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t/n's pov

alle 14.55 ero pronta.
mi avviai verso la porta ma prima di uscire mio padre mi bloccò.

"dove vai?" (padre)
"fuori" (io)
"e a chi l'avresti chiesto?" (padre)
"voi litigavate, non potevo" (io)
"con chi vai?" (padre)
"con amici e amiche" (io)
"no" (padre)
"come no?! ho già detto che potevo" (io)
"ho detto di no" (padre)
"ma-" (io)

pam.
mi arrivò un pugno dritto sullo zigomo, un po' più sotto dell'occhio.
caddi a terra.

"vai in camera tua e non rispondermi mai più indietro" (padre)

corsi in camera.
cazzo cazzo.
non potevo uscire così.
provai a coprirlo ma comunque si vedeva e mi faceva un male cane.
presi un respiro e poi uscii dalla finestra.
controllai l'ora ed erano le 15.15.
cazzo, ero in ritardo!
montai in skate e mi diressi di corsa al parco dove c'eravamo messi d'accordo di trovarci.
loro erano già la.
appena arrivai tutti sbiancarono e mi guardarono con gli occhi spalancati.

"t/n..." (bill)
"sono caduta" (io)
"t/n" (tom)
"sto bene, tranquilli" (io)
"t/n, chi è stato? lucas?" (tom)
"no, ma va" (io)
"allora chi?" (tom)
"huh" (io)

tirai un sospiro e mi sedetti nel tavolino da
pic-nic che c'era la.
loro erano in silenzio e io iniziai a parlare.

"ve lo dico perché tanto lo sareste venuti a scoprire prima o poi, e se non da me dagli altri a scuola" (io)

continuai

"vedete, è da quando sono piccola che i miei non fanno altro che urlarsi contro, ma a me non avevano mai fatto niente. quando avevo 11 anni, be, fu la prima volta che io risposi indietro a mio padre e quella fu la prima volta che lui mi mise le mani addosso.
da lì, ogni volta che gli rispondevo indietro o non facevo quello che voleva, lui mi picchiava.
mai niente più di qualche pugno o schiaffo, ma quando incominciai ad andare a scuola con segni e lividi su tutto il corpo, la gente iniziò a insospettirsi.
da lì iniziai ad essere una specie di emarginata, mi ritenevano strana e una porta guai, nessuno voleva mettersi nei casini quindi nessuno si preoccupò per me e iniziarono a smettere di parlarmi.
mi guardavano con schifezza negli occhi, come se questo fosse colpa mia.
da lì iniziai anche ad andare male a scuola.
il preside conosce la mia situazione e cerca di fare il possibile per aiutarmi ma comunque, è sempre un preside e il suo dovere lo deve fare.
lucas è l'unico amico che ho, l'unico che è rimasto con me nonostante tutto" (io)

.....
ci fu silenzio per un po'

"adesso sapete perché nessuno si sedeva accanto a me in mensa. vi consiglierei di farlo anche voi se non volete che vi ritengano quelli "strani" perché parlate con me" (io)
"t/n, per noi non sei strana, anzi" (bill)
"si esatto, sei stra simpatica" (georg)
"grazie" (io)

ci fu un po' di silenzio

"avete una sigaretta?" (io)

tom tirò fuori il pacchetto e me ne porse una

"grazie" (io)

che belle mani che aveva

"quindi questo livido te l'ha fatto tuo padre?" (tom)
"si, per questo ho fatto tardi" (io)
"tranquilla" (bill)
"qualcos'altro che volete sapere?" (io)
"si" (bill)
"cosa?" (io)
"ma lucas" (bill)
"è" (io)
"ti piace?" (bill)

mi bloccai.

"mi piaceva, o almeno finché lui non iniziò ad avere una crush per jessy" (io)
"la tipa vestita di rosa?" (bill)
"esatto" (io)

tom's pov

cazzo!
e io avevo anche detto che la trovavo bella.
che coglione!
ecco perché si era incazzata.
lei ha una vita di merda per colpa dei suoi, e in più il suo migliore amico, che gli piace, va dietro ad un'altra.
pensa che casino.
che stupido che sono.
avrei potuto risparmiarmelo.
ma perché mi importava così tanto??!!!
di solito non mi importa dei problemi degli altri, ma perché con lei sì??

livido//tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora