso di lui per aiutarlo a rialzarsi, ma la donna con il suo viso si voltò verso di lei e Lily quasi indietreggiò per l' intensità di quello sguardo.
Era feroce e trionfante allo stesso tempo, sembrava piena di quel sadismo che aveva sempre contraddistinto Aaron.
Con un fluido movimento della bacchetta bloccò la cameriera per impedirle di aiutare il bambino e poi sbloccò il gatto che cominciò a correre per allontanarsi, ma non fece che pochi passi prima che la donna lo centrasse con un incantesimo.
Appena sentì quelle parole, Lily ebbe una brutta sensazione che si trasformò in certezza pochi secondi dopo, quando il gatto assunse, per assurdo la stessa espressione della sua padrona e si scagliò contro il bambino.
Aveva impresso una Imperius sul gatto e lo aveva fatto solo per dare una lezione a Pegasus.
Lily si portò le mani alla testa vedendo i graffi e i buchi che gli artigli stavano creando sulla pelle e sul viso del bambino, si afferrò due ciocche per non urlare ad ogni pianto, ad ogni urlo del bambino.
" Che ci fai qua?"
Lily sobbalzò, non era preparata all' idea che ci fosse qualcuno che si accorgesse di lei, ma non fu sorpresa quando vi vide l' unica persona che poteva essere arrivata dentro.
Il padrone dei ricordi: Pegasus.
" Come osi piangere?" le chiese, Lily non si era neanche accorta di star piangendo e si portò una mano sulla guancia sentendola effettivamente bagnata.
" Come puoi dirmi questo?" chiese stupita e indicò il bambino nell' angolo, finalmente liberato dal gatto, ma ormai pieno di graffi e di buchi sanguinanti " è una cosa tremenda quello che questo bambino sta subendo, quello che tu stai subendo" chiarì " non è solo un abuso fisico, è anche un abuso mentale" aggiunse.
Lui guardò per un attimo oltre Lily e vide la piccola versione di se stesso cercare di combattere per non far scendere le lacrime che ostinatamente cercavano di uscire.
" Sei un bambino...eri un bambino, come potevano chiederti...come potevano obbligarti o torturarti..."
Pegasus distolse lo sguardo da quella mini versione di sé.
" Sai, in tutto questo tempo non ho ancora imparato ad inquadrarti, non so ancora chi sei..."
" Io so che avevo ragione, ti ho riconosciuto quasi subito, il tuo sguardo non mente, Pegasus...quel bambino sei tu" gli spiegò e Pegasus inarcò un sopracciglio " e tu?" le chiese " tu non ti sei riconosciuta...mamma?" aggiunse.
Lily aprì le labbra e lo guardò scioccata: i suoi capelli biondi rossicci, il suo viso chiaro con qualche lentiggine, la sua cicatrice che partiva da quegli occhi così simili a Scorpius e arrivava a quelle labbra così simili alle sue, automaticamente si portò una mano al ventre. Che fosse davvero il suo bambino?
Che stava dicendo? Come poteva essere sua madre, non tornavano i tempi e poi lei non sarebbe mai stata così, lei non avrebbe mai fatto del male ad un bambino.
Non fece in tempo a dire niente però perché Pegasus la precedette " non voglio vedere il tuo viso, sono già troppo ossessionato dal tuo viso" le disse e Lily poté sentire tutta la rabbia nella sua voce.
" Vattene" le disse " questa è la mia testa, non dovresti neanche esserci..."
" Pegasus, non capisci, non può essere" protestò Lily, voleva fargli capire che non poteva essere lei.
Voleva dirgli che lei non lo avrebbe mai fatto, che loro avevano la stessa età, che pensarla sua madre era palesemente assurdo, ma il ragazzo non le ne diede modo.
" Vattene!" le intimò.
Lily cominciò a vedere tutto intorno a sé sfocarsi " vattene!" le disse più deciso, Lily cercò di fare un passo in avanti, ma non ci riuscì, si guardò i piedi e vide che aveva qualcosa di bianco e gelatinoso che la tenevano incollata al pavimento.
Alzò lo sguardo su di lui aprendo le labbra sorpresa " come hai fatto?" gli chiese e non si sorprese di vedere i suoi accendersi di rabbia e divenire rossi come i suoi capelli.
" VATTENE!" gridò stringendo i pugni, ma tenendoli aderenti al suo corpo e Lily si sentì espellere dalla sua mente.
***
Draco provò a girare suo nipote.
Era solo, non aveva voluto nessuno per non dover dare spiegazioni su chi fosse quel ragazzo e come mai fosse così preoccupato per lui.
Preoccupato. Estremamente preoccupato.
Proprio alla stessa maniera in cui, prima, nella Sala d' accoglienza, era stato preoccupato per la ferita di suo figlio.
Era incredibile come ormai anche lui fosse riuscito ad entrare nel suo cuore.
Lo lasciò un attimo, doveva prendere la bacchetta, non ce l' avrebbe mai fatta da solo.
Pegasus era forse più alto di suo figlio che era già un bel pezzetto più alto di lui, inoltre aveva anche una costituzione robusta.
Tese la mano per afferrare la bacchetta e la vide sporca di sangue.
" Maledizione!" imprecò tornando su di lui, stavolta avrebbe, davvero, dovuto girarlo manualmente.
Doveva capire dov' era la ferita e doveva curarlo prima che si dissanguasse, ma al contempo non poteva rischiare di fargli più male.
" Papà" la voce di Scorpius lo fece voltare leggermente. Lo squadrò da capo a piedi e quando vide che stava bene si voltò di nuovo verso suo nipote.
Scorpius sospirò " ho bisogno di te" gli disse comparendogli nel campo visivo e Draco alzò lo sguardo su di lui.
" Credo che questo ragazzo ne abbia più bisogno" affermò Draco, continuando a cercare di voltarlo verso di sé.
" Di lui può occuparsi chiunque invece io ho bisogno di te, devi fare tre incantesimi dell' identità..."
" Quelli può davvero farli chiunque, qua invece no, questo ragazzo potrebbe non sopravvivere" lo informò e lo guardò negli occhi sperando di scorgervi lo stesso dolore che sentiva lui.
Lo vide abbassare il viso su Pegasus, ma poi scuotere la testa.
" E potresti restare senza il tuo parente preferito" lo schernì Scorpius e Draco scosse la testa.
Non capiva se la sua era davvero gelosia o se era davvero Pegasus a scatenare in lui queste reazioni.
" Si tratta della vita di un ventenne" lo rimproverò.
" Che è un Apocalittico" ribatté Scorpius.
" Non lo è, ma se anche lo fosse, io sarei tenuto a curare tutti" soprattutto mio nipote, tuo figlio, aggiunse Draco dentro di sé.
Poi pose le mani sopra il torace di Pegasus e sospirò, fermandosi un attimo per guardare Scorpius.
" Aspetti un figlio, Scorpius" gli disse serio " lo aspetti e quando lo avrai capirai come tutto intorno a te cambia, il senso di protezione e di amore che provi adesso per Lily Potter raddoppierà per lui, quadruplicherà, non riuscirai a valutarlo neanche tu... per un figlio si fa tutto persino annullare la propria esistenza..."
" Cosa vuoi dirmi che lui..."
Draco scosse la testa " no, non hai un fratello del quale non hai mai sentito parlare, non preoccuparti" disse con un sorriso e Scorpius tirò un sospiro di sollievo.
" Voglio solo dirti che devi maturare e cominciare a ragionare da padre..."
Lasciò la frase in sospeso ricominciando ad occuparsi di Pegasus e Scorpius si morse il labbro inferiore. Le parole di suo padre lo avevano colpito.
Sentiva che c' era altro nel suo discorso, non era un semplice rimprovero né tantomeno un semplice incoraggiamento. Voleva dirgli qualcosa, ma ancora non riusciva a comprendere fino in fondo cosa.
Guardò il viso di quel ragazzo e la fitta della colpa parve farsi più acuta, poi però si riscosse, doveva trovare Lily.
" Per favore, papà, non ti dico di non aiutarlo, ma c' è uno identico ad Albus di là e dice di chiamarsi James Jack Potter, abbiamo bisogno di qualcuno del quale fidarci che gli faccia l' incantesimo dell' identità".
" James Jack? Credevo fosse James Junior" mormorò quasi sovrappensiero.
" Papà, devo trovare Lily!" gridò Scorpius e sentire quella voce piena di dolore fece sospirare Draco.
D' altronde capiva Scorpius, per lui quel ragazzo non era nessuno, mentre la ragazza che amava era, probabilmente, in mano ad un pazzo psicotico che l' aveva già distrutta una volta.
" Senti, se mi aiuti faremo prima, per cui aiutami a girarlo, lo curerò e poi verrò con te, va bene?" domandò.
Scorpius annuì, non poteva certo dire di no, quel ragazzo stava diventando sempre più cereo, ormai anche le sue labbra avevano abbandonato l' usuale rosso ed erano divenute bianche come se non avesse più sangue in circolo.
Si mise dallo stesso lato di suo padre e afferrò le gambe mentre suo padre afferrava il busto e lo fecero ruotare verso di loro fino a riuscire a stenderlo sulla pancia.
Draco guardò la maglietta azzurra era fradicia di sangue e temette di aver capito quello che stava succedendo.
Prese la bacchetta e fece evanescere la maglia.
Scorpius fece un passo indietro mentre Draco si portava una mano a coprirsi le labbra.
Il Triskel che una volta Pegasus gli aveva mostrato, quello che gli occupava tutta la schiena come un grande marchio, stava sanguinando copiosamente e incessantemente.

E se domani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora