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Quella stessa sera, dopo la cerimonia di laurea, i genitori di Sofia vollero congratularsi con Will e ne approfittarono per invitarlo a cena. Era un passo molto grande per entrambi. Sofia non aveva mai avuto una relazione tanto importante da arrivare alle presentazioni in famiglia. 

Dal canto loro, la madre e il padre di Sofia erano a conoscenza dell'esistenza di Will nella vita della figlia, ma non si erano mai intromessi per paura di affrettare le cose. Per molti anni il loro rapporto era stato fragile e turbolento; non volevano un motivo per cadere di nuovo in quella spirale, quindi avevano deciso di lasciarle i suoi spazi e i suoi tempi, purché fosse felice.

«Non essere agitato» disse Sofia a Will, quando arrivarono nel cortile di casa.

«Lo stai dicendo a me o a te stessa? Sei nel panico.»

«Non è vero.»

«Sì, invece.»

Sofia roteò gli occhi e gli prese la mano. «Okay, lo ammetto. Sono un tantino in ansia.»

Una volta accettato l'invito, Will era passato al suo appartamento per cambiarsi. Indossava un normalissimo jeans e una camicia bianca, ma a Sofia si mozzava il respiro ogni volta che posava lo sguardo su di lui. Nella sua semplicità, era bello. Stava bene con tutto, anche con la divisa da meccanico.

«Se pensi che la mia presenza in casa tua sia strana, possiamo aspettare. I tuoi genitori lo capiranno.»

«Ma cosa dici? Non è per questo, al contrario.» Cercò il coraggio di dire le parole che le frullavano nella testa da un po'. «Ho paura che la tua presenza nella mia casa mi piaccia. Lo sai, difficilmente mi sono affezionata a qualcuno in passato, ma tu... mi travolgi ogni volta.»

Will le prese il viso tra le mani. «Pensi che per me sia stato diverso, la prima volta che ti ho avuta nel mio appartamento? Ma» aggiunse con un sorrisetto «spero che un giorno ti vedrò scorrazzare per casa senza il pensiero che prima o poi dovrai andartene.»

Era incredibile, sapeva sempre dire la cosa giusta al momento giusto. «Speriamo che quel giorno non sia troppo lontano. Ora andiamo, i miei ci stanno aspettando.»

Per ringraziarli dell'ospitalità, Will aveva portato ai genitori di Sofia del vino italiano. 

«Ho una cosa anche per te» disse, rivolto a Keisha.

Lei sgranò gli occhi e guardò la madre. «Per me!?»

«Sì.» Le porse una scatola su cui c'era scritto a grandi caratteri "Twister". «Ci giocavo con mio fratello. Sofia mi ha detto che sei brava a ballare e credo che ti divertirai molto con questo.»

«Mio Dio, Will, non dovevi disturbarti!» esclamò sua madre. «Come si dice, tesoro?»

«Graaazie!» Keisha guardò di sottecchi Sofia. «Sofi, ci possiamo giocare?»

«Prevedo che passerò il prossimo mese a contorcermi su un tappetino.»

Will si mise a ridere.

«Ci potrete giocare tutti insieme dopo cena, Keisha» si raccomandò la donna. La seguirono in cucina. «Will, Sofia mi ha detto che ti sei appena laureato al M.I.T. Congratulazioni!»

«È vero» le fece eco il padre mentre tirava una teglia fuori dal forno. «Deve essere stata dura.»

«Abbastanza» si limitò a dire Will, lanciando un'occhiata a Sofia.

La madre fissò l'orologio appeso alla parete. «Sono già le otto. Ma dove saranno...?»

In quel momento la porta d'ingresso si aprì e sulla soglia della cucina comparvero Nicholas e Allie.

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