10 CAPITOLO

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  Rose riemerse dai ricordi di Albus e lo guardò dritto negli occhi.
Lui la osservò preoccupato, non aveva un volto esattamente tranquillo, ma quello se l' era immaginato, nonostante sua cugina fosse un Medimago, vedere nei suoi ricordi le torture che lui, Lily e James avevano subito non doveva essere facile.
Rose si tolse gli occhiali e pose due dita ai lati dei suoi occhi azzurri come se volesse ricomporsi, sicuramente pensando che Albus non si era rivolto a lei perché si mettesse a piangere come una bambina. Albus si era rivolto a lei, per un aiuto, per una certezza nel suo mare di dubbi.
" Allora?" chiese Albus, la sua voce carica di aspettativa.
Rose alzò gli occhi verso il soffitto e prese un respiro prima di tornare a guardare gli occhi verdi del cugino.
Si spostò una ciocca dei suoi capelli ricci e cresposi dietro un orecchio e si morse il labbro, poi parlò.
" Hai ragione" disse lentamente e vide Albus spalancare gli occhi, sicuramente sperava che gli stesse per dare torto. Lo sperava perché avrebbe significato che sua sorella era innocente.
" Quindi..." Albus si fermò prima di dire che sua sorella era un' assassina, il suo cuore sembrava essere pugnalato da una lama molto affilata ogni volta che quel pensiero sfiorava la sua mente.
Com' era possibile? E Soprattutto perché Alice aveva voluto riaprirgli una ferita così dolorosa per lui? Perché aveva voluto instillargli dei dubbi? Fino a quando aveva avuto la certezza si era chiuso nel suo guscio di dolore e invece adesso gli sembrava di soffrire come il primo giorno.
" Albus!" la voce di Rose era quasi un urlo e Albus riportò lo sguardo su di lei " scusami" disse " parlavi con me?"
Rose incrociò le braccia al petto da dietro la scrivania e sorrise " no, con il quadro là in fondo...certo che parlavo con te, da circa dieci minuti" rispose " ma d' altronde sei sempre stato un tipo che si distrae facilmente" scherzò e Albus sorrise di rimando alla cugina.
" Allora, puoi ripetere ?" le chiese e Rose appoggiò gli avambracci sulla scrivania incrociando le mani e sporgendosi di più verso di lui.
" Stavo dicendo che hai ragione i tuoi ricordi non sono modificati sono stati manipolati" gli spiegò e Albus aprì le labbra.
" Non è possibile" ribatté in un sussurro.
" Oh sì che lo è, e se tu fossi venuto da me appena hai avuto questo sospetto ti saresti evitato di soffrire e di far soffrire Lily" lo rimproverò.
Il cuore di Albus si fermò di botto. Non era possibile, non era possibile.
" Ma...ma...io...li ho esaminati e...non hanno...cioè papà mi ha sempre raccontato come appaiono i ricordi modificati, la nebbia e tutto il resto..." tentò di giustificarsi.
Rose lo guardò con rabbia " ah, ma certo, come ho potuto pensare che il grande sommo Albus Severus Potter abbia peccato di egoismo, lui aveva controllato, perché lui è un Medimago, o no...forse è un mago potente come quel grand' uomo del quale porti il nome, o no...aspetta è un mago migliore di suo padre che ha dovuto imparare queste cose per sopravvivere " si fermò pensando che forse aveva esagerato, ma si sentiva così arrabbiata. Così solidale con Lily.
Aveva sempre amato sua cugina, certo aveva sempre amato anche James e Albus, ma con Lily era diverso, erano femmine, come diceva James per prenderle in giro e come femmine erano cresciute come sorelle.
" Io...non immaginavo..." Albus si fermò di nuovo e Rose sospirò " cosa non immaginavi, precisamente?" gli chiese.
" Puoi spiegarmi a cosa pensavi quando hai creduto che tua sorella avesse davvero potuto fare quelle cose che mi hai detto quando sei entrato nel mio studio?" gli chiese arrabbiata.
" Tu...non capisci" si giustificò Albus e per la prima volta le lacrime riempirono quegli occhi verdi.
" Tu non sai che cosa ho passato..."
" Ne ho avuto una visione piuttosto ampia" lo interruppe Rose, ripensando e rabbrividendo per quello che aveva appena visto.
" MA NON L' HAI VISSUTO" urlò Albus alzandosi in piedi e lasciando che la sedia cadesse riversa sul pavimento.
Rose sospirò " hai ragione, scusa" disse tornando a congiungere le mani e appoggiandovi sopra la fronte.
" Io parlo da esterna eppure mi sento coinvolta da voi perché vi voglio bene" confessò e la sua voce era tornata calma " è solo che questa era una cosa che si poteva evitare" gli spiegò alzando il viso su di lui " io ci credo che tu abbia esaminato i tuoi ricordi, ci credo che tu abbia cercato la nebbia che – come ti ha raccontato tuo padre – è caratteristica delle modifiche dei ricordi" gli spiegò " ma tu dovevi farti venire dei dubbi, dovevi provare a pensare che potesse esserci un errore e venire subito da me... farli analizzare subito..." continuò " lo avrei fatto ed avrei visto quello che ho potuto notare adesso, ovvero una piccola imperfezione..." prese un respiro, sapeva che stava infierendo e lo vedeva dal viso di Albus, sembrava che – nonostante cercasse di tenere la voce modulata e tranquilla – Albus stesse ricevendo uno schiaffo in faccia ad ogni sua parola.
" La nebbia che dici te, la nebbia che ha visto zio Harry nei ricordi di Lumacorno, era il risultato di un lavoro approssimativo con la sua memoria, il tuo è il risultato perfetto " dichiarò " ho studiato per cinque anni per riuscire in queste cose, la mia specializzazione nella mente e nella memoria, mi porta a dirti che sei stato manipolato, che un impercettibile appannamento, un soffio, un velo minimo come la piccola nube che emette il respiro in una notte d' inverno, per te era impossibile notarlo" gli spiegò, poi lo fissò dritto negli occhi e nel suo sguardo si poteva ancora leggere i resti del rimprovero precedente.
" E' per questo che gli Auror si avvalgono di noi" gli disse " gli Auror non sono perfetti, nessuno è perfetto e tutti abbiamo bisogno dell' aiuto degli altri ed io non capisco, tu avevi me a portata di mano, potevi dirmelo in qualsiasi momento ed io ti avrei aiutato...sai benissimo che non avrei giudicato né te né Lily...dovresti saperlo, una volta eravamo amici oltre che cugini" concluse guardandolo.
Albus raccolse la sedia, il lungo sfogo della cugina era riuscito a far tornare la calma anche in lui; anche se forse, più che la calma, quello che lo stava invadendo era il senso di colpa che lo stava logorando, che lo stava rodendo dall' interno " lo siamo ancora" disse tornando a sedersi " per questo mi sono rivolto a te"
" E perché solo ora?" gli chiese " perché dopo un anno e mezzo? Perché non subito?"
Albus sospirò cercando di tenere le lacrime arginate nei suoi occhi " perché...perché la mia rabbia è esplosa su Lily e l' ho accusata di aver ucciso James. Io non le avevo mai detto niente, avevo preferito evitarla, ma...ecco, io ieri..."
Rose richiuse la bocca cercando di tenersi distaccata, avrebbe voluto dire ad Albus quanto era stupido ad aver detto a Lily di essere un' assassina senza averne parlato mai con nessuno, senza aver avuto alcuna prova, ma d' altronde lui poteva aver peccato di essere stato precipitoso, ma in fondo di quale altra prova poteva aver bisogno che non fossero i suoi ricordi?
" Ieri le ho detto che aveva ucciso James, davanti a Scorpius e Alice e Alice..."
" Lei ha cominciato a farti venire dei dubbi ed ecco perché sei qua" concluse Rose per lui " ma perché non hai detto subito a Lily quello che pensavi?" chiese Rose " perché quando sei uscito dal SanMungo non sei andato da lei e non le hai detto assassina in quel momento...nel momento in cui il dolore era più forte, nel momento in cui tutti piangevate James e zia Ginny? Perché aspettare un anno e mezzo? " chiese Rose e Albus storse la bocca.
Sapeva perché non l' aveva fatto allora ed era solo perché non poteva dare un altro dolore del genere a suo padre, lo vedeva sgretolarsi e cadere a pezzi e lui, lui era il suo papà.
Per lui non era l' eroe del mondo magico, ma era l' eroe della sua vita e non poteva pensare di dargli un altro dolore di fargli pensare che anche la sua bambina, la sua principessa adorata non fosse come lui la immaginava e poi...
" Perché non riuscivo a disfarmi dell' immagine di mia sorella, mi sono dovuto impegnare così tanto per arrivare ad odiarla, ogni volta che rivedevo nella mia mente quello che aveva fatto a James sentivo la rabbia crescere in me, ma ogni volta che vedevo lei, ogni volta che i suoi s' incrociavano con i miei, ogni volta che leggevo nei suoi occhi lo stesso dolore che riempiva i miei, riuscivo solo a pensare che avrei voluto abbracciarla, parlare con lei, aiutarci a vicenda a superare la cosa e dovevo trattenermi e l' unica maniera per trattenermi, per arrivare ad odiarla era fingere che non esistesse ed anche allora non era così facile..."
Albus si sfogò, senza neanche provare a trattenere le lacrime e riempiendo l' aria di tutte le parole che non aveva mai detto a nessuno, facendo capire a Rose come- anche se poteva sembrare che odiasse sua sorella,-dietro c' era tutto un lavoro di autoconvincimento e di forza di volontà, visto che in realtà Albus amava ancora molto Lily e come poteva essere altrimenti?
" Senti" disse Rose cercando di non far tremare la sua voce " l' ideale sarebbe analizzare i ricordi di zia Ginny, ma purtroppo..." respirò a fondo mentre le lacrime si facevano spazio in lei " comunque, io credo che dovrei analizzare i ricordi di Lily e partendo da lì, vedere se anche lei ha qualche manipolazione, ricostruire quello che è successo quella notte, forse c' è un qualcosa che non è stato considerato, forse dai vostri ricordi potremo trovare qualche indizio"
Albus strusciò i palmi delle mani sui suoi occhi e li strusciò verso l' esterno quasi con rabbia. Non solo Alice aveva avuto ragione e lui era stato un egoista sconsiderato, ma forse, per colpa sua, qualche informazione importante poteva essere stata celata nell' indagine.
Non poteva credere di essere stato così idiota.
Alice aveva ragione, avrebbe dovuto arrabbiarsi, urlare con sua sorella, forse anche aggredirla, ma, in conclusione, avrebbe dovuto sfogarsi.
Trattenere la sua rabbia, avere così paura di affrontare sua sorella e di distruggere definitivamente tutta l' immagine che aveva di lei, aver così paura di far soffrire suo padre: era stato solo uno stupido vigliacco e questo poteva solo dargli l' ennesima conferma di come mai i suoi due fratelli fossero dei Grifondoro e lui un Serpeverde.
" Scusa, Rose" disse alzandosi in piedi " devo andare" le disse improvvisamente a disagio, afferrando la sua bacchetta e avviandosi alla porta.
" Albus" lo chiamò lei " ti voglio bene" gli disse, con un sorriso e lui annuì " grazie, Rose" disse con la voce rotta, prima di uscire.
Non si smaterializzò neanche. Si sentiva cadere a pezzi. Era distrutto. Era stato uno stupido idiota e non riusciva a capire come aveva fatto a pensare tutto quello di Lily.
Cominciò a correre.
La sua guancia sembrava bruciare per il ricordo dello schiaffo del padre. Lui sapeva, lui non aveva mai avuto un dubbio, eppure aveva rispettato il dolore di entrambi e non gli aveva detto nulla per il suo comportamento, non fino alla sua definitiva esplosione.
Corse come se qualcuno lo stesse inseguendo. Corse fino a sentire i suoi polmoni bruciare e le sue gambe piegarsi sotto il suo peso, poi si fermò e sbatté un pugno contro il muro, lasciando che le lacrime scorressero libere sul suo viso.
Affondò il viso nell' incavo del suo braccio e pianse. Pianse tutte le lacrime che non era riuscito ad emettere in quell' anno e mezzo. Pianse per suo fratello, per sua madre e suo padre, pianse per Lily e se stesso.
Un viso affiorò tra i suoi pensieri e si staccò dal muro ancora ansante e incurante dello sguardo della gente.
Sapeva che lo conoscevano tutti a Diagon Alley, ma non gli importava. Che guardassero pure, che lo giudicassero se volevano; in fondo lui aveva giudicato per un anno e mezzo.
Tirò fuori la sua bacchetta di tasca e si smaterializzò.
Dopo pochi secondi riapparve davanti ad una casa bianca, in stile vittoriano, sembrava una di quelle case dei depliant pubblicitari. Sembrava la classica casa dei sogni.
Suonò il campanello e un uomo aprì la porta.
Vide i suoi occhi sgranarsi e si chiese in quali condizioni dovesse essere.
" Albus, è successo qualcosa?" chiese Neville, mettendogli un braccio intorno alle spalle e portandolo dentro casa.
Albus fece cenno di diniego e si lasciò condurre davanti al divano anche se non riuscì a sedersi. Era troppo agitato, troppo inquieto per sedersi.
Neville lo guardò comprensivo, sicuramente sapeva di sua madre e pensava che fosse per quello.
" Senti, troveremo tua madre, te l' assicuro" lo rassicurò confermandogli che aveva ragione.
Albus annuì alzandosi in piedi " scusami, Neville, ma io avrei bisogno di vedere Alice" disse velocemente, di modo che non potesse accorgersi del tremito della sua voce.
Neville annuì e guardò verso le scale " vuoi salire?" gli chiese senza malizia, ma Albus fece cenno di diniego.
Neville annuì di nuovo guardandolo in un misto di comprensione e di sorpresa e poi cominciò a salire le scale. Non era ancora arrivato a metà che Albus sentì qualcuno scendere precipitosamente le scale e Neville venne quasi travolto.
" Merlino! scusa, papà" disse Alice con un sorriso e sfiorando la sua guancia con un bacio, poi prima che suo padre potesse dirle qualsiasi cosa ricominciò a scendere, ma riuscì a scendere solo qualche scalino prima che si dovesse fermare di nuovo. Stavolta perché aveva visto Albus.
I suoi occhi si aprirono spaventati ed Albus pensò che doveva avere davvero un aspetto pessimo.
" Al" disse soltanto, prima di scendere precipitosamente gli ultimi scalini e correre verso di lui.
Gli prese il viso tra le mani stringendoglielo e portando i suoi occhi a riflettersi nei suoi " che succede?" gli chiese e la sua voce era davvero preoccupata.
" Io non sapevo dove andare...con chi parlare..." disse e la sua voce era un mormorio sommesso che fece preoccupare ancora di più Alice.
" Che hai fatto?" chiese con la paura nel cuore e nella voce.
Non poteva aver litigato di nuovo con Lily, vero? O essergli successo di nuovo qualcosa di brutto.
" Al, dimmelo" gli ordinò, continuando a guardarlo preoccupata.
Albus la guardò un secondo e poi si afflosciò come un palloncino tra le sue mani costringendola ad inginocchiarsi per continuare a tenerlo tra le braccia.
" Oddio" disse piegandosi su se stesso e lasciando che il dolore lo invadesse fino in fondo.
Lasciando che tutto quello che aveva represso nella sua mente e tenuto ostentatamente sotto controllo riuscisse finalmente a trovare il libero accesso per fuoriuscire.
" Aly, non posso credere di essere stato così stupido" disse in un singhiozzo " che è successo?" chiese ancora Alice.
Non ricordava di averlo mai visto in quello stato, neanche quando era morto suo fratello, neanche con tutte le cose che gli erano successe negli ultimi tempi.
" James mi odierebbe, mi direbbe che sono uno schifo di fratello" confessò e Alice sospirò " perché dici questo? Per quello che ti ho detto stamani?" chiese.
Albus alzò gli occhi per guardare verso le scale, ma Neville era discretamente uscito di scena.
" Io...sono andato da Rose... io ti giuro... te lo giuro, Aly, non ho mai creduto di essere in errore... la memoria di James...l' ho infangata, Aly...io ho tradito tutto, tutto quello che mi hanno insegnato i miei genitori...tutto...tutto!"
La sua voce era qualcosa di straziante alle orecchie di Alice, il cuore le si stringeva come se qualcuno lo stesse strizzando con forza.
Non aveva mai sentito Albus piangere in quel modo, il suo corpo scosso dai singhiozzi e la sua voce piena di disperazione.
Era riuscita a cogliere poco dalle farneticazioni del pianto, ma di una cosa era sicura: Albus aveva capito di aver sbagliato tutto con Lily e la cosa lo stava distruggendo.
Era quello che lei aveva sempre temuto; quello che si era immaginata sarebbe successo, quando- non se- ma quando lui si fosse accorto, avesse capito che Lily non avrebbe mai ucciso suo fratello.
Per lei era sempre stato chiaro come il sole, Lily amava troppo i suoi fratelli, Lily era quella leale, corretta, buona e gentile quasi come un Tassorosso, semplicemente non avrebbe potuto uccidere nessuno, figurarsi suo fratello e se Albus le avesse detto subito i suoi dubbi, probabilmente si sarebbero risparmiati tutta questa sofferenza, ma a vederlo in quelle condizioni non le sembrava il caso d' infierire.
Si asciugò le lacrime che le erano scese sulle guance e alzò il viso di Albus per guardarlo negli occhi.
Albus si scansò tirando su con il naso " scusa" le disse, muovendosi per allontanarsi da lei " non avevo il diritto di venire qua, non dopo come ti ho trattato stamani, non dopo che..." s' interruppe per cercare di respirare visto che il suo corpo, nonostante avesse smesso di piangere, era ancora scosso da singulti " ti ho trattato malissimo e tu avevi ragione, dovresti odiarmi...proprio come Lily..."
Alice gli sorrise e Albus sgranò gli occhi. Alice gli sorrideva? Nonostante tutto?
" Io...io non capisco" disse alzandosi in piedi e cercando di ritrovare un po' della sua dignità che in quel momento sentiva sotto i piedi a causa del suo sfogo.
" Tu...tu dovresti essere furiosa con me, dovresti odiarmi, considerarmi uno stupido, un idiota totale e per finire anche un uomo patetico che piange come un bambino"
Alice non smise di sorridere e si avvicinò a lui " vuoi che sia furiosa con te?" gli chiese e Albus fece una smorfia " probabilmente aiuterebbe" commentò.
Alice scosse la testa " va bene" gli disse " sei stato un idiota totale, un cretino, non so neanche con quale coraggio hai sospettato di tua sorella, tanto quanto non so come abbia fatto tua cugina a farti capire che sei in errore..." Albus abbassò la testa e Alice riprese " ma nonostante tu sia stato così stupido, così egoista, così...non ho abbastanza termini per definirti, credo che ti stia punendo abbastanza da solo senza che io aggiunga un altro carico di colpa, credo che tu ti stia odiando davvero, credo che faresti di tutto per rimediare e credo che adesso andremo da tua sorella e le chiederai scusa"
Albus scosse la testa indietreggiando di un passo " io...non posso" sussurrò spalancando gli occhi e Alice sospirò " non puoi o non vuoi?" domandò.
" Lei non accetterà mai di parlarmi, lei non accetterà mai le mie scuse, lei è troppo orgogliosa ed io le ho fatto troppo male..." fissò gli occhi nel vuoto " la vedevo spegnersi ogni giorno di più davanti ai miei occhi, la vedevo soffrire sempre di più, isolarsi come un gatto che si cura le proprie ferite, cercare di venirmi vicino ed io la respingevo, non le rivolgevo parola, l' ho spinta ad odiarmi..."
" Non credo che ti odi" disse Alice.
" Non puoi saperlo" ribatté Albus " davvero?" chiese Alice inarcando un sopracciglio.
Albus si morse un labbro nervosamente in un modo che ad Alice ricordò molto Lily, per quanto per un anno e mezzo si fossero quasi odiati, per quanto cercassero di negarlo, i due fratelli erano molto simili e Alice – che conosceva perfettamente ogni sfaccettatura di entrambi - sapeva che sarebbero riusciti a tornare i fratelli uniti di un tempo.
" Andiamo da lei" ordinò e Albus fissò di nuovo i suoi lucidi occhi verdi su di lei " ma..."
Alice alzò una mano " tu dici che hai paura di essermi sembrato patetico, meno uomo per il tuo sfogo?" domandò " io credo che sia stata la prima cosa da uomo che ti ho visto fare in un anno e mezzo e adesso dimostrami che non sei più il vigliacco che sei stato fino a questa mattina..."
" Non sono un Grifondoro come te" si oppose Albus, ma un sorriso fece capolino nel suo volto. Era davvero felice che Alice non lo considerasse uno stupido e un idiota.
" Non deve essere una scusante" gli disse Alice incrociando le braccia al petto " anche mia madre non lo è, ma nonostante tutto è coraggiosa, leale e..."
Non riuscì a finire che Albus la trasse a sé prendendola per l' avambraccio e le chiuse la bocca con un bacio.
Un bacio salato per le lacrime versato, ma un bacio pieno di amore e gratitudine perché Alice c' era sempre, perché Alice c'era sempre stata, perché Alice lo amava più di quanto si sarebbe potuto meritare in tutta la sua vita.
" Grazie" le disse in un soffio ad un centimetro dalle sue labbra, Alice alzò i suoi occhi castani su di lui e si perse in quelle meravigliose iridi verdi " credo che se ti avesse visto mio padre, a quest' ora starebbe già parlando con il tuo impuntandosi per farti rinchiudere ad Azkaban" scherzò ed Albus alzò automaticamente lo sguardo sopra la testa di Alice, per sincerarsi che Neville non fosse lì.
Alice rise per la sua reazione e poi si sciolse dal suo abbraccio " se non ricordo male devi fare una cosa" gli disse ed Albus sorrise " sì" disse soltanto.
***
" Vi state divertendo?" la voce di Scorpius era talmente tagliente e minacciosa che Lily lo guardò accigliata e Pegasus sospirò.
Doveva immaginare che suo padre si sarebbe ingelosito vedendolo assieme a Lily, anche lui l' avrebbe fatto se...scacciò l' immagine di Cris dalla sua mente.
Cosa gli stava prendendo? Non poteva innamorarsi della sua migliore amica. Non poteva permetterselo perché quando fossero tornati nel loro tempo, l' avrebbe sottoposta a pericoli troppo grandi.
" A dir la verità no" disse cercando di pensare ad altro.
Scorpius sorrise, ma Pegasus sapeva benissimo che non stava realmente sorridendo, conosceva quell' espressione piena di sarcasmo e di rabbia.
Aveva sempre avuto una forte ammirazione per suo padre, gli era sempre sembrato un super eroe, ma in quel momento si rese davvero conto di come potesse essere forte: trasudava rabbia da tutti i pori, i suoi muscoli sembravano contratti e in tirare sotto la maglietta azzurra, la sua espressione era severa e i suoi occhi grigi sembravano due pozzi senza fine; le sue labbra di solito arricciate con sarcasmo erano una linea dura e le sue mani erano chiuse a pugno come se si stesse trattenendo dall' attaccarlo.
" Che ti prende?" gli chiese Lily, a quanto pareva neanche a sua madre era sfuggito il messaggio che suo padre lanciava con tutto il suo corpo.
" Che prende a te, Potter" rispose Scorpius.
" Potter?" chiese Lily e poi alzò gli occhi al cielo, probabilmente comprendendo che era semplicemente accecato dalla gelosia " non credevo fossi un tale bambino, Malfoy" lo rimproverò calcando la sua voce sul cognome di suo padre.
Fece per andarsene, ma Scorpius la trattenne per un polso " non abbiamo finito" le disse con occhi pieni d' ira.
Pegasus vide gli occhi di sua madre oscurarsi per la rabbia , ma non ne fu per niente impaurito, nonostante il suo corpo sembrasse vibrare per l' ira e la delusione, non aveva niente a che vedere con la rabbia e la cattiveria che riempivano i suoi occhi nel suo presente.
E di nuovo, Pegasus, tornò a chiedersi perché questa Lily sembrasse così diversa da quella che conosceva lui.
Lily abbassò lo sguardo sulla mano di Scorpius che le serrava il polso, fermamente, ma allo stesso tempo con delicatezza, come se volesse trattenerla con sé , poi rialzò gli occhi su di lui e quello fu un errore. Come potevano gli occhi di Scorpius essere così belli per lei? Come poteva quello sguardo calamitarla e legarla a sé più di qualsiasi altra cosa? Come poteva ricordarle anche il passato? Ricordarle un' altra volta in cui i loro occhi si erano incontrati quasi come in una guerra silenziosa. Una volta che sembrava appartenere ad una vita precedente.

Lily era seduta sul bracciolo del divano e stava parlando e ridendo con Alice. Erano ad una festa a casa di amici: tanto alcool e musica a tutto volume. L' unico problema: lui. Scorpius era lì con suo fratello e non perdeva occasione di prenderla in giro o di esibire qualche ragazza passandole davanti. Sempre una diversa, sempre guardandola con sfida.
" Secondo me lo fa apposta" suppose Alice dopo che Scorpius fu passato per l' ennesima volta.
Lily sospirò " non lo so, sai quanto gli piace essere il gallo del pollaio" disse Lily osservandolo da lontano.
" E perché continui a guardarlo?" domandò Alice con malizia " non lo guardo" si oppose Lily " oh sì che lo guardi" protestò Alice con un sorriso furbo.
Lily fece una smorfia " e va bene, ma sto guardando solo fin dove può arrivare la sua superficialità" ribatté convinta.
" Per convincerti che non è il ragazzo che fa per te"
" Infatti" rispose di getto, poi capì quello che aveva appena detto ed arrossì di botto alzandosi dal divano e guardando in volto la sua amica che stava sorridendo.
" Ho sbagliato" si corresse " io volevo dire..."
" Volevi dire esattamente quello che hai detto" la interruppe Alice ridendo " e anche se avessi negato non ci avrei creduto, perché lo stai fissando da un' ora, perché sembri voler mangiare quella che sta parlando con lui e perché non ti sei accorta che ci sono tre diversi ragazzi che ti fissano da un po'"
Lily sollevò le sopracciglia fino a farli sparire sotto i capelli in quel momento ondulati e acconciati per non sembrare il solito taglio disordinato che aveva normalmente.
Spostò lo sguardo da Alice alla sala e guardò chi potevano essere i tre ragazzi che diceva Alice.
" Ehy quello lo conosco" disse Lily con un sorriso " ti ricordi? Veniva ad Hogwarts...si chiama...mi pare, Aaron. Sì Aaron Corner. Vado a parlare con lui" disse ad Alice e lei scosse il capo " sai che sarà solo un rimpiazzo, vero?" Lily diede un' ultima occhiata a Scorpius e per un attimo i loro occhi s' incatenarono come per magia, come se fossero legati, come se non riuscissero a lasciarsi, poi Lily distolse lo sguardo e tornò a guardare Alice " bè, magari sarà un rimpiazzo che me lo farà dimenticare" disse scherzosa.
Lily si riscosse con un brivido. Quello era stato l' inizio della fine per lei. Quel maledetto giorno aveva conosciuto il ragazzo che le avrebbe distrutto la vita per sempre.
Aprì le dita di Scorpius che tenevano il suo braccio " prova a fermarmi" gli disse con rabbia.
" Ok, mi arrendo con te. Basta" scattò Scorpius passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
Lily spalancò gli occhi, ma non fu l' unica: Pegasus era nel panico più totale.
Quello non poteva essere successo nel passato perché lui non c' era e quindi, sicuramente, suo padre non scattato per gelosia; quindi aveva appena cambiato il suo passato.
Avrebbe potuto non nascere, avrebbe potuto essere come in quel film babbano che gli aveva fatto vedere suo nonno. Forse sarebbe diventato trasparente, prima di scomparire nell' oblio.
Deglutì a vuoto e guardò suo padre che se ne stava andando. Se ne stava andando? Doveva fermarlo subito.
Lo rincorse e lo raggiunse " Scorpius" lo chiamò toccandogli il braccio per spingerlo a voltarsi, ma Scorpius si rigirò e con un movimento rabbioso lo spinse contro il muro e gli mise l' avambraccio contro il collo " non so chi sei, non so che vuoi, ma tornami vicino o prova solo ad approfittarti di lei ed io ti uccido" lo minacciò.
Pegasus guardò suo padre sbalordito. Non l' aveva mai visto così furioso. Mai in vita sua e il pensiero che tutta quella rabbia fosse rivolta a lui gli impedì di reagire bloccandolo sul posto.
" Scorpius!" urlò Lily, ma lui non si voltò a guardarla e si limitò a rilasciare Pegasus che si passò una mano sotto al collo.
" Ti sei fatto male?" gli chiese Lily, facendo un passo verso di lui.
Pegasus la guardò in tralice " Non ho bisogno del tuo aiuto" le disse irato, ma forse non era così.
Se suo padre non gli permetteva di avvicinarsi, forse – per quanto gli costasse- avrebbe dovuto avvicinarsi a sua madre. Altrimenti avrebbe potuto non nascere davvero.
Lily guardò prima lui e poi Scorpius che adesso era appoggiato con le spalle al muro e sembrava molto interessato alle sue unghie.
Sentì la rabbia invaderla " ho bisogno di aria" disse prima di avviarsi alle scale.
Quando vide chi stava entrando, però, decise di cambiare di nuovo " perfetto" mormorò e si girò per andarsene dentro agli spogliatoi.
" Aspetta" la voce di suo fratello, la fece fermare, più per lo shock che per la voglia di parlare con lui, ma non riusciva a credere che lui le stesse parlando.
" Dovrei parlare con te, in privato" aggiunse guardando Scorpius e Pegasus e l' espressione che Scorpius aveva in volto gli fece aggrottare le sopracciglia, ma non poteva pensarci ora.
Lily emise una mezza risata " no, resta" disse guardando Alice che si stava avviando agli spogliatoi " non vuoi dei testimoni? Non hai paura che ti uccida?" gli chiese sarcastica.
" Io..." prese un respiro, sapeva di meritare tutta la sua rabbia " in realtà no" confessò.
Si torse le mani nervosamente e poi riportò lo sguardo su sua sorella " mi dispiace, Lily" le disse in un fiato.
Lily sbatté più volte le palpebre. Le stava davvero chiedendo scusa? Il macigno che sentiva dentro il petto sembrò alleggerirsi leggermente, ma non voleva dargli la soddisfazione di vedere quanto avesse atteso quelle parole " Il mondo si sta capovolgendo?" domandò e Albus sospirò " senti è una storia lunga, ma ti spiegherò tutto se vorrai ascoltarmi...te lo chiedo per favore" la pregò, facendo rimanere tutti di stucco.
Lily scosse la testa e mise una mano davanti a sé come a volersi proteggere " siete tutti impazziti, oggi ?" gli chiese " cosa è cambiato, perché ieri ero un' assassina e oggi arrivi con la coda tra le gambe a chiedermi scusa?" domandò ancora e dalla sua voce traspariva tutta la sua incredulità.
Poi si portò le mani al volto esasperata " non importa...no, giuro che è davvero troppo, io...io devo andare via" disse soltanto e Alice storse le labbra vedendo l' espressione mortificata di Albus " io credo che dovresti ascoltare tuo fratello" le consigliò.
Lily guardò Alice come se l' avesse appena tradita e forse era davvero così " mio fratello?" chiese guardandola con rabbia " mio fratello?" chiese ancora, come se aspettasse una risposta da qualcuno.
Quando non arrivò guardò Albus negli occhi. La stava guardando con rimpianto, colpa e comprensione, non sapeva neanche lei per quanto tempo aveva desiderato vedergli quella espressione nel viso, invece della rabbia e del disprezzo che aveva imparato a conoscere.
" James – il mio unico fratello- è morto" sillabò con rabbia continuando a guardare Albus negli occhi per essere sicura che il messaggio penetrasse.

E se domani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora