Più fragili

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Al periodo del Covid19.

La testa tra i libri, la mente occupata, il tempo che manca, mille cose da fare e nulla di concreto nel petto. In casa anime fugaci, intorno tanti amici e nessuno al proprio fianco.

Eravamo più distanti prima, mi ripeto.

A cosa stavamo rinunciando?

Alle piccole cose.

Un attimo per ammirare l'alba, contemplare il tramonto dalle scale, incrociare per la prima volta i nostri sguardi perché le mani non possono toccarsi.

Alle sensazioni.

Lacrime sul viso, la paura che ci travolge, la solidarietà che ci unisce, il dolore di una perdita e l'incertezza del futuro. Brancoliamo costantemente nel buio ma, diamine, quanto sarà bella la sensazione della luce che ci accarezza l'anima?

Adesso va tutto male, il cuore duole, sembra che manchino le condizioni per sentirci sereni.

Ma ce la faremo, dopotutto anche i fiori possono crescere nel cemento.

Eravamo più fragili prima, mi ripeto.

Fragmenta - Oltre MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora