22 CAPITOLO

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La donna camminava avanti e indietro ed era quasi sicura che stesse rovinando il parquet continuando a fare in quel modo.
Ma era al settimo cielo.
Le era stato detto che sarebbero tornati con Harry Potter e davvero non poteva credere che tra poco sarebbe stato tra le sue mani.
Si attorcigliò una ciocca di capelli neri tra le dita immaginando già il momento: il momento in cui gli avrebbe fatto rimangiare tutto.
Lo avrebbe messo davanti all' evidenza e lui avrebbe compreso quanto la sua decisione aveva influito nella sua vita.
Era colpa sua. Sin da quando era ragazzina lui le aveva rovinato la vita.
Da quando era entrato a farne parte erano stato un fallimento dietro l' altro.
Un matrimonio arrangiato, dei figli ingrati e infine lei. Lei che le era stata strappata troppo presto.
Lei che doveva solo essere protetta, lei che poteva essere salvata.
Se solo le leggi fossero state diverse, se solo Harry avesse preso le sue parti.
Adesso però avrebbe pagato. Gli aveva già tolto la moglie e il figlio, pregustava già il momento in cui lui li avrebbe rivisti.
O meglio avrebbe rivisto il loro corpo, quasi come un guscio vuoto, visto che sarebbero stati dei semplici burattini nelle sue mani.
Voleva togliergli anche gli altri due figli, ma non era stata abbastanza pronta e ormai loro erano controllati, probabilmente più di quanto loro stessi si rendessero conto.
Strusciò le mani l' una con l' altra.
La sua vendetta, oggi, quasi non riusciva a crederci.
Oggi.
***
James guardò la ragazza immobilizzata davanti a lui " e quella roba che sarebbe?" chiese e la sua espressione disgustata comunicava perfettamente quello che provava.
" Non possono essere cervelli, vero? Nessuno sano di mente lavorerebbe sui cervelli" scosse la testa " già, ma voi non siete sani di mente" affermò.
Il rumore si ripeté e lui si sporse un po' di più, ma ancora non vide nessuno.
" Ok, adesso basta, faccio l' incantesimo sulle mie gambe e poi usciamo di qui".
Cindy spalancò gli occhi e lui rise " paura di finire in prigione, tesoro?" domandò con voce sarcastica.
Pronunciò l' incantesimo e si alzò reggendosi al muro, poi si staccò a malapena e tornò ad appoggiarcisi dopo pochi secondi " appena mi passeranno le vertigini sarà perfetto" commentò ironico, poi la guardò e sorrise malandrino " bè, direi che intanto possiamo liberarti" la informò e con un colpo di bacchetta delle corde si strinsero attorno ai suoi polsi.
Si staccò di nuovo dal muro e finalmente riuscì a muoversi senza barcollare, s' inginocchiò fino ad arrivarle davanti al viso " non crederai di farmi tenerezza con questi occhioni da cerbiatto, vero?" le chiese.
" Non so neanche perché ti lascio vivere" disse sprezzante e per rimarcare il concetto sbatté i piedi a terra ancora insicuro di reggersi sulle gambe.
Il rumore si ripeté ancora e questa volta udì nitidamente la porta sbattere ed una voce femminile.
" Cindy?".
James abbassò gli occhi su di lei " ti chiami Cindy?" chiese e poi scosse la testa. Si era dimenticato di toglierle l' incantesimo.
Lo fece e Cindy aprì la bocca per urlare, ma James prontamente la tappò con una mano " non essere così prevedibile" le disse, poi prese un respiro sentendo il rumore dei passi avvicinarsi, tra poco chiunque fosse sarebbe riuscito a vedere la porta aperta e allora sarebbe stato scoperto.
Soppesò la bacchetta. Poteva batterlo, era una donna, il problema era che non aveva la più pallida idea di come uscire da lì e non lo avrebbe mai fatto senza sua madre, quindi non poteva avere anche il pensiero di essere seguito.
" Se ti lascio non urli, ok?" le domandò e Cindy per tutta risposta voltò la testa.
Bè per lo meno era onesta, avrebbe potuto dirgli di sì.
Si diede dello stupido mentalmente, stava ammirando un' Apocalittica? Il prossimo passo magari sarebbe stato chiederle un appuntamento.
Non era così pazzo. Lo era già stata sua sorella e l' avevano pagata tutti cara.
Al pensiero di Lily e di Albus gli occhi gli si riempirono di lacrime. Non sapeva neanche se erano vivi, se stavano bene.
Si scrollò mentalmente non poteva cedere, aveva poco tempo prima che le sue gambe ricominciassero a cedere e doveva sfruttarlo al meglio.
Mosse piano la mano facendola scivolare dal suo viso, lentamente, pronto a ritapparla al primo mugolio, ma lei non fece niente e lui tirò un sospiro di sollievo.
La vide guardare la bacchetta, probabilmente stava valutando i rischi e i vantaggi.
" Adesso vai fuori e gli dici che è tutto a posto, poi torni qua e mi guidi fuori" bisbigliò e lei sorrise di scherno " poi vuoi più niente?" gli chiese " magari un panino?"
James strinse gli occhi " non è uno scherzo" l' ammonì e il sorriso le si spense nel viso.
Negli occhi di James era tornata ad ardere una rabbia che la spaventava.
" Chi ti dice che non ti tradirò?" gli chiese e poi scosse la testa.
Non poteva essere così stupida. Non poteva essere la classica Corvonero che voleva valutare le cause e gli effetti di ogni comportamento.
Doveva agire e basta.
James la osservò " credo che ti metterò sotto Imperius" bisbigliò e Cindy sgranò gli occhi " voi non potete usare le maledizioni senza perdono".
Non voleva che qualcuno la guidasse. Non voleva essere costretta a fare qualcosa sulla quale non aveva alcun potere decisionale.
" Per tornare da mio padre e dai miei fratelli, per portare in salvo mia madre, non esiterei ad usare nessuna delle Imperdonabili" disse sicuro e Cindy vide la sincerità nei suoi occhi.
Probabilmente i suoi capi non avevano mai pensato a quanta rabbia si sarebbe potuta accumulare in una persona tenuta in quello stato per così tanto tempo.
E in fondo perché avrebbero dovuto farlo? Lui doveva risvegliarsi solo dopo l' acquisizione.
Si alzò in piedi " lo farò" gli disse e sperò di essere risultata convincente, perché chiaramente non aveva la minima intenzione di dargliela vinta.
Non aveva nessun vantaggio ad aiutarlo, anzi, si sarebbe inimicata tutti i suoi colleghi.
James la guardò uscire e poi gettò un' occhiata veloce sulla madre.
Quando si era svegliato ed era accorso da lei, il suo sguardo vitreo dentro quegli occhi aperti, lo avevano addolorato talmente tanto che non era più riuscito a guardarla.
" Ti porterò fuori, mamma" le promise e si riconcentrò su quello che stava accadendo fuori dalla sua prigione.
Non aveva creduto neanche un secondo a quella Cindy, ma se avesse distratto l' altra ragazza per più di un minuto lui avrebbe potuto furtivamente spostarsi e poi l' avrebbe potuta schiantare.
" Cris" Cindy tirò un sospiro di sollievo, lei e Cris si capivano al volo e non ci avrebbe impiegato molto per capire che cosa stava succedendo.
" Come mai sei ancora qua?" le domandò con voce nervosa.
Vide Cris quasi scandagliare la stanza, che avesse capito qualcosa?
" Leary mi ha rimandato a prendere questa" rispose mostrando una boccetta " ma devo tornare subito là" spiegò ancora maledicendosi per essere voluta passare a controllare se Ginny o James si fossero ripresi.
" E allora perché sei passata di qua?"
Cindy pensò che non le importava proprio niente perché era lì, o perché non se ne era andata subito dopo aver preso la pozione.
L' unica cosa che voleva era comunicarle quello che stava accadendo e cercava di farlo attraverso gli occhi.
Gli occhi azzurri di Cris seguirono il suo volto e videro che cercava di spostarlo lentamente verso un lato non molto lontano della stanza.
Le parve di notare un movimento e finalmente capì " Per Silente!" affermò sentendo il cuore aumentare i battiti.
Ce l' aveva fatta.
Si chiese per un secondo chi dei due avesse ripreso conoscenza o se lo avessero fatto entrambi, ma non si diede il tempo neanche di cercare una risposta.
Tirò fuori la bacchetta e vide Cindy rilassarsi, felice di essere riuscita a farle capire l' emergenza.
Cris si abbassò portando Cindy con sé vedendo la luce di un incantesimo arrivarle contro.
Voleva aiutare James o Ginny, ma non sapeva che incantesimo avessero lanciato e non voleva che Cindy morisse.
" Fermo!" urlò e alzò le mani in segno di resa, ma si dovette riabbassare perché vide la luce di un altro incantesimo.
Avrebbe voluto vederne il proprietario, ma si era nascosto dietro ad una vasca e l' unica cosa che vedeva era la punta di una bacchetta.
" Sono dalla tua parte" urlò " sono una spia, sono un' amica di Albus" prese il primo nome che le era venuto in mente.
" Perché dovrei crederti?" chiese una voce maschile e Cris capì che era James.
" Perché..." non sapeva neanche lei cosa dire, la maggior parte delle cose che sapeva dovevano ancora avvenire e se andava come sperava non sarebbero mai avvenute.
Improvvisamente fu illuminata da un' idea " scusa" mormorò Cris guardando Cindy negli occhi e vedendoli impauriti, poi la schiantò.
" Adesso siamo solo io e te" urlò ancora e James si sporse leggermente dalla vasca.
Cris sospirò. Non avevano tempo per quello.
Mosse la bacchetta velocemente.
Quando, come era successo a lei e ai suoi amici, crescevi in mezzo alla guerra, ma soprattutto avevi avuto Harry, Scorpius e tanti Auror come insegnanti, imparavi ad essere veloce.
Molto veloce.
Più veloce degli altri e lei in questo era sempre stata brava.
Se Pegasus non avesse avuto il vantaggio delle mani, sicuramente sarebbe stata anche più brava di lui.
Un sorriso le increspò le labbra, mentre James si sollevava in aria a testa in giù e la bacchetta gli scivolava dalle mani.
Era sempre stato un incantesimo che l' aveva divertita e sinceramente le era stato insegnato da Harry quasi per gioco, per difendersi da Pegasus e da J.J. non avrebbe mai pensato di utilizzarlo per qualcosa di serio, ma era la prima cosa che le era venuta in mente per rendere inoffensivo James senza stordirlo o fargli del male.
" Scherzi, vero?" chiese James irato " mio padre mi ha insegnato questo incantesimo appena ho ricevuto la mia prima bacchetta" protestò.
" Oh, sì, anche a me" disse Cris quasi divertita, poi guardò i suoi occhi scioccati.
" Senti, se ti calmi, ti metto giù" lo informò " ti ripeto che siamo dalla stessa parte, ma non abbiamo tempo" continuò.
" Vuoi portare fuori tua madre? vuoi tornare dai tuoi parenti? Vuoi farlo prima che rapiscano tuo padre? O meglio ancora prima che ci trovino e ci uccidano?"
Sparò tutte quelle domande una dopo l' altra e vide il suo volto oscurarsi sempre di più, mano a mano che snocciolava tutte le questioni.
" Come faccio a sapere che non è una trappola?" domandò e Cris alzò gli occhi al cielo " non credi che ti avrei già stordito e rimesso in quello stato di catalessi?" gli chiese " chi credi che si sia occupato di te e tua madre tutto il tempo? Chi pensi che abbia provveduto a nascondere e far sparire quelle bombe che ti rendevano un ameba?" chiese ancora.
Poi senza aspettare la risposta lo liberò. James ricadde giù e si massaggiò immediatamente le gambe.
Era appena tornato a camminare ed averlo messo a testa in giù non aveva certo migliorato la sua circolazione.
" Ok, anche ammesso che mi fidi, perché lo staresti facendo?"
" Ne parliamo dopo, vuoi?" gli chiese sarcastica " adesso dobbiamo scappare".
Puntò la bacchetta su Cindy e lei si librò in aria " che fai?" le chiese lui " non posso permettere che resti qua, ho bisogno di salvaguardare la mia copertura" lo informò e James scosse la testa, ma non si oppose.
Non capiva perché non aveva usato l' Oblivion, ma era già tanto che lo aiutasse quindi lasciò perdere e con un incantesimo sollevò sua madre.
" Andiamo" disse lei " devo tornare da Leary velocemente, o mi scopriranno" disse quasi più a se stessa che a James.
Cominciarono a camminare a passo spedito e in pochi minuti lo condusse fuori dal perimetro del magazzino. Nel punto dove potevano smaterializzarsi.
" Smaterializzati" gli ordinò e James scosse la testa " Hai detto che vogliono rapire mio padre e tu stai tornando da loro, portami con te" ribatté e Cris si chiese se fosse il caso di scoppiare a ridere o prenderlo a schiaffi.
" Certo e cosa dirai: ho pensato di venire a far due passi?" lo schernì " e poi rifletti, non puoi lasciare tua madre da sola".
James sospirò, aveva ragione. Il voler rivedere suo padre e i suoi fratelli, il volerli riabbracciare lo stava rendendo irrazionale.
" Privet Drive n. 4, dovresti trovare un ragazzo e una ragazza, resta lì fino a quando non mi farò sentire io" gli ordinò.
Poi senza dargli il tempo di protestare ancora si smaterializzò.
James osservò sua madre e Cindy.
Era impossibile smaterializzarsi con entrambe. Le sue forze si stavano esaurendo, l' incantesimo stava svanendo.
Poteva sentire le sue gambe tremare e la muscolatura cominciare a cedere.
Era durato meno di quanto aveva previsto, ma sicuramente era stato perché aveva dovuto trasportare sua madre, utilizzando la magia e quindi buona parte della sua energia.
Forse poteva obliviare quella ragazza e portare via solo sua madre, ma quando la guardò capì perché quella strana ragazza non l' aveva fatto.
Se l' avessero obliviata e lasciata lì e contemporaneamente lui e sua madre fossero spariti, sarebbe sicuramente stata incolpata e probabilmente uccisa.
Quindi quella Cris le aveva salvato la vita.
Le gambe gli cedettero e finì in ginocchio.
Da chi poteva farsi aiutare? Gli venivano in mente decine di nomi, ma non voleva mettere in pericolo nessuno.
" Di chi ti fidi escludendo la tua famiglia?" chiese a se stesso e il primo viso che gli venne in mente lo sorprese, ma non fino in fondo.
Formulò un Patronus e lo inviò.
***
J.J. portò entrambe le mani a comprimere gli occhi.
Erano di nuovo legati e stava cominciando a pensare che gli sarebbe esplosa la testa a forza di cercare una soluzione.
Non potevano andare avanti così.
Avevano bisogno di tornare a casa e dovevano farlo in fretta.
Adesso stava cominciando ad avere davvero le palpitazioni e l' adrenalina stava cominciando a circolare rendendolo nervoso e irritabile.
Non aveva neanche il coraggio di guardare Zoe negli occhi, tanta era la paura di vederli di nuovo lucidi di lacrime e di preoccupazione.
Abbassò le mani e si scoprì gli occhi appena sentì dei passi.
Era ormai notte e tutti si erano ritirati in delle tende e avevano detto che appena possibile sarebbero andati a portar loro una coperta e un cuscino per dormire a loro volta.
J.J. si era chiesto come pensavano che sarebbero riusciti a dormire, ma non aveva protestato.
Quando vide che la persona che si stava avvicinando a loro era Lily Potter quasi trasalì.
Si scambiò uno sguardo con Zoe e automaticamente si spostò verso di lei per un istinto di protezione, ma si rilassò quando vide anche Scorpius uscire dalla tenda insieme a Harry e James.
" Non voglio farvi del male".
Lily li guardò stupiti, non capiva perché avessero tutta questa paura di lei; non le sembrava che davanti agli altri reagissero così.
" Conoscete davvero mio figlio?" chiese loro, approfittando del fatto che gli altri non fossero ancora arrivati e J.J. annuì lentamente stupendosi nel sentire il dolore nella voce di Lily Potter.
Sapeva che non avrebbe dovuto stupirsi. Era una mamma angosciata per un figlio perduto, ma era la contrapposizione con l' altra Lily a farlo confondere. Non sembrava proprio la stessa persona.
" Mi permettereste di vedere i vostri ricordi?" domandò facendo scorrere lo sguardo dall' uno all' altra.
I ricordi?
Come mai lui e Zoe non ci avevano pensato? Era così chiaro.
Probabilmente non esistevano, non avevano modo di dimostrare la loro identità, ma potevano mostrare i ricordi.
Anche se mostrar loro i ricordi significava mostrare...
" Va bene" disse senza darsi tempo per pensare ulteriormente.
Lily avvicinò la bacchetta alla testa del ragazzo e ne estrasse un filo argenteo, poi evocò un pensatoio e tutti e tre vi si tuffarono dentro.
La prima a riemergere fu Lily e guardò J.J. con occhi sbarrati " io...io sono a capo...non è vero" commentò " avete manipolato i ricordi...io non potrei mai, hanno ucciso mio fratello".
Lily continuò a scuotere la testa " e quel bambino magro e sofferente che ti è stato presentato quando avevi sei anni non può essere Pegasus".
Vide Harry, James e Scorpius sollevare a loro volta la testa e guardare i due ragazzi, solo che vi era una differenza.
Scorpius li stava studiando, mentre Harry e James sembravano credergli.
Harry poi, aveva proprio uno strano sguardo, sembrava pieno di speranza.
" I ricordi non sono modificati, Lily".
" Papà non vorrai credere che...io non farei mai..."
Sentì la mano di Scorpius avvolgere la sua e quella fu l' unica cosa che le impedì di piangere.
Non riusciva a credere a quello che aveva visto, ed erano solo una piccola parte dei ricordi di quel ragazzo.
" No, Lily, non lo credo...anche perché tu avresti già dovuto essere cattiva" si voltò verso il ragazzo ed il suo sguardo si addolcì vedendo i suoi occhi verdi.
Erano davvero uguali ai suoi, uguali a quelli di sua madre e di Albus. Finora aveva pensato ad un inganno o ad una coincidenza; semplicemente si era impedito di pensarci, ma adesso che li osservava, li vedeva davvero.
" Dico bene?" gli chiese e J.J. annuì.
Sentiva la bocca secca, non riusciva a credere che finalmente gli stavano credendo.
Eppure era così, conosceva bene suo nonno e non poteva sbagliare sul significato di quell' espressione, di quel sorriso.
" Tu invece saresti?" chiese rivolto a Zoe e lei invece parlò " sono Zoe Lupin" disse orgogliosa.
Harry la guardò " sorella di Remus?" domandò e il volto di Zoe s' illuminò " Remus è vivo?" chiese " e mio padre e mia madre e mia sorella Andromeda e Dora ?" ed io e Cris avrebbe voluto aggiungere, ma si fermò.
Aveva avuto la sua risposta con l' incantesimo dell' identità.
" Remus è figlio unico e Teddy e Victoire sono morti da tanti anni" la informò con gli occhi lucidi. Gli faceva ancora male pensare alla loro morte.
J.J. la guardò, lui era crollato dopo aver saputo che suo padre era morto, ma Zoe si limitò a stringere le labbra.
Forse perché non li aveva conosciuti neanche nel loro presente, o forse perché era stata preparata dal risultato dell' incantesimo dell' identità.
Agli occhi di tutti poteva sembrare una reazione fredda, ma a J.J. non era sfuggito quel guizzo di disperazione nascosto nei suoi occhi.
Le pose entrambe le mani sulla gamba.
Avrebbe voluto attrarla a sé, ma erano ancora legati.
Harry parve seguire il suo movimento e con un colpo di bacchetta li liberò.
Zoe continuò a tenere le mani raccolte, quasi fosse ancora sotto shock e J.J. la prese tra le braccia.
Lei appoggiò la testa contro il suo petto e cercò di respirare a fondo " i miei fratelli, Jay" lui annuì " lo so" mormorò tenendola stretta " loro mi hanno cresciuta...loro..." la sua voce era rotta e il cuore di J.J. si strinse in una morsa.
" Cambieremo ancora il futuro, Zoe" la rassicurò, poi le sollevò il mento " d' altronde non può esistere un mondo dove J.J. Potter non esiste, no?" le chiese scherzoso e Zoe sorrise " sempre presuntuoso, Potter".
James si schiarì la voce e entrambi i ragazzi arrossirono, si erano scordati che erano ancora tutti là.
" Sicuro di non essere figlio del Potter scemo?" chiese Scorpius indicando James con il pollice e James s' accigliò, ma J.J. intervenne prima che potesse parlare " non l' ho neanche mai conosciuto" li informò e James non poté impedirsi di trasalire " allora sarà il nome" replicò Scorpius, stavolta più per stemperare che per altro.
" Mio fratello ti ha chiamato J.J. in onore di James che nel vostro presente è morto?" s' informò Lily parlando per la prima volta da quando aveva capito di essere perfida nella loro dimensione, e J.J. annuì " un po' come tu hai chiamato A.J. in onore di mio padre o sbaglio?" le chiese e Lily annuì quasi sovrappensiero.
" Sono felice che Lily abbia insistito tanto per cercare di vedere i vostri ricordi, diceva di vedere qualcosa in voi... io vi avrei schiantato e portato all' uscio degli Apocalittici" scherzò James, ma Zoe e J.J. non sorrisero.
" Non... Harry" si fermò prima di chiamarlo nonno, forse sarebbe stato un po' troppo per lui " credi di poter incantare una giratempo e rimandarci nel passato?"
Harry sospirò " penso di sì, sommando il potere di tutti... James, potresti andare a prenderla?" gli chiese, poi si voltò di nuovo verso J.J. " e comunque puoi chiamarmi anche nonno, se vuoi" gli disse e J.J. provò il forte impulso di abbracciarlo, ma prima che potesse farlo fu proprio Harry a sporgersi e attirarlo a sé.
Gli sembrava di poter stringere di nuovo Albus tra le sue braccia.

E se domani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora