Jamie se ne stava dietro il bancone con Sofia, nel tentativo di distrarla. Durante le lezioni aveva avuto la testa da tutt'altra parte, quindi aveva deciso di accompagnarla in negozio e farle compagnia.
«Ancora niente?» le chiese mentre Sofia controllava il cellulare per la centesima volta.
«No, nulla. Non ha nemmeno ricevuto i miei messaggi e quando lo chiamo parte la segreteria telefonica.»
«Bé, Aaron ti ha detto che è andato tutto bene, giusto? Non c'è motivo di essere preoccupati.» Jamie continuava a ripeterglielo, ma sapeva che sarebbe stato inutile finché non avesse parlato con Will. Non l'aveva mai vista in quello stato.
«Lo so di dover stare tranquilla, ma allora perché non mi risponde?»
Una donna entrò nel negozio, accompagnata dal familiare tintinnio di campanelli. Sofia l'aveva già vista diverse volte, era una cliente abituale. Aveva bisogno di ordinare un bouquet per il compleanno della figlia. Cercò di fare del suo meglio per fissare tutte le informazioni che le stava dicendo, ma non era dell'umore di fare conversazione. Prese il block notes e la penna e cominciò a scarabocchiare qualche appunto.
«No, non 78, 68» corresse la donna, notando l'errore sulle ultime due cifre del suo numero di telefono.
«Certo, 68. Mi scusi.»
«Hey, Sofi» disse Jamie, avvicinandosi. «Perché non lasci fare a me? Te l'ho visto fare un sacco di volte.»
Normalmente Sofia avrebbe declinato l'offerta, ma non quella volta. Jamie avrebbe fatto un lavoro sicuramente migliore del suo. Si massaggiò le tempie. «Sì, grazie. Scrivi il tipo di composizione, se ne ha una in mente, o i colori preferiti... Qualsiasi cosa. Poi scrivi la data, l'indirizzo di consegna, nome e cognome.»
Mentre l'amica faceva finta di essere professionale e di sapere cosa stesse facendo, Sofia si avviò sul retro del negozio. Il suo dipinto era ancora in un angolo della stanza, sul cavalletto. Non poté fare a meno di ricordare quanto fosse emozionata quando aveva condotto lì Will, solo loro due in quello spazio esiguo, la tensione mentre si avvicinavano l'uno all'altra come se fosse un gioco di resistenza. Non era passato molto tempo da quel giorno, eppure tante cose erano cambiate. I suoi sentimenti nei confronti di Will erano cambiati, così come il suo approccio all'amore e alla vita.
Quando si affacciò dalla porta, Jamie trovò Sofia in piedi in mezzo alla stanza, le braccia strette al petto come se si stesse abbracciando da sola. «Tutto sotto controllo. È stato più facile del previsto.»
A quelle parole Sofia non si voltò, ma fece un cenno con il capo, in segno di assenso.
«Quel quadro è davvero bello» le fece notare Jamie. «Dovresti appenderlo qui in negozio, magari all'ingresso. Farebbe la sua figura.»
«Non è una cattiva idea. Sai, stavo pensando... È qui che ci siamo baciati la prima volta.»
«Davvero?»
«Sì. Il negozio era chiuso e volevo mostrare il dipinto a Will, così l'ho portato qui e... È stato tutto molto naturale. Poi mi ha respinta. Il fatto di potersi legare a me lo spaventava, ma nonostante tutto quello che è successo dopo, lo rifarei altre mille volte. Non cambierei niente.»
«Credo che sia uno dei motivi per cui il quadro è riuscito così bene» commentò l'amica. «Ci hai trasferito dentro delle emozioni, emozioni vere. Motivo in più per cui dovremmo appenderlo. Hai una scala, un chiodo e un martello?»
«Vuoi farlo adesso?»
Jamie scrollò le spalle. «Perché no? Il negozio sta per chiudere, non credo che arriveranno altri clienti. Almeno ti distrai un po'.»
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Tutti i colori dell'Universo
RomanceWill si appoggiò con un braccio allo stipite. In quel modo Sofia era a pochi centimetri da lui, le punte delle scarpe che non osavano sorpassare il confine tra il pianerottolo e l'appartamento. Lei lo guardò intensamente con la testa reclinata all'...