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"t/n, eccoti" (tom)
"ciao" (io)
"ma, lei-" (tom)
"lei è sofia, sofia lui è tom"(io)
"ciao" (sofia)
"ciao" (tom)
"ti devo parlare" (io)
"tranquilla, ho già capito" (tom)
"ok, allora andiamo" (io)
"come?" (tom)
"a piedi" (io)
"stai scherzando? sai quanto ci metteremmo??" (tom)

in effetti la casa di mio zio era parecchio lontana, anche se in macchina non sembrava, e in skate ci avremmo messo molto meno ma eravamo in tre e la cosa non era fattibile.

"che altre scelte abbiamo?" (io)
"non lo so, tuo zio non può passarci a prendere??" (tom)
"no, è a lavoro" (io)
"ragazzi se volete possiamo fare un'altro giorno" (sofia)
"no, tranquilla" (io)
"t/n" (tom)
"aspetta, sto pensando" (io)
"T/N!" (tom)
"cosa??!!" (io)
"l'autobus!" (tom)

alzai gli occhi verso la strada, c'era un'autobus che si stava per fermare alla fermata davanti al parcheggio della scuola, e sembrava andare nella direzione di casa mia.

"andiamo!" (io)

iniziammo a correre, salendo giusto in tempo prima che le porte si chiudessero.

ansimavamo, mentre cercavamo di riprendenderci tutto il fiato appena perso.

"mi dispiace" (sofia)
"per cosa?" (io)
"per aver rovinato i vostri piani" (sofia)

non capivo.
e non capisco tutt'ora.
perché in queste situazione, o in generale nei problemi della vita, le vittime, le vere vittime, si ritrovano sempre a chiedere scusa, a sentire il bisogno di farsi perdonare per qualcosa di cui non hanno colpa.
a sentirsi in imbarazzo anche solo nel parlarne o a chiedere aiuto.
posso capire, che non sia semplice, infatti secondo me ognuno di noi avrebbe bisogno di un tom nella propria vita.
le persone come lui sono quasi impossibili da trovare, e meriterebbero il mondo, ma anche come gran parte della buona gente che si nasconde dietro scudi di finzione.

"tranquilla, questo è più importante" (io)
"e poi non avevamo niente da fare" (tom)
"appunto" (io)

appena arrivati a casa, ci fiondammo in camera e io chiusi a chiave la porta, anche se in casa eravamo soli.

non ci misi molto ad accorgermi che però sofia sembrava leggermente disturbata dalla presenza di tom.
non la biasimavo.
tom non lo conosce, e si vedeva che aveva fatto un grande sforzo nel fidarsi di me, dato che ci siamo parlate sì o meno 2/3 volte.
e poi dopo aver avuto un'esperienza come la sua, neanch'io mi fiderei di alcun ragazzo che mi passi davanti.

"tom, potresti andare velocemente a prendere qualcosa da mangiare?" (io)
"tipo?" (tom)
"non lo so, quello che trovi" (io)

tom annuí, e senza esitare, uscí dalla stanza e si diresse al piano inferiore.

"ti dispiace se rimane anche lui con noi?" (io)
"beh, no?" (sofia)
"capisco che tu ti possa sentire a disagio, ma lui mi darebbe veramente una grande mano nell'aiutarti" (io)
"ma lui è? tuo fratello?" (sofia)

risi a quella domanda, anche se un po' di brividi non posso negare di averli percepiti.

"no, lui è...una persona a cui tengo molto" (io)
"guarda che se mi dici che è il tuo fidanzato, mica mi offendo" (sofia)
"non volevo farti sentire ancora più a disagio in sua presenza" (io)
"tranquilla" (sofia)
"comunque sì, tom è il mio fidanzato, ma non è il vero motivo per cui ti chiedo di farti aiutare anche da lui" (io)
"fammi indovinare, è stato lui ad aiutarti?" (sofia)

annuii, e subito dopo tom tornò nella stanza
con dei popcorn.
quel suo visetto dolce mi fece accellerare il battito, o forse il mio cuore era impazzito al ricordo di tutto ciò che aveva fatto per me, e che un ragazzo apparso dal nulla, mi avesse completamente ribaltato la vita.

ci sedemmo sul pavimento, mettendoci più comodi possibili, e io e tom iniziammo a parlare, valutando le possibili azione, le conseguenze, i lati positivi, quelli negativi, e tutto quello che ci veniva in mente.

arrivammo alla conclusione che sofia avrebbe fatto una denuncia, e si sarebbe assicurata di poter ottenere una protezione momentanea da parte della polizia, durante l'attesa del processo, e se quest'ultimo non fosse vinto da lei, allora in qualche modo se ne sarebbe andata dalla città o meglio dal paese.

però avrebbe dovuto aspettare prima di effettuare la denuncia, anche lei necessitava di prove fisiche.

"per l'avvocato, te ne potrei consigliare uno io" (io)
"no tranquilla, non serve, mio cugino fa l'avvocato" (sofia)
"e perché non hai mai provato a farti dare una mano da lui??" (io)

lei strinse le spalle, e sembrava ignara del fatto che sarebbe potuta uscire da questa schifosa situazione, molto tempo fa, se solo avesse detto qualcosa.

"sicura che potrai andartene se le cose andranno male?" (tom)
"sì, andrò da mio cugino, lui abita da tutt'altra parte, infatti questo era uno dei motivi per cui non l'ho mai chiamato" (sofia)
"beh di questo non te ne dovrai preoccupare, se lui non riuscirà a venire fin qua, ci penserò io" (io)
"farai tu da avvocato?" (tom)
"no, scemo. contatterò il mio avvocato" (io)

continuammo a parlare per un'altra oretta, poi invitai sofia a pranzare da noi, e cercai di farla distrarre un po'.

"sicura che non vuoi rimanere qua per un'altro po'?" (io)
"non posso, mia madre vuole che torni, ma grazie di tutto, veramente" (sofia)
"figurati" (io)

la abbracciai, e poi chiusi la porta.
mi dispiaceva non averla accompagnata, ma non abitava lontana e mi aveva rassicurata diecendo che tanto il sul "fidanzato", era ad allenamento, quindi non c'erano pericoli.

"beh, è andata bene" (io)
"t/n, sei sicura di voler continuare?" (tom)
"certo che voglio, perché non dovrei?" (io)
"sei consapevole che dovrai subirti un'altro processo, vero?" (tom)

in effetti, ancora una volta non avevo considerato le conseguenze, che sarebbero ricadute anche su di me e mi avrebbero fatto solo del male.
ma questa volta, ero troppo determinata per fermarmi.

"lo so, ma a me basta che tu sia con me" (io)
"sempre" (tom)

lo baciai, tutte le preoccupazioni mi scivolarono via, e io mi innamorai ancora di più di lui.

"cosa vuoi fare adesso?" (io)
"io un'idea ce l'avrei" (tom)
"apparte quello?" (io)
"guardiamo un film?" (tom)
"ci sto" (io)



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ragazzi scusate la lunga assenza, ma con l'inizio della scuola ho fatto fatica a trovare il tempo e la voglia per scrivere.
poi la maggior parte dei pomeriggi li ho passati dormendo e/o studiando, e non trovavo mai l'ispirazione e le idee su come continuare la storia.
scusatemi tanto, mi farò perdonare.
🫶🫶🫶🫶

livido//tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora