Caro Will,
sono felice che tu mi abbia risposto e che ti sia dato un'altra possibilità. Ormai non ci speravo più.
Io sono finita in questo progetto perché la mia amica Jamie mi ha costretta a partecipare. Credeva che fosse una buona occasione per trovare l'anima gemella. Vedi? Abbiamo già una cosa in comune: nessuno dei due ha preso l'iniziativa spontaneamente.
Ti metterai a ridere leggendo questa storia. Jamie e io abbiamo fatto una scommessa e ci siamo scambiate le buste con i nomi degli "amici di penna", e indovina a lei chi è capitato? Una ragazza. E a me... Bé, lo sai. Io credo molto nel destino. Forse era così che doveva andare.
A quale università sei iscritto? Io sono alla Northeastern e studio arte. Mi piace dipingere nel tempo libero e potrei stare a guardare un quadro per ore. Credo che la natura sia la forma d'arte più bella che ci è concesso di ammirare senza pagare. So bene che non diventerò mai un'artista famosa, ma quando mi ritrovo con un pennello o una matita in mano, le mie emozioni si trasferiscono sulla carta e assumono una forma.
Okay, è meglio che mi fermi qui. Non voglio annoiarti e nemmeno creare delle aspettative troppo alte, anche se non vedrai mai i miei lavori.
Scrivimi presto.
Sofia
«Sììì! Uuuh, touchdown baby! Potete anche baciarmi il fondoschiena.»
Sofia si mise a ridere, ma tirò gentilmente Jamie per la manica per evitare che la tifoseria avversaria la picchiasse.
Cameron, il "barman", aveva invitato Jamie alla sua partita di football e Sofia non aveva avuto nulla in contrario ad accompagnarla. Seduti accanto a lei c'erano anche Nic e Allie, i quali tifavano per un loro amico che era in squadra con Cameron. La partita si giocava all'aperto e gli spalti erano gremiti.
«Sofi, tieni a bada la tua amica prima che la sbranino» disse Nicholas, battendo le mani all'impeccabile touchdown.
Jamie si protese in avanti per farsi sentire. «Tenere a bada? Non siete mica in chiesa, eh!»
«Lo sapete, è molto... passionale» replicò Sofia, facendo spallucce.
La loro squadra si era aggiudicata altri sei punti. Erano in testa. Gli spalti erano divisi tra fischi e grida di vittoria. Gli animi si placarono leggermente quando venne annunciato l'intervallo alla fine del secondo quarto di partita.
«Ragazze, avete fame?» domandò Nicholas. «Posso andare a prendere degli hot dog.»
«Certo, e non dimenticare le salse!» si raccomandò Jamie. «Anzi, no... No, scherzavo. Niente per me.»
Tutti si voltarono a guardarla esterrefatti. Da quando conoscevano Jamie, non c'era stato un giorno in cui avesse rinunciato al cibo.
Sofia capì al volo e le diede una gomitata. «Ah, l'amore. Che grandi sacrifici!»
Nicholas scossa la testa e si avviò, accompagnato da Allie. Intanto, Cameron stava salutando dal campo nella loro direzione. Sofia doveva ammettere che faceva la sua bella figura nella divisa della squadra.
«Jamie, vi conoscete da quando siete dei ragazzini. Sono sicura che ti abbia già vista sbrodolarti con le salse di un hot dog.»
«Io non mi sbrodolo!»
«È successo una settimana fa all'università. Con il pomodoro della pasta.»
Jamie si indignò. «Se qualcuno non mi avesse distratto, non sarebbe successo.»
«Come vuoi.»
«Comunque, e se Cameron mi volesse baciare oggi? Non posso avere l'alito che sa di hot dog. Per giunta, anche scadente.»
«"No, perché sai... Ci conosciamo da molto tempo. È come se fosse un fratello per me"» la prese in giro Sofia, imitandola.
Nicholas e la ragazza tornarono con le mani cariche di hot dog. Sofia addentò il suo come se fosse stato l'ultimo pasto della sua vita e ammiccò a Jamie. Le piaceva scherzare con la sua amica, faceva sempre un'espressione buffissima quando era contrariata.
«Sai che il tipo delle lettere mi ha scritto di nuovo?» la buttò lì Sofia.
«William? Ma non mi dire. Ci ha ripensato?»
«A quanto pare. Gli ho risposto stamattina, attendo la sua prossima lettera.» Diede un altro morso all'hot dog. «Ah, e ricordi Luke, il ragazzo che ha citato Oscar Wilde nel negozio?»
Jamie captò subito l'odore delle novità nell'aria. «Si chiama Luke? Come fai a saperlo?»
«È una storia abbastanza lunga...»
«Di cui voglio subito sapere i dettagli.»
«Te li spiegherò dopo la partita. Per ora, posso solo dirti che è stato lui a soccorrermi quando ho avuto l'incidente e che si è ripresentato ieri al negozio.»
Nicholas si inserì nella conversazione non appena colse le parole "Luke" e "incidente". «Questo ragazzo farà meglio ad avere buone intenzioni. Non mi piace l'idea che tu abbia dormito in casa sua.»
Allie ridacchiò. «Amore, non fare il fratello geloso. Ci siamo passati anche noi.»
«No, aspetta... Frena.» Jamie aveva le rotelle del cervello che giravano impazzite. Sofia poteva quasi sentirne il suono. «Hai dormito...? Cioè, lui ti ha soccorsa e...? Oh, Sofia, ora sì che la tua vita si sta facendo interessante.»
«Non lo conosceva nemmeno!» esclamò Nic. «Jamie, non incitare mia sorella a fare queste cose.»
«Io servo proprio a questo, caro Nicholas.»
La partita ricominciò. Sofia continuava a pensare al modo in cui lei e Luke si erano lasciati al cimitero. Avrebbe dovuto lasciarlo finire di parlare, ma aveva avuto paura. Jason non c'era mai stato per lei, non aveva tempo per lei. Quando la cercava, era solo per un motivo. Non che paragonasse il comportamento di Luke a quello di Jason, ma si era stancata di dare tutta se stessa senza ricevere niente in cambio.
Con Luke provava delle sensazioni che non aveva mai provato prima. Era di bell'aspetto, quello non poteva negarlo, ma c'era molto altro. Era colpita dal modo in cui si esprimeva, dalla sua maturità, dal senso di protezione che le infondeva. Si sentiva considerata, apprezzata. L'idea che Luke non fosse come se l'era immaginato la terrorizzava. Aveva paura di aver travisato le sue intenzioni nel momento in cui si era sentita dire: "Sto bene con te, ma..." C'era sempre un "ma" nelle sue relazioni, un motivo che la faceva sentire inadeguata. Ma lei non si sentiva inadeguata quando stava con Luke, tutt'altro. La trattava come se fosse troppo per una persona come lui. Sofia diventava la migliore versione di se stessa quando stavano insieme.
Lanciò uno sguardo a Nic, il quale faceva finta di rubare morsi dell'hot dog di Allie. Guardò Jamie, che non perdeva nemmeno una mossa di Cameron. Forse quello che c'era tra lei e Luke non era nulla di così speciale e quelle attenzioni erano semplicemente il modo in cui una ragazza meriterebbe di essere trattata da un ragazzo. Sofia non ci era abituata.
«Andiamo, passa quella palla!» Jamie si alzò dal suo posto. «Ci serve qualche altra yard!»
I signori alle loro spalle si indispettirono di nuovo perché non riuscivano a vedere la partita.
Sofia si calò la visiera del cappello sugli occhi e fece finta di niente.
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Tutti i colori dell'Universo
RomanceWill si appoggiò con un braccio allo stipite. In quel modo Sofia era a pochi centimetri da lui, le punte delle scarpe che non osavano sorpassare il confine tra il pianerottolo e l'appartamento. Lei lo guardò intensamente con la testa reclinata all'...