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t/n's pov

un mese era volato, senza che me ne accorgessi, senza che riuscissi veramente ad assaporarlo.
nonostante tutto però, mi ero divertita.
mio zio aveva fatto fatica a trovare una scuola, e io gli avevo chiesto anche se potesse aspettare a cercarla, giusto per godermi quel poco di libertà.
lui ha preso le mie parole alla lettera, forse troppo.
nel frattempo mi ha portato avanti e indietro, per farmi divertire il più possibile, riuscendoci.

"emozionata per domani?" (zio)
"sì, molto. forse sono un po' nervosa" (io)
"non ti preoccupare, vedrai che ti piacerà" (zio)
"lo spero" (io)

sì...lo spero veramente.
ero felice di iniziare un nuovo capitolo, fuori dalla tossicità del mio passato, ma allo stesso tempo ero spaventata.
spaventata dal "nuovo", e da quello che mi aspettava.
spaventata dal futuro.

il primo giorno di scuola

alle 4.30 ero già in piedi, senza neanche volerlo.
ero in ansia, e non me l'aspettavo.

visto che era il primo giorno, mio zio mi avrebbe portato in macchina, giusto per darmi quel poco di sicurezza che mi serviva.

alle 6.30 ero già pronta, troppo presto per partire.
infatti rimasi sul letto a guardare il telefono e a messaggiarmi con tom, finché verso le 7 mio zio mi chiamò.

"t/n! scendi un'attimo!" (io)
"arrivo!" (io)

scesi le scale e mio zio era davanti alla porta, aperta.

"di già?" (io)
"sì, devo passare a prendere una cosa in ferramenta e tu devi entrare almeno 20 minuti prima degli altri" (zio)
"come mai?" (io)
"sei nuova e devono farti fare i giri della scuola, presentarti ai professori e cazzate varie" (zio)
"mi metto le scarpe e arrivo" (io)

che palle però.

in macchina cercai di distrarmi il più possibile, tra la musica e i pochi pensieri positivi che mi venivano di tanto in tanto.
non molto utili però.

quando arrivammo, non c'era nessuno fuori, era deserto.

"allora? ancora in ansia?" (zio)
"un po' " (io)
"se vuoi ti accompagno dentro" (zio)
"no, hai già fatto troppo per me. me la caverò" (io)
"sicura?" (zio)

no.
sinceramente non so perché avessi negato la sua richiesta, forse perché prima iniziavo ad avere sicurezza e confidenza, meglio era.
ma forse avrei dovuto accettarla.

"sì" (io)
"va bene, ci vediamo fuori scuola, ti passo a prendere" (zio)
"se vuoi torno in autobus" (io)

madonna t/n, stai zitta!
non aggravare la situazione!

"no, devo fare una cosa, e tu dovrai esserci" (zio)
"guarda che io non ti aiuto a nascondere un cadavere. c'è, saprei i metodi migliori, ma no" (io)

mio zio scoppiò a ridere, sorpreso dalla mia affermazione

"a meno che non mi paghi" (io)
"dai su, vai dentro che sennò fai tardi" (zio)
"va bene" (io)

lo abbracciai e scesi dalla macchina, ma prima che partì, mi affacciai al finestrino aperto, sporgendo la testa dentro.

"però non mi hai risposto" (io)
"vai!" (zio)

mi salutò, ancora ridendo, e partì.

presi un bel respiro ed entrai.
nel corridoio, c'erano la preside e dei professori.
sapevo che era la preside perché mio zio mi aveva mostrato una sua foto mentre la prendeva per il culo.
non chiedete.

si girarono verso di me appena la porta si chiuse alle mie spalle.
il rumore improvviso aumentò il mio imbarazzo.

"salve" (io)
"sei in anticipo, la scuola apre tra 15 minuti" (preside)
"no, io sono t/n t/c, sono nuova" (io)
"ah sei tu? scusami, pensavo fossi un'altra studentessa. prego, vieni pure qua" (preside)

livido//tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora