Il rooftop, la sera, aveva un fascino diverso rispetto a quando Sofia ci andava dopo le lezioni. Boston non dormiva mai, lo testimoniavano le luci che si riflettevano sulle vetrate della sala. Qualche temerario aveva deciso di sfidare il freddo e di sorseggiare il drink sulla terrazza all'aperto: c'erano donne ingioiellate e avvolte nelle loro pellicce, uomini con cappotti lunghi sopra i completi eleganti. Anche l'interno del locale non era da meno, con le sue luci, i tavoli già pronti per l'after-dinner e i camerieri che andavano avanti e indietro senza sosta.
Sofia dava la schiena alla sala e aveva lo sguardo perso oltre la vetrata, quando qualcuno picchiettò sulla sua spalla.
«Un Mai Tai?» chiese Cameron, porgendole il cocktail.
«Ti ringrazio.» Prese il bicchiere e diede un sorso. Non aveva cenato molto e aveva intenzione di rimanere lucida, ma un drink l'avrebbe aiutata ad affrontare meglio la serata.
Cam era tirato a lucido per l'evento. Indossava una camicia bianca e una giacca nera, abbinata con un pantalone classico. I suoi occhi verdi spiccavano su quei colori neutri. Era strano vederlo indossare qualcosa di diverso dalla divisa da barman o da football; nel complesso stava benissimo.
«Dov'è Jamie?» chiese Sofia. Era strano vederlo da solo.
«È andata a telefonare a suo padre. Sta per arrivare.»
«Ottimo. Hai già conosciuto Jim Stirling?»
Cameron si grattò il sopracciglio. «Intendi, il padre della mia fidanzata, che sa che sto uscendo con sua figlia e che è così ricco e potente che potrebbe farmi prendere a calci nel culo da uno dei suoi buttafuori? No, non ho ancora avuto il piacere.»
Sofia soffocò una risata. «Sicuro che tu non voglia il mio Mai Tai? Ti scioglierà subito i nervi.»
«Meglio di no, ma ti ringrazio dell'offerta.»
«Il padre di Jamie non è così terribile. Il fatto che lavori in un locale di sua proprietà ti farà acquistare punti.»
«Non sono convinto che se ne ricordi. Sono un dipendente come tanti altri.»
«Mio Dio, Cam, tutti i padri vorrebbero un ragazzo come te al fianco delle loro figlie. Vai all'università, lavori, sei uno sportivo. Sei odiosamente impeccabile. Inizio a credere che tu non abbia difetti.»
Il ragazzo chinò la testa, in imbarazzo. «Chiedi a Jamie. Ci conosciamo da quando avevamo cinque anni. Sono sicuro che saprebbe elencarteli molto bene.»
Rimasero entrambi a fissare la terrazza oltre la vetrata, come se stessero contemplando un quadro in una galleria d'arte. Anche se si conoscevano da poco, a Sofia piaceva parlare con Cameron. Era felice che Jamie avesse finalmente trovato un ragazzo come lui, se lo meritava e meritava la sua dolcezza.
«Jamie mi ha detto il motivo di questo evento.» Cam si schiarì la voce. «Quello che stai facendo è bellissimo, Sofia. Dico sul serio. William è fortunato ad avere un'amica come te.»
La ragazza si domandò cosa stesse facendo Will in quel momento, se avesse trovato il biglietto che gli aveva attaccato alla porta quel pomeriggio e cosa avesse pensato leggendolo. Ora che conosceva il vero motivo per cui aveva provato ad allontanarla, si sentiva in colpa per aver pensato male di lui. In realtà non le importava nemmeno più di cosa Will provasse nei suoi confronti. Voleva aiutarlo con ogni mezzo possibile e farlo sentire meno solo. Voleva salvare Michael. Quelle, ormai, erano diventate le sue priorità.
«Spero solo che funzioni.»
Jamie li raggiunse da dietro. «Mio padre sta arrivando.» Si mise sulle punte dei piedi e diede un lieve bacio a Cameron. «Amore, non essere nervoso.»

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Tutti i colori dell'Universo
RomanceWill si appoggiò con un braccio allo stipite. In quel modo Sofia era a pochi centimetri da lui, le punte delle scarpe che non osavano sorpassare il confine tra il pianerottolo e l'appartamento. Lei lo guardò intensamente con la testa reclinata all'...