24 CAPITOLO

11 0 0
                                    

" Credi che ci aiuteranno davvero?" sussurrò Zoe guardando J.J. e lui sorrise di rimando.
Aveva gli occhi che brillavano, sembrava felice come un bambino la notte di Natale.
" Non hai visto?" le chiese " mio nonno mi ha abbracciato..."
Il sorriso si spense quando vide il volto di Zoe. Non era convinta.
" Tu credi che mi stiano ingannando?" la sua voce era un misto tra amarezza e delusione, desiderava tanto che lei la pensasse come lui.
" Penso che non sarebbe da escludere" convenne Zoe e J.J. scosse la testa " siamo liberi" protestò, mostrando le mani " stiamo girellando per la loro base per dargli il tempo di organizzarsi" spiegò e Zoe storse la bocca " sì, organizzarsi ma a pro o contro di noi?" domandò osservando gli occhi di J.J. incupirsi.
" Io non capisco" J.J. si fermò emettendo un lieve rumore di foglie smosse " perché devi fare così ? perché non puoi pensare che per una volta ce la possiamo aver fatta?" le chiese e Zoe notò che i suoi occhi erano quasi delusi.
Sospirò " non è come pensi" si difese " è solo che in quest' epoca niente è come sembra. Tua zia è buona, Pegasus non è mai stato liberato" si fermò come se si stesse trattenendo dal dire qualcosa e poi scosse la testa " siamo sicuri che siano davvero i buoni?"
J.J. spalancò gli occhi " ma ti senti?" domandò " non voglio più ascoltarti" sentenziò, facendo un gesto di taglio con la mano e ricominciando a camminare.
" Va bene, va bene" Zoe lo fermò per un braccio " se sono i buoni come dici tu, perché non ci hanno chiesto come abbiamo fatto a liberare Pegasus o se nel nostro presente gli Apocalittici esistono ancora?"
" Perché sappiamo già che esistono ancora" affermò Lily facendoli voltare entrambi giusto in tempo per vederla spuntare da dietro ad un albero " o voi non sareste tornati nel passato per cercare di fermarli prima che...prima che io rapisca e torturi mio figlio" i suoi occhi erano un misto di dolore e incredulità, ma quando si rialzarono su di loro erano di nuovo colmi della sua determinazione.
Zoe indietreggiò automaticamente e Lily scosse la testa " non credo che riuscirò mai ad abituarmi all' idea di essere cattiva nel futuro" affermò stancamente.
Tese il braccio e J.J. s' irrigidì ma non si mosse e lei gli diede un piccolo sorriso prima di prendergli la mano e aprirla facendovi cadere sopra una catenina che si arrotolò su se stessa.
Inizialmente J.J. credette che fosse una Giratempo, ma poi la guardò bene: la catena era molto più corta e il pendente era diverso.
Lo osservò per un attimo, era una semplice pietra bianca, sembrava quasi trasparente, ma dentro di essa qualcosa vorticava senza sosta e aveva la consistenza di una nebbia.
Alzò gli occhi su Lily guardandola interrogativo e lei sorrise di nuovo alzando una mano per accarezzargli una guancia, ma quando J.J. vide la sua mano venirle incontro indietreggiò e Lily restò con la mano a mezz' aria, ma non disse niente né si lamentò, dopo quello che aveva visto sembrava capire i loro atteggiamenti.
" Scusa" si giustificò " è solo...solo che assomigli tanto a mio fratello"
" Sì, lo so" affermò J.J. e Lily scosse la testa " non solo fisicamente, ma anche nel modo in cui cammini, parli e persino lo sguardo incredulo con cui mi stai guardando adesso" concluse quasi divertita.
Zoe si lasciò sfuggire un sorriso. Questa Lily non solo era diversa, ma era anche così dolce che era impossibile non sentirsi bene vicino a lei.
" Comunque" iniziò " questa è una pietra magica" spiegò tornando a fissare J.J. negli occhi.
Era fondamentale che capisse l' importanza di quello che stringeva tra le mani.
" Sai, Zoe ha ragione" disse " nel nostro mondo non siamo riusciti a liberare Pegasus, ma credimi ci abbiamo provato...in ogni modo" continuò e spostò lo sguardo come se potesse raggiungerlo " tutto, tutto quello che abbiamo fatto..." s' interruppe, la voce incrinata dal pianto.
Aprì i palmi delle mani e prese un respiro per calmarsi " Ma non ci siamo riusciti e non passa giorno che non pensiamo a lui o che non studiamo qualcosa per riaverlo con noi e questa è una delle cose che io e Scorpius avevamo trovato nelle notti di ricerca" spiegò loro indicando la pietra.
" Immagino che ancora non siate genitori, ma una madre e un padre devono proteggere il loro bambino. Devono farlo sentire al sicuro, amato e protetto e noi non ci siamo riusciti" la confessione le fece incrinare di nuovo la voce " ma non abbiamo perso la speranza di rimediare e intanto voglio rimediare con l' altro Pegasus...quando penso a lui, voglio pensare di averlo aiutato e non torturato" ammise.
J.J. parve comprendere l' importanza del ciondolo e abbassò gli occhi notando che la nebbia si era fermata.
" Funziona solo con lui" lo informò Lily vedendo che J.J. aveva aggrottato le sopracciglia " tutti gli incantesimi di protezione che ci sono funzionano solo con lui, io e Scorpius abbiamo usato il nostro sangue" continuò.
La protezione di una madre. Suo nonno diceva sempre che non c' era niente di più forte.
Vedendo il suo volto ancora sorpreso Lily guardò anche Zoe " fateglielo indossare e fategli promettere di non toglierlo mai" li pregò e di nuovo le lacrime riempirono i suoi occhi " vorrei essere sicura che almeno lui possa restare libero e possa essere protetto da tutti".
J.J. aprì la bocca per dirgli che Pegasus poteva proteggersi da solo e che sicuramente lei non aveva idea dell' entità dei suoi poteri, ma poi ci ripensò e chiuse le labbra.
Questa, per quanto incredibile ai suoi stessi occhi, era una Lily diversa. Era una Lily madre. Davvero madre e non solo di nome.
E Pegasus meritava di avere un regalo di sua madre. Pegasus meritava di sapere che donna era in realtà sua madre.
Zoe parve giungere allo stesso pensiero perché poggiò una mano su quella di J.J. facendogli chiudere le dita attorno alla catenella.
" Glielo daremo" le promise e Lily sorrise annuendo.
J.J. stava per aggiungere qualcosa, ma non fece in tempo perché arrivarono anche gli altri e stavolta avevano la Giratempo.
" Bene" disse Harry con un sorriso " dovrebbe essere a posto" commentò con un' ultima occhiata al ciondolo " il giorno impostato è quello che mi avete chiesto voi, l' unico problema è che sicuramente vi ritroverete in un bosco vuoto" continuò guardandoli e J.J. alzò le spalle " non ci sono problemi" rispose con un sorriso.
" Immagino di no" ribatté Harry con un sorriso malizioso e passando lo sguardo da lui a Zoe facendoli arrossire.
" Preferisco l' altra versione di tuo nonno, questo sembra essersi fuso con Draco" scherzò Zoe in un sussurro e J.J. soffocò una risata con un colpo di tosse.
Harry fece passare la catena attorno ai loro colli e li guardò " buon ritorno" gli disse e sembrava non riuscisse a staccare lo sguardo dagli occhi di J.J. come se tramite lui avesse di nuovo davanti suo figlio " dai papà, li rivedrai tra poco" affermò Lily prendendogli la mano e Harry annuì.
" Ci vediamo nel passato" affermò e J.J. guardò Zoe che aveva appena finito di girare gli anni e si stava apprestando a girare il cerchio più piccolo per i mesi e infine quello piccolissimo dei giorni.
Appena concluse, J.J. fece scivolare la propria mano nella sua e dopo un ultimo sguardo a tutti, scomparvero ai loro occhi.
Erano appena entrati nell' ormai, per loro, familiare viaggio nel tempo: un turbinio di forme e colori, qualcosa di indistinguibile.
Non era come nella Giratempo classica, non vedevi le persone e le cose muoversi a ritroso, non vedevi neppure la luce del giorno o l' oscurità della notte, tutto si fondeva insieme in colori e forme distorte;
Appena tutto attorno a loro parve riprendere consistenza, trattennero il fiato pronti all' espulsione e le loro mani si strinsero più forte, poi l' aria fu come risucchiata e tutto tornò normale.
Rilasciarono il respiro contemporaneamente alle loro mani e si guardarono "come facciamo a sapere se ha funzionato?" chiese Zoe guardandosi intorno, ma vedendo solo bosco.
J.J. sospirò " immagino che dovremmo solo..." s' interruppe di colpo e Zoe lo guardò preoccupata " che succede?" gli chiese " brucia" rispose e quando Zoe lo guardò sempre più stranita, J.J. s' infilò una mano in tasca e tirò fuori il ciondolo.
Zoe sbatté le palpebre vedendo che il ciondolo si era illuminato e stava creando la stessa luce che creavano di solito le mani di Pegasus.
" Credi che lo senta?" chiese Zoe in un sussurro, quasi come se temesse di poter essere udita.
" Sì, credo che voglia ricongiungersi a lui" rispose J.J. e il volto di Zoe si illuminò letteralmente per la felicità.
Le sue labbra si distesero in un sorriso facendo pensare a J.J. che non aveva mai visto niente di più bello e i suoi occhi, quando li puntò in quelli di J.J., erano così brillanti che sembravano scaglie di ametista lasciate al sole.
" Ci condurrà da Pegasus. Potremmo liberar..."
Zoe non riuscì a finire la frase perché J.J. l' aveva afferrata per le guance e attirata a sé.
La catena del ciondolo che le premeva sulla guancia, ma Zoe pensò che gliel' avrebbe persino potuta imprimere e lei non se ne sarebbe neanche accorta, l' unica cosa che riusciva a sentire in quel momento era il tocco delle labbra di J.J.
La passione e contemporaneamente la gentilezza, proprio com' era lui. Dolce e testardo.
***
" Direi che mi è andata meglio" affermò James scherzoso, ma poi pensò che avrebbe potuto dire qualsiasi cosa e quasi sicuramente la sua voce sarebbe entrata da un orecchio e uscita da quell' altro senza che la ragazza la registrasse neanche.
Aveva detto solo due parole da quando era arrivata e dopo quell' eri morto, non aveva più emesso un fiato e adesso erano ormai diversi minuti che lo stava guardando a bocca aperta, senza neanche muovere un muscolo.
Lo stava semplicemente osservando, le lacrime che scendevano sulle sue guance e la bacchetta ancora stretta nella sua mano, ma puntata contro terra.
James la comprendeva, era sicuramente sconvolta, ma avrebbe ugualmente voluto tirarle un nocchino. Quante volte le aveva insegnato che la bacchetta andava puntata verso la persona e non verso terra.
" Pensi di riuscire a tornare tra noi prima che qualcuno torni e ci trovi, uccidendoci entrambi?"
Non era felice neanche lui di parlarle così brutalmente, ma aveva bisogno che si svegliasse, che smettesse di guardarlo come se avesse visto un fondatore di Hogwarts camminarle davanti e che usasse tutta la sua intelligenza.
Quando vide che ancora non reagiva sbuffò sonoramente.
Per quello aveva mandato il Patronus a Scorpius e non a qualcuno della sua famiglia. Non sapeva precisamente che cos' era successo; il suo ultimo ricordo era l' attacco a casa sua, ma aveva capito dalla reazione delle sue gambe e dalle parole di quella ragazza che lui era mancato per molto tempo e quindi si era immaginato che la loro reazione sarebbe stata esattamente quella che stava, in quel momento, avendo Rose.
" Ok, senti, Rose, ho bisogno delle tue cellule celebrali, quindi svegliati prima che ti metta un Desolante a causa della tua disattenzione".
Si sentiva un po' stupido a parlarle come quando andavano a scuola, ma non sapeva che fare seduto a terra e con sua madre e l' altra ragazza distese accanto a lui.
Maledizione, ma perché quella pazza bionda non l' aveva smaterializzato prima di abbandonarlo lì?
" Rose, porco Salazar! Sono io...sono James e sì, lo so, è strano, ma ti assicuro che sono vivo, non sono incorporeo, guarda..." e accompagnò l' ordine con il gesto di raccogliere un po' di ghiaia e spandersela nei pantaloni.
" So che sembra strano, soprattutto ad una mente razionale come la tua, e ti giuro, ancora non ho collegato tutti i fili neanche io, ma devi credermi e subito, dobbiamo andare via di qua..." si passò le mani nervosamente tra i capelli " maledizione, Rose, devo salvare la mamma, io..."
" James" il sussurro di Rose lo fece fermare e cominciò ad annuire " sì, sì, Rose, sono io...sono io...per favore aiutami" la supplicò.
Ma il risveglio di Rose non fu dolce come James aveva sperato e lei alzò la bacchetta puntandogliela dritto sul volto.
" Hai il suo viso, ma non sei lui" affermò con rabbia e James chiuse gli occhi, era troppo sperare che la razionale Rose gli credesse sulla parola.
" Rosa rossa, sono io" le disse, usando il nomignolo con il quale l' aveva sempre presa in giro da ragazzini, quando aveva unito il nome al colore dei capelli solo per urtarle i nervi.
Gli occhi di Rose si riempirono di lacrime di rabbia e sembrava che la furia l' avesse invasa " tu...io...io non voglio neanche sapere cosa gli hai fatto per farti dire questa cosa e soprattutto...che cosa t' importa? Qual è il tuo scopo? Che vuoi da noi?"
James si portò le dita alle tempie e sospirò " sono io, Rose, ricordi le vacanze a Lisbona? Ti ricordi di aver sperimentato quasi tutti i cocktail Babbani? Ti ricordi di esserti ubriacata sfatta? Ti ricordi com' eri felice e disinibita? Ti ricordi di esserti infilata nuda in camera di quel ragazzo che ti piaceva? Chi era? forse..."
" Non importa" lo interruppe Rose arrossendo vistosamente e divenendo un tutt'uno con i suoi fulvi capelli rossi.
Poi tutto parve muoversi al rallentatore per James. Lei s' inginocchiò davanti a lui e tese una mano sfiorandogli la guancia " sei davvero tu?" gli chiese, senza riuscire più a controllare le lacrime.
Suo cugino.
Suo cugino morto.
Suo cugino che non era morto, ma anzi era lì davanti a lei. Stava parlando con lei.
" E' mezz' ora che cerco di dirti che sono io, testona" si oppose, ma quando lei lo travolse con un abbraccio anche lui dovette farsi molto forza per non mettersi a piangere.
" Quando lo sapranno Albus e Lily" disse Rose staccandosi da lui " quando ti vedranno e...oddio tuo padre" dilatò gli occhi " gli verrà un infarto, io credo che..."
" Stanno tutti bene, quindi?" chiese James un po' più rilassato e Rose assentì con la testa, ma il suo sguardo parve dire il contrario " ti conosco, Rose" le disse " non stanno bene?" domandò con una nota di paura nella voce.
" Stanno come dei sopravvissuti" affermò lei con lo sguardo basso, poi lo rialzò su di lui " e cercano di adattarsi a vivere senza una parte..." si fermò spostando lo sguardo su sua zia " due parti fondamentali della loro vita".
James sospirò " per quanto siamo stati prigionieri?" le chiese e Rose scosse la testa " eri morto, James, non prigioniero" lo informò " eri morto per tutti" rincarò e la sua voce era così dura e grave che il cuore di James si strinse come se qualcuno lo stesse spremendo con forza.
" Dobbiamo smaterializzarci" disse Rose guardandosi intorno " siamo troppo esposti qua" lo informò e James rise " complimenti, segugio, adesso sei pronta per essere un' Auror" la prese in giro, ma Rose invece di offendersi si aprì in un sorriso enorme " mi sei mancato" affermò con le lacrime agli occhi.
" Adesso, però non so come fare per smaterializzarci tutti" corrugò la fronte e James poté giurare di aver visto le rotelle del suo cervello cominciare a muoversi.
" Io, infatti, avevo chiamato Scorpius e non perché mi piaccia particolarmente la sua faccia da biondo rampollo viziato, ma perché in quanto Auror ha una passaporta in dotazione..."
" E così pensando a qualcuno di fiducia hai pensato a Scorpius, eh?" lo prese in giro " volevo qualcuno al di fuori della famiglia" protestò James e Rose strinse le labbra per non ridere.
Lui non sapeva ancora quanto Scorpius fosse ormai parte della famiglia.
" Ma Scorpius è al San Mungo e sai che là non arrivano i Patronus o ci sarebbe una confusione pazzesca, per fortuna è arrivato in Accademia e l' ho intercettato io" disse completando il suo ragionamento, però poi si zittì cercando di pensare alla soluzione.
" Ok, ok, ho trovato" disse e il suo viso era euforico come se le avessero appena detto che sarebbe potuta tornare ad Hogwarts.
" Passaporta" affermò e James si chiese se lo shock le avesse bruciato le cellule celebrali " non me lo potrei perdonare" mormorò e Rose lo guardò stranita.
" Creerò una passaporta" chiarì e si guardò intorno per cercare un oggetto da utilizzare " ma sai farlo?" chiese James, sapeva che la cugina era bravissima con gli incantesimi, ma quello era difficile anche per lui, quando era sano, in forze e con la sua bacchetta ed era un Auror.
" Sì" rispose immediatamente, poi lo guardò dal basso in alto e sorrise incerta " o meglio, conosco la teoria" ammise e James si poggiò il palmo della mano sulla fronte " finiremo in Giappone" sentenziò disperato.
***
Pegasus si gettò automaticamente a terra portando sua madre con sé e coprendola con il suo corpo per proteggerla dai detriti che volarono verso di loro.
Alla seconda esplosione si alzò in ginocchio e sollevò la mano con rabbia rivolgendo il palmo verso il corridoio.
Subito le linee curve della sua mano s' illuminarono e i detriti si fermarono davanti a lui prima di sbriciolarsi come piccoli granelli di polvere.
Spostò lo sguardo per vedere se stavano tutti bene e li vide tutti quanti osservarlo ed ognuno aveva un' espressione differente in volto.
" Lily! Alice!" la voce di Scorpius ed Albus rimbombò nella confusione e nelle urla che arrivavano echeggiando nel corridoio.
Quando le videro si fermarono e passarono lo sguardo su tutti e cinque i ragazzi a terra " chissà perché non mi stupisco" affermò Scorpius stringendo i pugni, ma Pegasus non l' ascoltò neanche, era troppo concentrato a cambiare aspetto a J.J. o la sua totale somiglianza con suo padre avrebbe destato non dubbi, ma certezze.
Era pazzesco come Albus e J.J. si somigliassero, suo nonno Harry aveva sempre detto che era come vedere di nuovo Albus crescere, ma con una forma del viso diversa e un carattere molto più aperto, proprio come Alice e cavoli, aveva decisamente ragione.
" Quando hai finito di fare battute stupide andiamo a salvare la gente, tu che dici?" chiese Lily sarcastica e alzandosi in piedi.
" Io dico che tu non vai" protestò Scorpius.
" Io invece dico che tu sei un illuso"
" Vedi Alice protestare?"
" No, perché Alice andrà" rispose l' interpellata con un sorriso di sfida, Albus fece per protestare, ma un nuovo botto precedette delle nuove urla e Lily e Alice scattarono in avanti e corsero via prima che potessero fermarle.
Veloci e precise, come negli allenamenti in Accademia.
" Io odio le Grifondoro" affermò Albus con rabbia prima di cominciare a correre.
Scorpius respirò a fondo " la uccido" mormorò " giuro che la uccido" affermò prima di seguire il suo migliore amico.
Zoe mise una mano sul braccio di Pegasus " Ehy, è decisamente tuo padre!" esclamò e J.J. rise " già, quando si dice tale padre e tale figlio" assentì, ma Pegasus non li ascoltava, era totalmente preso dai suoi pensieri.
Forse quando suo padre gli parlava, da piccolo, e gli diceva che somigliava tanto alla vera Lily, non aveva tutti i torti.
Lo sguardo che aveva visto in sua madre, quel coraggio innato, quel modo di buttarsi nella mischia, quella speranza di incontrare colui o colei che la perseguitava negli incubi, era lo stesso che aveva lui.
" Pegasus" .
J.J. lo riportò alla realtà e lui strusciò i denti continuando a guardare il corridoio.
" So che vuoi andare da loro" disse Zoe " andremo io e J.J. e appena potrai ci raggiungerai" concluse, ma Pegasus scosse la testa " i nostri genitori si aiuteranno a vicenda, Cris è sola" commentò " l' andremo a prendere, la ucciderò e poi tornerò qua" decise e gli altri due sorrisero.
" Non posso smaterializzarmi con voi, non passereste le barriere" spiegò e poi sospirò " andrò da solo e poi mi raggiungerete" li informò prima di smaterializzarsi.
" Merda!" imprecò Zoe e J.J. si voltò verso di lei " sì, anche io odio quando si mette a capo e decide tutto lui" scherzò J.J. passandole un braccio intorno alle spalle.
" Giù le zampe, Potter" lo ammonì " imprecavo semplicemente per due motivi: perché non gli abbiamo dato il ciondolo e poi perché dobbiamo passare davanti ai tuoi genitori e Pegasus ti ha tolto l' incantesimo ed hai di nuovo la tua faccia" disse le due ultime parole come se le avessero dato qualcosa di sgradevole da mandare giù.
" Ehy, non mi sembra che ti sia dispiaciuto baciare questa brutta bocca" protestò offeso.
" No, hai ragione, l' unica cosa che mi è dispiaciuto è non aver controllato se il cervello c' era prima di lasciarmi baciare".
Un grido familiare li fece tornare in loro e scuotere la testa.
Che gli prendeva? Non era il momento di litigare.
Si guardarono un attimo prima di prendersi per la mano e correre verso le grida e verso la loro famiglia.
***
Non poteva essere più felice.
Aveva cominciato a pensare di riuscire solo a deludere la madre.
Fino a quel momento era riuscita solo a passare poche informazioni e adesso non era riuscita a fermare quella stupida di Rose.
Aveva avuto paura, non tanto di lei come persona o di James che non era neanche ad un decimo delle sue forze, ma quanto di esporsi.
Come poteva far saltare la sua copertura se non fosse stata certa di riuscire a fermarli?
E se davvero fossero fuggiti e l' avessero vista in volto?
Eppure tutto si basava su di lei e quindi era rimasta sotto il mantello dell' invisibilità rubato e si era limitata ad ascoltare i loro discorsi cercando di capire dove stessero andando.
Era stata sul punto di dichiararsi fallita quando aveva visto i quattro sparire, ma poi aveva visto lui.
Alexander.
Era rimasta a bocca aperta e non solo perché era diverso dal solito: i suoi capelli erano biondi e non più neri come quando lo aveva visto in Accademia qualche giorno prima, quanto perché si era smaterializzato all' interno del cancello.
Nessuno poteva farlo, ma la cosa che l' aveva stupita di più era stato vederlo alzare le mani davanti a lui, aprendo i palmi verso l' esterno come si stesse difendendo da qualcosa e queste illuminarsi di luce propria.
Una luce bianca, ma lucente, forte e intensa, qualcosa di talmente potente che la porta quasi si sradicò dai cardini per aprirsi al suo passaggio.
Lo vide voltarsi verso di lei, quasi come se si sentisse osservato e ringraziò mentalmente il mantello dell' invisibilità.
Il sole illuminò il suo volto rendendo più lucida la sua cicatrice, evidenziando quelle piccole efelidi ai lati del suo naso e rendendo più brillanti i suoi occhi grigi e lei non poté fare a meno che restare ipnotizzata come sempre, praticamente, da quando lo aveva conosciuto.
Quell' espressione quasi imbronciata e quegli occhi perennemente sofferenti l' avevano attratta subito e adesso scoprire che era anche così potente era stato come scoprire che Babbo Natale esiste e che ha tutti i regali arretrati per lei.
Doveva valutare molto bene se condividere questa cosa con la madre. Sicuramente sarebbe salita agli onori davanti a tutti gli altri, ma dopo lui sarebbe diventato l' obbiettivo primario e non era sicura se condividerlo o tenerlo per sé.

E se domani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora