21 CAPITOLO

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PICCOL A PREMESSA: LA PRIMA PARTE DEL CAPITOLO E' PIUTTOSTO CRUDA, IL RAITING E' GIA' ARANCIONE E GLI AVVERTIMENTI CI SONO, MA ESSENDO COINVOLTO UN BAMBINO PREFERISCO AVVERTIRVI ULTERIORMENTE.

Era in piedi, una spettatrice esterna, come la prima volta che le era successo.
Un bambino era seduto su una poltrona verde e logora, sembrava essere vecchia, proprio come la stanza dove si trovavano.
I muri erano crepati in più punti e la vernice sembrava staccarsi a causa della muffa.
La prima cosa che era riuscita a pensare vedendo quella casa, era stata che non era certo un ambiente adatto per un bambino così piccolo.
Poi concentrò lo sguardo su di lui.
Sembrava avere all' incirca tre anni e sembrava stare male: teneva le braccia allacciate alla sua vita e le sue labbra erano contratte in un broncio come se stesse per piangere.
Lily sarebbe voluta andare da lui e chiedergli come mai era così triste, ma sapeva che non poteva, sapeva che quelli erano ricordi, o forse era la sua testa, in ogni caso non era reale.
Vide il bambino sollevare i suoi occhi e quasi indietreggiò: erano grigi, e sembravano quelli di Scorpius.
Se non avesse saputo che sin da bambino Scorpius aveva avuto i capelli di un biondo intenso, quasi come i raggi del sole, e non di quel biondo quasi rosso, avrebbe detto che era lui.
Gli somigliava come una goccia d' acqua.
" Pegasus che stai facendo?"
Lei trasalì contemporaneamente al bambino.
Di chi era quella voce? Chi avrebbe parlato con una tale cattiveria ed una tale durezza ad un bambino?
" Ni... niente, mamma" rispose e Lily vide quasi il terrore nei suoi occhi.
Si leccò le labbra nervosamente e dentro di sé sperò che fosse tutto un sogno perché la paura di quel bambino era quasi tangibile e le faceva stringere il cuore come se fosse la sua.
" Niente? Niente?"
Le due parole furono un ruggito di rabbia, ma non fu quello a spaventarla, quanto la persona che vide entrare dalla porta.
Lily stavolta non riuscì a non indietreggiare, quella che stava entrando nella stanza era lei, ma non era possibile.
Lei non aveva quell' espressione, forse non l' aveva mai avuta neanche in battaglia, figurarsi se l' avrebbe avuta davanti ad un bambino di tre anni e poi lei non conosceva nessuno che si chiamava Pegasus.
" Sei uno spreco di spazio" gli disse alzandolo dalla poltrona prendendolo violentemente per un braccio.
Lily avrebbe voluto spingerla via, ma come si permetteva di trattare così un bambino così piccolo?
Poi si avvicinò e guardò meglio la donna. Era lei in tutto e per tutto.
" Per Merlino" sussurrò, ma in mezzo ai pianti sommessi del bambino le sembrò un urlo.
" Devi fare il bagno, piccolo essere inutile" gli disse spingendolo dentro un' altra stanza.
Lily vide il piccolo Pegasus perdere l' equilibrio a causa della spinta e il piede piegarsi prima di cadere a terra.
Il bambino si prese il piedino tra le mani, poteva vedere benissimo il suo volto sofferente, ma vide anche che non una lacrima lasciava i suoi occhi.
La donna – si rifiutava di vederla come se stessa- ghignò " finalmente hai imparato a non piangere per ogni minima cosa" gli disse fredda e dopo un' ultima occhiata sprezzante lasciò la stanza.
Lily s' inginocchiò accanto a lui e lo guardò finalmente piangere liberamente.
Le si stringeva il cuore e le mani le tremavano di rabbia, avrebbe voluto prendere quella donna e sbatterle la testa contro il muro fino a quando il senno non vi fosse rientrato dentro.
Vide il bambino alzarsi piano e arrivare zoppicante fino alla vasca. Lo vide arrampicarsi sopra di essa e cercare in tutti i modi di aprire il rubinetto.
Ma per quanto ci provasse era davvero troppo difficile per lui.
Lily cercava di aiutarlo, ma le sue mani passavano attraverso al bambino e si dovette arrendere.
La porta si riaprì con un tonfo e Lily vide di nuovo la donna e nel volto aveva una faccia spaventosa.
" Pensi che l' acqua scenda da sola?"
Lily strinse i pugni per la rabbia quando vide la donna avvicinarsi di nuovo al bambino.
Se gli avesse fatto del male di nuovo...lei...in realtà non poteva fare niente, solo da spettatrice e lo sapeva benissimo.
" Ti rendi conto di essere un inutile Magonò, vero?" gli chiese, come se gli stesse dando una vera informazione.
" Ti prego, mamma"
Lily sentì il bambino incespicare nelle parole per colpa del pianto mentre pregava la sua mamma.
" Io alla tua età facevo magie già da due anni. Hai quattro anni, idiota" lo offese e Lily chiuse gli occhi.
Quelle parole la offendevano quanto e forse più del bambino, perché il bambino aveva l' innocenza del non capire, ma lei sapeva benissimo che quella donna diceva quelle cose tanto per trovare una scusa per maltrattare Pegasus perché nessuno, nessuno poteva far magie a due anni.
La seconda cosa che la colpì fu che il bambino aveva quattro anni eppure sembrava più piccolo.
Era così magro e così sofferente che sembrava più piccolo della sua età.
" Vuoi vedere come si fa?" riprese la donna e tirò fuori la bacchetta.
Lily vide Pegasus indietreggiare e fu sicura che quel bambino aveva già sofferto per colpa di quella e la sua rabbia aumentò ancora di più.
Però la donna non sembrava intenzionata a far del male al bambino, anzi puntò la bacchetta verso il rubinetto e lasciò che l' acqua cominciasse a scorrere.
Lily la guardò un po' impaurita e un po' confusa, sembrava che nutrisse un grande odio per quel bambino, ma non riusciva a capirne il motivo ed a vedere il viso contrito e pieno di paura di Pegasus, probabilmente neanche lui lo sapeva.
Il vapore cominciò a spargersi nella stanza, lo specchiò divenne opaco e il pavimento sembrava lucido di umidità.
Lily guardò la donna, se ne stava ferma a braccia conserte e guardava il bambino con uno sguardo folle.
Qualcuno doveva liberarlo. Non poteva essere ogni giorno in balìa di quella pazza.
Forse era per quello che lei stava vedendo tutto questo. Forse lei doveva liberarlo.
Il bambino scosse la testa e si appoggiò al muro sembrava che volesse andare ancora più lontano.
Era scosso dai tremori, nonostante il calore che sicuramente si stava diffondendo nel bagno.
Lily guardava il bambino contorcersi e cercare di entrare dentro la parete, sentiva le sue grida mescolate al pianto e avrebbe voluto solo tapparsi le orecchie.
Odiava non poter far niente. Odiava dover essere una spettatrice passiva. Odiava dover assistere a tutto questo.
Vide la Lily della sua visione avvicinarsi al bambino e strattonarlo; la sua espressione non mutò minimamente mentre lo prendeva di forza e lo conduceva davanti alla vasca.
La forza che impegnava su di lui gli riempiva la pelle di chiazze rosse, ma Lily temette che non fosse quello la cosa peggiore che gli sarebbe capitato.
Quando la vide cominciare ad urlare che gli avrebbe insegnato a difendersi e che sarebbe diventato un vero mago, cominciò a sospettare che cosa sarebbe successo e scosse la testa a livello incoscio, senza riuscire a controllarsi.
Senza riuscire a smettere.
Lo avrebbe ucciso. Il contatto del corpo di un bambino con l' acqua a quella temperatura l' avrebbe ucciso e lei non avrebbe potuto fare niente.
Non si rese conto che aveva cominciato a piangere e tremare proprio come il bambino davanti a lei ed urlò, un grido misto tra rabbia e sollievo, quando la donna immerse solo la mano del bambino.
Chiaramente il contatto non l' aveva ucciso, ma adesso il bimbo era gravemente ustionato e piangeva forte, senza riuscire a smettere.
Lei lo lasciò e Pegasus ricadde a terra ripiegandosi su se stesso fino a formare una palla, la mano al petto come a cullarla e le urla che non riusciva a smettere di emettere.
Lily vide, con la vista annebbiata dal pianto, la donna chinarsi su di lui e voltarlo sulla schiena " quando avrai sofferto un po' ti guarirò...devo farlo...devo punirti fino a quando non userai i tuoi poteri" concluse.
Lily si avvicinò al bambino e si lasciò cadere in ginocchio senza riuscire a smettere di piangere.
Non aveva mai visto una tale barbarie.
Soprattutto su un bambino e su uno che l' aveva appena chiamata mamma.
Si chiese se quella donna era un Apocalittico, se loro potevano essere così crudeli con un infante.
Automaticamente la sua mano si mosse e salì da accarezzargli i capelli.
Sapeva che lui non poteva sentire quella carezza, ma non riusciva a sopportare il suono del suo pianto, la vista del suo corpo ferito e tremante era come un pugno in pieno stomaco.
Se avesse potuto lo avrebbe raccolto da terra e lo avrebbe cullato, ma non poteva.
Lo accarezzò ancora e ancora, immaginando di averlo tra le braccia, immaginando la sensazione dei suoi capelli tra le dita e della sua pelle di bambino.
Dopo qualche minuto vide gli occhi di Pegasus socchiudersi e sfarfallare leggermente.
Stava perdendo i sensi. Non sapeva se esserne felice o meno. Forse privo di sensi avrebbe sofferto meno, ma chissà se quella donna lo avrebbe aiutato.
Chissà se conosceva la pietà.
Ebbe la sua risposta quando vide la donna alzare la bacchetta. Non si diede neanche il tempo di chiedersi se lo stesse guarendo o volesse ancora fargli del male.
L' istinto si mosse per lei.
Si alzò in piedi e mise la mano davanti alla sua bacchetta proprio mentre l' incantesimo ne veniva scaturito.
Vide la luce viola riflettersi sulla sua mano, ma non gli passò attraverso, anzi, sembrò diffondersi in tutto il suo corpo.
Lily aprì le labbra mentre vedeva il suo braccio illuminarsi, le sue labbra si spalancarono mentre sentiva un formicolio percorrerle tutte le membra.
Cominciò a sentire un forte dolore in tutto il corpo, ma s' impose di resistere, non avrebbe permesso a quella donna di colpirlo di nuovo.
Sentiva un grande amore per quel bambino e si chiese se fosse solo la compassione.
Il dolore aumentò tanto quanto lo stupore negli occhi della donna.
Cominciava a chiedersi come mai l' incantesimo si fosse fermato, perché non stava colpendo Pegasus.
Lily cercò di restare concentrata e per darsi la forza di superare il dolore, si voltò verso il bambino e vide che aveva perso i sensi.
La rabbia la fece reagire ed emise un gemito spingendo il getto verso l' esterno, ormai non sentiva più il dolore, voleva solo fare del male a quella donna che aveva il suo stesso volto.
Premette ancora di più arrivando quasi ad urlare e finalmente riuscì a spingerla via, ma la potenza dell' incantesimo le scaraventò entrambe contro il muro.
Improvvisamente tutto si fece nero intorno a lei e sentì come se stesse sprofondando nel nulla, vide il bambino muoversi nella sua incoscienza e poi anche quello scomparve.
E lei cadeva, cadeva, cadeva.
Riaprì gli occhi boccheggiando e agitando le mani e le braccia come se stesse affogando.
Due mani forti si chiusero attorno ad esse " Lily, tranquilla, Lily, sei qua".
Lily smise di dimenarsi e si guardò attorno, vide le mura, purtroppo, familiari del San Mungo e ne percepì il classico odore pungente di alcool.
Poi portò lo sguardo sulla persona che le stava ancora tenendo ferme le braccia e vide che era Scorpius.
Non che ne avesse avuto dubbi, visto che il calore e i brividi che il suo tocco le aveva dato, le avevano preannunciato di chi si trattasse.
Avrebbe riconosciuto le sue mani tra tante. Era in grado di percepire le emozioni che le trasmettevano anche ad occhi chiusi.
" Come stai?" le chiese preoccupato.
Per tutta risposta Lily si alzò e dopo essersi scrollata le braccia di Scorpius di dosso, corse verso il bagno e si chiuse dentro per vomitare.
Non riusciva a credere a quello che aveva visto.
Era normale che fosse nauseata, nessuno poteva trattare un bambino così.
Doveva essere un sogno.
Ma lo era davvero? Che cos' era stato? Un sogno? Un ricordo? Una visione?
Sapeva soltanto che voleva trovare quel bambino, voleva salvarlo e voleva anche sapere anche chi era quella donna che gli faceva del male.
Quella donna con il suo volto che Pegasus aveva chiamato mamma.
Pegasus. Il suo nome.
Quello l' avrebbe aiutata di sicuro. Non era un nome comune, non avrebbe dovuto avere difficoltà.
***
Pegasus aprì le palpebre e se ne pentì immediatamente.
Avrebbe tanto voluto richiuderle.
Con il ritorno della coscienza, era tornato anche il dolore e ne aveva molto.
Si sentiva come se fosse caduto da una scopa durante una partita di Quidditch, o almeno così credeva che ci si dovesse sentire visto che non aveva mai giocato.
Sentiva le ossa talmente dolenti che, nonostante sapesse che suo nonno doveva averlo guarito, si chiese se non avesse sbagliato qualcosa.
Un sorriso gli spuntò automaticamente in viso al pensiero di quello che avrebbe detto suo nonno se gli avesse confessato i suoi dubbi.
Si decise ad aprire definitivamente gli occhi e guardare dove fosse precisamente, ma non fece in tempo ad osservare niente, visto che vide due occhi verdi scrutarlo dall' alto.
" Bentornato, Pegasus".
Lui stava quasi per rispondere con un sorriso a suo nonno, quando rifletté su come l' aveva chiamato.
Improvvisamente la gola gli si fece arsa e spostò lo sguardo lungo tutta la stanza per vedere se vi era traccia dell' altro nonno.
" Draco non c' è ora" lo informò Harry, capendo subito chi cercasse.
Suo nonno aveva sempre avuto un buon intuito.
La sua mano corse immediatamente a cercare il suo braccialetto nero, ma Harry lo fermò prima che vi arrivasse poggiandoci la sua sopra.
Il tocco di Harry tranquillizzò Pegasus. Si sentì come quando era un bambino ed ogni volta che aveva un brutto sogno correva da lui e si faceva raccontare tutte le sue avventure.
" Non devi aver paura perché ho scoperto chi sei" poi sorrise e Pegasus rilasciò definitivamente il respiro.
Draco entrò nella stanza e vide i due parlare.
Non sapeva se essere più felice per il fatto che suo nipote stesse bene o più amareggiato per aver dovuto dire la verità ad Harry.
Si sentiva un po' infantile, ma si era abituato al fatto che Pegasus contasse su di lui e gli faceva un po' effetto condiverlo.
Anche se sapeva che non avrebbe potuto fare altrimenti.
Quando aveva visto il Triskel sulla mano di Lily aveva capito che il legame tra sua nuora e suo nipote andava oltre al rapporto madre e figlio.
C' era qualcosa di profondo e nel bene e nel male era legato agli Apocalittici.
E l' unica persona che, purtroppo per lui, conosceva ogni sfaccettatura di questo gruppo di pazzi, era proprio Harry.
" Ammetto che non è stato facile credere a Draco" confessò Harry, lanciando un' occhiata al suo consuocero e Pegasus seguì il suo sguardo sorridendo a suo nonno che si avvicinò a loro.
" Non so se sai che non c' è molto da fidarsi di lui..."
" Ehy" lo interruppe Draco offeso.
" No, hai ragione" ammise Harry, tornando a guardare il nipote " diciamo che ormai è innocuo, il guardarsi troppo allo specchio gli ha bruciato tutte le cellule celebrali" lo schernì e Pegasus rise sonoramente alla battuta.
Harry e Draco si guardarono negli occhi, avevano sicuramente avuto la stessa impressione.
Nessuno dei due aveva mai sentito loro nipote ridere.
Lo avevano sempre visto serio, quasi imbronciato, quell' espressione misteriosa, con cui Draco lo aveva preso in giro il primo giorno dicendogli che sicuramente affascinava le ragazze.
Ma la stessa espressione che sicuramente era frutto di un brutto passato.
" Comunque" si ricompose Harry " ho deciso di dargli il beneficio del dubbio e ti abbiamo fatto l' incantesimo d' identità e anche quello che dimostra se sei un nostro diretto discendente e..."
Si fermò guardandolo attentamente " bè, sorpresa" concluse, facendo sorridere Pegasus.
" Dovevo capirlo comunque, sei tutto mia figlia".
Draco rischiò di soffocarsi nella risata " scusa?" chiese incredulo " vorresti dire che è tutto tua figlia, se togliamo: i capelli, gli occhi, le labbra, il naso, l' altezza, la corporatura e bè visto che ci siamo anche il sesso" lo prese in giro.
Harry lo guardò in tralice " ma se ha gli occhi..."
" Grigi" lo interruppe Draco " ma con le screziature castane" si oppose Harry.
" Ed i capelli sono biondi" insisté Draco " ma non il tuo biondo, direi che sono rossicci".
Draco emise un gemito che suonava tanto come stronzate " ti concedo i riflessi rossi" gli disse con il tono di uno che da il contentino.
" Le labbra però sono tutte di Lily" e la sua espressione si fece cupa " sono le stesse di James e Ginny".
Pegasus vide l' espressione di suo nonno e pensò a qualcosa per sdrammatizzare " sì, e il mio naso è quello dei Greengrass" li informò " adesso che mi avete scansionato pezzo per pezzo e che avete litigato, come al solito, come due vecchie comari, possiamo tornare a noi?"
Harry e Draco si guardarono imbarazzati " non litighiamo sempre" si difese Harry.
" Certo, come no?" scherzò Pegasus " non potete fregarmi io sono cresciuto con voi" commentò.
Harry e Draco si guardarono di nuovo " ecco, questa credo sia la mia prima domanda...perché sei cresciuto con noi?"
Pegasus sospirò e stavolta nessuno gli impedì di cominciare a giocherellare con il suo braccialetto.
Adesso che cosa avrebbe dovuto raccontare?
Verità o menzogne?
Era stanco di mentire e si stava rivelando sempre più difficile, ma lui non doveva pensare a cosa era difficile o doloroso, ma quanto a quello che fosse giusto.
***
" Va bene, basta, vado a chiamare mio padre" disse Scorpius rabbioso, vedendola uscire dal bagno traballante e con il volto cereo.
" Non ne ho bisogno" si lamentò Lily, sedendosi sul letto.
" Oh, peccato che in questo momento, con me in questa stanza e tuo padre in quella accanto, tu non hai potere decisionale" la prese in giro Scorpius.
" Mio padre è qua?" chiese Lily con voce afflitta " non avrai mica chiamato anche Albus per un semplice svenimento, vero?"
" Non è stato un semplice svenimento, Lily" protestò Scorpius, poi prese un respiro " forse...forse dovresti guardarti la mano".
Aveva tentennato, ma era stata solo la paura.
Come avrebbe reagito Lily vedendo di nuovo sulla sua pelle quel maledetto simbolo?
La vide abbassare gli occhi sulla mano e fu certo di sentire anche il suo respiro trattenuto.
" Quando...quando...sì, insomma...mi hanno attaccato?" chiese spaventata.
I suoi occhi roteavano spostandosi nervosamente su ogni angolo del volto di Scorpius, come se dalla sua risposta dipendesse la propria vita e lui sapeva che era davvero così.
" No" scosse la testa per essere sicuro che il messaggio penetrasse più a fondo " non ti ha attaccato nessuno, tu hai messo una mano sul braccio di Alexander" prese un respiro. Forse era riuscito a spingere in basso la sua gelosia, ma questo non toglieva che quello che era accaduto sembrava legarli.
" E sei rimasta come folgorata" concluse.
Lily inarcò le sopracciglia fino a farle scomparire al di sotto dei capelli " folgorata?" chiese.
" Letteralmente" confermò Scorpius.
Vide il volto spaventato di Lily " però sei riuscita a far diventare biondo Alexander" scherzò e Lily invece di tranquillizzarsi spalancò gli occhi " che cosa?" domandò.
" I capelli di Alexander sono diventati biondi" ripeté Scorpius " anche se qualcosa mi dice che anche i suoi capelli fossero una menzogna come il resto" aggiunse soprappensiero.
" Scorp, per favore" lo rimproverò Lily, ma intanto la sua testa cercava di mettere insieme i pezzi.
C' era qualcosa di strano nell' espressione di Alexander, una strana sofferenza, la stessa sofferenza che aveva visto in quel bambino: Pegasus.
" Sei sveglia" esordì Draco entrando nella stanza " vado a chiamare tuo padre" disse voltandosi.
" No, aspetta, papà, vorrei che tu la visitassi prima" lo bloccò.
Lily lo guardò con rabbia e Scorpius scrollò le spalle " vuoi chiederlo direttamente a tuo padre?" le chiese sarcastico e Lily sospirò " va bene" assentì, lasciandosi ricadere sui cuscini.
Draco li guardò divertito.
Come aveva fatto a sfuggirgli per mesi che fossero innamorati? Era così palese.
" Ok, Scorp, per favore, perché non vai a prendere un bel succo di zucca alla nostra Lily?" gli chiese.
" Ma se non fa che vomitare" si oppose Scorpius " appunto avrà bisogno di zuccheri, no?" replicò suo padre " e poi devo spogliarla per visitarla" lo informò e vide Scorpius sul punto di protestare di nuovo, sicuramente voleva dire che non era un problema, ma Draco lo fermò con un' occhiata.
" Cinque minuti, Scorp. Dacci cinque minuti, la ritroverai intera te lo prometto" aggiunse la parte finale con un ghigno e Scorpius scosse la testa.
Preso in giro da suo padre. Atroce.
Scosse la testa e uscì fuori sorridendo.
Draco si avvicinò a Lily " allora vediamo questa mano" le disse e Lily gliela porse in silenzio.
" Sì, è proprio come l' altro...sembra marchiato a fuoco, eppure..."
Lasciò la sua mano e alzò gli occhi su di lei " cosa ricordi di quando hai appoggiato la mano sul braccio di Alexander" le domandò e Lily scosse la testa " nulla. Proprio nulla" rispose e tornò ad appoggiarsi sui cuscini " a parte questo e la nausea sto benissimo" rifletté.
Draco storse la bocca. Mai che facessero due più due da soli.
" Senti a proposito di questo..." iniziò e Lily aggrottò le sopracciglia, perché improvvisamente le sembrava quasi divertito?
" Sei incinta" le disse tutto un fiato e Lily boccheggiò come in mancanza di aria e lo guardò.
Le sembrava quasi che fosse in attesa della sua reazione ed ogni traccia di sarcasmo era sparito dal suo sguardo.
" Ma tu...tu..." non riuscì a concludere la frase.
I suoi occhi si riempirono di lacrime e la sua mano scese lenta verso il ventre come se non potesse crederci.
Non si era mai data il lusso di crederci e tutto questo per...
" Come può essere?" chiese con un filo di voce.
Era stato lui. Lui. Subito dopo la sua operazione e prima di scoprire quello che era successo al resto della sua famiglia.
Lui le aveva detto del suo apparato riproduttivo e dei danni che aveva subito.
" So quello che ti ho detto" lesse tutti i dubbi nei suoi occhi castani " e prima che tu me lo chieda non c' è nessun errore".
Anche perché la prova era nella stanza accanto.
" Sei incinta davvero, Lily".
" Che cosa?"
Lily trasalì e il suo sguardo si spostò direttamente verso la porta dove aveva sentito provenire l' urlo incredulo.
Scorpius era lì, con in mano un cartone di succo di zucca e Lily lo guardò impaurita.
Sentiva distintamente il cuore batterle a livello della gola. Inutile negarlo: era terrorizzata.
Le importava la sua reazione. Per quanto cercasse di convincersi che non era così. Lei temeva la sua reazione.
Temeva di perderlo.
Come poteva essere stata così stupida? Eppure per lui era sempre stato così chiaro.
Invece lei doveva arrivare sull' orlo di perderlo per capire – come lo aveva chiamato?- il suo ruolo nella sua vita.
Lei lo amava. Era solo quello il ruolo e adesso rischiava di essere troppo tardi.
E se lui fosse stato ancora geloso di Alexander? e se non lo avesse creduto suo?
Si accorse di essere rimasta a fissarlo, come un troll, fino a quel momento. Si accorse che anche i suoi occhi rilucevano alla luce del neon e che anzi, in quel momento avevano proprio il colore di un cielo in tempesta.
Aprì la bocca per parlare. Non sapeva neanche cosa avrebbe detto. Non sapeva neanche se sarebbe riuscita a dire qualcosa.
Ma non fece in tempo a scoprirlo.
Con un piccolo tonfo il cartone cadde a terra e lui percorse la distanza che li divideva in pochi lunghi passi.
Poi dimentico che anche suo padre fosse lì, le afferrò il viso con entrambe le mani e l' attirò a sé in un bacio pieno di amore e di passione.
In un bacio che non lasciava dubbi alla sua reazione.
Lily si sentì la testa leggera come se fosse stata momentaneamente privata dell' ossigeno.
Sentì le mani di Scorpius muoversi fino a racchiudere la sua nuca attorcigliandosi i capelli attorno alle dita e sollevandoglieli in una pettinatura scompigliata attirandola sempre di più a sé.
Lily si alzò in ginocchio trasportata dalle sensazioni che quel bacio le stava dando. Era sempre stato bello con lui, ma quello era...non lo sapeva, ma sapeva che la stava mandando fuori di testa.
Gli passò le braccia attorno alla vita e sentì i loro cuori battere all' unisono, ed era impossibile capire quale appartenesse a chi.
Quando lui si staccò lei rimase ancora un attimo ad occhi chiusi cercando di modulare il battito del suo cuore ed impedirgli di uscire dalla sua gabbia toracica.
Lui le sollevò il viso con due dita portandola ad aprire gli occhi e vide che i suoi erano brillanti quanto i propri.
Fece correre uno sguardo lungo la stanza e vide che fortunatamente Draco se ne era andato.
Aprì la bocca per parlare, ma Scorpius le mise un dito sopra le labbra fermandola di nuovo.
" Ti rendi conto almeno un po' di quanto ti amo in questo momento, Lily Luna Potter?" le disse ad un centimetro dalle sue labbra così che lei sentisse il suo respiro caldo e poi tornò a baciarla.

E se domani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora