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t/n's pov

"t/n"

era...tom.
sì.
mi stava chiamando, la sua voce era calma, molto calma.
le palpebre si alzarono, lasciando che i miei occhi esplorassero il mondo circostante.
ero sdraiata sopra tom, lui mi accarezzava dolcemente la testa e sorrideva.

"tom?" (io)
"no, pinocchio" (tom)
"cazzo, non me lo ricordavo così figo" (io)

lui scoppiò a ridere poi mi lasciò un bacio veloce sulla fronte.

"che ore sono?" (io)
"le 10" (tom)
"le 10?!!!" (io)
"sì, perché?" (tom)
"e la scuola?? come cazzo abbiamo fatto a non sentire le sveglie??" (io)
"le ho spente io, ho preferito lasciarti dormire, dovevi riposarti" (tom)

tom, se dovessi parlarti di tutte le cose che mi piacciono di te, probabilmente ci metterei una vita.
tu mi fai sentire a casa, ma non la mia vera casa, no.
la casa che ho sempre desiderato, e che sinceramente mi merito.
dopo tutto quello che ho passato, se non ci fosse stata una svolta, se non ci fossi stato TU, non so se ci sarebbe stato un futuro per me.
probabilmente solo passato, e niente presente.
tu mi fai sentire a casa, ma come a casa, mi fai sentire al sicuro.

non sapevo cosa dire, anche perché le parole non avrebbero potuto descrivere ciò che provavo.
mi limitai a baciarlo, un bacio lento e caldo.
come un'abbraccio.
quando ci staccammo, non riuscivamo a smettere di guardarci negli occhi.
sembrava che con quello sguardo ci stessimo raccontando tutto.
quegli occhi, i suoi occhi, mi aveva colpito dal primo giorno che li avevo visti, dal primo momento, dal primo attimo e dal primo secondo.
e anche tra un milione di anni, non mi dimenticherò mai di quel suo profondo sguardo.

"allora? hai deciso da chi andrai?" (tom)
"lo sai che non decido io" (io)
"hai capito cosa intendo" (tom)

staccai i miei occhi dai suoi, e anche se me ne pentii subito, non riuscii a riottenere di nuovo quel contatto.

"non lo so. se andassi da lucas, cosa che preferirei di no, potrei ancora vederti ogni giorno, e se andassi da mio zio, probabilmente ti vedrei qualche volta al mese, o forse all'anno" (io)
"lo sai che non lo permetterei" (tom)
"non decidi tu" (io)
"e invece sì, io posso" (tom)

risi, una risata calma e tranquilla.
mi ero appena svegliata ed ero ancora un po' rincoglionita, quindi più di così non potevo fare.

"magari" (io)

rialzai lo sguardo, ma ormai, anche il suo era altrove.

"secondo te, dove dovrei andare?" (io)
"non lo so. non mi piacerebbe sapere che sei da lucas" (tom)
"cos'è, non ti fidi?" (io)
"di te sì, di lucas no" (tom)
"tranquillo, se mi tocca lo denucio" (io)
"no che palle, dovremo farci un'altro processo" (tom)

risi, anche se era una battuta di cattivo gusto.
non so perché mi faceva ridere, se l'avesse detto qualcun'altro probabilmente lo avrei guardato di merda.
ma con lui no, forse era per come l'aveva detto, per il tono di voce, o semplicemente perché era lui.

"allora se mi tocca ti chiamo" (io)
"no, meglio di no, sennò mi danno l'ergastolo dopo" (tom)
"mica te lo lascio uccidere" (io)

che carino che era quando si preoccupava per me

"che poi, i genitori di lucas non sanno ancora di sta faccenda, quindi immaginati la loro faccia quando verranno chiamati per fare un processo" (io)
"boia, magari non ti vogliono neanche" (tom)
"può essere" (io)
"nah, e comunque caso mai ti rapisco e ti tengo qua per un po' " (tom)
"beh beh, mica male" (io)

livido//tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora