26 CAPITOLO.

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Aveva deciso.
Era sicura di quello che avrebbe dovuto fare.
La sua lealtà verso La madre non ammetteva dubbi.
Lei l' aveva salvata, lei l' aveva portata ad essere quello che era e lei non poteva fare a meno che esserle grata.
Seguì Alexander dentro l' edificio. Sapeva che era vuoto.
Sapeva del piano degli altri Apocalittici e sapeva che lei avrebbe dovuto tenere lontani gli altri Auror, ma poi aveva visto quel Patronus arrivare e Rose Weasley allontanarsi e si era detta, a ragione, che sicuramente doveva essere qualcosa d' importante.
In fondo quando un Potter o un Weasley si allontanavano era sempre per nascondere, salvare o fare qualche loro " buona" azione.
Detestava il loro modo di fare. Era cresciuta odiando il loro comportamento da super eroi, ma contemporaneamente era cresciuta in mezzo a loro, come infiltrata, come amica.
Entrò lentamente dentro la stanza e rimase sbalordita.
Aveva visto il potere di quel ragazzo, l' aveva visto in Accademia.
Era sicura che sarebbe diventato un futuro Auror davvero sopra alla media, migliore, probabilmente anche di Scorpius Malfoy, migliore anche di James Potter e non aveva mai visto nessuno come James Potter.
Adesso però si stava rendendo conto del suo effettivo potere e non sapeva se esserne più spaventata o più affascinata.
Alexander stava distruggendo tutto e lo stava facendo con il solo ausilio delle sue mani.
Sarebbe dovuta intervenire, impedirgli di distruggere il lavoro di mesi, di anni.
Avrebbe dovuto fermarlo, ma era come ipnotizzata.
Riusciva a vedere tutto di Alexander, ogni muscolo teso mentre lanciava in aria quei cervelli e li faceva esplodere con facilità, come se non avesse fatto altro nella vita; riusciva a vedere la sua mascella contratta e le sue labbra leggermente aperte per il grido che emetteva ogni volta, un urlo pieno di rabbia e di rancore, come lei, era sicura, non ne aveva mai sentito.
Era bellissimo in quel momento, o forse era la sua pericolosità ad affascinarla, il suo sembrare così letale.
Sorrise dentro di sé. L' unica volta che si era ritrovata a fare dei pensieri del genere stava ammirando Aaron: il suo viso determinato e pericoloso, il suo volto divertito ogni volta che si trattava di fare del male; aveva visto così tante volte i suoi ricordi a casa Potter che ogni volta che guardava il volto di Albus o di Lily Potter si chiedeva come fosse possibile che fossero tornati a vivere.
Forse era quella la differenza tra Alexander e Aaron, lui era così arrabbiato in quel momento, non aveva nessuna soddisfazione dipinta sul volto, nessuna felicità nel fare quello che stava facendo.
Aveva fatto bene a seguirlo. Era stata la sua seconda intuizione fortunata.
La prima era stata quando Alice Paciock era rimasta ferita, quando aveva visto arrivare Rose Weasley e chiudersi in infermeria con lei e Lily Potter. Ancora non credeva alla sua grande prontezza di riflessi. Aveva deciso in così pochi secondi, si era infilata sotto il mantello dell' invisibilità e le aveva tenute d' occhio e, alla fine, la sua intuizione era stata premiata.
Una profezia. Ancora non riusciva a crederlo. Una profezia sulla loro fine e la Paciock incinta, era quasi fin troppo semplice.
Bastava eliminare lei e quella minaccia che doveva essere quel bambino non sarebbe mai nata.
Sperò che Aaron fosse riuscito a prenderla. Anche solo per ripagare tutta la sua fatica per farlo uscire di prigione.
A dir la verità l' idea era stata de La madre. Lei aveva vissuto la guerra magica e sapeva benissimo quali erano stati i modi per uscire da Azkaban.
Maniere a cui non pensava più nessuno e sperimentati in giorni che sembravano ormai lontani.
Alexander sembrava quasi impazzito e questo la riportò alla realtà.
Stava entrando in tutte le stanze e ne usciva con uno sguardo ogni volta più infuocato.
I suoi occhi sembravano davvero poter emettere fiamme e questo la lasciò ancora più basita.
Amava così tanto il fuoco che sembrava scorrergli nelle vene proprio nello stesso modo in cui amava quello di Aaron, ma dato che lui non poteva averlo, o almeno non fino in fondo visto che era ossessionato dalla Potter, magari avrebbe potuto avere Alexander.
Scacciò quei pensieri dalla sua testa. Doveva ricordare a chi doveva la sua lealtà.
Doveva pensare a La madre.
Stava ancora pensando a come intervenire, quando lo vide guardarsi intorno un' ultima volta e poi sparire.
Sorrise di nuovo. Quel ragazzo era davvero incredibile. Ogni volta la sorprendeva di più.
Al magazzino non era possibile smaterializzarsi e lui l' aveva fatto e lo aveva fatto senza bacchetta.
Compose il suo Patronus e quando il cigno argenteo fuoriuscì dalla sua bacchetta si chiese se La madre l' avrebbe premiata per tutte le sue scoperte, magari le avrebbe permesso di tenerlo.
Sarebbe stato utile alla causa e anche a lei.
***
Pegasus si smaterializzò all' interno dell' ospedale proprio in tempo per veder sparire sua madre e Alice.
Chiuse le mani a pugno, se non avesse sprecato tutto quel tempo in quel magazzino.
Non poteva credere di non aver neanche trovato Cris. Era come se avesse davvero solo perso tempo.
Tempo nel quale poteva aiutare sua madre.
Vide suo padre cadere a terra e l' istinto fu di andare verso di lui, ma suo nonno lo aveva già preceduto e anche suo zio Albus era accanto a lui, quindi cercò Zoe e J.J.
Quando li vide sentì le ginocchia cedergli. J.J. era disteso a terra e Zoe era china su di lui, i capelli davanti agli occhi e il viso basso.
Per un attimo il cuore gli si fermò nel petto.
Se J.J. fosse morto...
Si accorse che la sua energia stava di nuovo andando in ebollizione, sentì le mani bruciare e la sua vista si oscurò per un attimo.
Senza neanche rendersi conto di averlo fatto si smaterializzò e riapparve poche decine di metri più avanti, accanto a Zoe.
" Sono qua" le disse e lei alzò i suoi occhi pieni di lacrime " non risponde, Pegasus" disse con voce rotta e lui guardò il cugino.
" Quale incantesimo lo ha colpito?" si accorse che la sua voce stava uscendo quasi meccanicamente, ma non era facile cercare di mantenere la concentrazione e non pensare che quello disteso davanti a lui, privo di sensi e in fin di vita, era suo cugino, il suo migliore amico, uno dei suoi punti di riferimento.
Zoe in risposta si limitò a scuotere la testa più e più volte.
Pegasus spinse le unghie fin dentro la sua mano.
Doveva restare ancorato a terra. Non doveva cedere alla rabbia.
J.J. aveva bisogno di lui.
Prese un respiro e guardò Zoe " ce la farà, te lo prometto" le disse, ma non sapeva se stava incoraggiando lei o se stesso.
Mise la mano sulla testa di J.J.. Subito le sue linee si illuminarono e sembrò quasi che il sangue scorresse attraverso di esse, ma al contrario, come se Pegasus lo stesse assorbendo.
Zoe vide i suoi occhi serrarsi e la mascella contrarsi quasi come se sentisse dolore.
Più andava avanti e più il suo viso impallidiva e tutto il colore di cui veniva privato il volto affluiva nelle sue braccia, rendendole piene di chiazze violacee.
Infine lo vide emettere un gemito gutturale come se fosse stato respinto indietro, come se fosse appena riemerso da un' immersione e staccare le mani da lui, cadendo a sedere.
" Ce l' abbiamo fatta" disse con un sorriso e Zoe si morse il labbro ancora con le lacrime agli occhi.
Avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma sapeva che lui si sarebbe solo arrabbiato.
Pegasus aveva sempre avuto un suo modo di ragionare, un modo che per lei era lontano anni luce.
Anche se erano amici da una vita, anche se lei avrebbe dato la vita per lui, proprio com' era sicura che anche Pegasus avrebbe fatto, non era mai riuscita a capirlo fino in fondo.
Era troppo enigmatico per lei, troppo impulsivo e contemporaneamente troppo razionale.
E poi cosa doveva dirgli? Grazie? Si erano salvati così tante volte a vicenda nel loro futuro che probabilmente si sarebbe messo a ridere.
Per cui si limitò a fare quello che aveva sempre fatto per comunicare con lui.
Gli saltò al collo abbracciandolo stretto e affondando la testa nella sua spalla.
" Si sveglierà da un momento all' altro" la rassicurò scostandola da sé con un sorriso e Zoe annuì con le lacrime agli occhi.
" Hanno preso tua madre" lo informò e stavolta fu lui annuire " lo so" rispose e Zoe poté vedere tutta la rabbia che stava cercando di arginare.
Sapeva che era inutile dirgli qualsiasi cosa, sapeva che sarebbe stato solo peggio.
Non conosceva nessuno testardo quanto lui, forse solo sua sorella.
Lo vide alzarsi di scatto e lo guardò negli occhi " Devi darti il tempo di riprenderti" commentò suo malgrado e lui scosse la testa " non posso. Devo trovare Cris..."si fermò prendendo un respiro " ed anche mia madre e mia zia" concluse ripensando allo sguardo disperato di suo padre che aveva visto prima che svenisse.
Zoe lo afferrò decisa per un polso e Pegasus riabbassò lo sguardo su di lei quasi stupito.
La confusione e le urla si stavano attenuando. La battaglia intorno a loro stava lentamente finendo.
Gli Apocalittici erano quasi tutti arrestati o si erano smaterializzati, i pochi che stavano ancora dando battaglia erano quasi tutti stati arginati dagli Auror.
" Cris era qua" gli disse e lo vide spalancare gli occhi.
Aprì e chiuse le labbra come per dirle qualcosa, ma dopo un' ultima occhiata corse via.
Lo vide cercarla freneticamente e guardarsi intorno. I suoi occhi erano rossi, ma tutti erano troppo occupati per notare gli occhi di un ragazzo fermo in mezzo alla stanza.
Sicuramente stavano pensando che fosse un qualsiasi civile che cercava una via di fuga.
***
" Dobbiamo andarcene".
Leary la prese per un braccio e Cris si voltò verso di lui distogliendo lo sguardo da davanti a sé.
Aveva appena visto Pegasus salvare J.J.e il suo cuore stava ancora cercando di tornare a battere regolarmente.
Non aveva capito neanche lei quanto le fossero mancati tutti quanti. Quanto le fosse mancato Pegasus.
Avrebbe voluto solo abbracciarli tutti quanti.
Sentire il profumo naturale di Pegasus avvolgerla, udire la sua voce, ricominciare a litigare con lui e vedere quello sguardo che rivolgeva solo a lei.
" Abbiamo Harry Potter, dobbiamo andarcene, adesso" continuò lui e Cris sentì le sue dita bruciarle sulla pelle.
Scosse il suo braccio e tornò a guardare davanti a sé.
Per quanto tempo sarebbe riuscita a resistere a fare il doppio gioco?
" Non provare ad opporti a me, è colpa tua se siamo in tutto questo casino" la minacciò Leary, prendendola per le spalle, ma lei si liberò della sua stretta puntandogli le mani contro il petto e spingendolo via.
Guardò Pegasus. Forse lui avrebbe potuto aiutarla. Forse lui avrebbe capito.
Come attirato dai suoi pensieri, lui alzò il viso ed i loro occhi s' incrociarono.
A Cris sembrò che tutto si fosse ovattato intorno. Sentiva che Leary le stava parlando, ma non riusciva a sentirlo.
Non riusciva ad udire neanche il battito del suo cuore, nonostante potesse percepire che stava battendo furiosamente.
Dal momento che i suoi occhi grigi si erano puntati in quelli azzurri di lei, non era riuscita a vedere nient' altro come calamitata da lui.
Leary le strinse la stretta sul braccio per farle capire che dovevano sbrigarsi e lei mugolò di dolore, ma non si spostò.
Non potevano chiederle di andarsene. Non potevano chiederle di lasciarlo. Non più.
Immaginava che sarebbe finita così. Per quello aveva sperato fino all' ultimo che lui non arrivasse, per quello non voleva vederlo.
Aveva capito che la sua determinazione avrebbe vacillato.
Come Leary la strattonò per attirarla verso di sé e costringerla a scappare con lui, Cris vide gli occhi di Pegasus stringersi fino a divenire due fessure piccolissime.
Lo pregò con gli occhi di rimanere fermo, sapeva che quello era uno dei primi segnali di pericolo, ma doveva continuare a tenere la sua copertura o rischiava di farsi uccidere sul posto.
Lui comprese e si limitò a stringere i pugni senza distogliere lo sguardo da lei, Cris era sicura che non avrebbe smesso di studiarli fino a quando non fosse tutto finito.
Ma Leary aveva già notato il suo sguardo fisso su quel ragazzo al piano inferiore " chi diavolo è?" le chiese con rabbia costringendola a voltarsi verso di lui.
Cris scosse il braccio per liberarsi dalla sua presa, ma stavolta lui non la lasciò stringendo ancora più forte il suo polso.
" Chi è?" ripeté di nuovo e Cris scosse la testa, davvero era geloso? Si sarebbe messa a ridere se non fosse stata troppo arrabbiata.
" Lasciami immediatamente" gli impose e lui sorrise con scherno " non credo proprio" ribatté e quando Cris alzò la bacchetta per lanciargli un incantesimo lui la colpì.
Non fu uno schiaffo violento, sapeva quasi più di punizione per non aver voluto obbedire, ma la rabbia la invase ugualmente.
Il suo viso fece uno scatto indietro e lei reagì d' istinto, ruotò su se stessa e alzò una gamba colpendolo con un calcio nello stomaco.
Il ragazzo si piegò sulla pancia e lei fuggì alla sua presa, ma non aveva fatto che pochi passi che si dovette fermare perché un Auror le impedì di passare puntandole la bacchetta contro.
In fondo era un' Apocalittica agli occhi di tutti. Si fermò lasciando cadere la bacchetta e alzando le mani e si voltò per cercare Pegasus.
Aprì le labbra quando lo vide. Non poteva succedere. Non doveva succedere davanti a tutta quella gente.
E invece lo conosceva troppo bene e sapeva che stava davvero per accadere e lei avrebbe solo voluto arrestare il tempo per prenderlo per le braccia e fermarlo.
Vide che i suoi occhi erano già divenuti rossi e il respiro si era fatto affrettato e pesante, ma quello che le fece spalancare gli occhi però fu che la rabbia lo stava invadendo in un modo tale che lui si librò da terra.
Osservò tutti fermarsi e fissarlo con uno sguardo a metà tra lo stupito e lo spaventato.
Anche J.J. e Zoe sembravano increduli e quindi Cris capì che anche per loro era la prima volta che lo vedevano perdere il controllo. O meglio, era già successo, ma mai in quel modo, mai con quella intensità.
" Pegasus!" urlò svicolando facilmente dall' Auror imbambolato a guardare lo spettacolo davanti a lui.
Doveva fermarlo. Lo aveva visto pochi minuti prima guarire J.J. Era troppo indebolito per perdere il controllo in quel modo.
Era solo a metà scale quando vide Pegasus alzare le mani. Le sue linee di energia non erano bianche come al solito, ma rosse.
Comprese quello che stava per fare e sperò con tutta se stessa che non lo facesse.
Urlò il suo nome e vide J.J. fare la stessa cosa, ma lui non tornò in sé, non poteva farlo, si era spinto troppo in là.
Si appoggiò con le mani alla balaustra stringendola fino a farsi male.
Non poteva farlo. Lui non era così. Che cosa gli stava succedendo?
" Non ucciderlo! Per favore, Pegasus! " ma lui non parve registrare la sua voce.
Prese una decisione. Non le importava un bel niente se quell' idiota di un Apocalittico sarebbe morto, ma non avrebbe permesso a Pegasus di sacrificare la sua anima.
Non era giusto. Se lui aveva questi poteri che sfuggivano dal suo controllo non era colpa sua. Non aveva scelto lui di essere uno stupido esperimento di quei maledetti. Di sua madre.
Ripercorse la strada che aveva appena fatto, passò accanto all' Auror che non la degnò di uno sguardo visto che era troppo occupato a puntare la bacchetta su Pegasus e a cercare di far restare il suo braccio fermo.
Fece una smorfia. " Non servirà" gli disse sarcastica, superandolo.
Arrivò di nuovo davanti a Leary e lo vide immobile per la paura.
Quando la vide arrivare puntò la bacchetta verso di lei e Cris alzò gli occhi al cielo.
Idiota, lei era sicuramente il bersaglio più facile, ma non il più pericoloso.
Gettò un' occhiata a Pegasus e lo vide piegare la testa e sorridere di scherno a Leary.
E poi accadde. I suoi occhi parvero infuocarsi le sue mani si rivolsero verso di lui. Le sue linee erano così rosse che sembravano infuocate.
Cris sentì Zoe e J.J. urlare e si rese conto che stavolta stavano urlando il suo nome, probabilmente per dirle di togliersi di mezzo, ma non poteva indugiare.
Si mise davanti a Leary e guardò Pegasus.
" NON FARLO" urlò e tirò un sospiro di sollievo quando vide le sue mani tornare lungo il suo corpo.
C' era ancora qualcosa di lui nascosto dentro.
" Togliti, Cris".
Non l' aveva mai sentito parlare quando perdeva il controllo, credeva che fosse una delle cose che lo distingueva dal vero Pegasus.
Invece poteva e la sua voce era la sua solita voce.
" Non lo farò perchè altrimenti lo ucciderai " gli disse rabbiosa.
Le sembrava quasi normale litigare con lui, nonostante fosse sollevato in aria, nonostante le sue mani sembrassero prendere fuoco e nonostante i suoi occhi fossero più rossi che mai.
" Lo proteggi? Sei impazzita?" le chiese e le pupille sembrarono ballare nei suoi occhi, proprio come un fuoco scosso dal vento.
" PROTEGGO TE" urlò di nuovo " Proteggo te, stupido idiota" aggiunse sentendo le lacrime salirle agli occhi.
Possibile che non capisse?
" Spostati" ripeté Pegasus e Cris scosse la testa lasciando che le lacrime scendessero sulle sue guance.
" La tua anima, Pegasus..." gli disse con la voce rotta dal pianto " Ricordati cosa mi hai sempre detto..."
Cris non riuscì a continuare perché Leary le passò un braccio intorno al collo e le puntò la bacchetta alla gola.
" Va bene, buffone" gli disse " non so che strano fenomeno da baraccone tu sia, ma adesso io me ne vado e tu..." passò uno sguardo anche sugli altri Auror che osservavano la scena " voi... mi lascerete uscire, o ucciderò questa bella biondina".
Cris si mosse per liberarsi " sei un suicida per caso?" chiese innervosita. Sì, doveva essere idiota e ne ebbe la conferma quando lo sentì ridere " oh, non preoccuparti per me, dolcezza, non mi succederà niente" le bisbigliò all' orecchio.
Cris chiuse gli occhi per cercare di non tappare la bocca a pedate a quello stupido, ma li riaprì immediatamente e guardò Pegasus, era come se l' avesse chiamata e ora sapeva il perché, non gli aveva mai visto quell' espressione. Era peggiore di quella di prima e adesso le sembrava quasi di poter vedere il fuoco scorrere anche nelle sue vene.
Con un colpo della mano Cris venne scaraventata via e cadde battendo la spalla.
Si rialzò di scatto, ma si accorse subito che era troppo tardi.
" NO!" gridò, ma sapeva che non l' avrebbe ascoltata. Non più.
Dalle mani di Pegasus si staccò un incantesimo, fu una linea dorata, della stessa consistenza di un incantesimo fatto con la bacchetta e colpì in pieno petto un impietrito Leary.
La botta lo scaraventò all' indietro, sembrava che lo avesse infossato contro il muro, i suoi occhi si spalancarono e il suo corpo s' irrigidì, infine cadde riverso con la faccia sul pavimento e cominciò a scuotersi come se fosse in preda ad un attacco epilettico.
Dopo una manciata di interminabili secondi si fermò.
Cris si portò le mani alle labbra nello stesso istante in cui Pegasus ricadde sul pavimento afflosciandosi su se stesso.
Cominciò a correre verso di lui. Le lacrime che le offuscavano gli occhi e scansò tutte le persone immobili che lo stavano guardando come se fosse una mucca volante, come se non avessero mai visto una cosa del genere.
Anche se avevano ragione. Neanche lei, che lo conosceva da sempre, lo aveva mai visto.
" Axus!" urlò quasi scivolando accanto a lui.
Gli mise due dita sul collo e sentì il battito. Era così debole e sembrava quasi che stesse rallentando ulteriormente.
Non poteva morire. Non lo avrebbe permesso.
" Non state impalati" disse con voce rotta vedendo che nessuno si muoveva " ha bisogno di aiuto" mormorò accarezzandogli il viso, non poteva perderlo. Rialzò gli occhi ed erano pieni di rabbia " SUBITO" urlò.
Vide Draco alzarsi dal fianco del figlio e correre verso di loro " ci penso io" le disse facendola spostare e poi vide anche un Auror – che riconobbe essere Ron- riscuotersi " due di voi restino di piantone" ordinò ad un gruppo di Auror che avevano in consegna un paio di Apocalittici " è da considerare in arresto" sentenziò.
" No" protestò Cris alzandosi in piedi e Ron si mise davanti a lei " ha ucciso un uomo" le spiegò guardandola a fondo. Il suo viso gli era quasi familiare.
Cris guardò Zoe e J.J. e vide la stessa sua identica espressione nei loro occhi.
Non potevano arrestarlo.

E se domani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora