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t/n's pov

"sei pronta?" (tom)
"sempre" (io)

strappò la bustina con i denti, e si mise il preservativo.
appena entrò, un brivido di piacere mi fece curvare la schiena.
le sue spinte si fecero sempre più forti, come i nostri respiri e gli orgasmi.
qualche volta ci baciavamo, qualche volta lui mi lasciava dei succhiotti sul collo e perfino sul seno, e qualche volta io gli lasciavo dei graffi sulla schiena.
non lo facevo apposta, forse.
per la maggior parte del tempo, però,
le mie mani scorrevano tra i suoi capelli, intrecciando le dita tra i dread.
volevamo approffittare di questa solitudine, e del poco tempo che avevamo, per divertirci e non pentircene quando partirò.

lui era forte, forse troppo, e sembrava un'esperto.
beh, bello com'è, non lo biasimo.
però cazzo, so già che domani farò fatica a camminare.

la mattina dopo

mi risvegliai, sentendo delle carezze sul fianco.
la sensazione della sua mano sulla mia pelle nuda, era qualcosa di spettacolare.
spettacolare come lui.

"buon giorno" (io)
"buon giorno, principessa" (tom)

cazzo, la sua voce mattutina era qualcosa di indescrivibile.
poi mi aveva chiamato principessa!
sentivo di esplodere dalla felicità.

"dormito bene?" (tom)
"con te sempre" (io)

rise leggermente.
la sua risata di mattina era talmente bella che avrei voluto ficcare la testa nel cuscino e urlare.

"tu?" (io)
"mi brucia un po' la schiena, ma sì" (tom)
"così impari" (io)
"perché?" (tom)
"avevi detto che ci saresti andato piano, a me non è sembrato" (io)

a quel punto, scoppiò a ridere, sto stronzo.

"cosa ridi?" (io)
"poi sarei io quello permaloso" (tom)
"lo sei" (io)

sbuffò, poi mi baciò, si alzò e si vestì.
vestire era una parola grossa, infatti si mise solo i boxer e i pantaloncini corti, che sinceramente, gli stavano da dio.

io mi misi seduta e lui si avvicinò, porgendomi poi la mano.

"bisogno di aiuto, mia regina?" (tom)
"da principessa a regina è un bel passo avanti" (io)

lui rise, io accettai il sul invito e mi aiutai con la sua mano ad alzarmi.

mi fece male un po' all'inizio, ma poco dopo il dolore diventò sempre più sopportabile, finché non sparì definitivamente.
a quel punto andai in bagno, mi lavai, mi vestii con qualcosa di comodo, e poi feci colazione.
aveva preparato già tutto tom, quindi io non dovetti fare altro che sedermi a tavola.
quando mi sedetti, per un secondo il dolore tornò, ma poi svanì subito.

"ecco a lei, la sua colazione" (tom)
"da quando fai il cuoco?" (io)
"io so fare tutto" (tom)
"beh, l'autostima non ti manca di sicuro" (io)
"ovvio, io sono perfetto" (tom)
"se se, come vuoi" (io)

appena finimmo di mangiare, ci preparammo e andammo a fare un giro.
fu un giro tranquillo, non successe niente di che.
passammo pure da luis per vedere se aveva qualche skate nuovo, ma niente che mi colpì.
che palle.

giorni dopo

cazzo, questa settimana era passata più veloce di quanto mi aspettassi.

Zio

-20 minuti e sono da te

-ok

che palle.

livido//tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora