Mafuyu Satō - Given

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N.B. Alert spoiler.

Mi rannicchio su delle scale di cemento, i riverberi del sole mi accarezzano il viso morbido, le labbra socchiuse, le palpebre serrate, le lunghe ciglia fanno ombra sulle guance.

Stringo tre le braccia la cosa più preziosa che avessi: una chitarra.

La sua chitarra. 

La porta si spalanca rumorosamente. 

Fingo di dormire, una voce mi ridesta, mi chiede cosa ci faccia lì. 

Apro un occhio e lo vedo, mi metto a sedere e gli faccio spazio. 

Lui sbuffa, volta il capo, si mette le mani in tasca e salta gli scalini due a due. 

Si lascia cadere al mio fianco e, inaspettatamente, si addormenta.

Giro e rigiro la chitarra tra le mani, sonicchio qualcosa. 

Si tappa le orecchie, mi dice che sono un disastro. 

Me l'accorda, mi mostra come si suona davvero. 

E qualcosa dentro di me ritorna al suo posto, il resto invece s'inclina pericolosamente. 

Lui sa suonare la chitarra, la sua chitarra.

"M'insegni? Ti prego".

Non vuole, dice di non saperlo fare.

Insisto a lungo, e lui scorge nei miei occhi l'impellente bisogno che mi smuove le viscere.

Ascolterà la mia voce e sarà il suo cuore a smuoversi.

Nulla sarà più come prima.

Il mio sguardo è spento, la mia mente rincorre ricordi lontani, il mio cuore soffre la mancanza del calore delle sue mani, la mia bocca soffre la mancanza delle sue labbra, le mie mani soffrono la mancanza del suo viso, la mia anima soffre la presenza della sua assenza. 

Non ho saputo prendermi cura di lui, ho spezzato la sua vita, ho rinnegato il mio amore. 

E l'ho perso. La sua perdita è il mio tormento.

Maledetti i miei occhi, non hanno pianto.

Nemmeno una volta. 

Come se non lo meritassi, come se non volessi accettare la realtà. 

Cammino per strada, lo zaino sulle spalle, il rimpianto è il mio fardello, stringo la sua chitarra fingendo che sia la sua mano. 

È tutto ciò che resta di lui.

I nostri amici hanno sofferto. 

Non ci parliamo più. 

È tutta colpa nostra, ma soprattutto, è tutta colpa mia.

Loro mi vogliono ancora bene. 

Torna a vivere, mi ripetono. Lui non vorrebbe vederti così.

Imparo a suonare, imparo ad amare di nuovo, imparo ad aprire il mio cuore alla verità. 

Imparo finalmente a lasciarlo andare e, allo stesso tempo, a tenerlo sempre con me. 

E canto, canto la storia di un inverno:

"Come la neve all'ombra rimane lì, senza sciogliersi del tutto, così io vado avanti abbracciando i ricordi. 

Ehi, quali parole dovrei usare per mettere fine a questo amore? 

Tutto di te non ha più un futuro e ormai vagherà per l'eternità. 

E io che non sono riuscito a dirti addio, resto qui, fermo e immobile, ma tu sei con me. 

Come una magia che ancora non svanisce, o forse una maledizione, porto con me questo pesante fardello. 

Ehi, che tipo di futuro dovrei cercare in questa città? Ah. 

Lacrime fredde che gelano al contatto con l'aria fingono di essere gentili, e nel momento in cui cadono a terra perdo qualcuno che prima era lì.

La storia è tutta qui.

Se anche tu non avessi una forma, continueresti a vivere dentro di me per l'eternità. 

E io che non sono riuscito a dirti addio, riprendo il mio cammino, ma tu sarai con me, per sempre."

La prossima canzone sarà per te Uenoyama, sarà la storia di un'alba.


N.B.

Il racconto è ispirato alla storia di un anime, Given. 

Ho aggiunto il link della canzone che viene citata. Se vi va, ascoltatela :)

Mafuyu Satō è un timido liceale che desidera imparare a suonare la chitarra appartenuta al fidanzato defunto, per poterlo sentire accanto ancora una volta. Chiede aiuto al chitarrista Uenoyama, un ragazzino conosciuto per caso, ed entra a far parte della sua band grazie alla sua voce straordinaria. Durante il loro primo concerto, grazie al sostegno degli amici, alla propria volontà e alla forza dei ricordi canta una meravigliosa canzone. Nel frattempo sente rinascere dentro di sé la forza della vita e dell'amore: dopo la canzone di un inverno, scriverà la canzone di un'alba.

Fragmenta - Oltre MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora