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t/n's pov

respira t/n, respira.
ce la puoi fare.

aprii piano piano la porta e appena la richiusi, la luce del salotto si accese.

eccolo là, mio padre.
che schifo che mi fa quell'uomo.

era seduto sulla poltrona con una cintura in mano.
io lo guardavo dritto negli occhi, cercando di intimidirlo.

"allora, ti sei divertita?" (padre)
"sì" (io)

quel sorrisetto che aveva poco fa, scomparve alla mia risposta inaspettata.

"ti credi divertente?!" (padre)

giusto un po'

si alzò e mi arrivò davanti.

"adesso ti faccio vedere io" (padre)

alzò il braccio e io gli tirai un calcio nelle palle e lui si bloccò.

"troia" (padre)

mi tirò un pugno sulla spalla, una cinturata sulla gamba e una sulla schiena.
poi l'ultimo colpo fu uno schiaffo, e da lì lui mi gridò di andare in camera, mentre si teneva le palle dal dolore.

non persi tempo e appena chiusi la porta, tirai fuori il telefono e controllai la registrazione audio che avevo fatto.
in più mi feci delle foto finché le segni erano ancora fresche.
inviai tutto a tom.

il giorno dopo

"sei pronta?" (tom)

presi un bel respiro

"sì" (io)

tom bussò all'ufficio del preside e appena entrammo, gli spiegammo la situazione e la nostra idea.
lui approvò e chiamò subito il poliziotto dell'altro giorno.

2 giorni dopo-il processo

"signorina t/n, lei sta accusando suo padre di abuso e maltrattamento, giusto?" (avvocato)
"sì" (io)
"bene, partiamo dalle prove" (avvocato)

guardai tom e poi mio padre.
tom mi sorrideva, mentre quello stronzo di mio padre aveva una faccia sicura di se.
non sa cosa gli aspetta.

"le dispiace se le carichiamo sullo schermo?" (avvocato)
"faccia pure" (giudice)

l'avvocato guardò anche me e appena gli feci cenno con la testa, iniziarono a spuntare tutta una serie di immagini di lividi, graffi, segni rossi, occhi gonfi, labbra e zigomi sanguinanti, ecc...
la corte, e tutte le altre persone, emisero un suono di stupore, e ci fu chi si mise la mano sul petto e chi sulla bocca.
il sorrisetto di mio padre scomparve all'istante.

"signorina t/n, quando sono iniziati questi abusi e come?" (avvocato)
"quando avevo 11, gli risposi indietro per la prima volta e....be, lì incominciò tutto" (io)
"e lei adesso quanti anni ha?" (avvocato)
"15, e tra un po' ne compierò 16" (io)
"quindi mi sta dicendo che è da 5/6 anni che suo padre abusa di lei, giusto?" (avv)
"sì" (io)
"e come mai non l'ha denunciato prima?" (avv)

abbassai lo sguardo e le lacrime iniziarono scendere.

"avevo paura, anche adesso ho paura. avevo paura per me e per mia madre, per il nostro futuro, perché se non dovessi vincere questo processo be...." (io)

i singhiozzi iniziarono ad arrivare e facevo fatica a parlare

"non so per quanto ancora il mio corpo potrà continuare a reggere tutto questo" (io)

ci fu un po' di silenzio.
l'avvocato mi sorrideva, un sorriso sincero, mentre le altre persone iniziarano a guardarmi con tristezza, dispiaciute.
una signora iniziò persino a piangere.

livido//tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora