Scorpius si svegliò di colpo. Gli occhi di Lily gli aleggiavano davanti al viso e la sua voce che continuava a ripetere " non mi hai trovato" sembrava così reale che per un attimo ebbe paura che fosse successo realmente.
Si mise a sedere sul letto cercando d' imporre al suo cuore di calmarsi e maledicendo Albus che lo aveva convinto a riposarsi.
Non aveva tempo da perdere. Adesso più che mai voleva trovarla.
Guardò Pegasus e il suo cuore perse un colpo, era ancora privo di sensi e qualcosa dentro di lui sembrava dirgli che non aveva fatto abbastanza.
Ma cosa poteva fare?
Si avvicinò e gli spostò una ciocca di capelli biondi dal viso. Come aveva potuto non capire che era suo figlio, solo il colore dei capelli non era uguale per il resto gli somigliava tantissimo.
Si era fatto portare via dalla gelosia e dall' invidia e adesso, non poteva sentirsi peggio.
Prese un respiro stringendo i pugni e uscì dalla stanza.
Cominciò a scendere le scale e sentì che al piano di sotto vi erano tante voci che sembravano discutere animatamente.
Quando i suoi occhi videro James Potter, semidisteso sul divano, gli sembrò di essere ancora dentro al sogno.
Com' era possibile?
Scosse la testa e finì di scendere i gradini " non avrei mai creduto che sarei stato felice di vedere James Potter" affermò con voce divertita, attirando lo sguardo di tutti.
James sorrise malandrino " ed io non avrei mai detto che, per una volta, sarei stato d' accordo con te" rispose ed anche la sua voce era divertita.
Scorpius quasi si fermò sul posto quando vide gli occhi di James brillare, erano così simili a quelli di Lily.
" Mi perdonerai se non mi alzo per stringerti la mano" disse James riportandolo alla realtà e in un attimo Scorpius capì il motivo della sua posizione, lanciò un' occhiata veloce ad Albus, ma si riprese immediatamente.
Harry scosse la testa con un sorriso, era felice che suo figlio avesse ripreso un po' della sua forza vitale, anche se l' oscurità che aveva visto nei suoi occhi sembrava sempre pronta a riaffiorare.
" Non ti preoccupare, Potter, conosco molto bene la tua pigrizia".
Fu felice che la sua voce fosse uscita piuttosto normale perché dentro di sé stava inorridendo per quello che gli Apocalittici gli avevano fatto.
Gli strinse la mano e sorrise ancora più ampliamente. Non avrebbe mai pensato di rivederlo e, per quanto fosse strano gli era anche mancato, a modo suo chiaramente, ma se ne era accorto quando si era trattato di star vicino ad Albus per la sua perdita; aveva scoperto che non gli era per niente facile far coraggio, visto che anche lui stava soffrendo.
" Da che pulpito... hai dormito per giorni" lo provocò, ma Scorpius si limitò a sorridere.
Era appena tornato, per una volta avrebbe potuto lasciarlo vincere. Per una volta.
" Sono felice che ti sia svegliato, stavamo andando a interrogare l' Apocalittica..."
" Emily?" lo interruppe guardando Albus speranzoso, ma lui scosse la testa " Emily è morta" lo informò e la sua voce era talmente piatta che Scorpius capì che anche lui stava pensando la sua stessa cosa.
Ogni possibilità di trovare Lily era persa.
" Pensa, l' hanno abbandonata a Diagon Alley..."
" Voleva farcela trovare" lo interruppe Scorpius in un sussurro " il suo ennesimo gioco psicologico" si arrabbiò, battendo un pugno sul tavolo e facendo sobbalzare tutti.
" Abbiamo ancora Cindy" disse Harry un po' per tranquillizzare lui e un po' se stesso.
Sapeva che Scorpius aveva ragione e conosceva la brutalità di quel mostro.
Albus gli mise una mano sul braccio " saliamo" gli disse, mentre Harry aiutava James.
Appena entrarono la ragazza li guardò tutti ad uno ad uno e poi si fermò su James.
Continuava a spaventarla, sembrava avesse una tale rabbia verso di lei, che avrebbe potuto ucciderla in qualsiasi momento.
" Hai detto che avresti collaborato" gli disse Harry, sedendosi davanti a lei.
" Voglio la libertà in cambio" disse e James scoppiò a ridere " bella questa" la schernì, poi la guardò come se i suoi occhi potessero maledirla " che ne dici di evitarti la condanna a vita, invece?" le propose e lei rabbrividì.
" A vita?" mormorò e Scorpius incrociò le braccia appoggiandosi al muro " minimo" le disse.
" Allora, Cindy, vuoi dirci dove si trova la base degli Apocalittici?" le chiese Harry.
" Non lo so, io..."
" Non prenderci in giro" l' ammonì Harry " non puoi non saperlo" aggiunse.
Cindy sentì gli occhi riempirsi di lacrime " non lo so davvero, nessuno sa dove sia il quartier generale, solo quelli della cerchia interna".
" Va bene, è inutile parlare con lei, diamole il veritaserum" propose James e lei scosse la testa " non potete, mi uccidereste" disse e il panico nella sua voce e nei suoi occhi fece pensare ad Harry che stesse dicendo la verità.
" Perché?" domandò.
" Loro fanno bere a tutti quanti una pozione al momento dell' entrata nel gruppo, senza saperlo, sotto forma di succo di zucca e qualsiasi pozione prendi non funziona più, il Veritaserum, addirittura, ti uccide" spiegò.
James trattenne il fiato " è per quello che le pozioni non funzionano su di me?" le chiese spalancando gli occhi, già prima di chiederlo, capì che era così.
Lei annuì " c' è un antidoto, ma dev' essere preparato..."
" E Ginny?" la interruppe Harry " anche lei?" domandò e Cindy annuì " non è solo per quello che è così, lei era già così anche se le abbiamo somministrato la pozione ogni giorno, lei non riprenderà conoscenza come lui..."
" E allora io perché?" chiese James e Cindy sospirò " tu eri sveglio quando ti hanno portato là, eri cosciente e parlavi, pregavi... io... mi dispiace".
James strinse la mascella, ma non disse niente. Anche se non ricordava niente, immaginare cosa doveva aver passato lo mandava in bestia. E poi cosa doveva dirle? Non fa niente?
Non era proprio possibile.
" Quindi è stata la pozione che lo ha tenuto in quelle condizioni?" domandò Harry cercando di tenere la rabbia sotto controllo.
" Le due pozioni che gli davamo, quella per tenerlo sedato e con il cervello vuoto di modo che non recepisse quello che aveva intorno e quella per le pozioni..."
" Quelle che Cris ha smesso di darmi?" chiese James e Cindy annuì " allora dovrebbero aver perso il suo influsso?" chiese ancora e lei scosse la testa.
" Non senza l' antidoto" affermò lei " e questo antidoto?" chiese Harry " puoi farlo?" aggiunse.
Gli angoli delle labbra le si sollevarono in un sorriso " adesso possiamo parlare della mia libertà?" chiese maliziosa.
Scorpius si spazientì e si mosse con rabbia verso di lei, Albus lo fermò premendogli le mani sul petto.
" E' una vigliacca, non ci sta dicendo un bel niente!" gridò " diamole il Veritaserum e se muore tanto meglio, un' Apocalittica in meno".
Tutti lo stavano osservando, aveva il viso trasfigurato dalla rabbia.
" Mia figlia?" chiese Harry, riportando l' attenzione su di lei. Cindy sbatté le ciglia per riprendersi dalla paura che l' aveva assalita.
"Dove portano i prigionieri!" la sollecitò Harry e Cindy scosse la testa " è stata rapita?" chiese e Harry annuì " da Aaron Corner" spiegò e Cindy spalancò gli occhi e inspirò bruscamente " allora è al quartier generale...sempre che sia ancora viva" concluse in un sussurro e portò le mani a coppa sopra la bocca appena si rese conto di quello che aveva appena detto.
Albus non riusciva più a tenere Scorpius da quanto lui spingeva per raggiungerla e ucciderla.
Per fortuna le urla avevano attirati anche i ragazzi del futuro e J.J. lo aiutò a spingerlo indietro, anche se ci volle anche l' aiuto di Harry per riuscire a farlo uscire dalla stanza.
Harry chiuse più volte i pugni per impedirsi di rientrare nella stanza e strapparle ogni informazione con la forza, ma si disse che sicuramente non sarebbe servito.
Era davvero sconvolta quando Scorpius cercava di assalirlo e continuava a ripetere " non so dove sia".
Fece un paio di respiri profondi mentre anche James usciva dalla stanza muovendosi su quella sedia che avevano incantato per lui.
I suoi occhi sembravano due tizzoni ardenti, proprio come quelli di Scorpius sembravano argento liquefatto.
Scorpius si liberò dalle mani di Albus e di J.J. e li spinse poco delicatamente, poi guardò Harry " la troverò" affermò prima di correre verso le scale.
Quando sentirono la porta sbattere rumorosamente capirono che era uscito.
***
Lily si strinse nelle spalle.
Erano i primi di ottobre e nonostante ancora non facesse freddo, le mattine avevano già iniziato ad essere ventilate e fresche. Troppo per lei che era ancora con la maglietta della divisa.
Si fermò e si accorse che non era solo il freddo a farla tremare.
Adesso che l' adrenalina stava scendendo, lo shock stava iniziando a farsi spazio in lei.
La consapevolezza di tutto quello che era successo la stava assalendo oscurandole i sensi.
La vista le si era annebbiata e il tremore aveva preso completo possesso di lei, doveva calmarsi o il suo cervello sarebbe stato completamente inutile.
Non era neanche ancora uscita dal giardino di quella enorme villa, ma doveva prendersi un attimo o si sarebbe fatta scoprire.
Si mise a carponi dietro ad un muricciolo e pose le mani a terra sollevando qualche zolla con le dita.
" Respira, Lily" si disse, continuando a ripeterselo ad ogni boccata d' ossigeno.
Non poteva credere di essere sopravvissuta e di essere libera.
Doveva ringraziare quella ragazza con i boccoli castani e si sorprese a pensare a chi potesse essere.
Non l' aveva mai vista e nonostante le sembrasse quasi una sua coetanea, non le sembrava di ricordarla neanche ad Hogwarts.
Tammy. Probabilmente era un diminutivo. Probabilmente stava per Tamara o per chissà cos' altro.
Sospirò e si alzò lentamente, non sapeva se era sicuro camminare, ma muovendosi a carponi ci avrebbe messo una vita e avrebbe avuto più possibilità di farsi scoprire, senza contare che sarebbe stata meno pronta in caso di fuga.
Mosse un paio di passi e si fermò in attesa, si guardò indietro e quando non vide nessuno riprese a camminare, andò avanti così per diversi minuti. Le sembrava di sentire passi dietro di lei, erba calpestata e foglie smosse, oltretutto quel giardino era immenso e pareva non finire mai.
Quando finalmente vide davanti a sé il cancello di uscita sentì un sorriso nascerle automaticamente sul volto; se fosse riuscita ad uscire e a raggiungere la strada sarebbe stata in salvo.
Si passò una mano sulla gola dolente e questo le riportò alla mente Emily. Sebbene fosse una pazza psicopatica e nel futuro avrebbe torturato suo figlio, non poteva fare a meno di sentire una fitta di pietà per lei.
Morire a ventidue anni e solo perché ti sei innamorata di un ragazzo ancora più pazzo di te e per il quale la tua vita vale meno di niente.
Appoggiò una mano sul cancello facendola scorrere sull' inferriata e prendendosi un secondo per pensare. E se ci fosse stato qualche incantesimo?
Non poteva essere così ingenua, ma non poteva neanche stare ferma ad aspettare di essere presa.
Lei era come suo padre. Lei non stava a guardare, agiva e, a volte questo, rischiava di essere un guaio maggiore.
Respirò a fondo. Dal momento che qualsiasi allarme o incantesimo si fosse attivato avrebbe dovuto correre.
Mise anche l' altra mano sul cancello e vi si appoggiò lievemente con la fronte.
Poi prese un respiro e provò a tirare verso di sé.
Non sapeva bene che cosa si fosse aspettata: che partisse l' incanto Gnaulante o che le arrivasse qualche fattura addosso, invece non accadde niente.
Si voltò indietro, non andava bene.
Era come quando stava cercando di uscire dalla casa. Era tutto troppo tranquillo e proprio come in quel momento, si ritrovò a pensare che era una calma palesemente fittizia.
Rabbrividì. Era terrorizzata all' idea di avere Aaron alle calcagna, ma s' impose comunque di fare un passo fuori dal cancello.
Sentiva le goccioline di sudore percorrerle la schiena e le mani arricciate a pugno sudare.
Perché aveva lasciato la bacchetta? Improvvisamente le venne in mente che non l' aveva lasciata, era stata disarmata.
Disarmata dalla stessa persona che l' aveva aiutata e allora? Da che parte stava quella ragazza?
Si maledì, non era il momento di pensarci.
Uscì fuori e si accorse di aver rilasciato il respiro, non si era neanche resa conto di averlo trattenuto.
Sembrava che tutto stesse andando come doveva, a dispetto di tutto era uscita, ma ancora non era convinta, possibile che nessuno avesse anche solo provato a seguirla?
Cominciò a camminare a passo veloce, non voleva attirare l' attenzione cominciando a correre, avrebbe iniziato appena si fosse allontanata abbastanza dalla villa.
Voleva tornare da Scorpius, da Pegasus.
Scorpius i suoi occhi le apparvero davanti come se fossero un obbiettivo da raggiungere e forse era davvero così, non c' era niente che voleva più di rivederlo e farsi stringere dalle sue braccia.
Sentire il suo odore e il calore del suo abbraccio. Solo in quel momento si sarebbe sentita davvero protetta.
All' improvviso si fermò. Aveva sentito qualcosa, eppure non c' era nessuno.
Si strinse le braccia intorno al corpo, perché continuava a farle così freddo? Era vero, era ottobre, ma non sembrava così freddo.
Eppure stava tremando.
Era tremiti convulsi , sconnessi. Si rese conto che c' era qualcosa che non andava.
Stava male.
La testa le girava e la sua vista si era fatta sfocata. Cosa le stava succedendo?
Le gambe le cedettero e cadde carponi battendo dolorosamente le ginocchia. Si sentiva sempre peggio.
Cercò di stringere gli occhi per guardarsi intorno, ma ancora non vide nessuno.
Si accorse di non riuscire a rimanere razionale, sentiva la testa confusa e leggera. L' avevano drogata?
E come avevano fatto?
Provò ad alzarsi. Doveva nascondersi e doveva farlo subito, da un momento all' altro era sicura che sarebbe arrivato Aaron e non poteva farsi trovare.
Cercò di raccogliere la sua energia e con una forza di volontà incredibile si alzò in piedi.
Le sue gambe minacciavano di farla cadere da un momento all' altro e gli occhi le si riempirono di lacrime.
Non riusciva più a distinguere niente che non fossero luci o ombre e non riusciva neanche a stare in piedi correttamente.
Era un altro gioco di Aaron. Un maledetto sadico gioco.
" Complimenti" disse infatti la sua voce dopo pochi secondi.
Lily si sentì così male che cadde di nuovo carponi prima che anche le braccia le cedessero facendola cadere a terra.
Con un ultimo sprazzo di energia cercò di voltarsi, ma ebbe l' impressione di non esserci riuscita del tutto.
" Non è facile rimettersi in piedi dopo la pozione che hai assunto" le spiegò e Lily cercò di guardarlo, ma si accorse che la sua vista si era totalmente oscurata.
" E' una pozione che blocca ogni attività motoria e anche parzialmente i sensi... una mia idea per le fughe" si vantò.
Lily lo sentì avvicinare e cercò di spostarsi indietro. Avrebbe tanto voluto che una voragine gli si aprisse sotto i piedi e lo inghiottisse, adesso, esattamente in quel momento.
Lo sentì ridere e si accorse che doveva essere proprio sopra di lei, ma adesso non riusciva neanche più a parlare.
Lui dovette notare il suo sforzo perché ricominciò a spiegare " si tratta di una pozione molto semplice, ma di grande utilità...che ne dici? Mi sembra inteligente togliere ad un prigioniero la possibilità di muovere gli arti, di parlare e di vedere, no?" le sembrò di sentire il suo sorriso e desiderò tanto poterglielo strappare dal viso " già non puoi rispondere" la derise.
Sentì le sue mani sul suo corpo e si accorse che la stava sollevando.
Per favore. Per favore. Pregava dentro di sé di riuscire a riprendere il controllo e poter combattere, si sentiva impotente in quel modo, completamente alla sua mercé, peggio ancora della volta che attaccò casa sua.
" Non sei curiosa di sapere come l' hai presa?" le chiese e solo sentire l' alito del suo respiro sulla sua pelle le fece salire i conati di vomito.
Non sapeva se sarebbe riuscita a resistere un solo giorno con lui.
" Il cancello" le spiegò con la voce piena di trionfo.
Si stava auto lodando per la sua splendida idea " ne è cosparso" la informò " e vedi dove sta il lampo di genio?" le chiese " noi lo sappiamo e abbiamo il modo di evitarlo, un prigioniero non lo sa e lo tocca, assimilandolo immediatamente per via cutanea" concluse con voce divertita.
Lily era ancora inerme tra le sue braccia, i suoi muscoli completamente rilasciati.
Provò a muovere un braccio, ma questo non rispose e anche il non riuscire a vedere non la stava aiutando.
Sentì la guancia umida e si accorse che aveva iniziato a piangere.
Almeno quello le era rimasto, pensò con paura.
Sentì il portone aprirsi e capì che l' aveva condotta nuovamente dentro la villa.
Continuò a percorrere una strada e Lily provò a memorizzarla, ma alla fine erano troppi scalini, troppe svolte e lei perse il conto, sentendosi sempre più disperata.
Si sentì adagiare delicatamente su qualcosa di morbido, ma ruvido, e provò a muoversi per scattare a sedere, ma si accorse che ancora il suo corpo non rispondeva.
Adesso si stava cominciando a far prendere seriamente dal panico.
Sentiva ancora la presenza di Aaron accanto a sé e le sembrava anche di sentire i suoi occhi su di sé.
Lui le si avvicinò e lei sentì di nuovo il suo respiro sulla sua pelle e lei si ritrovò a trattenere il suo.
Quanto lo odiava, quanto lo odiava.
Sentì le sue labbra su di lei e la sua lingua seguirne il contorno, ma non poteva reagire e finalmente comprese.
Se lei era bloccata in quel modo anche il suo bambino lo era e se non aveva difese lui poteva farle quello che voleva.
Si cominciò a dibattere, forte, sempre più forte e a gridare, graffiando con le unghie il pavimento e scorticandosi le dita.
Continuò così per tanto tempo prima di accorgersi che non l' aveva mai fatto.
Era solo la sua mente che si dibatteva, solo la sua mente che urlava, il suo corpo non poteva farlo.
Aaron le spostò una ciocca di capelli umidi di sudore dal viso " e adesso giochiamo" le disse e Lily pregò di morire. Adesso. Subito.
***
" Papà".
Scorpius entrò nella stanza dove Pegasus era ancora disteso su un letto privo di conoscenza e vide Draco intento a visitarlo.
Avevano messo anche Ginny nella stessa stanza.
Adesso cominciavano ad essere parecchi in quella casa e le stanze scarseggiavano.
I tre ragazzi del futuro dormivano quasi sempre sul divano o sul tappeto del salotto, mentre Harry e James dividevano la camera matrimoniale e lui, Albus e Alice erano costretti a dividere la camera che, a detta di suo suocero, era stata quella di suo cugino.
Invece Pegasus e Ginny erano nella camera che per un breve periodo era stata di Harry.
" Pensavo te ne fossi andato" dichiarò semplicemente sedendosi accanto al letto del figlio e Draco si voltò verso di lui, mostrando a Scorpius tutta la sua preoccupazione.
" Sono troppi giorni" commentò e Scorpius guardò il volto di suo figlio.
E' vero erano troppi giorni.
Cinque giorni da quando era scomparsa Lily, una settimana da quando Pegasus era in quelle condizioni e lui si sentiva sempre più stanco.
Non dormiva, non mangiava, quei pochi attimi che prendeva per riposarsi era continuamente ossessionato da sogni su Lily e su Pegasus.
Ogni giorno che passava era come se gli infilassero un ulteriore coltello nel petto, sentiva che ogni giorno era come se Lily o Pegasus si allontanassero di più da lui.
Aveva una famiglia e adesso non aveva più niente.
Tutti gli stavano vicino e tutti condividevano il suo dolore, visto che Lily era anche per loro una sorella, una figlia, un' amica, ma nessuno poteva capire come si sentiva.
Si sentiva come se il suo cuore fosse stato strappato a brandelli e due parti si fossero fossilizzate in attesa di suo figlio e sua moglie.
" Sai che è viva, Scorp, questo ti dovrebbe aiutare" cercò di consolarlo suo padre, alludendo al fatto che se fosse morta Pegasus sarebbe scomparso.
Ma come poteva aiutarlo fino in fondo? Lui sapeva con chi era e la cosa gli faceva stringere lo stomaco eun terrore freddo lo invadeva.
Non poteva neanche immaginare cosa stesse passando in quel momento.
" Dovrebbe tranquillizzarmi saperla in mano alla stessa persona che l' ha torturata e quasi uccisa?" gli chiese con rabbia e Draco sospirò " direi di no" ammise cercando di cancellare l' immagine di quel giorno in cui l' avevano portata da lui.
Era tra le braccia di Harry ed era più morta che viva.
Draco ricordava ancora lo sguardo pieno di angoscia e di disperazione di Harry e rabbrividì per un attimo.
Lui e Harry non erano mai stati amici, anzi vi erano stati dei momenti in cui si erano totalmente detestati, ma vi erano stati dei momenti in cui lo aveva ammirato molto.
Durante la guerra, il suo sapersi opporre al destino, il suo scegliere di combattere, tutto il suo amore e la sua lealtà e, infine, tutto il suo immenso coraggio, che aveva visto nei suoi occhi così tante volte da restargli impresso.
Una cosa però non gli aveva mai visto ed era la sconfitta. Invece quel giorno era quello che riuscì a scorgere nei suoi occhi.
Sollevò la bacchetta da sopra il corpo di Pegasus e si recò da Ginny, iniziando a visitare anche lei.
La guardò: magra, emanciata, priva di vita, eppure sana in tutto e per tutto, proprio come nel giorno in cui venne ricoverata.
Non aveva ferite particolari, qualche livido, qualche ferita superficiale, ma sembrava che gli Apocalittici si fossero concentrati sui ragazzi Potter, eppure era in tutto e per tutto svuotata.
Un guscio. Un niente.
Davvero una strana cosa la mente.
Si chiese cosa le potesse essere successo proprio nel momento in cui la porta si aprì.
I tre ragazzi del futuro, come era ormai solito chiamarli, entrarono lentamente e Scorpius sorrise.
Suo figlio era fortunato. Quei quattro dovevano volersi davvero molto bene.
" Non dovevate riposarvi un po'?" chiese Draco. Li aveva mandati via neanche mezz' ora prima dicendo loro di andare a mangiare e a riposarsi e che se vi fosse stata qualche novità gliel' avrebbe detto, ma erano già tornati.
" Stiamo bene" rispose Zoe, parlando a nome di tutti e tre.
" Hai capito perché non si sveglia?" chiese J.J. e anche Scorpius portò gli occhi sul padre, ma lui scosse la testa.
" Il corpo sta bene, dev' essere..."
S' interruppe di colpo e si voltò verso il nipote, poi tornò di scatto a guardare Ginny, infine di nuovo il nipote.
" Papà?"
" Draco?"
Scorpius e Cris parlarono in contemporanea, conoscevano abbastanza Draco da capire che aveva appena compreso qualcosa.
Lui si voltò di nuovo verso di loro e si aprì in un sorriso " è come per Ginny... è la mente" disse felice di essere riuscito a capire cosa fosse successo.
" Tutto quello che avete vissuto, tutti i ricordi che ha visto" iniziò Draco " Il fatto che abbia capito che Lily non è quella che credeva, non è quella che l' ha torturato..." continuò.
" Il suo mondo è distrutto. Tutte le sue certezze, tutto intorno a lui è crollato come un castello di carte" concluse Scorpius osservando suo figlio.
Pegasus era un ragazzo piuttosto alto ed anche robusto, oltre al fatto che il suo coraggio e il suo potere lo rendevano ancora più imponente, ma in realtà tutto questo nascondeva una sua fragilità.
In quel momento, quando tutto era cambiato, quando aveva scoperto che sua madre non era quella che credeva, quando si era reso conto di averla lasciata andare, di non averla salvata, ecco esattamente in quel momento, lui non era riuscito a tornare indietro.
" Mettetemi in contatto con lui" la voce di J.J. li fece voltare " sono l' unico che ha sempre ascoltato, io lo posso riportare indietro" affermò sicuro, ma Draco scosse la testa " non esiste, non si può fare, altrimenti lo avrei già fatto per Ginny..." s' interruppe " mi dispiace, ragazzi, ma deve venirne fuori da solo...entrare in una mente confusa, seppur potente come la sua, potrebbe farvi perdere".
Cris strinse i pugni, poteva sentire dalla sua voce quanto questo gli costasse e poteva vedere dai suoi occhi pieni di angoscia quanto anche lui avrebbe voluto vederlo sano e salvo, ma l' unica cosa che le ronzava in testa era quella frase: deve uscirne da solo.
Loro non lo sapevano, non lo conoscevano come lei. Solo lei, J.J. e Zoe sapevano quanto Pegasus aveva sofferto per sua madre e se adesso, davvero, tutti i ricordi che aveva visto lo stavano bloccando, Cris poteva scommettere che non ne sarebbe uscito da solo.
Stava per aprire la bocca e replicare quando Zoe la precedette: " ma Pegasus..." probabilmente stava per esternare i suoi stessi pensieri, ma fu bloccata da Scorpius che stava scuotendo la testa.
Sembrava non avere il coraggio di dire di no, in quanto questo sarebbe significato che suo figlio avrebbe dovuto, davvero, farcela solo con le sue forze, ma non se la sentiva neanche di rischiare la vita degli altri ragazzi.
Cris sentì le unghie perforarle la pelle, non riusciva neanche più a sentirli.
" Sono stanca" sussurrò, ma le sue parole erano così piene di rabbia che tutti si voltarono verso di lei e J.J. e Zoe aggrottarono la fronte, non era mai buon segno quando usava quel tono.
" Sono stanca di aspettare, stanca di vederlo così, è più di una settimana che è così e voi cosa mi dite? È la mente. E cosa fate? Niente!" l' ultima parola fu quasi gridata, tanto che J.J. si avvicinò a lei " Cris" la riprese, ma non la fece calmare, anzi lo fulminò con lo sguardo " Cosa?" gli chiese voltandosi verso di lui " cosa? Dimmi cosa vuoi, J.J.? vorresti che stessi zitta? Ti rendi conto che tutti sono fuori a cercare Lily Potter e cosa fanno per Pegasus?" chiese in maniera retorica " Lily Potter" sibilò come se quel nome fosse veleno e strinse i pugni per controllare tutta la sua rabbia " tutti cercano la donna che gli ha rovinato la vita..."
" Sai bene che non è così" la interruppe Zoe. Come poteva non capire? A tutti loro era stato spiegato come, dai ricordi che avevano visto, avevano scoperto che quella che Pegasus pensava fosse Lily in realtà era Emily.
" NO CHE NON LO SO!" urlò piena d' ira " abbiamo già cambiato il futuro e James Potter ne è una prova, cosa ne sappiamo di cosa sta succedendo ora? Cosa ne sappiamo di cosa le stiano facendo? Se la stanno facendo div..."
" Zitta!"
Scorpius esplose e Cris poté vedere che il suo volto solitamente pallido era rosso di rabbia repressa e la sua mascella emetteva dei guizzi come se stesse serrando i denti.
Aveva cercato di restare calmo fino ad allora, sopportando lo sfogo della ragazza e capendo che doveva rispettare anche i tre ragazzi che ne stavano passando tantissime, ma adesso non ce la faceva più.
Non potevano parlare di Lily così, stava cercando di fare di tutto per pensare che non potevano torturarla che il piccolo Pegasus l' avrebbe protetta e invece, loro, gli stavano dicendo che potevano cambiarla?
Farla essere il mostro dei ricordi di Pegasus?
" Come puoi dire così?" domandò cercando di calmare il fiume di rabbia che gli stava percorrendo le vene.
Doveva pensare che era solo una ragazzina di diciassette anni preoccupata e travolta dagli eventi.
" Stai parlando della mia compagna e di quello che potrebbe... " lasciò la frase in sospeso era troppo doloroso anche solo ipotizzare " e quello che è steso qua è mio figlio..."
" NO CHE NON LO E' " esplose Cris, ormai si sentiva come se gli argini le si fossero rotti, come se non potesse fare altro che parlare e parlare fino a dire tutto quello che aveva covato in quella settimana.
" Non dire che sei suo padre" affermò sentendo le lacrime salirle violentemente agli occhi " TU NON LO SEI!" urlò fuori di sé " Cris" stavolta Zoe accompagnò la sua voce ad una presa sul suo braccio, doveva decisamente calmarsi " cosa stai dicendo?" le chiese, passando lo sguardo da lei a Scorpius e vedendo la sua espressione piena d'ira.
Cris però scosse il suo braccio, non era assolutamente intenzionata a fermarsi.
" Sto dicendo la verità, quello che penso e quello che dovreste pensare anche voi" disse guardando Zoe e J.J. con occhi brucianti di rabbia.
" Lui non è il padre di Pegasus!" esclamò " Cris, adesso basta, stai parlando di spazzatura " J.J. la prese per le spalle per portarla via, ma lei si liberò immediatamente, la sua rabbia era ormai fuori controllo.
" NON E' SPAZZATURA" urlò ormai fuori di sé, poi prese un respiro " lui è il padre del bambino che, in questo momento, è nel ventre di Lily Potter...lui non c' entra niente con il nostro Pegasus" disse l' ultima frase in una calma quasi innaturale, come se volesse imprimere ancora più il concetto.
Vide che la furia di Scorpius si era trasformata in shock e sentì una fitta di colpa, ma quando i suoi occhi si posarono su Pegasus una nuova ondata di rabbia la invase e riprese a parlare.
" Sai quando è nato?" gli chiese e la voce era leggermente tremolante, sentiva le sue difese cedere " Qual è il suo colore preferito? Cosa fa quando gli incubi lo sopraffanno? Come mai ha quel bracciale nero? " lo sfidò.
Scorpius sentì un dolore nel petto come se le parole di Cris fossero state affilate come coltelli.
Non sapeva neanche che avesse degli incubi, come faceva a sapere come reagiva?
Abbassò gli occhi su Pegasus e sentì il dolore aumentargli. Era vero.
Suo figlio era poco più di un estraneo per lui.
Non lo conosceva, aveva perso la sua opportunità quando lui gli aveva teso una mano ed ora, per quanto avrebbe dato qualsiasi cosa, non poteva conoscerlo.
Lui l' amava, ma quello non era sufficiente.
" Quindi non vendermi la puttanata che sei suo padre perché non lo sei..." si portò le mani al volto e si asciugò una lacrima che era caduta " noi siamo la sua famiglia. Io, Zoe e J.J." concluse mordendosi un labbro per cercare di non farsi sopraffare dalle lacrime.
" Adesso basta" la interruppe deciso J.J., non riusciva più a vedere quell' espressione nel volto di suo zio.
Credette di non averlo mai visto così sconvolto da abbassare le sue difese Serpeverde e invece adesso lo era, ogni tratto nel suo viso mostrava dolore e sconfitta.
Cris annuì " la smetto" mormorò, ma contemporaneamente un singhiozzo le uscì violentemente " Merda!" imprecò sentendo le lacrime scendere come se avesse appena abbassato una diga.
Abbassò lo sguardo. Lei non piangeva, soprattutto, non davanti agli altri; e poi uscì.
J.J. e Zoe videro Scorpius cadere sulla sedia come privato da ogni forza, ma non riuscirono a dire niente.
Gli diedero un breve sguardo di scuse e poi seguirono Cris.
Draco gli mise una mano sulla spalla. Capiva quello che passava dalla mente del figlio, lui aveva avuto l' opportunità di conoscerlo e Draco aveva provato a farglielo capire in ogni modo.
Se si fossero avvicinati, se avessero condiviso, forse ora Pegasus si sarebbe appoggiato a lui e non si sarebbe rinchiuso nella sua mente per paura di affrontare tutto quello che gli era crollato addosso.
" Ha ragione" mormorò Scorpius senza staccare lo sguardo da Pegasus " è tutta colpa mia" ammise " se io non gli avessi voltato le spalle tante volte, lui ora avrebbe fatto affidamento su di me" concluse e Draco storse la bocca, gli faceva male al cuore vedere Scorpius così, ma non riusciva neanche a mentire.
"Forse sì, ma non è troppo tardi, lui uscirà, lui è forte..."
S' interruppe vedendolo prendersi la testa fra le mani e abbassare lo sguardo. Prima la preoccupazione per Lily e per Pegasus ed ora anche questa batosta. Era distrutto.
Draco sospirò e uscì lasciandolo solo. Sapeva che unicamente restando solo si sarebbe sfogato.
Scorpius sentì la porta chiudersi e si mise le mani sopra al volto.
Cris aveva ragione, non stava facendo abbastanza per suo figlio, non si comportava come il padre che avrebbe voluto essere.
Prese una decisione e afferrò la sua bacchetta.
L' avrebbe riportato indietro, quanto era vero che lui era Scorpius Malfoy.

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E se domani...
FanfictionE se un giorno un giovane ragazzo di vent'anni arrivasse e preannunciasse una nuova guerra magica? e se nessuno conoscesse davvero quel ragazzo? e se le cose non fossero esattamente come appaiono? Ennesima Lily / Scorpius che mi è balzata in testa :...