Sangue.
Non riusciva a vedere che sangue. Tanto, tantissimo sangue.
La mano di Lily tremò mentre si avvicinava piano al corpo di Luna riverso sul letto.
Era in una posizione strana, innaturale: sembrava quasi una bambina che si era addormentata trasversalmente e che avesse nascosto la sua testa sotto le coperte.
Lily tirò su con il naso, le lacrime che ormai le accecavano la visuale, ma per una volta non le maledì, sapeva che le stavano impedendo di vedere fino in fondo tutto quello che era successo in quella stanza.
" Luna" disse piano Lily, la sua voce era tremante proprio come tutto il suo corpo, ma non ricevette alcuna risposta.
Aveva notato anche che sua madre non era lì, ma non era lucida per poter formulare ipotesi.
Il suo cervello era attanagliato dal panico e le sembrava quasi di non riuscire a respirare, si sentiva come dentro una bolla dove non arrivavano suoni e c' era solo il suo battito cardiaco.
Era quasi arrivata al letto, i suoi piedi che incespicavano nei passi e le sue scarpe che lasciavano orme nel sangue sparso per tutta la stanza.
Poteva essere di una sola persona? O avevano fatto del male anche a sua madre?
Arrivò davanti al corpo riverso di Luna ed allungò piano la sua mano, le sfiorò i capelli stopposi e appiccicati a ciocche per colpa del sangue e tastò la vena sul suo collo in cerca di un battito.
Silenzio.
Sangue e Silenzio. Luna era morta.
Lily risucchiò il suo respiro portandosi una mano sporca di sangue e tremante alle labbra.
" No, no, no" disse, mentre le sue ginocchia cedevano e battevano contro il pavimento.
Non sentì neanche il dolore, troppo lo shock, troppa la negazione.
Scosse la testa più e più volte. Non era giusto, non era possibile.
Alzò una mano per accarezzare la guancia di Luna e quasi urlò cadendo a sedere sul pavimento e cominciando ad indietreggiare con le mani.
Il corpo di Luna era stato martoriato: i suoi occhi erano stati rimossi e nella guancia era stato impresso un simbolo.
Un simbolo che Lily aveva già visto. Un simbolo che Lily aveva addosso: il Triskel, il simbolo degli Apocalittici.
Cercò a tastoni la bacchetta. Sapeva di averla addosso, indossava ancora la sua divisa da recluta Auror.
Doveva chiamare suo padre. Doveva mandare un Patronus, ma in quel momento le sembrava la cosa più difficile del mondo.
Anche solo ricordare il suo nome le sembrava impossibile. Guardò la sua bacchetta sporca anche quella del sangue di Luna e raccolse le braccia al petto, stringendole come per avere conforto.
Gli occhi fermi e vitrei di James le comparvero davanti e le sembrò quasi di sentire la risata pazza e sadica di Aaron.
Si mise le mani sopra le orecchie cercando di scacciare quelle immagini da dentro la sua testa " non sta succedendo di nuovo" si disse e cominciò a muoversi avanti e indietro come se si stesse cullando.
Sangue chiama sangue. Non sarà finita. Non potete batterci.
Tutte le parole che aveva sentito in quel giorno infinito le stavano tornando alla mente e Lily cominciò a battersi una mano sopra la fronte, sempre più forte, per cercare di chiudere quei pensieri fuori e di concentrarsi su sua madre e sul chiamare suo padre.
Alzò la bacchetta in maniera instabile " Expecto Petronum" enunciò, guardando la bacchetta e cercando di tenerla ferma.
Dalla sua bacchetta non uscì niente e Lily si asciugò le lacrime lasciandosi due lunghe striature di sangue proprio sotto gli occhi e poi si alzò cercando dentro di sé la sua famosa determinazione.
Le sue gambe tremarono sotto il suo peso mentre si alzava per raggiungere il piano inferiore.
Doveva smaterializzarsi o mandare un Patronus e sapeva che l' unica maniera per concentrarsi era allontanarsi da tutto quell' orrore.
Gli occhi mancanti di Luna continuavano ad apparirle, come un macabro scherzo, come se qualcuno avesse voluto trasmettere un messaggio.
In fondo gli occhi di Luna erano il suo tratto distintivo, erano sempre sognanti, sembravano sempre pieni di gioia e di speranza.
Scese lentamente le scale aggrappandosi al corrimano e quasi trascinandosi sulle gambe e si ritrovò al piano inferiore.
Sentiva la testa come se improvvisamente le fosse stata svuotata e neanche si rese conto che non stava più piangendo, che ormai la sua disperazione e la sua angoscia le stavano scorrendo nelle vene arrivando al cuore e al cervello.
Provò ad impugnare di nuovo la bacchetta per mandare un Patronus, pensò a quando era ancora felice, a poco più di un anno prima: a quando James era ancora vivo e sempre sorridente, a quando suo padre e sua madre scherzavano assieme e si punzecchiavano, a quando Albus era il solito ragazzo riflessivo che prendeva sempre le sue difese, ma non riuscì, le vennero in mente il sorriso spento di James e le sue urla, le parole di Albus che la considerava un' assassina e gli occhi fermi e, apparentemente, privi di vita e di volontà di sua madre.
Formulò l' incantesimo, ma ancora non uscì niente, neanche un minimo sbuffo argenteo.
Doveva smaterializzarsi.
Strinse la bacchetta più forte e chiuse gli occhi cercando di vuotare la mente, non poteva permettersi di spaccarsi.
Fece un respiro profondo continuando a tenere gli occhi chiusi e cercando di concentrarsi sul suo respiro come gli aveva insegnato suo zio Ron.
Improvvisamente davanti ai suoi occhi vide nitidamente la figura di Scorpius, i suoi occhi argentei puntati su di lei erano così vividi che Lily ebbe quasi la tentazione di allungare una mano per accarezzargli il volto e la sua voce risuonò nell' aria.
" Non rinuncerò mai a te, neanche se dovessi perdere del tutto la ragione, potrei rinunciare a te"
Lily non si dette il tempo di pensare ad altro e si smaterializzò.
***
Pegasus guardò attentamente il padre di Cris e Zoe mettersi addossato alla parete della palestra e quasi scomparire, come se fosse appena stato risucchiato da essa.
Sorrise vedendo le facce meravigliate degli altri. In fondo per lui era routine: Zoe gli aveva insegnato tutti i trucchi della mimetizzazione e ormai lui li conosceva abbastanza bene.
Sapeva che anche per quello doveva ringraziare tutte le angherie che aveva subito da sua madre e soprattutto doveva ringraziare che lei gli avesse impresso il Triskel.
Quando toccò a Scorpius provare, Pegasus vide suo padre entrare in azione: il suo viso determinato, il suo corpo irrigidito e in tensione e il suo sguardo. Il grigio dei suoi occhi, sembrava quasi diventare duro come un blocco di ghiaccio.
Riuscì piuttosto bene nella mimetizzazione e Pegasus pensò che probabilmente se era diventato un mago dotato non era merito, solo, di tutto quello che aveva passato, ma anche di suo padre, che era davvero un grande mago.
Scorpius alzò lo sguardo e vide gli occhi di Pegasus puntati su di sé, assottigliò leggermente lo sguardo e prima di rendersene conto si ritrovò a cercare di capire quel ragazzo.
Sembrava un ragazzo talmente sicuro di sé da essere presuntuoso, ma nello stesso momento sembrava quasi cercare l' approvazione e la benevolenza e Scorpius proprio non riusciva a capire.
Non comprendeva come le due cose potessero coesistere e non capiva perché sembrava, con tanta determinazione, voler diventare amico suo e di Albus, mentre, non che gli dispiacesse, sembrava insofferente ogni qual volta si trovava a contatto con Lily.
All' apparenza gli assomigliava davvero molto ed era una cosa che non capiva, i suoi tratti erano comuni a quelli dei Malfoy mentre quel ragazzo doveva avere i tratti Black, anche se, doveva ammettere, con tutti gli strani miscugli che c' erano stati nella sua famiglia per restare Purosangue da generazioni, non poteva escludere di avere dei tratti Black.
La lezione finì mentre era ancora assorto a studiare il ragazzo nuovo e Harry e Ron entrarono nuovamente in palestra.
Con sua sorpresa Teddy non uscì e rimase appoggiato al muro della palestra " che succede?" gli chiese Karl e Scorpius scosse la testa, voltandosi verso Albus seduto accanto a lui.
Albus fece una smorfia mettendo il labbro inferiore sopra quello superiore a testimonianza che non ne aveva idea.
" Alexander Black" chiamò Harry e il ragazzo si alzò raggiungendolo .
Scorpius sbuffò infastidito dalla sicurezza che anche in quel momento dimostrava.
" Oggi pomeriggio vorrei valutare la tua bravura nei duelli. Immagino saprai che un buon Auror deve saper gestire un duello"
Pegasus annuì e suo nonno riprese: " bene. Quindi, adesso chiamerò un tuo compagno, almeno che qualcuno non voglia offrirsi volontario"
Pegasus sgranò gli occhi e si voltò subito verso suo padre con un pessimo presentimento.
Scorpius arricciò le labbra in un ghigno soddisfatto ed alzò la mano facendo sospirare Pegasus. Era proprio come immaginava.
Harry non disse niente, guardò Pegasus e poi Scorpius, infine fece un gesto con la mano a Scorpius per fargli capire che doveva alzarsi e raggiungerli.
Scorpius si scosse leggermente il pantalone celeste e si avvicinò ai due.
" Mi raccomando, un duello pulito e solo con incantesimi basilari" si raccomandò Harry, a cui probabilmente non era sfuggito come Scorpius guardasse Pegasus.
Poi Harry si mise da parte affiancando Ron e Teddy e guardando fisso verso di loro.
Adesso, Pegasus comprendeva perché erano tutti lì, suo nonno voleva mostrare a Ron e Teddy la novità e sicuramente voleva un loro parere, voleva sapere se poteva fidarsi di lui oppure no.
Sospirò indeciso sul da farsi, se si fosse dimostrato incapace, sicuramente, sarebbe stato espulso dal programma, ma se avesse fatto vedere gli incantesimi che riusciva a fare, sicuramente avrebbero sospettato di lui e avrebbe rischiato di essere comunque espulso dal programma.
Mosse le labbra indeciso, comunque si fosse comportato sarebbe stato pericoloso, alla fine viaggiava letteralmente sul filo di una lama.
" Pronti?" chiese Harry e Pegasus e Scorpius si guardarono: grigio contro grigio, padre contro figlio.
Pegasus prese un respiro e annuì nervosamente.
Gli altri scambiarono la sua ansia per paura e Joey si voltò verso Karl " cinque Galeoni che Scorpius lo stende in dieci minuti" Karl sorrise " ci sto" rispose.
Pegasus sapeva che toccava a lui il primo incantesimo, ma non aveva la più pallida idea di cosa intendesse suo nonno per incantesimi basilari.
Si maledì per non essersi informato meglio, i viaggi nel tempo non erano così elementari come sembravano, c' erano davvero tante cose che non sapeva, davvero tante cose che rischiavano di farlo scoprire.
Prima che potesse anche solo muovere la bacchetta, però, Pegasus vide suo padre dilatare così tanto gli occhi che credette gli potessero fuori uscire dalle orbite e poi lo vide cominciare a correre.
Inizialmente lo guardò stupito, quasi intimorito che volesse scagliarsi su di lui e indeciso sul da farsi, ma poi sentì Alice urlare ed Harry correre a sua volta verso l' uscita della palestra e si voltò.
Sua madre era sull' arco della porta: era piena di sangue, sembrava essere dappertutto, sul suo viso, sulla sua divisa, persino sulle sue scarpe. Sembrava che ne fosse stata inzuppata.
Suo padre la raggiunse per primo e la prese tra le braccia, lei come se non avesse atteso altro che qualcuno la sorreggesse si accasciò contro di lui sporcandolo di sangue.
" Lily" la chiamò Scorpius, scostandole una ciocca di capelli dal viso e Pegasus sentì le sue labbra inaridirsi davanti allo sguardo di suo padre.
Quando era piccolo e suo padre gli parlava di sua madre, prima che Pegasus smettesse di ascoltare e decidesse di non voler sapere altro della donna che lo aveva generato, era stato ore ad ascoltarlo mentre descriveva l' amore che provava per lei e a Pegasus era sempre sembrato che lui avesse una nostalgia negli occhi e nella voce, come la mancanza di qualcosa e adesso, finalmente, ne capiva il motivo.
A Scorpius nel futuro sarebbe mancato l' amore, quell' amore che in quel momento gli stava facendo brillare gli occhi, quell' amore che, nonostante la preoccupazione, gli permetteva di guardare sua madre come se non esistesse che lei al mondo, come se non volesse che lei.
" Lily" anche Harry arrivò e s' inginocchiò per poterla guardare " amore, sei ferita?" chiese, cercando di sollevarla a sedere, ma Lily non rispose né si mosse.
Pegasus vide suo padre gettare un' occhiata disperata ad Albus che era immobile, i pugni chiusi, serrati in una morsa piena di rabbia e gli occhi lucidi di lacrime.
Alice lo raggiunse e gli prese la mano appoggiando la testa al suo braccio, ma lui non diede quasi adito di aver sentito alcun contatto. Sembrava che i suoi occhi fossero immersi nei ricordi più di quanto non lo fossero in quello che aveva davanti.
" Non è ferita" sentenziò Ron che si era inginocchiato accanto ad Harry per controllare.
" Lily, dove sei stata?" le chiese Harry con calma, anche se una vena del suo collo era così ingrossata che Pegasus immaginò che il suo cuore stesse quasi per esplodere.
Vedendo che Lily non gli rispondeva si voltò verso Alice " non doveva essere a casa?" le chiese in modo quasi brusco.
Alice parve riprendersi dallo stato catatonico in cui sembrava caduta alla vista della sua migliore amica in quelle condizioni e si rimise in posizione eretta.
" Sì, andava a casa, non stava bene" disse, cercando lo sguardo di Scorpius perché anche lui confermasse la sua versione, ma sorprendentemente fu Albus il primo a parlare " la mamma" sussurrò soltanto, ma fu come se l' avesse urlato.
Harry scattò in piedi guardando suo figlio, ma senza vederlo realmente, semplicemente, come se stesse mettendo insieme tutti i pezzi.
" Portala al San Mungo" ordinò rivolto a Teddy e dopo un' ultima occhiata alla figlia si smaterializzò senza neanche aspettare Ron.
Ron si portò le mani ai capelli come se stesse per esplodere, tutti sapevano che ancora non si era ripreso per le condizioni di sua sorella, poi si smaterializzò subito dopo il suo migliore amico.
Adesso, quasi tutti gli sguardi erano puntati su Albus.
Pegasus non avrebbe saputo dire che cosa gli altri si aspettassero da lui: se volevano vederlo piangere, se volevano vederlo esplodere o se, forse, speravano che dopo aver visto sua sorella così, lui si lasciasse andare e cominciasse a raccontare qualcosa in più di quello che era successo un anno prima, invece Albus lasciò la mano di Alice lentamente, facendo scorrere le proprie dita sul palmo della mano di Alice " io vado" le disse con una voce quasi strozzata e Alice scosse la testa, Albus fece per ribattere, sicuro che Alice si sarebbe opposta, ma lei lo fermò con la mano " voglio dire che vengo con te" e uscirono dalla stanza di corsa per scendere le scale e potersi smaterializzare anche loro.
Pegasus guardò sua madre e suo padre e sentì il suo cuore sobbalzare. Per quanto fosse assurdo, per quanto se l' avesse detto a qualcuno, forse, sarebbe stato tacciato di essere un malato di mente, quella scena, per quanto macabra, per quanto non avesse niente di romantico, gli sembrava la cosa più bella del mondo.
Forse, soltanto perché non era mai riuscito a vedere suo padre e sua madre assieme.
Teddy guardò Scorpius " lasciamela, la porto al S. Mungo" gli disse, ma Lily come se avesse finalmente sentito quello che accadeva intorno a lei, alzò una mano e strinse la maglietta di Scorpius, come se lo stesse pregando di non andarsene.
Scorpius guardò Teddy " la porto io" si oppose e Teddy sospirò " tu devi smaterializzarti fuori, perderemo più tempo" gli spiegò paziente, ma Scorpius si alzò tenendo Lily tra le braccia " hai sentito Ron, non è ferita" protestò, poi guardò Teddy " per favore" sussurrò e Teddy annuì lentamente.
" Ok, vengo con te" gli disse calmo.
Scorpius uscì dalla stanza seguito da Teddy e un gran vocio cominciò a spargersi in essa. Tutti che cercavano di capire cosa fosse successo, ipotesi su ipotesi.
Pegasus li guardò un attimo e poi uscì dalla palestra. Si guardò un attimo intorno e aprì le mani, le sue linee energiche s' illuminarono e pensò alla destinazione, poi scomparve.
***
Draco uscì dalla stanza di un paziente e sobbalzò impaurito.
" Vuoi farmi morire?" gli chiese, guardando il nipote negli occhi " è per questo che sei venuto dal futuro?" lo rimproverò abbassando leggermente la voce.
Pegasus cercò di sorridere, ma si accorse di non riuscirci molto bene. Per quanto cercasse di negarlo anche a se stesso, aver visto sua madre in quelle condizioni lo aveva turbato.
" Arriveranno a momenti" gli disse e Draco sbatté le palpebre " spero non altri come te" ribatté con un sorriso sarcastico.
Pegasus sbuffò " non ho tempo per il sarcasmo" gli disse e Draco tornò serio vedendo lo sguardo del nipote.
" Non so per bene cosa sia successo e non so perché nel futuro nessuno me lo abbia raccontato, ma dev' esserci stato un altro attacco a casa Potter..."
" Che cosa?" lo interruppe Draco incredulo " Scorpius la sta portando qua" spiegò Pegasus.
" Mio figlio? perché lui? È ferito?" Draco sentì di star perdendo la sua storica freddezza.
Pegasus alzò gli occhi al cielo " non è ferito, sta benissimo è Lily Potter che non sta bene" specificò " io starò nei paraggi, ma voglio che tu mi dica tutto quello che verrai a sapere di questa storia" continuò.
Draco s' incupì " ehy, signorino, chi ti credi di essere per darmi ordini?" gli chiese, ma la sua voce non era davvero severa.
Pegasus ghignò, ma non fece in tempo a rispondere niente che una voce rimbombò nel corridoio " Draco Malfoy. Draco Malfoy è desiderato nella sala 4"
Draco sospirò e scosse la testa " vedrò quello che posso fare" gli disse, guardandolo un' ultima volta prima di avviarsi verso la sala e sapendo già chi vi avrebbe trovato dentro.
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E se domani...
FanfictionE se un giorno un giovane ragazzo di vent'anni arrivasse e preannunciasse una nuova guerra magica? e se nessuno conoscesse davvero quel ragazzo? e se le cose non fossero esattamente come appaiono? Ennesima Lily / Scorpius che mi è balzata in testa :...