Michael e Aaron non facevano che rotolarsi dalle risate. Letteralmente. Il fratello se ne stava a pancia in giù sul divano e batteva il pugno come se avesse ascoltato la barzelletta del secolo, l'amico continuava a camminare avanti e indietro per la stanza e a ripetere: "È fuori di testa." Will aveva voglia di prendere a schiaffi qualcuno, incluso se stesso.
«Ho per caso scritto "buffone di corte" sulla fronte?»
Gli altri due continuarono a scambiarsi occhiate e a ridere. Quando Will era da solo con l'uno o con l'altro, riusciva più o meno a prendere in mano la situazione. Quando Michael e Aaron erano insieme, invece, non riusciva a gestirli. Scosse la testa e si andò a prendere un bicchiere d'acqua dalla cucina.
«Quando avete finito me lo fate sapere, okay?»
«Scusa bello» disse Aaron, asciugandosi le lacrime. «Hai appena dichiarato di avere una crisi d'identità. Perché non dovremmo ridere?»
«Già, Luke» incalzò Michael. «È stata la mossa più stupida di tutte le mosse stupide che abbia mai sentito nella storia dell'umanità.»
Aaron si accomodò sul divano. «Davvero, fratello. Hai sputato in faccia al destino. Quella ragazza ti è stata servita su un piatto d'argento e tu le hai detto di chiamarti Luke. Perché?»
«Perché è la ragazza che mi è stata assegnata come corrispondente nel progetto delle lettere!»
Michael inclinò la testa di lato, confuso. «E... allora?»
«Allora non voglio che sappia che sono io. E poi è contro il regolamento del progetto conoscersi di persona.»
Aaron si prese la faccia tra le mani. «Cavolate. Non è quella la motivazione. Ti conosco meglio di chiunque altro e...»
Michael si schiarì la voce in modo plateale. «Quasi meglio di chiunque altro.»
«Okay, quanti anni hai, Michael?»
«Quattordici» rispose fieramente.
«Bene, tuo fratello e io ci conosciamo da... dodici anni, forse tredici. Considerando che a due anni eri troppo piccolo per capire chi o cosa ti circondasse, direi che ti batto.»
«Si, ma tu non vivi con lui tutti i giorni.»
A Will stava venendo un gran mal di testa. «Possiamo smetterla di discutere su chi mi conosce meglio e concentrarci sulle cose serie?»
«Intendi, sul perché sei ancora single? Bé, oggi ti sei risposto da solo.»
«Aaron, visto che sei tanto in vena di battute, dimmi, come sta andando con Wynona?»
Michael si voltò di scatto. «Hai rotto con lei? Perché non ne sapevo niente?»
Aaron sospirò. «Quando crescerai scoprirai che le donne sono più impegnative di un lavoro. Le rose hanno funzionato, ma Wynnie è testarda. Ci vorrà molto più di quelle per convincerla che potrà funzionare.»
Aaron cominciò a dispensare consigli a Michael su come approcciare una ragazza. Will si estraniò dalla conversazione. Non aveva il coraggio di ammetterlo nemmeno a se stesso, ma in fondo al suo cuore sapeva perché non aveva voluto rivelare a Sofia il suo vero nome. Ora che l'aveva conosciuta, voleva scriverle un'altra lettera e cominciare quello che lui aveva interrotto. Aveva paura che, se si fossero frequentati di persona, lei si sarebbe spaventata delle sue mille responsabilità e della vita che conduceva. Voleva assicurarsi uno spazio in cui poter comunicare con lei senza avere paura di perderla. Uno spazio in cui poter essere se stesso e conoscerla senza che Sofia venisse a sapere dei suoi problemi. Non sarebbe stato così difficile.
«Il contatto» stava dicendo Aaron. «Vogliono il contatto fisico, la presenza. Devi essere uomo, capisci cosa intendo? E quando hai creato l'atmosfera giusta, saranno loro stesse a chiederti di...»
Will gli tirò un cuscino addosso. «Magari possiamo risparmiargli i dettagli per la prossima volta, che dici?»
«Will!» protestò il fratello. «So esattamente come funziona.»
Aaron ridacchiò e batté il pugno contro quello di Michael. «Fratello, con tutto il rispetto, meglio che lasci a me il compito di educarlo su queste cose. Altrimenti farà la tua stessa fine.»
«Non so come siamo arrivati a questo punto, ma la mia richiesta era molto semplice. Se mai vi dovesse capitare di incontrarla, io sono Luke.»
Michael alzò le mani. «D'accordo... Luke. Lei com'è?»
«Sexy» rispose Aaron.
Will roteò gli occhi. «È... Sì, okay. È molto bella. Ma è anche intelligente, simpatica, gentile. Quando ho parlato con lei, mi è sembrato di conoscerla da sempre.»
Aaron diede una gomitata a Michael e gli sorrise.
«Sei pronto?»
Oh, no. No. Will stava aspettando quel momento, era solo questione di tempo. L'avevano già fatto con le ragazze che aveva frequentato in passato.
«Io l'ho già capito» intonò Aaron con la sua voce poco intonata.
«Cosa?» esclamò Michael.
«Ma loro ancora no!»
E Michael: «Chi?»
«Si stanno innamorando e il nostro trio diventerà un duo...»
«Sono condannato a vedervi recitare Timon e Pumbaa ogni volta che conosco una nuova ragazza?»
Avevano spesso guardato "Il Re Leone" tutti e tre insieme quando Michael era piccolo. Era il suo cartone animato preferito e conoscevano tutte le canzoni a memoria.
«Sì, Luke» esclamò Aaron. «Ogni volta. E non passa mai di moda.»
Sì, erano decisamente due rompiscatole, ma Will si sentiva la persona più fortunata del mondo ad averli nella sua vita.
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Tutti i colori dell'Universo
RomanceWill si appoggiò con un braccio allo stipite. In quel modo Sofia era a pochi centimetri da lui, le punte delle scarpe che non osavano sorpassare il confine tra il pianerottolo e l'appartamento. Lei lo guardò intensamente con la testa reclinata all'...