2 CAPITOLO

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" Devi ammettere che i Black della tua famiglia sono sempre stati dei pazzi".

A quelle parole Pegasus fece una smorfia.

Harry aveva chiesto di poter parlare da solo con Draco e Pegasus era dovuto restare fuori, ma nessuno poteva veramente chiuderlo fuori e in quel momento stava comunque ascoltando la conversazione dei suoi due nonni.

Era bastato appoggiare la mano sopra al muro e poi le linee di energia si erano illuminate nella sua mano e le voci al di là del muro si erano fatte nitide come se fossero accanto a lui.

" E Sirius Black allora?" chiese Draco e Pegasus sorrise, non si poteva certo dire che suo nonno non sapesse quali tasti premere.

" O Andromeda Black? Tu, prima di tutti, dovresti sapere che non sono tutti uguali, in fondo la persona che ha attaccato la tua famiglia..."

" Non ho voglia di parlare di questo" lo interruppe Harry e Pegasus sospirò, il dolore di suo nonno si leggeva anche in quelle poche parole.

" Piuttosto vorrei saperne di più su di lui" riprese dopo un attimo " Seamus mi ha mandato un gufo per per dirmi che ha la bacchetta uguale alla mia e soprattutto uguale a quella di Voldemort..."

" Bè, non significa niente" si oppose Draco " Tu e Voldmort non potevate essere più diversi, ma avevate la stessa bacchetta"

Pegasus si batté la mano libera sulla fronte. Aveva sbagliato a dire così, sapeva già che cosa gli avrebbe risposto suo nonno Harry.

" Voldemort aveva infilato un pezzo della sua anima dentro di me, per quello io ero coì connesso a lui e invece il tuo Alexander?"

Sentì suo nonno sbuffare " sai benissimo quanto me che le cose non sono come appaiono, fallo provare, ti chiedo solo questo...vedrai che ti stupirà e se non andrà..."

" Cosa stai facendo?"

Pegasus sussultò e fece ricadere la mano dal muro il quale sembrò quasi spengersi dall' energia che lo stava illuminando.

Alzò gli occhi fissandoli nei due ragazzi davanti a lui e strinse i pugni vedendo che invece loro gli stavano guardando le mani.

" Chi sei?" chiese Scorpius, assottigliando gli occhi e Pegasus sospirò.

Anche adesso, anche se aveva più di vent' anni avrebbe voluto tuffarsi tra le sue braccia. Vederlo morire era stato davvero troppo per lui.

" Alexander Black" rispose cercando di apparire noncurante " voi siete Auror?" chiese continuando a fingere e cominciando a giocherellare con l' elastico del suo polso.

" Black?" chiese Scorpius, osservandolo con sospetto e facendo un passo in avanti " credevo di conoscere tutti i Black rimasti" disse, guardando il suo volto attentamente.

" A quanto pare non è così" replicò Pegasus ironicamente.

Albus rise " abbiamo trovato qualcun altro che ti tiene testa. Non sono in tanti a farlo sai?" lo informò e Pegasus avrebbe voluto dirgli che lo sapeva benissimo, ma si limitò a ricambiare il sorriso.

" Puoi spiegarmi che cos' era quella cosa che riesci a fare con le mani?" chiese Albus, sentendosi più libero adesso che avevano alleggerito l' atmosfera.

Pegasus si maledì. Aveva sempre saputo che suo zio era la persona più intuitiva che avesse mai conosciuto.

" Non era niente di che" rispose vago e Albus fece per replicare, ma venne interrotto da Draco ed Harry che uscirono dalla stanza.

E se domani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora