{22}

516 37 34
                                    

t/n's pov

"hai qualche idea di dove potrebbe essere?" (zio)
"no" (io)
"e dove andiamo? a caso?" (zio)
"no, andiamo...." (io)

e adesso?
a casa sua non aveva senso andare, bill mi aveva confermato nuovamente, che tom non era tornato, quindi avremmo solo sprecato tempo.
aspetta, forse so dov'è.
non so perché dovrebbe essere là, ma un tentativo lo devo fare.

"zio, ti ricordi il vecchio negozio di skate? quello dove mi hai portato per la prima volta a comprare il mio primo skate?" (io)
"da luis?" (zio)
"sì!" (io)
"certo che me lo ricordo! luis è stato, ed è, un mio caro amico, come faccio a dimenticarmelo?" (zio)
"vai là" (io)
"là? perché mai dovrebbe essere là? poi perché proprio da luis?" (zio)
"non lo so, non sono neanche sicura che si là, ma non ho altri posti dove potrebbe essere" (io)
"ok, se proprio vuoi" (zio)
"grazie" (io)

il grande cartellone con il nome della mia città natale, apparì poco dopo.
quella città che non mi è mai piaciuta, con quel nome strano.
non la odiavo, perché nonostante tutto ho un sacco di bei ricordi in essa, ma il pensiero di mio padre mi fa venire i brividi ogni volta.
poi dopo tutto, lì ho conosciuto tom.

mentre passavamo per le vie, io ero come un falco, perlustrando ogni piccolo angolo e vicolo, per vedere se c'era traccia della sua figura.
di quel bellissimo ragazzo, impossibile da non notare.
quel dio greco che tutti desideravano.

appena la macchina si fermò e si spense, corsi fuori, verso il negozio.
la porta si aprì poco prima che ci arrivassi davanti, e io andai a sbattere contro qualcuno.

"t/n?"

alzai lo sguardo, ancora appoggiata al petto di quella persona, che aveva un braccio attorno alla mia vita, e mi teneva stretta, con quel profumo stranamente familiare.

era lui.
era tom.
finalmente cazzo.

"tom!" (io)

non persi tempo e lo baciai, quasi in lacrime.
appena ci staccammo, però, gli piazzai uno schiaffo dritto sulla guancia sinistra.

"aglia cazzo, ma che ti prende?!" (tom)
"che mi prende a me?!! ma si può sapere dov'eri??" (io)
"da luis" (tom)
"e perché bill mi ha detto che sei sparito??" (io)
"sparito?" (tom)
"sì!! perché non rispondevi ai miei messaggi?? o le chiamate???" (io)
"t/n, calmati. se ci sediamo un'attimo ti spiego tutto" (tom)
"no cazzo tom-" (io)

tom alzò gli occhi al cielo, poi senza dire niente, mi prese per il polso e mi tirò dentro il negozio, portandomi nello stanzino dove luis faceva i suoi skate.

appena entrammo, tom chiuse la porta e iniziò a scrivere sul suo telefono.

"allora??" (io)
"aspetta, sto scrivendo a bill" (tom)

incrociai le braccia, aspettandolo impazziente.

"ok, aposto" (tom)
"parla" (io)

lui lasciò andare un risatina, che io odiai.
stranamente.
però in quel momento era la cosa più irritante che io avessi mai sentito.

"sei troppo bella quando ti arrabbi" (tom)
"tom, se mi dici così mi fai solo incazzare di più" (io)
"ok, scusa scusa" (tom)
"ti muovi?!!" (io)
"allora, non sono morto, ne caduto in qualche tombino-" (tom)
"lo vedo" (io)
"mi fai parlare?" (tom)
"va bene, scusa" (io)
"grazie. comunque, sono venuto qua da luis dopo scuola, per cercarti uno skate, poi dovevo fare una cosa, e ho perso la cognizione del tempo, in più il mio telefono era in silenzioso, e poi mi sono addormentato in negozio. quando mi sono risvegliato, luis mi ha lasciato dormire qua, visto che era troppo tardi per ritornare a casa, e le sveglie non le ho sentite, nessuno mi ha svegliato e quindi non sono andato a scuola. tutto qua" (tom)
"tutto qua??!!!" (io)

livido//tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora